Buongiorno a tutti,ho bisogno di capire come non far cianciare (quasi masticare) i tordi alla mia cucciola di 7 mesi di springer (1 utente sta leggendo)

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il mio vive in casa e sta a contatto con tutti, mia moglie lo vizia, ma lui sa comportarsi in modo differente con uno o con l'altro,
Il cane sa da chi può pretendere e da chi non gli conviene pretendere. Il cucciolo non va maltrattato ma neanche viziato. Ho un poco di spazio da poter tenere i cani fuori casa, però stanno sempre in casa. Agli inizi con il cucciolo interagisco solo io, ma questo fa parte del sociale. Socializzare il cane diventa di estrema importante quando si ha a che fare con razze che dimostrano la loro dominanza con una forte aggressività. Lo dimostra il fatto che non sono pochi i cani che hanno ucciso i loro padroni o i familiari dei padroni. I cani non sono diventati pazzi, hanno riconosciuto chi in quel momento stavano punendo. Ecco che a volte i trattati diventano importanti.
 
per farlo riportare senza masticare il selvatico va addestrato sui colombacci, sulle beccacce, animali medi, che non sono troppo delicati come i tordi e che quindi non mastica,
Sono d'accordo, è meglio incominciare dalla selvaggina di media grandezza, ben pulita, e fatta riportare al raggiungimento del rigor mortis.
 
Come in tutte le razze da caccia, ci sono cani fortissimi nello svolgere il lavoro prima dello sparo e quelli bravi che svolgono bene il lavoro dopo lo sparo. Io preferisco i primi, con questi si riesce ad ottenere un riporto sollecito e diretto, a patto che vengano educati e addestrati bene. I primi hanno una cerca avida, veloce, molto determinata, quasi da sembrare smodata. Sono doti geneticamente trasmesse e al cane non possono essere indotte con l'addestramento. Gli può essere indotto il riporto, visto che non fa parte della predazione, ma del sociale. E' risaputo che per riportare, il cane deve cercare e trovare, altrimenti effettuerà pochi riporti. Io diffido sempre dei cani che hanno il riporto facile, ovvio che è solo una mia opinione. Concludo dicendo che i cani avidi, determinati, instancabili dalla forte passione, preferiscono il selvatico vivo al selvatico morto, proprio perchè il morto ha smesso di essere una preda. Difficilmente si vede un cane da caccia che perde tempo a girovagare con la selvaggina in bocca dimenticandosi di andare a cercare la viva. Il cane prima riporta il morto prima va a cercare il vivo, questo è il vero rinforzo, cioè sfruttare l'interesse del cane come premio. Se la passione per la cerca fosse poca non si riuscirebbe a sfruttarla come rinforzo positivo. Spero di essermi spiegato bene.
Io ho cacciato con diversi retrievers. Tre di essi, il Golden Retriever di mio cognato, la mia Labrador, e Choco, la mamma di Scout del mio amico Pat. Quando piu' di un palmipede cadeva nel chiaro, se ce ne era uno vivo, prima riportavano quello e poi andavano a prendere il morto o i morti. Ed e' bene cosi', perche' nel tempo che un cane riporta un uccello morto, quello ferito puo' usare tanti trucchi per sottrarsi alla cattura. Ho visto anatre di superficie nuotare sotto il pelo dell'acqua, invisibili se non per la leggera scia e la punta del becco che sporgeva appena dall'acqua come uno snorkel. E naturalmente l'immersione fra canne ed erbe palustri rende il ritrovamento difficile. Il morto non va da nessuna parte e puo' aspettare. Mi piacerebbe ipotizzare un ragionamento canino alla radice di questo comportamento, ma non e' ragionamento, soltanto istinto. Istinto che puoi vedere anche fra i pesci. Un buon pescatore che vede un boccalone o un cavedano inseguire il suo plug di superficie o il suo spinner, non rallenta il recupero, ma lo accellera. Il predatore pinnuto viene stimolato ad attaccare dalla "fuga" della preda. Se la rallenti o la fermi, vedrai il pesce perdere interesse, virare e andar via nella maggior parte dei casi. Quindi stavolta ti do' piena ragione quanfo dici che il morto non e' piu una preda, mantre il ferito stimola l'istinto di predatore del cane. La possibilita' di perdere una preda in fuga, anche un semplice riportello, e' quasi un tormento per un cane appassionato, "col fuoco nel ventre," come lo definisco io. Io ogni tanto, in allenamento primaverile/estivo lanciavo un riportello nella corrente del fiume. Mentre si allontanava da lei, Scout, seduta, tremava come una foglia e guaiva., mentre perdeva il riportello di vista. Finalmente quando le dicevo "Fetch!" lei correva come una pazza lungo la riva (errore gravissimo nelle gare di riporto--ma gare e caccia vera sono parenti lontane) fino a quando non scorgeva il riportello e solo allora, giunta alla sua altezza, si tuffava e lo acchiappava. A caccia vera, quando si abbattono diverse anatre che cadono in corrente, se il cane si tuffasse (come vogliono i giudici di gara) da vicino al cacciatore, spenderebbe inutilmente tanta energia nel nuotare a lungo in acqua gelida, per raggiungere la preda, mentre correndo sulla riva per guadagnare terreno di energia ne risparmierebbe tanta. Io ero cacciatore di anatre, non partecipante di gare, e le gare non mi sono mai piaciute. In gara un riporto multiplo dall'acqua e' penalizzato se il cane riporta piu' di un uccello per volta. Una cazzata! A caccia piu' tempo il cane passa sguazzando avanti ed indietro per portare un uccello alla volta, piu' occasioni si possono perdere se altri uccelli che venivano al gioco vengono spaventati dal cane che nuota fra gli stampi. Scout era capace ri riportare fino a tre anatre alla volta, due con i loro colli fra le sue fauci, e la terza spinta dal suo petto e fra le zampe anteriori mentre nuotava. Poi mi portava quelle in bocca e tornava sulla riva dove aveva lasciato quella che spingeva. Una goduria a vederla.
Tornando al tema della discussione, ho visto Scout uccidere di proposito con un morso al collo una germana disalata caduta in terra vicino al capanno. La povera anatra, quando Scout cerco' di abboccarla a meta; corpo, si giro' e le dette una poderosa beccata al tartufo del naso. Scout non gradi' molto l'affronto, l'acchiappo' per il collo e la scrollo', uccidendola.

