Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia (1 utente sta leggendo)

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Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

OK ragazzi sembra che la prima parte del nostro scopo lo abbiamo raggiunto (grazie a Ciromenotti che ha utilizzato i canali giusti) e adesso la cosa è di dominio pubblico,qualche associazione sembra essersi svegliata; nessuna notizia invece per ora ne da arcicaccia ne dall'ISPRA (tirate in ballo pesantemente).
Adesso continuiamo a diffondere la cosa tra i politici a noi amici e vediamo cosa succede.
Ciao.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Ted ha scritto:
ggramoli ha scritto:
Il materiale a disposizione è tanto, ci vuole solo uno di buona volontà che lo assembli in due-tre pagine in modo da renderlo sintetico, stampabile, oppure copiabile su altri forum. Mi aspetto che qualcuno lo faccia senza timore di sbagliare, poi si può intervenire tutti a correggerlo se pensiamo che qualcosa non vada bene.



Ci vorrebbe qualcuno che "traduca" il linguaggio scientifico dei documenti Ispra in un modo da renderli fruibili anche a chi non e' molto ferrato su certi contenuti,cosa molto comune tra i cacciatori anziani....

Onestamente non vedo cosa ci sia da tradurre, la frase incriminata dell'ISPRA è tutta qui e non serve tradurla:
"Sulla base delle informazioni disponibili, tuttavia, si deve ritenere che l’inizio dei movimenti
di ritorno per il Merlo e il Tordo bottaccio siano più precoci rispetto a quanto indicato dalla
Commissione Europea (si vedano i paragrafi “Movimenti migratori in Italia” per le rispettive
specie). Per questo sarebbe auspicabile un’anticipazione della chiusura al 15 dicembre nel caso
del Merlo e al 31 dicembre nel caso delle altre specie. L’opportunità di prevedere il termine
della stagione venatoria al 31 dicembre anche per il Tordo sassello e la Cesena scaturisce da ulteriori
motivazioni di natura tecnica, legate:
– all’esigenza di limitare la mortalità durante lo svernamento, quando le condizioni ambientali
diventano più difficili e gli animali risultano più vulnerabili;
– all’esigenza di evitare un differenziamento delle date di apertura e di chiusura della stagione venatoria nel caso di specie simili che vengono cacciate con modalità analoghe."
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ggramoli ha scritto:
Ted ha scritto:
ggramoli ha scritto:
Il materiale a disposizione è tanto, ci vuole solo uno di buona volontà che lo assembli in due-tre pagine in modo da renderlo sintetico, stampabile, oppure copiabile su altri forum. Mi aspetto che qualcuno lo faccia senza timore di sbagliare, poi si può intervenire tutti a correggerlo se pensiamo che qualcosa non vada bene.



Ci vorrebbe qualcuno che "traduca" il linguaggio scientifico dei documenti Ispra in un modo da renderli fruibili anche a chi non e' molto ferrato su certi contenuti,cosa molto comune tra i cacciatori anziani....

Onestamente non vedo cosa ci sia da tradurre, la frase incriminata dell'ISPRA è tutta qui e non serve tradurla:
"Sulla base delle informazioni disponibili, tuttavia, si deve ritenere che l’inizio dei movimenti
di ritorno per il Merlo e il Tordo bottaccio siano più precoci rispetto a quanto indicato dalla
Commissione Europea (si vedano i paragrafi “Movimenti migratori in Italia” per le rispettive
specie). Per questo sarebbe auspicabile un’anticipazione della chiusura al 15 dicembre nel caso
del Merlo e al 31 dicembre nel caso delle altre specie. L’opportunità di prevedere il termine
della stagione venatoria al 31 dicembre anche per il Tordo sassello e la Cesena scaturisce da ulteriori
motivazioni di natura tecnica, legate:
– all’esigenza di limitare la mortalità durante lo svernamento, quando le condizioni ambientali
diventano più difficili e gli animali risultano più vulnerabili;
– all’esigenza di evitare un differenziamento delle date di apertura e di chiusura della stagione venatoria nel caso di specie simili che vengono cacciate con modalità analoghe."




