Springer spaniel che riporta pietre (1 utente sta leggendo)

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Ecco una classifica delle razze canine secondo la loro intelligenza. Il Labrador e' al settimo posto, lo springer molto piu' in basso, ma ancora fra i piu' intelligenti. Mi ha meravigliato la classifica del poodle (barboncino), ma bisogna ricordare che il poodle originariamente era un cane da riporto dall'acqua, come il Labrador. Poi dopo essere diventato un cane da salotto e trattato come un bambino viziato (ne ho visti certi con lo smalto alle unghie, mentre i fiocchetti alle orecchie sono all'ordine del giorno) si deve essere rincreti-nito. Cio' dimostra cio' che dicevo: se un cane di una certa razza e' potenzialmente molto intelligente, come lo si alleva ed addestra puo' o negare o sviluppare appienno tale potenziale. Poveri setters! In basso alla classifica i Gordon, definitivamente verso il fondo i setter irlandesi. Mi ha anche meravigliatp la classifica del dobermann pinscher. Tutti quelli che ho conosciuto (ho lavorato per un anno e mezzo in una clinica veterinaria un secolo fa) erano cre-tini e neurotici.

https://en.wikipedia.org/wiki/The_Intelligence_of_Dogs
 
Sono d'accordo, il rispetto bisogna guadagnarselo e dopo bisogna saperlo mantenere. Ci si può dare del "tu" o del "lei" l'importante è rimanere nel proprio ruolo e rispettare il proprio ruolo. Si può obbedire anche senza interagire. Una testa di c.zzo rimane tale sia se si fa dare del "tu" che se si fa dare del "lei" Nella stragrande maggioranza dei casi alle teste di c.zzo si obbedisce e "si attacca l'asino dove vuole il padrone". Il cane fa la stessa cosa, obbedisce senza collaborare, lo fa per paura di subire le punizioni. Però c'è una bella differenza di movimento fra il cane che esegue per "costrizione" e quello che esegue per "devozione" Il mio "al cane bisogna dare del lei" era riferito al ruolo di leader. Il padrone deve giocare con i suoi cani, ma appena il gioco finisce dal "tu" si passa al "lei" e si ristabiliscono nuovamente le gerarchie. Un cane equilibrato perché è stato ben socializzato, gioca quando viene invitato dal padrone, se gli si da sempre del tu, va a lui ad invitare il padrone. Se è il cane ad invitare, sarà il cane a decidere quando smettere, dopo che il padrone ha deciso di smettere allontanandosi dall'area di gioco il cane continuerà a saltargli addosso e a invitarlo a continuare. Per farlo smettere ci vuole la voce grossa e con alcuni cani anche qualcosa di più energico. Non è meglio chiudere i rapporti con il cane sempre dandosi del lei? Io penso che con il cane (e anche con alcune persone) sia meglio chiudere il rapporto con il "lei" e riprendere con il "lei" Altrimenti sia il cane che le persone il giorno dopo potrebbero avere difficoltà a ristabilire la gerarchia.
 
Sono d'accordo, il rispetto bisogna guadagnarselo e dopo bisogna saperlo mantenere. Ci si può dare del "tu" o del "lei" l'importante è rimanere nel proprio ruolo e rispettare il proprio ruolo. Si può obbedire anche senza interagire. Una testa di c.zzo rimane tale sia se si fa dare del "tu" che se si fa dare del "lei" Nella stragrande maggioranza dei casi alle teste di c.zzo si obbedisce e "si attacca l'asino dove vuole il padrone". Il cane fa la stessa cosa, obbedisce senza collaborare, lo fa per paura di subire le punizioni. Però c'è una bella differenza di movimento fra il cane che esegue per "costrizione" e quello che esegue per "devozione" Il mio "al cane bisogna dare del lei" era riferito al ruolo di leader. Il padrone deve giocare con i suoi cani, ma appena il gioco finisce dal "tu" si passa al "lei" e si ristabiliscono nuovamente le gerarchie. Un cane equilibrato perché è stato ben socializzato, gioca quando viene invitato dal padrone, se gli si da sempre del tu, va a lui ad invitare il padrone. Se è il cane ad invitare, sarà il cane a decidere quando smettere, dopo che il padrone ha deciso di smettere allontanandosi dall'area di gioco il cane continuerà a saltargli addosso e a invitarlo a continuare. Per farlo smettere ci vuole la voce grossa e con alcuni cani anche qualcosa di più energico. Non è meglio chiudere i rapporti con il cane sempre dandosi del lei? Io penso che con il cane (e anche con alcune persone) sia meglio chiudere il rapporto con il "lei" e riprendere con il "lei" Altrimenti sia il cane che le persone il giorno dopo potrebbero avere difficoltà a ristabilire la gerarchia.