Tempi belli, tempi passati. Ogni mattina di caccia, quando passo vicino alla sua tomba sulla via del capanno mi fermo un momento e le parlo. Per favore, non dirmi che i cani non hanno un anima ed un paradiso tutto loro, OK?
 
a sette mesi ci sta che faccia queste cavolate, è un cucciolo dopo l'anno no, va ripreso e se è il caso punito, ma deve sempre capire perchè viene punito, va fatto sul posto se no è meglio rimandare.
Se a sette mesi fa cavolate vuol dire che non era ancora pronto per quel tipo di lavoro, si porta cucciolone quando siamo sicuri che abbiamo messo il cucciolone nelle condizioni di eseguire senza fare cavolate. I problemi, ammessi che ce ne siano, vanno risolti il prima possibile, altrimenti diventano vizi difficili da correggere, non bisogna aspettare un anno. Si punisce il cane per l'inettitudine del padrone. Il cane non è una persona, non fa ragionamenti complessi, la punizione la subisce senza capirla, anche perchè qualsiasi cosa fa il cane crede di essere nel giusto, altrimenti non la farebbe. L'unica cosa che può capire il cane è non fidarsi del padrone che lo punisce, il cane diventa squilibrato proprio perchè non capisce la punizione. Qualcuno potrebbe pensare che il cane ha capito perchè dopo la punizione evita di tenere lo stesso comportamento che gli ha provocato la punizione. Il cane non ha capito niente, si astiene per non subire la punizione, punto e basta. Una persona che capisce il cane, da non confondere da quello che capisce di cani, non arriverà mai alla punizione, al massimo risolve tutto con qualche avvertimento e qualche minaccia. Il rispetto del cane bisogna guadagnarselo combattendo ad armi pari. Esempio: per portare un cane al piede senza guinzaglio sul terreno di caccia, bisogna farsi il mazzo per poterlo battere, ed è questo continuo vincerlo che ci fa guadare il rispetto del cane, il cane questo comportamento lo capisce. Se vogliamo tenere il cane dietro con pochissimo sforzo, basterebbe dargli un paio di colpetti di collare e il cane rimane buono al piede, certamente non ci siamo guadagnati nessun rispetto del cane. Il cane per ottenere deve lottare, noi se vogliamo socializzare per ottenere dobbiamo fare altrettanto.
 