Fatto cosi' ci vorrebbe semplicemente una campagna informativa e una raccolta di firme....Una paio di associazioni ancora oneste e serie dalla parte dei migratoristi ci sono ancora,no?
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Se non fosse che poi risorge dalle sue ceneri farei un referendum per l'abolizione dell'Ispra, ma tanto ne nascerebbe un altro con un altro nome e sempre contrario alla caccia.
Meglio combattere questo...
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Noto che il coautore di codesto "studio" (che eufemismo...) sui turdidi è il dirigente Ispra Ferdinando Spina.....
spulciando qui si trova una bella sorpresa:
http://www.wwf.it/client/render.aspx?content=0&root=515

Consiglieri Nazionali WWF
Paolo Berdini, Pier Mario Biava, Daniele Bigi, Massimo Bolognesi, Dante Caserta, Stefano Civitarese Matteucci, Sylvie Coyaud, Gustavo Gandini, Stefano Gazzola, Mark Halle, Stefano Leoni, Raniero Maggini, Giuseppina Negro, Costanza Pratesi, Maurizio Rivolta, Guido Scoccianti, FERDINANDO SPINA, Sergio Ulgiati.

E poi qualcuno crede ancora "all'imparzialità" dell'Ispra [protesta.gif] [thumbsdown.gif]
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Diego ha scritto:
Noto che il coautore di codesto "studio" (che eufemismo...) sui turdidi è il dirigente Ispra Ferdinando Spina.....
spulciando qui si trova una bella sorpresa:
http://www.wwf.it/client/render.aspx?content=0&root=515

Consiglieri Nazionali WWF
Paolo Berdini, Pier Mario Biava, Daniele Bigi, Massimo Bolognesi, Dante Caserta, Stefano Civitarese Matteucci, Sylvie Coyaud, Gustavo Gandini, Stefano Gazzola, Mark Halle, Stefano Leoni, Raniero Maggini, Giuseppina Negro, Costanza Pratesi, Maurizio Rivolta, Guido Scoccianti, FERDINANDO SPINA, Sergio Ulgiati.

E poi qualcuno crede ancora "all'imparzialità" dell'Ispra [protesta.gif] [thumbsdown.gif]

Tipico caso di conflitto di interessi. O di abuso di ufficio?
Bisognerebbe sentire un buon avvocato..
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Non penso che sull'imparzialità dell'ISPRA ci sia qualcuno disposto ancora a credere. Il problema è che SPINA del WWF è stato inserito all'ISPRA da qualcuno del Min. Ambiente visto che c'è dipendenza diretta.
Vedo all'orozzonte la possibilità di sputtanare l'ISPRA con dati oggettivi raccolti anche da altre nazioni confinanti. Si tratta di studiare il metodo migliore per farlo, purtroppo come il solito le AAVV latitano.
Il secondo passo dovrebbe essere quello di richiedere la rifondazione con la presenza di rappresentanti dei cacciatori, degli ambientalisti, degli agricoltori, ecc. e un Capo super partes.
Si tratta di studiare come fare o se volete di studiare come muoversi.

Un fatto è certo così non possiamo più andare avanti.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

tutto quello che volete....ragazzi ...ma il fatto che una avv della toscana "foraggia" sto istituto.. [eusa_naughty.gif] e ho avuto sentore che a suo tempo (vecchio infs)anche un'altra associazione ha sostenuto sto...mal.... e a che scopo ???
quando chiesi di ciò a chi dovrebbe sapere sembravno cadessero dalle nuvole... [eusa_naughty.gif] aaaiaaahhh non mia bè ihè...".gnari"
traduco: ahiahi nn andiamo mica bene così ragazzi
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

oldarin ha scritto:
tutto quello che volete....ragazzi ...ma il fatto che una avv della toscana "foraggia" sto istituto.. [eusa_naughty.gif] e ho avuto sentore che a suo tempo (vecchio infs)anche un'altra associazione ha sostenuto sto...mal.... e a che scopo ???
quando chiesi di ciò a chi dovrebbe sapere sembravno cadessero dalle nuvole... [eusa_naughty.gif] aaaiaaahhh non mia bè ihè...".gnari"
traduco: ahiahi nn andiamo mica bene così ragazzi