Mi fai venire in mente un fumetto de "Il Mago di Id," (The Wizard of Id): Il re e Sir Rodney (il guerriero) stanno camminando per strada. Incontrano un villico, e il re gli fa: "Ciao, villico," al quale l'altro risponde: "Ciao, re." Lo stesso scambio avviene un altro paio di volte, e finalmente Sir Rodney gli dice: "Sire, ma non sapete che la familiarita' porta al disprezzo?" E il re: "Ah, ecco perche' non li posso sopportare!"
 
A me sta bene così.
Sto.... anzi stiamo al 13° posto io & le mie Girls.
Springer (bianco fegato perché bianco neri so down...) per tutta la vita !

Meno male che non c'e' una classifica di cacciatori basata sulla loro intelligenza. Pensa tu a che posto staremmo noi paludari (io purtroppo ex-paludaro): levatacce nel mezzo della notte, almeno un'ora di auto se non due, spese immani per attrezzatura, vestiti, stivaloni, cane, barca, stampi, ecc., freddo, pioggia, pericolo d'annegamento, pericolo di polmonite, sgambate nel fango con trenta kg di attrezzatura sulle spalle... Uno deve essere proprio un im&ecille per sacrificarsi e rischiare cosi' Nel mio caso poi potevo aggiungere alla lista gli orsoni Kodiak che bazzicavano intorno al mio capanno. Il cacciatore piu' intelligente sarebbe quello che partecipa alle battute all'inglese a fagiani, anatre e pernici. Lo portano alla postazione col Land Rover, lo affidano alle cure di un ghillie che gli ricarica i fucili, si siede su un seggiolino su un prato ben curato, gli passano gli uccelli sulla testa, lui li abbatte, ma non deve neanche scomodarsi a raccoglierli perche' ci pensano gli accompagnatori ed i cani a trovarli e ammucchiarli sul Land Rover alla fine della battuta. Poi il gotto di whiskey vicino alle auto, contemplazione e soppesazione compiaciuta dei selvatici uccisi, e poi via alla casa di caccia per un pranzo servito da camerieri in guanti bianchi... Tutti vestiti con giacca di fustagno, gilet, cravatta, cappello alla Sherlock Holmes, pantaloni da cavallerizzo con ghette sopra gli scarponi di cuoio soffice ben ingrassato... Ah, noblesse oblige! E che fucili! Holland & Holland, Purdey, Perazzii--roba che per comprarmene uno cosi' mi dovrei vendere casa...
 
Il cane intelligente è quello che i problemi li risolve nel minor tempo possibile, per farlo deve essere abituato fin da piccolo ad usare la propria capoccia. Più si addestra, più si interviene, più si impone, meno possibilità diamo al cane di pensare. Cani inibiti dal troppo addestramento, sono belli da vedere, sono tutto fumo e poco arrosto. Per questo continua a dire con sempre più convinzione che un cane da caccia addestrato nell'essenziale al cane super addestrato gli fa il c.lo come un secchio. Ogni cane ha dentro un poco di gatto, bisogna tirargli fuori il più possibile quel poco di gatto che ha, fatto questo il cane ha sempre meno bisogno di essere spiegato. A me fanno ridere quelli che si mettono in mezzo fra selvaggina e cane e sono convinti di insegnare al predatore come deve fare per predare.:rolleyes::)
 
Ci sono cani e cani. Non dobbiamo insegnare a fare il predatore; quell'istinto è loro proprio. Dobbiamo porgli le condizioni affinché svolgano bene il loro compito. Tale condizionamento va applicato in modo diverso da allievo ad allievo. E' questa capacità che fa la differenza tra un addestratore ed uno pseudo. Il resto sono tutte chiacchiere.
setterman1
 
