Ma solo a me sembra ieri che si è chiusa e già è quasi l'apertura ? Sarà forse dovuto ai capelli bianchi ? Più passano veloci i giorni e più ...... vabbè scacciamo la malinconia che la caccia è sempre domani
Io ancora sto cercando di riposarmi un po' dalle levatacce e dalle fatiche della passata stagione, e gia' ce ne e' un'altra in arrivo? Ma che diamine, 'sta passione me vole morto?
Comunque e' vero: una volta che hai passato il sommo della montagna, cominci ad andare in discesa, e sempre piu' velocemente verso... lasciamo stare!
Il passare del tempo e' soggettivo, hai ragione. Quando penso alle belle vacanze passate da bambino in vari posti mai visti prima, mi sembrano lunghissime, piene di eventi nuovi, bellissimi... Poi mi ricordo che in realta' a Civitanova Marche ci passammo un solo mese, a San Polo dei Cavallieri soltanto due settimane (in uno chalet con fantasma), e che il nostro viaggio in Sardegna da Olbia a Cagliari duro' meno di tre settimane. Ma allora, da dove vengono tutti i ricordi di quei bei giorni? Mi sembrano tantissimi, del tutto sproporzionati in numero alla brevita' del tempo trascorso in quei luoghi. Sara' che agli occhi di un bambino tutto e' nuovo di zecca, tutto e' interessante, mentre noi vecchi siamo cicatrizzati dal tempo e dalle percosse e gli strali della vita, e tutto e' ormai grigio, nebbioso, uggioso, e nulla e' piu' nuovo. E cosi' il tempo scorre sempre piu' velocemente, ogni giorno uguale a quello precedente e a quello che lo seguira'.
Ricordi il primo tordo, soffice, pesante, caldo nella tua mano, e l'entusiasmo che provasti quando ne accarezzasti le piume? Quando lo mostrasti a tuo Padre? Anche la caccia, dopo tanti anni, ha la tendenza a diventare un luogo comune, un "been there, done that," cioe' un "ci sono gia' stato, l'ho fatto gia'." Per tanti anni, la notte prima di una cacciata non riuscivo ad addormentarmi. Da diversi anni se non metto la sveglia mi sveglio a giorno fatto--troppo tardi per andare a caccia.. Allora che cosa si puo' fare per tornare alle emozioni di un tempo? Si ricorre a trucchetti per condire la solita minestra col peperoncino della novita', col "famolo strano." Io sto accantonando l'automatico 12/76 che usavo dal 1987 per una bella doppiettina cal. 20; sto contemplando la possibilita' di cacciare in trasferta in qualche grande ranch privato pieno di cervi e cinghiomaiali (selvaticissimi pero'!) , tanto per provare l'emozione di vedere tanti animali, prima di scegliere un paio dei cervi piu' belli, un paio di scrofette grasse, e di non dover fare fatica con la macellazione ed impacchettamento dei capi abbattuti, lasciata al personale del ranch; e di portare a casa foto e ciccia e ricordi di posti nuovi. Cacciare sempre dai soliti capanni dove hai imparato a memoria alberi e cespugli, zolle di terra, e potresti quasi riconoscere l'uno/a dall'altro/a gli scoiattoli e le cornacchie che vengono a fregarsi il mais dalle mangiatoie diventa ripetitivo, non piu' vibrante di novita'. A volte, tanto per passare il tempo, mi viene voglia di dar loro dei nomi: Seymour, Gertrude, Jacob, Eulalia... Mica Peppino, Mario, Nando--Pure i nomi, col famolo strano! Una vecchia tacchina che veniva spesso a mangiare durante la caccia al cervo l'avevo chiamata Cleopatra, perche' sembrava che avesse il mascara o il liner intorno agli occhi... Faceva fatica ad involarsi. Vecchia, era forse stata esiliata dal branco, non so. La vidi per due anni di seguto. Poi spari', probabilmente uccisa da una lince o da un coyote. Chissa' se anche lei, vecchia, da sola, era vittima della noia?
Famolo strano... Mi viene spesso la voglia di usare il mio .50 Beowulf o la Marlin .450 per i cervi, ma poi ci ripenso e porto sempre con me il mio fido deerslayer, ammazzacervi, il .338 WM.
Ah, la noia della consuetudine! C'e' una bella parola inglese per indicare questo stato d'animo: "jaded." Molto probabilmente proviene da "jade," ma non come l'italiano "giada," ma avente un vecchio significato: una "jade," in inglese antiquato. obsoleto, era una vecchia cavalla, ormai stanca, slombata... Ed io sono come un vecchio cavallo, slombato, stanco. Ci vuole la novita', il peperoncino metaforico per condire la vecchia minestra, senza il quale rotoliamo gu' per la china velocissimamente, precipitevolissimevolmente, senza essere piu capaci di assaporare i dettagli della china lungo la quale rotoliamo--tutti confusi e amalgamati dalla velocita' del nostro rotolare in un solido grigiume. Ed e' per questo che il tempo ci sembra scorrere velocemente, mentre invece il tempo se ne frega di noi e va sempre alla stessa velocita'--siamo noi che accelleriamo sempre di piu'.
Un'altra stagione di caccia... Speriamo che ci rallenti. Speriamo che ogni emozione, ogni schioppettata andata a segno o anche a vuoto sia come un'ancora lanciata dietro di noi nella speranza che faccia presa su una roccia, un albero, un arbusto, una chiocciola, un filo d'erba--qualsiasi cosa pur di arrestarci per un attimo fugace che ci possa donare il miracolo di ritornare almeno per qualche secondo ad essere come il bambino dagli occhi e cuore spalancati per il quale tutto e' nuovo, come l'adolescente che ha appena abbattuto il primo tordo, come il ragazzo che ha assaporato il primo bacio,
Poi, inevitabilmente, continueremo a rotolare giu', fino alla fine della folle corsa.