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Gianni, quello che tu chiami parata io lo chiamo paracul@ il motivo l'ho detto nel post precedente, Una linea deve tirare per andare a recuperare e la stessa deve fare per riportare, senza curve o mezze curve e tentennamenti vari.
Ma che mi frega Germano, io trovo questa che tu chiami "paraculata", deliziosa, è il suo premio per aver svolto bene il suo lavoro, i robottini non mi sono mai piaciuti, come anche i cacciatori troppo saputoni.
 
Sono d'accordo, è meglio incominciare dalla selvaggina di media grandezza, ben pulita, e fatta riportare al raggiungimento del rigor mortis.
Questa poi, rigor mortis, perchè? Se appena morti o feriti cosa gli succedera' mai?, uno springer si deve abituare ad ogni situazione ed ad ogni selvatico, un cane tuttofare fa questo senza dimenticare la cerca che è importante piu del riporto, ma anche quella è spontanea, va dalla beccaccia alla volpe passando per la lepre.
 
Io ogni tanto, in allenamento primaverile/estivo lanciavo un riportello nella corrente del fiume. Mentre si allontanava da lei, Scout, seduta, tremava come una foglia e guaiva., mentre perdeva il riportello di vista. Finalmente quando le dicevo "Fetch!" lei correva come una pazza lungo la riva (errore gravissimo nelle gare di riporto--ma gare e caccia vera sono parenti lontane) fino a quando non scorgeva il riportello e solo allora, giunta alla sua altezza, si tuffava e lo acchiappava.
Guaiva perchè costretta ad obbedire a qualcosa che andava contro il suo istinto. Non c'era nessuna necessità di costringere il cane a stare fermo dopo il lancio. L'addestramento convenzionale il cane non lo può capire. Il tuo cane se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe corso ugualmente lungo la riva per andare a riportare il riportello che la corrente aveva dato un vantaggio enorme da poter essere recuperato con il nuoto. Correva per raggiungere il punto più vicino al riportello prima di scendere in acqua. I cani sanno valutare e decidere molto bene quello che per loro è più conveniente fare. Sicuramente per il cane era più conveniente andare al riporto appena dopo il lancio, correndo lungo la riva ha fatto la stessa cosa che avrebbe fatto se non fosse stato frenato dopo il lancio. Il problema di noi umani è quello che vogliamo insegnare a cacciare al cane, insegnare a cacciare al predatore.
 
Ma che mi frega Germano, io trovo questa che tu chiami "paraculata", deliziosa, è il suo premio per aver svolto bene il suo lavoro, i robottini non mi sono mai piaciuti, come anche i cacciatori troppo saputoni.
Il problema del cane che gira in "parata" con la selvaggina in bocca è un difetto, il cane deve assolvere il proprio compito con premura e sollecitudine. Il riporto fa parte del sociale, quindi per ottenere un buon riporto ci vuole socializzazione e addestramento. Solo in questo modo si riesce ad ottenere un riporto "devoto". Il riporto spontaneo è quando un cane di qualsiasi razza si avvicina al padrone, allunga il collo guardando il padrone e lo prega di accettare la selvaggina. Per ottenere questo comportamento bisogna partire da lontano, bisogna partire da quando il cucciolo è entrato in casa, da subito gli si fa capire che tutto quello che otterrà è per concessione del padrone, se vive è per concessione del padrone, per ottenere deve lottare, nulla gli sarà dovuto a gratis. Ci sono, bravissimi addestratori che fanno sembrare un riporto indotto come se fosse spontaneo, però chi capisce il cane ed è un poco attento si accorge che non è un riporto spontaneo. Detto questo, lascio ad altri valutare se il riporto del tuo cane è spontaneo. Sono d'accordo che bisogna sapersi accontentare, non sono d'accordo quando si cerca di giustificare il comportamento non corretto del cane. I cani robotizzati, sono quelli addestrati con metodi coercitivi, non certamente quelli che pensano e decidono di collaborare e interagire con il padrone.
 
