Setter, Breton, Kurzhaar, Bracco Francese dei Pirenei razze a confronto (1 utente sta leggendo)

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Sì, concordo in pieno. Li ho avuti e mi hanno entusiasmato. Solo che adesso non conosco beccacciai che allevano questa splendida razza ed è per questo che nel mio canile non ci sono. Attingo (di tutti i miei cani) solo da correnti specificamente beccacciai. Mi è rimasta una vecchia setter ed un cucciolone stessa razza ma chissà se nel tempo…
setterman1
 
Con tutti questi Kurzhaar scelti da voi, in Breton scenderà nella scelta delle preferenze al terzo posto e il kurzhaar scalera verso la vetta occupando il secondo posto, la vedo dura. Il pelo duro da ferma tedesco in Germania è in cima alla classifica, in Italia non trova molti consensi, il cacciatore italiano preferisce il Kurzhaar, meno attaccabrighe e più fermatore. Logicamente in riguardo alla ferma sono solo pregiudizi, il Drahthaar è un ottimo cane da ferma.
 
Con tutti questi Kurzhaar scelti da voi, in Breton scenderà nella scelta delle preferenze al terzo posto e il kurzhaar scalera verso la vetta occupando il secondo posto, la vedo dura. Il pelo duro da ferma tedesco in Germania è in cima alla classifica, in Italia non trova molti consensi, il cacciatore italiano preferisce il Kurzhaar, meno attaccabrighe e più fermatore. Logicamente in riguardo alla ferma sono solo pregiudizi, il Drahthaar è un ottimo cane da ferma.
Il draathar sarebbe/è un cane perfetto per la toscana, con quel pelo! È anche veramente bello, forse più del cugino. Ma conta tanto l'esperienza diretta: quasi tutti quelli di cui ho avuto conoscenza eran cinghialai e capriolai che nemmeno un segugio! E da noi non c'è zona che non sia piena di caprioli e cinghiali....
In compenso ne ho conosciuti due veramente ottime, cerca collegamento ferma riporto recupero, tutto ad ok. Una impiegata soprattutto a fagiani e l'altra il terrore dei beccaccini.
Ps: il mì voto è sempre per il Setter eh! ;)
 
Se una razza in alcuni paesi non "decolla" un motivo ci sarà. "Tutti lo vogliono e nessuno lo prende" questo detto è sicuramente applicabile alla razza Drahthaar. Cane osannato per la sua polivalenza, che non fa né più né meno di quello che fanno tutte le altre razze da ferma, almeno per quello che è l'utilizzo in Italia. Molto probabilmente il motivo della scarsa diffusione in Italia del Drahthaar è proprio questo.
 
Se una razza in alcuni paesi non "decolla" un motivo ci sarà. "Tutti lo vogliono e nessuno lo prende" questo detto è sicuramente applicabile alla razza Drahthaar. Cane osannato per la sua polivalenza, che non fa né più né meno di quello che fanno tutte le altre razze da ferma, almeno per quello che è l'utilizzo in Italia. Molto probabilmente il motivo della scarsa diffusione in Italia del Drahthaar è proprio questo.

Oppure a causa del fatto che molti drathaar intendono per "selvaggina" qualsiasi cosa si muova, compresi cani, gatti, conigli, pecore ecc. ecc.? Ne aveva uno un mio amico e quando lo incontravo mi toccava scappare via perché ogni volta voleva mangiarsi il mio cocker...
 
Oppure a causa del fatto che molti drathaar intendono per "selvaggina" qualsiasi cosa si muova, compresi cani, gatti, conigli, pecore ecc. ecc.? Ne aveva uno un mio amico e quando lo incontravo mi toccava scappare via perché ogni volta voleva mangiarsi il mio cocker...

Sono convinto che molto dipenda dai proprietari se un cane di tale razza, selezionato alla polivalenza venatoria in senso lato del termine (compresi nocivi, difesa dello zaino e quant'altro) abbia certi comportamenti che definire aggressivi è un eufemismo. E te lo dice uno che ha avuto il bracco tedesco e non sto a dirti che faceva. I selezionatori del "pelo d'acciaio" e di altre razze teutoniche non credo siano stati così sprovveduti da "costruire robot ingestibili". Molti, ed io compreso, non conoscono le regole basilari della psicologia canina e.... i risultati si vedono. Dovrebbero istituire una sorta di patente cinofila anche per chi volesse fare attività con queste superbe razze.
setterman1
 
A tal proposito vi allego un articolo molto interessante che chiarisce quella caratteristica propria dei cani tedeschi che noi impropriamente chiamiamo aggressività.. Essa è frutto di una selezione accurata ed è pervenuta a noi perché persiste nei geni di quelle razze in cui tale caratteristica aveva un utilizzo essenziale per quei territori.
 
