Qualche piccolo commento sull'addestratore americano presentatoci da Giovannit.
Lui scrive: "il mondo canino è pieno di mangiatori di uccelli con pari opportunità. In parte ciò è dovuto a un cattivo allevamento, la maggior parte a un addestramento scadente."
Per lui esiste solo l'allenamento e l'addestramento, fino a questo momento non parla di un cattivo rapporto fra il padrone e il cane. Forse ancora non è arrivato a capire che il cane mangia la selvaggina non perchè è poco allenato e poco addestrato, la mangia perche è stato male educato, questo non fa parte dell'addestramento ma della socializzazione. Dalle mie parti, cacciatori che non avevano mai letto un libro sul comportamento canino, dicevano che quando il cane mangia la selvaggi davanti al padrone è come se gli "urinasse" in faccia.
Qui salta fuori ancora la ciotola. Se il cane mangia dalla ciotola con noi presenti, si potrebbe sentire autorizzato a mangiare anche la selvaggina in nostra presenza. Le relazioni sociali con il cane sono state copiate, noi umani ci siamo inventato niente, almeno credo. Sono d'accordo che la consegna in mano della selvaggina da seduto fa parte dell'addestramento. Quindi l'addestramento è utile a consolidare quel riporto spontaneo che il cane ha appreso tramite la socializzazione. Il riporto spontaneo è per condizione, se ci sono le condizioni il cane riporta, altrimenti perde il riporto.
La condizione è la leadership, se non c'è, il cane non rispetta il padrone e si sente autorizzato a mangiare la selvaggina. In questi casi è meglio lasciarlo mangiare, è più facile metterci una pezza dopo, se intervenissimo potremmo ottenere un riporto forzato a vista, in questi casi su i riporti lunghi o su i recuperi lunghi, il cane potrebbe andare a nascondere la selvaggina. Per ovviare si condiziona il cane con l'addestramento, quello fatto bene è attraverso il gioco e i premi. I cani addestrati in questo modo penseranno sempre con la testa, quelli addestrati con la punizione penseranno con la pancia.
I cani educati con le punizioni smettono di pensare, la risposta è viscerale, non riescono a controllarla. Un NO seguito dalla punizione, per due tre volte, basta solo il NO per farlo smettere di pensare e bloccarlo, la risposta al No non l'ha decisa il cane l'hanno decisa gli ormoni, il comportamento del cane è involontario, basta vedere come si blocca il cane che ha subito la correttezza al frullo col collare. Bloccare l'azione del cane con il NO seguito dal premio è molto, ma molto diversa, si ha sempre il cane che pensa e interagisce col padrone. Scusate non ho il dono della sintesi.