La deriva ambientalista " col paraocchi" di questo istituto è degenerata quandop il ns vecchio amicone Pecoraro Scanio...nell'ultimo governo Prodi...decise di passarlo alle dipendenze dirette del Ministero dell'Ambiente....e lo ribattezzò ISPRA.
Vi assicuro che quando era ancora Infs..io ci abito a poche centinaia di metri e spesso abbiamo collaborato con studi su lepri e fagiani e ci facevano catturare anche all'interno dei perimetri dell'istituto...non si respirava "l'aria ostile" che si respira da qualche anno....
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ggramoli ha scritto:
Non penso che sull'imparzialità dell'ISPRA ci sia qualcuno disposto ancora a credere. Il problema è che SPINA del WWF è stato inserito all'ISPRA da qualcuno del Min. Ambiente visto che c'è dipendenza diretta.
Vedo all'orozzonte la possibilità di sputtanare l'ISPRA con dati oggettivi raccolti anche da altre nazioni confinanti. Si tratta di studiare il metodo migliore per farlo, purtroppo come il solito le AAVV latitano.
Il secondo passo dovrebbe essere quello di richiedere la rifondazione con la presenza di rappresentanti dei cacciatori, degli ambientalisti, degli agricoltori, ecc. e un Capo super partes.
Si tratta di studiare come fare o se volete di studiare come muoversi.

Un fatto è certo così non possiamo più andare avanti.

Sono d'accordo con te, ma se sputtanarli è abbastanza facile, già abbiamo cominciato noi con i nostri messaggi, cambiare i vertici dell'Ispra la vedo più dura se non con forti pressioni delle nostre associazioni sul ministero dell'ambiente, e ho detto tutto, ora tra l'altro c'è anche la Prestigiacomino che ci è contro.
Oppure potremo fare una azione legale noi cacciatori, ma non vedo come e quando non essendo un avvocato. Forse con un ricorso al Tar impugnando le nomine dei vertici? Sostenendo l'incompatibilità con i dati di cui sopra??
E poi chi paga gli avvocati? Qui su 8000 cacciatori solo 100 abbiamo offerto un caffè, figuriamoci...
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Io rimango del mio parere,sempre felice di essere smentito in futuro:
le nostre rimostranza le dobbiamo portare all'attenzione della gente e dei politici in altro modo:
dobbiamo far scrivere i giornali.

Finchè non dimostreremo una volontà unitaria ed una capacità di trovare obbiettivi comuni a tutti i cacciatori non verremo mai considerati:
in pochi non ci considererà mai nessuno.

Ma,per esempio,se quel documento li venisse consegnato a mano all'ispra da una delegazione di due o trecento cacciatori provenienti da tutta Italia?
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

buona iea...sarebeb ancora più forte,almeno cerdo, se ci andessero i presidenti nazionali delle nostre associazioni con relativo corteo di manifestanti...non dite?
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

1957ale ha scritto:
Io rimango del mio parere,sempre felice di essere smentito in futuro:
le nostre rimostranza le dobbiamo portare all'attenzione della gente e dei politici in altro modo:
dobbiamo far scrivere i giornali.

Finchè non dimostreremo una volontà unitaria ed una capacità di trovare obbiettivi comuni a tutti i cacciatori non verremo mai considerati:
in pochi non ci considererà mai nessuno.

Ma,per esempio,se quel documento li venisse consegnato a mano all'ispra da una delegazione di due o trecento cacciatori provenienti da tutta Italia?

