Arturo i numeri non mancano ma l adattamento o migrare la notte ,momento in cui prendono pochissime/zero fucilate è una questione che andrebbe trattata attentamente.durante le notti serene come sai anche te passano tantissimi uccelli e restano indenni diciamo in larga parte.quelli del giorno spesso raccattano un paio di schioppettate ,conterà qualcosa nell' adattamento della specie credo almeno
Caro Stefano, riconosco che cinque anni di studio (da parte mia) e testimonianze dirette da parte di molti cacciatori, sono pochi per poter stabilire un trend negativo (si dovrebbe aspettare almeno altri cinque anni), ma da quello che denoto, la tendenza, specie nelle regioni del sud (tranne rare eccezioni) non è per niente positiva.
Sulla percentuale di migrazione notturna mi trovi pienamente d’accordo, ma quella avviene da migliaia di anni, non è certo il disturbo venatorio a modificare il comportamento dei migratori (le fucilate le pigliano anche nei Pirenei e ripassano ogni anno in gran quantità).
A me ha fatto molto pensare lo studio sulle Tortore, dove la percentuale di migrazione diurna(primaverile) è diminuita nel corso degli anni, e, quella percentuale di migrazione diurna è diminuita perché si è ridotta la percentuale totale dei migratori.
La migrazione notturna avviene come è sempre avvenuta, e noi, non siamo certi dei numeri complessivi che attraversano l’Italia rispetto al passato, e siccome la migrazione diurna è sempre una conseguenza di quella notturna, ecco che i numeri potrebbero risultare in alcune regioni del nord o del sud, più esigui rispetto al passato.
La mia opinione è che, le aree di nidificazione che riguardano l’Italia siano più in sofferenza rispetto alle aree del nord-est d’Europa, questa differenza in numeri assoluti si ripercuote anche sulla Spagna, dove manca una cospicua quota che dovrebbe transitare dall’Italia.
Ma diamo un barlume di speranza, aspettiamo altri cinque anni prima di trarre conclusioni(affrettate).