Questa poi, rigor mortis, perchè? Se appena morti o feriti cosa gli succedera' mai?,
Perchè quando si fa abboccare per la prima volta un volatile, bisogna prendere tutte le precauzioni possibili, dalla serie prevenire è meglio che curare. Succedde che il cane potrebbe rifiutare di abboccare.
uno springer si deve abituare ad ogni situazione ed ad ogni selvatico,
Si ma tutto deve essere fatto per gradi.
Perchè la selvaggina fredda e consistente ottenuta dal rigor mortis è meglio di quella tenuta in frigorifero e di quella appena abbattuta. Prima di fargliela abboccare deve essere ben pulita. In casi eccezionali si scherma mettendola in una calza in tessuto di nylon. Tutto si decide dal carattere e dal comportamento del cane.
 
un cane tuttofare fa questo senza dimenticare la cerca che è importante piu del riporto, ma anche quella è spontanea,
La cerca fa parte della predazione, fa parte delle genetica, non può essere insegnata, o c'è o non c'è, idem per il recupero. Il riporto invece può essere insegnato. Il cane non dimentica niente, lui perde tempo con la selvaggina morta, perchè geneticamente è diverso da quello che preferisce la selvaggina viva a quella morta.
 
scusate, discussione interessante, ma non ho capito cosa vuol dire che il cane che fa parata, perchè qui le uniche volte che sento la parola parata, non si riferisce al cane, ma agli appostamenti fissi e temporanei, lungo le zone di passo
 
Guaiva perchè costretta ad obbedire a qualcosa che andava contro il suo istinto. Non c'era nessuna necessità di costringere il cane a stare fermo dopo il lancio. L'addestramento convenzionale il cane non lo può capire. Il tuo cane se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe corso ugualmente lungo la riva per andare a riportare il riportello che la corrente aveva dato un vantaggio enorme da poter essere recuperato con il nuoto. Correva per raggiungere il punto più vicino al riportello prima di scendere in acqua. I cani sanno valutare e decidere molto bene quello che per loro è più conveniente fare. Sicuramente per il cane era più conveniente andare al riporto appena dopo il lancio, correndo lungo la riva ha fatto la stessa cosa che avrebbe fatto se non fosse stato frenato dopo il lancio. Il problema di noi umani è quello che vogliamo insegnare a cacciare al cane, insegnare a cacciare al predatore.
Si capisce da cio' che tu scrivi che non hai mai cacciato anatre lungo il fiume o al capanno su un lago con un retriever. Prima di tutto, il cane deve astenersi dal saltare in acqua senza il comando del padrone per riportare un selvatico. In presenza di diversi selvatici, prima di tutto e' rischioso per il cane di saltare davanti al cacciatore mentre questo sta ancora sparando ad altri uccelli. Un mio amico di Kodiak perse la sua beneamata Lucy, una bellissima Labrador nera, proprio per questo: non le aveva inculcato la necessita' di rimanere ferma fino all'ordine di riportare; lei salto' in avanti davanti al fucile al primo colpo e si prese la seconda nella nuca a un metro di distanza. Vero: l'istinto dice al cane di saltare immediatamente per prendere un selvatico caduto. Ma l'istinto del cane s'e' formato in decine di migliaia di anni di selezione naturale prima che l'uomo col fucile apparisse sulla scena, e per la caccia di collaborazione fra uomo e cane quelll'istinto deve essere modificato. Anche nella caccia col cane da ferma potrebbe essere necessario di sparare piu' di un solo colpo, ed il cane che segue il suo istinto di predatore e parte a razzo al primo colpo puo' finire male. Il mio "esercizio" aveva come scopo, oltre a quello di andare appresso ad un riportello quando questo era ormai invisibile, elemento indispensabile per un retriever che deve spesso fare riporti "ciechi," quello di rinforzare il "self-control del cane allo sparo. Ti dico di piu': io usavo uno sparafantocci per l'addestramento, e spesso, sul fiume, mentre il cane era seduto alla mia sinistra, ne sparavo uno sulla riva opposta, ed uno in acqua, che se ne andava giu' con la corrente. Poi le davo il comando di riportare indicando con la mano ed il braccio quello che giaceva sull'altra sponda. Da principio accadeva spesso che Scout, gia' in acqua, ogni tanto girasse la testa verso il fantoccio in acqua, e virasse per andarlo a prendere prima che si allontanasse troppo. Il fischio prolungato di "STOP!" la fermava, e lei si girava verso di me per guardarmi. Io ripetevo il segnale a braccio verso il fantoccio a terra. Se lei proseguva verso quello in acqua, il collare elettrico le dava il segnale d'allarme, senza scossa. Questo bastava quasi sempre a modificare il suo comportamento. Se non bastava, la scossetta metteva fine al comportamento errato. Lei andava a prendere quello a terra, me lo riportava, e poi correva e nuotava a prendere quello in acqua, ormai sparito dietro la curva del fiume. Riconosco che quest'esercizio va totalmente contro l'istinto naturale del cane di andare verso la preda "viva" ignorando quella "morta," piu' facile da acchiappare. Ho detto precedentemente che quest'istinto e' generalmente una buona cosa, e nella maggior parte dei casi mi va benissimo che il cane lo segua. Ma lo scopo di quest'esercizio era quello di inculcare nel cane l'inviolabilita' assoluta dei comandi a mano e a braccio. Il retriever DEVE andare dove il cacciatore lo manda. Punto e basta. Altri stimoli, altre tentazioni, altri istinti devono essere ignorati. Il cacciatore e' Dio. I suoi ordini sono sacrosanti. Forse con i cani da ferma bisogna affidarsi di piu' ai loro istinti, al loro naso, alla loro "intelligenza." Ma il retriever e' un'altra cosa. E dopo una lunga pausa (da Febbraio al disgelo di Marzo/Aprile) senza caccia, d'estate le facevo "ripetizioni" con tali esercizi, per rammentarle cio' che mi aspettavo da lei. Verso il quarto o quinto anno d'eta', ormai cio' che volevo da lei era ben scolpito nella sua mente e gli esercizi primaverili/estivi erano piu' che altro per rimetterla in eccellente forma fisica dopo il lungo riposo.