Il cane intelligente è quello che i problemi li risolve nel minor tempo possibile, per farlo deve essere abituato fin da piccolo ad usare la propria capoccia. Più si addestra, più si interviene, più si impone, meno possibilità diamo al cane di pensare. Cani inibiti dal troppo addestramento, sono belli da vedere, sono tutto fumo e poco arrosto. Per questo continua a dire con sempre più convinzione che un cane da caccia addestrato nell'essenziale al cane super addestrato gli fa il c.lo come un secchio. Ogni cane ha dentro un poco di gatto, bisogna tirargli fuori il più possibile quel poco di gatto che ha, fatto questo il cane ha sempre meno bisogno di essere spiegato. A me fanno ridere quelli che si mettono in mezzo fra selvaggina e cane e sono convinti di insegnare al predatore come deve fare per predare.:rolleyes::)

Vero. I cani da campionato di lavoro sono addestrati a **** a causa delle regole imposte da chissa' chi , regole che all'atto pratico impediscono una buona performance a caccia. Un solo esempio di lasciar fare al cane qui basti: nelle gare di retrievers, un cane che lanciato dal padrone a recuperare un'anatra caduta in un un fiume e che se ne sta andando via con la corrente secondo tali regole assurde deve tuffarsi in acqua dal fianco del padrone e poi nuotare fino all'anatra. Se corre lungo la riva per arrivare all'altezza dell'anatra prima di tuffarsi perde punti o viene squalificato. La mia compianta Scout, in addestramento da cucciolona, quando lanciavo il riportello in un fiume e lei fremeva e guaiva vedendolo allontanarsi con la corrente, al comando "Fetch!" (Riporta!) faceva una corsa a perdifiato lungo la riva, e poi si tuffava per acchiappare il riportello, che poi riportava correndo lungo la riva. Aveva usato la sua intelligenza, avendo capito che avrebbe perso troppo tempo a nuotare dal punto di partenza. Non l'ho mai scoraggiata a far questo perche' io non andavo alle gare ma a caccia. A Kodiak meno un cane da riporto deve nuotare in quell'acqua gelida meglio e', o diverra' esausto dopo tre o quattro riporti. Inoltre un'anatra morta che galleggia e va giu' con la corrente quasi sicuramente verra' ghermita da una delle moltissime aquile calve che infestano l'isola ed il resto dell'Alaska. Quindi e' assolutamente necessario che il cane corra sulla riva, tagliando il tempo d'immersione e di recupero il piu' possibile. E questo Scout l'aveva capito da sola, attingendo al pozzo del suo istinto da predatrice. Ma a volte tale istinto puo' essere controproducente. Le avevo insegnato, quando andavamo ad anatre e beccaccini in caccia vagante lungo fiumi e laghi, ad ignorare le lepri dal piede a racchetta che a volte le schizzavano davanti al muso. L'istinto da predatore le avrebbe suggerito di inseguire, ma a me di sparare a quelle lepri non andava, perche' poi Scout ne sarebbe stata distratta nei riporti difficili. A lepri, se ci andavo, andavo senza cane. Poi non e' che mi piacessero molto come cibo, in quanto richiedevano troppa preparazione per eliminare il sapore selvatico e l'amarostico che prendevano dal mangiare la corteccia di certi alberi e cespugli di "alder" (ontano?) durante l'autunno/inverno, quando erba e altre piante migliori non erano piu' disponibili. Quindi in molte situazioni bisogna lasciar fare al cane. Una volta disalai un beccaccino e mi incazzai perche' Scout rifiutava di cercarlo dove l'avevo visto cadere e si allontanava. Io credevo che stesse disobbedendo e volesse andarsene per i fatti suoi, ma poi la vidi ritornare scodinzolando col beccaccino in bocca. Il beccaccino di pedina aveva gia' fatto una cinquantina di metri dal punto di caduta, ed io im&ecille volevo che lo trovasse dove non c'era piu'! Comunque il lasciar fare al cane e' un concetto molto relativo. L'obbedienza ai comandi e' sempre assolutamente necessaria. Anche ai comandi sbagliati. Ma l'addestramento non deve mai trasformare il cane in un robot senza cervello. In medio stat virtus. Per esempio, l'istinto condurrebbe il cane a uscire dal capanno e a saltare in acqua quando parte la schioppettata, il che dal punto venatorio sarebbe controproducente per diverse ragioni, una delle quali e' la sicurezza del cane stesso. Un mio amico di Kodiak sparo' a un'anatra e il cane salto' su senza aspettare il comando. Purtroppo il mio amico sparo' a un'altr'anatra mentre il cane gli saltava davani al fucile e la schioppettata spappolo' la testa del cane. Lo stesso col cane che insegue una quaglia che frulla e vola bassa, impedendo al cacciatore di sparare per non colpire il cane.
 
