Dopo quattro uscite a fagiani, alla mia trentatreesima licenza, posso soltanto ribadire l'assoluta venaticità e scaltrezza di questo meraviglioso animale. Si tratta,beninteso, di soggetti nati in libertà e con sviluppate tutte le strategie di autodifesa. Dopo il periodo di addestramento cani, dopo i primi, grossissimi spaventi dell'apertura, gli animali superstiti diventano veramente un banco di prova eccellente per ogni tipo di cane e cacciatore. A suffragare queste mie affermazioni posso testimoniare di aver incontrato esemplari scaltrissimi che si son sottratti di pedina in mezzo a falasco e roveti per decine e decine di metri, per poi decidersi di imboscarsi in macchie impenetrabili dove frullare incolumi perché sottratti alla vista del nembrotte. In alcuni casi soltanto un fucile da 61 cm e cartucce con borra in feltro hanno potuto spezzare la loro fuga.
Mi premeva scrivere queste poche righe per sottolineare che la caccia al fagiano, se fatta su animali VERI, richiede tutte le facoltà proprie di un buon cacciatore, il quale, specie se ama andare in solitaria ( e quindi lasciare più possibilità di scampo al galliforme ), alla fine della giornata avrà modo di essere veramente soddisfatto. Sfinito, sfibrato, madido di sudore e pieno di graffi, ma decisamente soddisfatto. E chi sostiene che il fagiano è soltanto un pollo colorato, o è un inguaribile snob, o ha avuto la sfortuna di andare soltanto su fagiani immessi da quattro giorni oppure in AFV. Provi allora a frequentare le marruche maremmane o le tagliate del centro-Italia con i venticinque-trenta gradi di settembre\ottobre, dietro indiavolatissimi e smaliziati mongolia o tenebrosi ... e poi ne riparliamo.
Un saluto a tutti.
P.S.: Sono un amante della caccia alla beccaccia e alle quaglie, ma ho sentito il bisogno di rendere giustizia ad un selvatico troppo spesso vituperato, soprattutto da chi evidentemente non lo conosce.