Oltre all'evidente pericolo per il cane da riporto del seguire il suo istinto di predatore mentre il cacciatore spara, aggiungo, c'e' anche--meno grave, e' vero--la possibilita' che qualche altra anatra ritorni al gioco dopo che una delle sue compagne e' caduta. Col cane che sguazza in acqua fra gli stampi di sicuro non tornera'.

Il cane da caccia non puo' e non deve obbedire soltanto ai suoi istinti. Questi devono essere modificati, piegati alla volonta' ed agli scopi del cacciatore e delle sue cacce. Il suo istinto e' basato sulla necessita' di mangiare cio' che i suoi antenati remoti acchiappavano per soravvivere, e gia' quest'istinto deve essere modificato--tornando al tema.

P.S.

Tante delle tecniche usate nell'addestramento e "aggiornamento" dell'addestramento di Scout, che si rivelo' di un'obbedienza ed un'intelligenza eccezionali (quindi non mi posso vantare troppo del risultato, che fu da attribuire soprattutto a lei) le appresi da libri scritti da famosi addestratori di cani da caccia, e soprattutto da riporto. Questo mi ha fatto evitare gli sbagli che si possono fare quando si da' retta a chi non sa niente o non abbastanza (ricordi quanti credevano alla "schioppettata a piombo fino nelle chiappe del cane che si allontanava troppo? Hai visto quanti kretini riempiono di botte un cane quando ritorna dopo una lunga assenza, insegnandogli cosi' che se ritorna prende le botte? Hai notato quanti cercano di correggere un comportamento sbagliato piu' di tre o quattro secondi dopo il fatto, ignorando che il cane non e' capace di vedere la connessione fra causa ed effetto oltre quel brevissimo tempo?). I libri giusti sono una fonte preziosissima di informazioni. Si sa chi li ha scritti, e si conoscono la loro esperienza e preparazione. Nei fora, invece, chi lo sa chi e' quello che spara sentenze e pretende di avere un'esperienza che invece non ha?
 