La chiave vincente è socializzare tanto e addestrare poco. Il collegamento è la collaborazione spontanea concessa dal cane al padrone, non ha nulla a che vedere con l'addestramento. Un cane ben collegato che quando viene chiamato si presenta velocemente dal padrone può essere portato a caccia da ogni parte, senza far fare figuracce al suo padrone. Il resto lo farà la selvaggina, quella nata libera, non quella di voliera.
 
Lo stesso col cane che insegue una quaglia che frulla e vola bassa, impedendo al cacciatore di sparare per non colpire il cane.
Il cane saggio è quello che pensa, a quello che gli viene imposto di non inseguire la quaglia gli si toglie la possibilità di pensare, gli si toglie la possibilità di valutare e decidere, il famoso discernimento. Quindi il cane addestrato ha sicuramente meno discernimento di quello non addestrato, a prescindere dall'addestratore. Il cane da caccia non deve essere corretto al frullo, deve essere saggio al frullo, la differenza non è poca fra quello saggio e quello corretto al frullo.
 
Il cane saggio è quello che pensa, a quello che gli viene imposto di non inseguire la quaglia gli si toglie la possibilità di pensare, gli si toglie la possibilità di valutare e decidere, il famoso discernimento. Quindi il cane addestrato ha sicuramente meno discernimento di quello non addestrato, a prescindere dall'addestratore. Il cane da caccia non deve essere corretto al frullo, deve essere saggio al frullo, la differenza non è poca fra quello saggio e quello corretto al frullo.

Mi spiace, ma mantengo che il cane che insegue al frullo e' un brocco. Che vuoi che possa valutare la possibilita' di una schioppettata nelle chiappe o, nella migliore ipotesi, che impedisca al cacciatore di sparare? Sempre cane e'. E' intelligente fino a un certo punto... Poi ricordiamoci che e' il cane che deve servire il cacciatore, non viceversa, e un cane che non fa cio' che e' sempre utile al cacciatore (come non inseguire al frullo) e' un cane dipoco conto.

Non so perche', ma mi viiene in mente questa storiella:

Un tale girovagando in un parco, vede un tale ed un cane, seduti su panche l'uno di fronte all'altro, che giocano a scacchi. Il tale si avvicina, ed osserva il cane che quando e' il turno suo afferra uno dei pezzi e lo muove sulla scacchiera. Il tale esclama: "Perbacco, lei ha il cane piu' intelligente del mondo!" E il padrone del cane: "Intelligente? Macche'! Di media su cinque partite ne perde quattro."
 
Ogni scarrafone è bello a mamma soja.....ho avuto tanti cani ...pochi da caccia tanti da guardia difesa lavoro ...ho sempre pensato che il cane che avevo fosse il migliore perchè era il mio compagno di vita .....devo dire che lo springer che ho adesso è veramente un pezzo avanti......
 
E' intelligente fino a un certo punto...
Il cane è abbastanza intelligente per valutare e decidere quello che per lui è più conveniente fare, a patto che lo si mette nelle condizioni di farlo valutare e di farlo decidere liberamente. Il cane valuta ed impara per tentativi ed errori. Caro Giovanni, il cane per capire che non gli potranno mai spuntare le ali e ghermire un selvatico al volo non ha bisogno né delle fucilate sul posteriore né del collare elettrico, ha solo bisogno di fare esperienza. Purtroppo ai cani il discernimento glielo rovinano i padroni.
 
Di norma da quello che ho potuto constatare nei cani in particolare modo Springer le prime volte corre dietro a un selvatico che ha messo in fuga o che vola da solo poi non lo fa arriva da solo che è tempo perso giusto come dice germano dobbiamo lasciare hai cani il giusto spazio per capire e nello stesso tempo osservando il cane per sapere com'è il nostro ausiliario i cani che eseguono il compito vanno bene solo per le gare,il cane che non ha iniziativa è un cane da scartare a priori


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A qualcuno forse ci vorrebbe un cane elettronico😏... lo lavoro sulla chiamata (importante perché quando lo chiami devi venire in qualsiasi situazione..), il riporto e il collegamento poi il resto viene da sé..... Il cane deve servire il padrone ma nello stesso modo come il padrone deve seguire il cane....

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Manca il Breton.
Non classificato.
Avrà un intelligenza così bassa da non essere nemmeno considerato?