Purtroppo la volontà unitaria ci fù solo all'ultimo referendum, quello del 90, dove si rischiava tutti di dover smettere se si fosse raggiunto il quorum, in questo caso chi rischia sono solo i migratoristi, quindi i sele-cinghialai-stanzialisti se ne fottono altamente, anzi si levano dai piedi quelli che circolano per boschi e campagne dandogli fastidio.
L'unità fra cacciatori non è mai esistita, lo si vede dalle tante AAVV che abbiamo, le stesse che poi hanno contribuito non poco al "dividi et impera", comunque i migratoristi sono una bella fetta e se ci si riuscisse a fare un fronte unico almeno fra noi, saremmo un bel caz.zo per culo per gli equilibri elettorali dei partiti, che spesso hanno margini irrisori (vedi l'ultimo Governo Prodi che andò al potere per 25.000 voti) oppure il Governatore del Lazio (Polverini vs Bonino, la prima vinse per l'astenzione dei cacciatori di sinistra), CacciaAmbiente potrebbe essere l'unica soluzione o un buco nell'acqua, abbiamo poca scelta.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Gianni come non condividere le tue idee?
L'unitarietà dei cacciatori è stata sempre una utopia, anche negli anni 60-70 quando c'era praticamente solo la Federcaccia. Quindi non serve a nulla dare tutta la colpa alle AAVV. Se fossimo obiettivi daremmo la colpa a noi stessi.
Oggi come oggi abbiamo solo una mezza realtà: Caccia Ambiente.
Non ci restano tante possibilità: prendere o lasciare. Il rischio di fare un buco nell'acqua c'è, ma non mi preoccupa più di tanto, da quanto sono diventato cacciatore ho visto solo buchi nell'acqua da parte dei cacciatori.

Immagino che qualcuno storcerà il naso, Questo qualcuno si faccia pure avanti siamo pronti a seguirlo, purchè non proponga utopie come l'unità dei cacciatori.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ECCOVELI TIE'


ARCICACCIA

Comitato regionale della Toscana





Comunicato



31 GENNAIO: UNICA MEDIAZIONE TRA SCIENZA, EQUILIBRI SOCIALI E ASPETTATIVE VENATORIE



Nei giorni scorsi, via web, è stato reso pubblico il rapporto dell’Ispra su “I tordi in Italia” e che, prossimamente, sarà oggetto di una presentazione ufficiale. Sul rapporto sono state innescate polemiche strumentali e fuori luogo che non meriterebbero risposta poiché ad attivarle sono quelle parti del mondo venatorio responsabili dell’attuale situazione di caos e di conflitto per la caccia del nostro Paese e che ora cercano, sulle falsità, un barlume di visibilità e di tentare di strappare qualche effimera tessera associativa. Riteniamo però necessario fare alcune considerazioni rivolgendoci direttamente ai cacciatori perché possano maturare il loro libero pensiero sulla base della conoscenza dei fatti:

1) la pubblicazione è stata commissionata dall’Arcicaccia Toscana all'ISPRA già da alcuni anni, anche a seguito di un interessante progetto ideato e voluto dalla nostra Associazione, sulla raccolta di ali di turdidi (i cui risultati sono riassunti anche nel volume) a dimostrazione di quanto possa essere utile il coinvolgimento dei cacciatori migratoristi per monitorare e gestire l'avifauna.

2) Come committente di un rapporto esclusivamente scientifico, abbiamo lasciato all’Ispra totale libertà nello svolgimento del lavoro e tantomeno abbiamo cercato di chiedere omissioni o manipolazioni di dati e di pareri per cercare di trarne qualche vantaggio associativo; l'ISPRA (ex INFS) è l'Ente di ricerca più importante ed autorevole del Paese al quale la legge affida il compito di operare in via esclusiva quale organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato, le Regioni e le Province; peraltro a quanto ci risulta è l'unico in possesso di dati utili alla realizzazione di un lavoro moderno e innovativo di cui come Arcicaccia Toscana sentivamo il bisogno. La produzione di letteratura scientifica sull’avifauna migratrice in Italia, infatti, risulta molto lacunosa a differenza di quella afferente la fauna stanziale e gli ungulati che è davvero significativa.