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Dimenticavo: non ho mai fatto obiezioni, come la tua risposta sembra alludere, al cane che correva lungo la sponda per risparmiarsi una lunga e fredda nuotata. Anzi. Le obiezioni (e tante) le faccio alle regole spesso stupide delle gare cinofile, che trovo molto distaccate dalla caccia vera.

Preciso pure che con lo sparafantocci sparo e lancio sono tutt'uno. E non mi dire che il cane deve essere capace di partire allo sparo sia a caccia che in addestramento o esercizio. Se i tuoi cani lo fanno, sono stati addestrati male, anzi malissimo. Il cane deve aspettare che il padrone gli comandi il riporto. Sempre ed in qualsiasi circostanza, non importa cosa gli dica il suo istinto. Non deve decidere lui se e' opportuno partire o no. Non e' intelligente abbastanza per valutare i pro ed i con ed apprezzare i pericoli di questo comportamento indisciplinato.
 
lo springer e dente duro e' un classico, inutile dire di no... pero' si riesce a correggere. io ripartirei da zero con il riporto, usando dapprima volatili che vengono dal freezer, poi pian piano utilizzi quello preso da poco... all'inizio lanci vicini dove puoi controllare quando il cane abbocca che non si perda nel mordere, se lo fa' sei li vicino lo fai smettere, e premi... ci vuole un po... ma si riesce.. non ti preoccupare.
 
scusate, discussione interessante, ma non ho capito cosa vuol dire che il cane che fa parata, perchè qui le uniche volte che sento la parola parata, non si riferisce al cane, ma agli appostamenti fissi e temporanei, lungo le zone di passo
Penso che Gianni si riferisse alla parata militare, per il fatto che il suo cane dopo aver abboccato il selvatico abbattuto se ne va tutto "tronfio e pettoruto" un poco per i fatti suoi prima di consegnare la selvaggina al padrone.
 
Si capisce da cio' che tu scrivi che non hai mai cacciato anatre lungo il fiume o al capanno su un lago con un retriever.
giovannit per commentare quello che hai scritto non mi basterebbe una settimana, io caccio in una zona dove c'è più acqua che terra. Le anatre le caccio fino a un'ora dopo il tramonto, quindi con il buio, non ho mai ammazzato un cane. Il cane quando è buio marca il punto di caduta con l'udito, cosa vuoi che mando, il cane lavora in piena autonomia. Ci sono momenti che non c'è neanche il tempo di ricaricare, ovvio che non si tira in acqua quando il cane è fuori a recuperare.
 
Il cane non deve tuffarsi deve scendere in acqua. In tanti anni ho visto un solo cane ammazzato perchè qualcuno ha tirato un fagiano per terra. In acqua si muore di più per ipotermia che di piombo. Comunque il cane guaiva perchè non era contento della forzatura. Il motivo l'ho pur detto. Un cane al quale bisogna spiegare sempre tutto, non potrà mai acquisire la saggezza utilissima al cane da caccia.
 
Il cane non deve tuffarsi deve scendere in acqua. In tanti anni ho visto un solo cane ammazzato perchè qualcuno ha tirato un fagiano per terra. In acqua si muore di più per ipotermia che di piombo. Comunque il cane guaiva perchè non era contento della forzatura. Il motivo l'ho pur detto. Un cane al quale bisogna spiegare sempre tutto, non potrà mai acquisire la saggezza utilissima al cane da caccia.
Che si tuffi o entri in acqua dipende dalla riva del fiume. In uno dei posti dove addestravo Scout a primavera, la riva era a quattro metri dall'acqua. Il cane con "il fuoco nel ventre" non avra' paura di tuffarsi. Scout dava una spanciata tale che scompariva sott'acqua per una frazione di secondo. A parte che da noi ci sono le gare di lunghezza di tuffo, che come tutte le gare non mi interessano, durante le quali i cani prendono la rincorsa e si tuffano in acqua da una discreta altezza, se la riva e' alta il cane si tuffa, se e' bassa entra in acqua.
Da noi cacciare le anatre al buio e' vietatissimo.
La "forzatura" di cui parli e' soltanto una delle centinaia di cose che abbiamo forzato i cani a fare per usarli come strumenti di caccia. E' chiaro che alcune delle cose che devono fare non sono cio' che vorrebbero fare, ma sono necessarie per il buon andamento della caccia. I cani non amano, per esempio, la ginocchiata nel petto quando cercano di mettere le zampe anteriori sul petto del padrone e di leccargli il viso. E' una cosa che mostra poca "socializzazione" (nella tua accezione, credo) e deve essere evitata.
 