Il breton è un cane testardo e permaloso, se gli piace fare una cosa la fa e basta, tant'è che alla fine lo lasci fare,l'ho avuto per quindici anni, il mio poi era un capobranco tignoso che difficilmente si piegava ai miei voleri, velocissimo non mi dava tempo e non lo dava al setter del mio amico, tant'è che prima di ispezionare una zona lo tenevo fermo in attesa del setter, lo springer è un'altra pasta di cane, ti guarda sempre negli occhi in attesa di ordini e senza coercizioni fa quello che gli si chiede, è vivacissimo e molto più versatile se fermasse sarebbe il miglior cane da caccia, ce l'ho da quasi un anno e devo dire che per il momento sono soddisfatto, vediamo in età matura a caccia vera.
 
lo springer è un'altra pasta di cane, ti guarda sempre negli occhi in attesa di ordini.....se fermasse sarebbe il miglior cane da caccia......

E' vero...non ferma.
Ma se impari a capirlo da come batte la coda o muove la testa.....non c'è quaglia che tenga. Io nemmeno me ne accorgo più che non ferma......
 
Il breton è un cane testardo e permaloso, se gli piace fare una cosa la fa e basta, tant'è che alla fine lo lasci fare,l'ho avuto per quindici anni, il mio poi era un capobranco tignoso che difficilmente si piegava ai miei voleri, velocissimo non mi dava tempo e non lo dava al setter del mio amico, tant'è che prima di ispezionare una zona lo tenevo fermo in attesa del setter, lo springer è un'altra pasta di cane, ti guarda sempre negli occhi in attesa di ordini e senza coercizioni fa quello che gli si chiede, è vivacissimo e molto più versatile se fermasse sarebbe il miglior cane da caccia, ce l'ho da quasi un anno e devo dire che per il momento sono soddisfatto, vediamo in età matura a caccia vera.

Gianni, codesti soggetti, si trovano in tutte le razze. Credo di essere nel giusto dicendo che è un problema nella selezione dei soggetti riproduttori. Molti cacciatori basano le loro aspettative sulle cucciolate prodotte da una coppia che a caccia si comporta bene pensando che anche i figli….Non è sempre così! Occorrerebbe la conoscenza della scienza genetica che appartiene ad allevatori con la A maiuscola; non necessariamente dei professionisti.
setterman1
 