A tal proposito vi allego un articolo molto interessante che chiarisce quella caratteristica propria dei cani tedeschi che noi impropriamente chiamiamo aggressività.. Essa è frutto di una selezione accurata ed è pervenuta a noi perché persiste nei geni di quelle razze in cui tale caratteristica aveva un utilizzo essenziale per quei territori.

Nel leggere la lettera di un estimatore nonché utilizzatore di un cane dell'allevamento di Zeffiro e la risposta dell'allevatore evinco che quest'ultimo sia stato boicottato dai potentati della cinofilia italiana per non far affermare questa razza, molto probabilmente per non svantaggiare quelle attualmente in voga in Italia e gli interessi che portano seco. E' una mia interpretazione non una affermazione.
setterman1
 
Con tutto quello che ha scritto, non è riuscito ad incrementare in italia il numero di iscrizioni del Drahthaar. Il Drahthaar è un cane particolare, secondo me non è adtto a tutti. Sarebbe interessante saper perchè ha perso interesse per le proveve di lavoro Enci. E' comunque un bel cane, ha un bel pelo che lo aiuta sia nel lavoro in acqua nel periodo invernale, sia per il lavoro su terreni difficili dove è richiesto il recupero di animali feriti senza tentennamenti a bucare gli spinai. Ma questo oltre alle difese serve molta passione ed avidità.
 
A tal proposito vi allego un articolo molto interessante che chiarisce quella caratteristica propria dei cani tedeschi che noi impropriamente chiamiamo aggressività.. Essa è frutto di una selezione accurata ed è pervenuta a noi perché persiste nei geni di quelle razze in cui tale caratteristica aveva un utilizzo essenziale per quei territori.
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Tratto dalla rivista “CINOFILIA VENATORIA”,
“Speciale D.Drahthaar”Gennaio 2003

IL D.DRAHTHAAR E’ UN CANE AGGRESSIVO?

a cura di Gallo Zeffiro

Quanto scotta questo tema. Per due principali motivi: perché non é facile per me spiegare che il D.Drahthaar NON é un cane aggressivo a chi non ci crede e non vuole capire, ma molto di più perché é quasi impossibile mettere nella testa della gente che non vuol sentir ragione, se non la propria, che il Deutsch-Drahthaar così come viene concepito ancora oggi in Italia non é un cane per tutti.
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Premesso questo che é già molto, vedrò per schemi, di chiarire un po’ di cosette che meritano di essere trattate. Il DD come del resto molte altre Razze da Caccia Tedesche é stato fondato su dei principi etico - venatori che forse da noi in Italia non sono ancora sufficientemente analiz­zati per renderci conto di cosa si ha per le mani possedendo un tale cane. Cosa sono e cosa rappresentano questi nomi:
1) WILDSCHÄRFE
2) RAUBWILD und RAUBZEUGSCHÄRFE
La numero uno ossia la wildschärfe è la capacità di un cane da caccia di appropriarsi senza difficoltà della selvaggina minore ferita e di fare il suo dovere di cane da caccia nel recupero di questa o nel riporto attraverso le più svariate difficoltà. Di inseguire con coraggio anche la selvaggina di grosso calibro e "pressarla" possibil­mente fino al servizio finale del cacciatore. Quando questa attitudine assume un carattere di forte coraggio o particolare durezza si parla di "alto grado di wildschärfe", di massimo grado quindi di determinazione nel compimento del proprio dovere.
Il secondo punto ovvero la raubwild e la raubzeugschärfe identifica un cane da caccia e non, nella sua predisposizione ad assalire e pos­sibilmente uccidere tutti gli animali rapaci o nocivi. Il minimo del comportamento che rientra in questa nota é "pressare" l'animale nocivo fino all'arrivo del cacciatore che ultimerà l'opera.
Chi possiede un D.Drahthaar deve fare i conti con questo patrimonio genetico che é insito e connaturato nella razza stessa, e che se di D.Drahthaar si parla, questo deve assolutamente possedere le doti per svolgere il lavoro del cane d'uso venatorio dei punti uno e due. Nel punto uno é automatico anche per i cacciatori italiani pretendere che un cane da caccia persegua la selvaggina con una certa determinazione e audacia, qualsiasi sia il terreno, l'ambiente teatro di caccia e il tipo di selvaggina che si vada a cacciare.
Per il punto due le cose sono un po' più complicate.
Perché i creatori dei cani tedeschi per l'uso venatorio e così naturalmente anche per il D.Drahthaar, si sono così ostinati ad esaltare questa prerogativa di durezza contro i rapaci e i nocivi?
E' presto detto, per salvaguardare il loro territorio di caccia da intrusi notoriamente scomodi. Tra questi "intrusi" rientrano molte specie: volpi, faine, martore, gatti inselvatichiti, tassi, donnole, ma anche cani randagi. Tutti "personaggi"questi, atti notoriamente a rapire e aggredire con ferocia la selvaggina. I cani tedeschi da caccia devono preservare il territorio del loro proprietario da ogni possibile predatore.
Se un cane é stato concepito con questa sistematica logica, come si può pretendere che non diventi un cane all'occorrenza duro? Che non diventi quando ne ha l'occasione attore principale di una recita già scritta? Questo deve essere accettato. Se non si accetta non si é capito niente dei cani da caccia in genere, e niente del D.Drahthaar nello specifico. In Germania nessun cane può passare alla riproduzione (ufficiale), se non ha testate le qualità dei punti uno e due.
Premesso questo arriviamo al punto più dolente della questione :
Noi uomini. Noi cacciatori con il cane.
Ogni razza di cani ha delle prerogative generali e specifiche, anche il D.Drahthaar ne ha il suo bagaglio.
Nel paese d'origine della razza, fin dai tempi in cui questa non esisteva, era noto e usato però il SISTEMA di GESTIONE del CANE. Il modo razionale di "RELAZIONARSI" con lui, fosse esso un cane da caccia, da difesa, o da compagnia.
QUESTO E' IL PUNTO DOLENTE. Non si può pretendere di guidare una ”Ferrari” pensando che dal momento che si possiede la patente di circolazione e si sono guidate ad oggi un paio di utilitarie, si possa altresì cimentarsi con la “rossa” in evoluzioni e accelerate varie, senza prima aver capito con che mezzo si ha a che fare. Ne andare per le strade del centro cittadino con una macchina “movimento terra” senza conoscerne prima le possibilità di sterzo, di ingombro ecc. Esempi semplici ma chiari, per ogni mezzo ci vuole una scuola, un insegnamento, un’attenzione. Al nostro D.Drahthaar venendo al sodo, va data più attenzione, più continuità d'assieme seguendo però una logica :
Uomo-Cane-Educazione-Utilizzo.
Honda.jpg