Un mio amico di Kodiak perse la sua beneamata Lucy, una bellissima Labrador nera, proprio per questo: non le aveva inculcato la necessita' di rimanere ferma fino all'ordine di riportare; lei salto' in avanti davanti al fucile al primo colpo e si prese la seconda nella nuca a un metro di distanza.
La colpa non è del cane, è del padrone. Ma non perchè non ha insegnato al cane il riporto a comando, perchè era un incapace, non ha garantito al cane la sicurezza che il cane avrebbe meritato.
 
Da principio accadeva spesso che Scout, gia' in acqua, ogni tanto girasse la testa verso il fantoccio in acqua, e virasse per andarlo a prendere prima che si allontanasse troppo. Il fischio prolungato di "STOP!" la fermava, e lei si girava verso di me per guardarmi. Io ripetevo il segnale a braccio verso il fantoccio a terra. Se lei proseguva verso quello in acqua, il collare elettrico le dava il segnale d'allarme, senza scossa. Questo bastava quasi sempre a modificare il suo comportamento. Se non bastava, la scossetta metteva fine al comportamento errato. Lei andava a prendere quello a terra, me lo riportava, e poi correva e nuotava a prendere quello in acqua, ormai sparito dietro la curva del fiume.
Sono giochi che il cane fa volentieri, senza l'uso del collare, se non lo dovesse fare è perchè chi gli doveva insegnare non si è saputo spiegare. Fermare il cane da cerca sul riportello non è difficile, difficile è fermarlo sulla selvaggina, anche se di voliera. Il cane lo si può fermare a distanza con la punizione o con il premio. Sono sempre giochi che con la caccia hanno poco a che vedere.
 
Ti dico di piu': io usavo uno sparafantocci per l'addestramento, e spesso, sul fiume, mentre il cane era seduto alla mia sinistra, ne sparavo uno sulla riva opposta, ed uno in acqua, che se ne andava giu' con la corrente. Poi le davo il comando di riportare indicando con la mano ed il braccio quello che giaceva sull'altra sponda. Da principio accadeva spesso che Scout, gia' in acqua, ogni tanto girasse la testa verso il fantoccio in acqua, e virasse per andarlo a prendere prima che si allontanasse troppo. Il fischio prolungato di "STOP!" la fermava, e lei si girava verso di me per guardarmi. Io ripetevo il segnale a braccio verso il fantoccio a terra. Se lei proseguva verso quello in acqua, il collare elettrico le dava il segnale d'allarme, senza scossa. Questo bastava quasi sempre a modificare il suo comportamento.
Lo avrebbe guardato anche da terra, il cane memorizza meglio l'ultima azione, memorizza il marcato, quindi un cane che deve fare più di un riporto è conveniente, mandarlo sulla memoria. Con la Kurzhaar ho utilizzato 4 riportelli, mando il cane a riportare il primo che ho lanciato e cosi in ordine fino ad arrivare a fargli riportare l'ultimo riportello. Il cane prima di portarlo in acqua va addestrato bene sul terreno. Sono esercizi di obbedienza ottenuti attraverso il gioco, si diverte sia il cane che il padrone. E' ridicolo utilizzare il collare elettrico sul riportello, si fa pagare al cane l'inettitudine del padrone o dell'addestratore.

P.S. A chi può interessare: visto e considerato che il cane memorizza bene l'ultima azione, quando inizierà una nuova sezione di addestramento è conveniente iniziare con l'esercizio che ha chiuso la sezione precedente.
 