Che il cane debba avere iniziativa non ci piove sopra, ma ci sono alcune cose davanti alle quali il cane deve assolutamente sbattere il naso contro un muro costruito dal padrone con l'addestramento. Fra queste l'obbligo assoluto di ritornare al comando (da noi lo standard sono tre colpi brevi di fischietto) e quello di non inseguire il selvatico al frullo (o allo scattare dall'erba o fratta se selvaggina da pelo). Poi i comportamenti errati variano anche con i tipi di caccia e selvaggina. Per esempio, un cane da cinghiale che insegua caprioli, daini o lepri e' meglio sbarazzarsene se non si riesce a togliergli tale viziaccio. Il setter irlandese che corre felice nei campi inseguendo farfalle e non cerca di trovare quaglie o fagiani sta bene a casa, come ornamento. Il segugio che ha paura del cinghiale forse farebbe meglio ad andare a tartufi. Per quanto riguarda l'inseguimento del volatile che frulla, i cacciatori di starne selvatiche (ancora esistono,da voi?) o di quaglie (colini) sa benissimo che spesso, quando se ne incontra una brigata e queste frullano, ne rimane qualcuna acquattata fra l'erba. Noi le chiamiamo "sleepers," dormiglione. Il cane che insegue al frullo compromettera' il possibile abbattimento di una o due ritardatarie che frulleranno quando il cacciatore e' distratto dall'azione scorretta del cane, o fuori tiro se erano lontane dal grosso della brigata. Un buon cane non partira' subito allo sparo, ma rimarra' dove aveva fermato, e se il cacciatore lo incoraggia a cercare altri uccelli prima di farlo andare a prendere quello abbattuto, e' possibile che riesca a fermare uno sleeper e a preparare il padrone al tiro. Al capanno delle anatre poi il cane che parte allo sparo e' una rottura di palle. Prima di tutto e' pericoloso per lui se salta davanti al fucile in uno spazio ristretto mentre il cacciatore magari sta per sparare ancora. Poi molto spesso, di solito all'apertura o nella prima settimana di caccia, quando le anatre non sono ancora smaliziate, se gli uccelli superstiti non vedono movimento alcuni possono tornare al gioco anche se gia' due o tre anatre galleggiano a pancia all'aria in mezzo agli stampi. Ma se il cane si tuffa in acqua e nuota fra gli stampi per riportare le vittime senza essere stato invitato a farlo, di sicuro i superstiti non torneranno. Un altro "muro" impenetrabile per il cane e' quello di masticare o addirittura mangiare i selvatici uccisi. I comportamenti errati che ho descritto sono assolutamente consoni con l'istinto, l'iniziativa, e l'intelligenza del cane, che dopo tutto e' un predatore. Ma sono del tutto dannosi, insieme ad altri piu' o meno ovvii, allo svolgimento dell'attivita' venatoria. Quando incontro un cacciatore che non solo e' stato incapace di addestrare il suo cane ad ignorare cio' che il suo istinto gli comanderebbe e ad obbedire al maschio alfa (anche questa obbedienza e' parte del suo retaggio genetico, fra l'altro--nel branco di lupi l'iniziativa che vada contro la volonta' degli alfa puo' essere un errore mortale), ma addirittura afferma che il cane indisciplinato e' migliore di un cane ben addestrato, capisco benissimo che ovviamente quel cacciatore non ha "fatto i compiti" (cioe' non si e' affidato ai consigli scritti o verbali di addestratori esperti) e piu' che addestrare il cane si e' fatto addestrare da lui ed ha ceduto alla volonta' del cane. Non parlo di gare, intendiamoci bene, ma di caccia vera. I cani da gara sono quelli che sono stati davvero privati dell'iniziativa e dell'intelligenza applicata alla caccia. La gara e' stilizzata, fittizia, e ridotta a un'imitazione idealizzata della caccia. Metti tali cani in confronto a un fagiano che e' riuscito a fregare cani e cacciatori per un'intera stagione, e fallira' miseramente nella sua missione di farlo incarnierare al cacciatore. Poi immaginiamo se uno credesse che anche con i cavalli e' meglio non soffocare il loro istinto e la loro intelligenza (minore di quella del cane). Di sicuro darebbe credibilita' al vecchio adagio "Uomo a cavallo, sepoltura aperta." Aggiungo, per essere piu' chiaro, che l'addestramento efficace non soffoca l'intelligenza, l'istinto, o l'iniziativa del cane, ma sfrutta queste caratteristiche della personalita' canina guidandole, a volte anche piegandole ma senza spezzarle agli scopi del cacciatore. Del resto, bisogna sempre partire dal materiale che si ha in mano, apprezzandone le qualita' intrinsiche. Uno non puo' cercare di trasformare un segugio in un cane da ferma, o un dachshund in un cane da presa. Fare cio' sarebbe davvero andare contro l'istinto del soggetto, che messo di fronte a situazioni insostenibili perche' aliene perderebbe del tutto qualsiasi iniziativa. Percio' si puo' perdonare un pointer se non riporta come un Labrador o un Labrador se non ferma come un pointer. Ma non si puo' perdonare un pointer che cerca il selvatico completamente sconnesso dal cacciatore perche' il suo istinto da predatore gli dice di far cosi' o un Labrador che obbedisce ciecamente al suo istinto di predatore e--se riporta un'anatra al suo padrone senza mangiarsela pero' la mastica bene prima di dargliela. I "muri" bisogna costruirli. Dove e come costruirli bisogna impararlo seguendo i consigli degli esperti. Io non sono un esperto, per carita', ma almeno sono umile abbastanza da accettare la squallida verita' di non essere un esperto, e per questo mi sono avvalso di cio' che hanno scritto, come anche hanno fatto milioni di cacciatori prima di me. Altrimenti si potrebbe dar fede a certe forme d'addestramento come quella del piombo fino nelle chiappe di un cane che non obbedisce al comando "Vieni!" e se ne va per i fatti suoi, o di picchiarlo quando finalmente si decide a venire. O di rimpinzarlo di cibo prima della cacciata e durante la cacciata perche' non si mangi i selvatici abbattuti. Se si va a un bar frequentato da cacciatori sedicenti cinofili, di tali metodi d'addestramento ne puoi sentire tanti.
Tutto cio' IMHO, naturalmente. Ognuno faccia cio' che crede, a patto che non punisca il suo cane per non avergli insegnato i comportamenti corretti o per avere incoraggiato o perlomeno tollerato i comportamenti sbagliati. Purtroppo di energumeni che se la prendono col cane perche' non fa cio' che non gli ha insegnato nessuno come fare ce ne sono troppi.
 

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