Guaiva perchè costretta ad obbedire a qualcosa che andava contro il suo istinto. Non c'era nessuna necessità di costringere il cane a stare fermo dopo il lancio. L'addestramento convenzionale il cane non lo può capire. Il tuo cane se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe corso ugualmente lungo la riva per andare a riportare il riportello che la corrente aveva dato un vantaggio enorme da poter essere recuperato con il nuoto. Correva per raggiungere il punto più vicino al riportello prima di scendere in acqua. I cani sanno valutare e decidere molto bene quello che per loro è più conveniente fare. Sicuramente per il cane era più conveniente andare al riporto appena dopo il lancio, correndo lungo la riva ha fatto la stessa cosa che avrebbe fatto se non fosse stato frenato dopo il lancio. Il problema di noi umani è quello che vogliamo insegnare a cacciare al cane, insegnare a cacciare al predatore.
Si capisce da cio' che tu scrivi che non hai mai cacciato anatre lungo il fiume o al capanno su un lago con un retriever. Prima di tutto, il cane deve astenersi dal saltare in acqua senza il comando del padrone per riportare un selvatico. In presenza di diversi selvatici, prima di tutto e' rischioso per il cane di saltare davanti al cacciatore mentre questo sta ancora sparando ad altri uccelli. Un mio amico di Kodiak perse la sua beneamata Lucy, una bellissima Labrador nera, proprio per questo: non le aveva inculcato la necessita' di rimanere ferma fino all'ordine di riportare; lei salto' in avanti davanti al fucile al primo colpo e si prese la seconda nella nuca a un metro di distanza. Vero: l'istinto dice al cane di saltare immediatamente per prendere un selvatico caduto. Ma l'istinto del cane s'e' formato in decine di migliaia di anni di selezione naturale prima che l'uomo col fucile apparisse sulla scena, e per la caccia di collaborazione fra uomo e cane quelll'istinto deve essere modificato. Anche nella caccia col cane da ferma potrebbe essere necessario di sparare piu' di un solo colpo, ed il cane che segue il suo istinto di predatore e parte a razzo al primo colpo puo' finire male. Il mio "esercizio" aveva come scopo, oltre a quello di andare appresso ad un riportello quando questo era ormai invisibile, elemento indispensabile per un retriever che deve spesso fare riporti "ciechi," quello di rinforzare il "self-control del cane allo sparo. Ti dico di piu': io usavo uno sparafantocci per l'addestramento, e spesso, sul fiume, mentre il cane era seduto alla mia sinistra, ne sparavo uno sulla riva opposta, ed uno in acqua, che se ne andava giu' con la corrente. Poi le davo il comando di riportare indicando con la mano ed il braccio quello che giaceva sull'altra sponda. Da principio accadeva spesso che Scout, gia' in acqua, ogni tanto girasse la testa verso il fantoccio in acqua, e virasse per andarlo a prendere prima che si allontanasse troppo. Il fischio prolungato di "STOP!" la fermava, e lei si girava verso di me per guardarmi. Io ripetevo il segnale a braccio verso il fantoccio a terra. Se lei proseguva verso quello in acqua, il collare elettrico le dava il segnale d'allarme, senza scossa. Questo bastava quasi sempre a modificare il suo comportamento. Se non bastava, la scossetta metteva fine al comportamento errato. Lei andava a prendere quello a terra, me lo riportava, e poi correva e nuotava a prendere quello in acqua, ormai sparito dietro la curva del fiume. Riconosco che quest'esercizio va totalmente contro l'istinto naturale del cane di andare verso la preda "viva" ignorando quella "morta," piu' facile da acchiappare. Ho detto precedentemente che quest'istinto e' generalmente una buona cosa, e nella maggior parte dei casi mi va benissimo che il cane lo segua. Ma lo scopo di quest'esercizio era quello di inculcare nel cane l'inviolabilita' assoluta dei comandi a mano e a braccio. Il retriever DEVE andare dove il cacciatore lo manda. Punto e basta. Altri stimoli, altre tentazioni, altri istinti devono essere ignorati. Il cacciatore e' Dio. I suoi ordini sono sacrosanti. Forse con i cani da ferma bisogna affidarsi di piu' ai loro istinti, al loro naso, alla loro "intelligenza." Ma il retriever e' un'altra cosa. E dopo una lunga pausa (da Febbraio al disgelo di Marzo/Aprile) senza caccia, d'estate le facevo "ripetizioni" con tali esercizi, per rammentarle cio' che mi aspettavo da lei. Verso il quarto o quinto anno d'eta', ormai cio' che volevo da lei era ben scolpito nella sua mente e gli esercizi primaverili/estivi erano piu' che altro per rimetterla in eccellente forma fisica dopo il lungo riposo.
Oltre all'evidente pericolo per il cane da riporto del seguire il suo istinto di predatore mentre il cacciatore spara, aggiungo, c'e' anche--meno grave, e' vero--la possibilita' che qualche altra anatra ritorni al gioco dopo che una delle sue compagne e' caduta. Col cane che sguazza in acqua fra gli stampi di sicuro non tornera'.
Il cane da caccia non puo' e non deve obbedire soltanto ai suoi istinti. Questi devono essere modificati, piegati alla volonta' ed agli scopi del cacciatore e delle sue cacce. Il suo istinto e' basato sulla necessita' di mangiare cio' che i suoi antenati remoti acchiappavano per soravvivere, e gia' quest'istinto deve essere modificato--tornando al tema.
P.S.
Tante delle tecniche usate nell'addestramento e "aggiornamento" dell'addestramento di Scout, che si rivelo' di un'obbedienza ed un'intelligenza eccezionali (quindi non mi posso vantare troppo del risultato, che fu da attribuire soprattutto a lei) le appresi da libri scritti da famosi addestratori di cani da caccia, e soprattutto da riporto. Questo mi ha fatto evitare gli sbagli che si possono fare quando si da' retta a chi non sa niente o non abbastanza (ricordi quanti credevano alla "schioppettata a piombo fino nelle chiappe del cane che si allontanava troppo? Hai visto quanti kretini riempiono di botte un cane quando ritorna dopo una lunga assenza, insegnandogli cosi' che se ritorna prende le botte? Hai notato quanti cercano di correggere un comportamento sbagliato piu' di tre o quattro secondi dopo il fatto, ignorando che il cane non e' capace di vedere la connessione fra causa ed effetto oltre quel brevissimo tempo?). I libri giusti sono una fonte preziosissima di informazioni. Si sa chi li ha scritti, e si conoscono la loro esperienza e preparazione. Nei fora, invece, chi lo sa chi e' quello che spara sentenze e pretende di avere un'esperienza che invece non ha?