Si fa presto a dire tordi allo spiedo, ma se si pensa che l'inizio dell'umanità coincide esponendo la carne al fuoco è altrettanto pensabile che sia l'inizio della civiltà cioè le nostre radici. Come ogni cucina che si rispetti è legata anche alla tradizione territoriale la quale è influenzata seppure sullo stesso tema da ingredienti e particolari unici come ad esempio in Toscana lo è il pane che trova anche in uno spiedo venatorio il suo spazio, come un posto di privilegio tocca al maiale la cui goduria godereccia è passata alla storia e che grazie all'ingegnosità popolare ha conquistato il primato e come in questo caso un matrimonio perfetto. I tordi vanno spennati fiammeggiati e eviscerati, asciugati molto bene e Mai lavati, va bene uno sfilatino (tipo crostini) o pane raffermo tagliato a quadretti, fette di rigatino crudo steso (pancetta) alte 2-3 mm tante quanti sono i tordi utilizzati in cui andranno avvolti gli stessi e alternati a pezzetti di maiale che come prerogativa deve essere sempre con una bella parte di grasso, ad es. scamerita ecc. ma io suggerisco salciccia e salvia a volontà. Salare e pepare e incominciando dal crostino di pane- salvia-tordo (lardellato)-salvia-pane-metà salciccia-salvia-pane-tordo (lardellato) ecc. ecc. A grandi linee su uno spiedo da 70 cm entrano 7 tordi, 14 crostini equivalenti a due sfilatini e 3 salcicce che avvicinano al convivio anche i palati più giovani, il tutto per 4 spiedi. Il girarrosto meglio se fa due movimenti rotatori come la terra, uno attorno alla fiamma, l'altro il moto di rotazione dello spiedo intorno a se stesso, un mazzetto di ramerino legato a pennello come nella migliore tradizione per ungere con olio extra vergine il pane come e quando lo suggerisce il fuoco, il tempo di cottura 3-4 ore è una variabile comunque lunga, prendiamoci tutto il tempo che occorre apprezzando l' opera che stiamo facendo che coinvolge tutti i sensi profumi, odori, sapori e ricordi, perchè è giusto e onorevole rendere omaggio ai caduti e per una buona causa, la nostra.