3) Letto il rapporto l’Arcicaccia Toscana ha deciso, nel rispetto dell’autonomia che occorre sempre garantire all’autorità scientifica anche quando i risultati possono risultare scomodi, di non entrare nel merito dei dati prodotti dall'ISPRA anche in relazione al fatto di non aver a disposizione competenze e conoscenze per esprimere valutazioni tecnico-scientifiche a differenza di quanti lo fanno per sentito dire o perché rispondono ad interessi di parte, anche di natura economica o politico/associativa. Di contro se avessimo avuto quei dati scientifici avremmo deciso di produrre in proprio il rapporto sui tordi e tantomeno ci risulta che altri lo abbiano fatto.

4) l’Arci Caccia Nazionale non è parte in causa della questione, non essendo né committente né in altro modo coinvolta nella pubblicazione. Chi afferma il contrario sa di mentire spudoratamente e sa di farlo con lo scopo furbesco di veicolare l’ipotesi che la proposta di anticipazione della chiusura della caccia ad alcune specie risulterebbe avallata dall’Associazione.

5) A coloro che vogliono soffiare sul fuoco della polemica (ad iniziare dalla Liberacaccia che fa insinuazioni di carattere strumentale) diciamo che non siamo sorpresi di questo modo di fare attività associativa e politica. Ai cacciatori però vogliamo dire che da sempre l’Arcicaccia Toscana ritiene che il calendario venatorio, partendo dalle premesse fondamentali di ordine scientifico, debba essere frutto di una giusta mediazione fra le parti sociali (che non sono solo cacciatori e ambientalisti). Così peraltro era stato scritto l’articolo 18 della Legge 157 fino allo scorso anno allorché è intervenuta la Legge Comunitaria voluta da quegli stessi imbonitori che, con una spallata parlamentare, avrebbero preteso l’ampliamento dei tempi di caccia, mentre poi in realtà hanno favorito una clamorosa mazzata sulla testa dei cacciatori come dimostrano le vicende sui calendari venatori della passata stagione e gli “strepitosi” risultati raggiunti (prima che uscisse il rapporto su i Tordi):

Regione Lazio: dieci giorni in meno di caccia alla beccaccia, dieci giorni in più a febbraio per colombaccio, gazza, cornacchia grigia e ghiandaia compensati però dall'apertura posticipata a queste specie al 2 ottobre. Incertezza sul calendario che è stato modificato il 19 gennaio con apposito decreto (sulla cui legittimità nutriamo anche qualche dubbio che speriamo non sia avvalorato da future sentenze del TAR) per riportare la chiusura a turdidi e acquatici al 31 gennaio!

Regione Puglia: posticipazione di 10 giorni dell'apertura agli acquatici; anticipazione della chiusura a turdidi e beccaccia di 10 giorni risolta anche in questo caso con Delibera di Giunta approvata il 18 gennaio, con grave incertezza del diritto per tutti i cacciatori.

Regione Calabria: sospensione della caccia con sospensiva del TAR sul calendario venatorio il 5 novembre; successiva riapertura della caccia l'11 novembre con un nuovo calendario e successivo atto di prolungamento con cui si sono comunque anticipate di 10 giorni le chiusure a tordo bottaccio, cesena e beccaccia

Regione Sicilia: chiusura della caccia alla beccaccia il 31 dicembre; chiusura della caccia ai turdidi il 15 gennaio 2010.

6) La chiusura della caccia a nostro avviso deve essere fissata alla data del 31 gennaio, perché coinvolge numerose specie con caratteristiche diverse e con diverso sfruttamento venatorio e perché il concetto di caccia per tempi e per specie non sempre risulta adeguato a garantire i giusti equilibri sulla gestione del patrimonio faunistico. Primo, per alcune problematiche legate alla Direttiva Europea e alla sua applicazione che tanti contenziosi ha causato in tutta Europa; secondo perché conoscevamo e conosciamo i Key Concepts relativi all'Italia. C'è poi l'aspetto pratico di evitare il concentrarsi della pressione venatoria su poche specie in un periodo anche difficile dell'anno.