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l cane da caccia non puo' e non deve obbedire soltanto ai suoi istinti. Questi devono essere modificati, piegati alla volonta' ed agli scopi del cacciatore e delle sue cacce. Il suo istinto e' basato sulla necessita' di mangiare cio' che i suoi antenati remoti acchiappavano per soravvivere, e gia' quest'istinto deve essere modificato--tornando al tema.
Gli istinti del cane non si possono modificare, l'addestramento non è trasmissibile geneticamente. Credere di modificare l'istinto di sopravvivenza tramite l'addestramento solo perchè il cane ci porta la prede e una panzana. Il cane non modifica niente, il riporto "fedele" lo testo tramite la pappatoria, mi faccio riportare il pezzo di formaggio una fetta di prosciutto una fetta biscottata un wurstel, non per questo dico che ho modificato l'istinto del cane. Questa Kurzhaar prima di capire dove era la convenienza nel riportare di wurstel ne ha mangiati parecchi, ma uno solo a giorno poteva mangiare, quando ha capito che ne poteva mangiare di più ha incominciato a riportare da qualsiasi luogo e a tempo zero. Qui finisce la mia partecipazione a questa discussione.
 
Lo avrebbe guardato anche da terra, il cane memorizza meglio l'ultima azione, memorizza il marcato, quindi un cane che deve fare più di un riporto è conveniente, mandarlo sulla memoria. Con la Kurzhaar ho utilizzato 4 riportelli, mando il cane a riportare il primo che ho lanciato e cosi in ordine fino ad arrivare a fargli riportare l'ultimo riportello. Il cane prima di portarlo in acqua va addestrato bene sul terreno. Mai utilizzato il collare elettrico.
Non vorrei sembrare come uno che dice che ce l'ha piu' lungo, ma io ho adoperato fino a cinque riportelli, sparati in punti diversi, un paio sulla riva opposta, un paio lungo la riva dove eravamo (uno a monte ed uno a valle), ed uno in acqua. Ma non sempre in questo modo, con a volte due in acqua, o tutti in acqua, o tutti sulla riva. A volte ne sparavo uno mentre lei nuotava verso un altro e non vedeva dove cadeva. In tanti anni di addestramento, ripetizioni, ed esercizi per rimetterla in forma prima della stagione di caccia (8 Ottobre-12 Febbraio) un solo riportello fu perduto, incastrato fra i rami di un abete. Povera Scout, lo poteva annusare e cerco' disperatamente di saltare, di arrampicarsi...
Esatto, prima si addestra a terra, specialmente per quanto riguarda i segnali a braccia. Io questo l'ho fatto sul campo di football di una delle scuole di Kodiak. Il segnale a braccia viene capito meglio quando si comincia su terreno pulito e con tutti i riportelli ben visibili. Poi si passa ai riporti "ciechi" col cane che non sa dove e' il riportello e non lo puo' trovare col naso perche' si fa partire il cane da sopravento, ed il cane si deve affidare ai segnali del padrone. Abbiamo passato ore a divertirci con i riporti. Scout viveva per riportare. Non conosceva altro "gioco" se non il riporto. Poi la facevo riposare all'ombra dell'auto, mentre io prendevo qualche salmone con la mosca artificiale e la coda di topo, poi mettevo via la canna, e facevamo qualche altro riporto. Tempi belli, bellissimi! Ogni tanto, nel garage, apro la scatola con i riportelli, lo sparafantocci, le cartucce a salve per lo sparafantocci, le bottigliette di muschio di anatra (ricavato dalla ghiandola del "codarone") col quale umettavo i riportelli di tanto in tanto. E vengo sommerso da ricordi meravigliosi.

C'e' un altro scatolone, che ogni tanto apro. Dentro ci sono alcuni degli stampi che non ho dato via quando ho lasciato Kodiak. Sul collo e sula testa hanno delle piccole graffiature. Scout, alla fine di ogni cacciata mi riportava gli stampi, e a volte l'ancoretta si incagliava nell'erba del fondo e lei doveva ttirar via a forza lo stampo, lasciando i segni dei suo denti... Quando andavo al tiro al piattello, a caccia chiusa, mi portavo Scout. Fra un set e l'altro, la portavo sul campo e lwi mi raccoglieva i 25 bossoli e me li metteva in mano, risparmiandomi il dovermi chinare venticinque volte...
 
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