7) Anziché puntare l’indice su quelle tre pagine del volume dell'ISPRA relative ai tempi di caccia di alcune specie sarebbe bene che coloro i quali sollevano strumentalmente polemiche di corto respiro, facessero autocritica - se vi riescono - sul fatto che i loro proclami, perché così alla fine si sono rivelati, hanno prodotto uno scontro sull’applicazione di norme che, allo stato dei fatti, si sono rivelate un vero e proprio boomerang.

In realtà le polemiche nate dopo l'uscita del volume servono solo a far dimenticare in fretta il fallimento di tutti coloro che promettendo febbraio ora hanno fatto perdere numerose decadi di caccia per diverse specie con l'aggiunta della presentazione di una nuova proposta di legge che chiede l'abolizione dell'art. 842, fondamento giuridico della caccia pubblica e sociale in Italia.

8) Segnaliamo che il rapporto non parla esclusivamente di tempi di caccia, tra l'altro sono riportate posizioni NON NUOVE dell'ISPRA, ma di tanti altri aspetti poco conosciuti sui turdidi. In particolare ci permettiamo di segnalare ai lettori alcuni interessanti dati sui carnieri, sul monitoraggio delle ali dei capi abbattuti, sul riconoscimento dell'età, sullo status e sui trend delle varie specie che per fortuna risultano complessivamente buone.

9) I dati scientifici proposti dall'ISPRA nel volume sono di completa responsabilità dell'ISPRA così come le considerazioni che ne derivano. Ricordiamo che sono gli stessi dati che negli ultimi anni l'Istituto ha più volte proposto. Coloro, singoli o Associazioni, che hanno titoli e dati scientifici seri per confutare le tesi dell'ISPRA si facciano presto avanti. Ne saremmo estremamente contenti visto che siamo un’Associazione che da sempre ha molto a cuore la gestione del patrimonio faunistico.

10) Facciamo infine presente che il recente documento redatto dall'ISPRA sulle linee guida per i calendari venatori, a seguito della nefasta approvazione delle modifiche all'art. 18 della 157, si muove già nel solco di una indicazione di carattere generale che va oltre le ipotesi di riduzione ricomprese nel rapporto sui Tordi. Ciò dimostra, anche per queste ragioni, che il calendario venatorio è un momento di mediazione fra esigenze di carattere diverso, e che per tali motivi la nostra Associazione ritiene che esso debba esulare da considerazioni esclusivamente di carattere tecnico-scientifico.

L’Arcicaccia Toscana continuerà a lavorare favorendo il massimo della trasparenza e contrastando qualsiasi strumentalizzazione, soprattutto quando derivano da coloro che certo non possono vantare il raggiungimento di risultati virtuosi per l’interesse dei cacciatori.

11) Concludiamo questa nostra riflessione con un appello rivolto alla ragionevolezza ed al buon senso: TUTTO IL MONDO VENATORIO RESPONSABILE, A PARTIRE DALLA FEDERCACCIA NEL SUO RUOLO DI ASSOCIAZIONE MAGGIORITARIA, CONTRIBUISCA A RIFONDARE UNA NUOVA STRATEGIA E UNA NUOVA ALLEANZA che sappia liberare i cacciatori italiani dall’abbraccio mortale di una cultura associativa velleitaria che da sempre ha contribuito a spingere la caccia nell’isolamento e nell’autoreferenzialità.

Il tempo è ora. E’ arrivato il momento di decidere.





Firenze 1 marzo 2011
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ggramoli ha scritto:
Gianni come non condividere le tue idee?
L'unitarietà dei cacciatori è stata sempre una utopia, anche negli anni 60-70 quando c'era praticamente solo la Federcaccia. Quindi non serve a nulla dare tutta la colpa alle AAVV. Se fossimo obiettivi daremmo la colpa a noi stessi.
Oggi come oggi abbiamo solo una mezza realtà: Caccia Ambiente.
Non ci restano tante possibilità: prendere o lasciare. Il rischio di fare un buco nell'acqua c'è, ma non mi preoccupa più di tanto, da quanto sono diventato cacciatore ho visto solo buchi nell'acqua da parte dei cacciatori.

Immagino che qualcuno storcerà il naso, Questo qualcuno si faccia pure avanti siamo pronti a seguirlo, purchè non proponga utopie come l'unità dei cacciatori.

Io oggi mi sono iscritto a CACCIA AMBIENTE:
tessera n° 00291.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Gianni ha scritto:
1957ale ha scritto:
Io rimango del mio parere,sempre felice di essere smentito in futuro:
le nostre rimostranza le dobbiamo portare all'attenzione della gente e dei politici in altro modo:
dobbiamo far scrivere i giornali.

Finchè non dimostreremo una volontà unitaria ed una capacità di trovare obbiettivi comuni a tutti i cacciatori non verremo mai considerati:
in pochi non ci considererà mai nessuno.

Ma,per esempio,se quel documento li venisse consegnato a mano all'ispra da una delegazione di due o trecento cacciatori provenienti da tutta Italia?

Purtroppo la volontà unitaria ci fù solo all'ultimo referendum, quello del 90, dove si rischiava tutti di dover smettere se si fosse raggiunto il quorum, in questo caso chi rischia sono solo i migratoristi, quindi i sele-cinghialai-stanzialisti se ne fottono altamente, anzi si levano dai piedi quelli che circolano per boschi e campagne dandogli fastidio.
L'unità fra cacciatori non è mai esistita, lo si vede dalle tante AAVV che abbiamo, le stesse che poi hanno contribuito non poco al "dividi et impera", comunque i migratoristi sono una bella fetta e se ci si riuscisse a fare un fronte unico almeno fra noi, saremmo un bel caz.zo per culo per gli equilibri elettorali dei partiti, che spesso hanno margini irrisori (vedi l'ultimo Governo Prodi che andò al potere per 25.000 voti) oppure il Governatore del Lazio (Polverini vs Bonino, la prima vinse per l'astenzione dei cacciatori di sinistra), CacciaAmbiente potrebbe essere l'unica soluzione o un buco nell'acqua, abbiamo poca scelta.

Penso anch'io che sia così:
potrebbe essere l'unica soluzione.

Non mi sento di lasciare qualcosa di intentato.

Comunque,secondo me,se riuscissimo a fare un bel gruppetto di cacciatori e andare a consegnare a mano il documento all'ISPRA...
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

...L'Ispra e' fortemente faziosa. Assurda la migrazione nuziale dei tordi a dicembre !!! ( ma questi dove vivono e che osservano?) Dimostrare semplicemente tale assurdita' e che tale fonte di giudizio provenga da uno "studio" insensato...!!!
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ISPRA o non ISPRA il problema è che ogni anno i tordi sono sempre meno,non si fermano piu a svernare,e per il momento non si vedono neppure di ripasso,qui nelle mie zone il mese di febbraio è sempre stato eccezionale x il ripasso dei tordi,spero solo che siano in ritardo,non aggiungo altro non voglio pensare in negativo
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

L'Arci caccia è una associazioni di cacciatori e dovrebbe difendere solo gli interessi dei cacciatori.
Fossi un dirigente di arci caccia avrei tolto l'aiuto finanziario al'Ispra solamente per la frase del 15 dicembre chiedendo anche il rimborso del finanziamento. punto.
VERGOGNA.
Poi dicono che l'Ispra è "Autorevole"... [Trilly-77-24.gif] [Trilly-77-24.gif] [Trilly-77-24.gif]
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

SirGordon ha scritto:
ISPRA o non ISPRA il problema è che ogni anno i tordi sono sempre meno

Su che basi fai queste affermazioni?
tutti i rapporti della Birdlife International danno il bottaccio in trend più che positivo, vorrei inoltre ricordare che solo 2 anni fa in Italia è stato raggiunto il record di inanellamenti per il bottaccio durante il passo post-nuziale (record che resisteva dal lontano 1946).
 

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