SE C’É UNA VOLONTÀ ALLA FINE UNA VIA SI TROVA SEMPRE.
Bisogna assolutamente che gli utilizzatori del D.Drahthaar, ma consiglio anche a tutti gli altri proprietari di cani di razze diverse di fare la stessa cosa, imparino la grammatica di come si cresce il proprio cane con una più vasta logica educativa.
L'educazione non é necessariamente coercizione: botte, urli, calci, collare elettrico ecc. L'educazione é ben altro, come per i bambini, se si lasciano crescere da soli in strada, magari frequentando cattive compagnie, non potranno che diventare dei piccoli mascalzoncelli che alla prima occasione faranno a pugni o peggio. L'educazione vera é la presenza costante, tastare il polso della sensibilità soggettiva del figlio (o del cane) giorno per giorno, non lesinando le coccole ma non tralasciando neanche la fermezza, che giustamente abbinate otten­gono dei grandi risultati e che distinguono l'adulto "cresciuto" da chi non sa. In breve, se il giovane soggetto D.Drahthaar, dimostra verso i sei o sette mesi di avere un'indole troppo combattiva verso i propri simili, e magari avere le prerogative di diventare troppo presto un CANE ALFA che é il rango più alto della classe sociale canina, nel preciso momento della forte indisciplina, lo si strattoni fortemente con il guinzaglio a collare strozzante, e gli si imponga il "terra" perentorio, rimanendo puntati davanti a lui in quella posizione per cinque – dieci minuti, senza cedere, senza farlo alzare. Questa per il nostro cane, più che una punizione fisica, é una ferma volontà di negazione psicologica. Il cane intelligente reagirà positivamente. Due o tre volte di questi servizi di solito sono sufficienti in un cane di giovane età per fargli capire chi comanda, e cosa non si deve fare. In Veneto diciamo che la piantina si può raddrizzare solo quando é giovane. E che l'occhio del contadino ingrassa i buoi nella stalla. Quindi non si può pretendere niente dalle correzioni (anche dalle più dure) quando il soggetto é già formato nel suo carattere, alle volte si scaturiscono reazioni ancora peggiori. Ne tanto meno vale (II° proverbio) quello di accorgersi "una tantum" di come sta crescendo il nostro D.Drahthaar. Bisogna viverci di più assieme, e non pretendere dei risultati senza problemi a venire, sciogliendolo dal recinto di contenimento solo il fine settimana e verso spazi aperti dove può incontrare chiunque.
Quel chiunque và rispettato!
Ma per rispettare bisogna assolutamente passare attraverso un’educazi­one sociale di comportamento. Il soggetto fin DA PICCOLO và fatto socia1izzare con altri cani adulti e non, ma specialmente di taglie diverse, ancor di più con i cani di piccola mole. Si deve porre sempre grande attenzione al suo comportamento ed alle sue eventuali inopportune reazioni. Si reagisca con subitaneità.
Almeno per il D.Drahthaar nella media, si deve agire così.
Il D.Drahthaar non é un barboncino per signora un po' cresciuto, non é neanche il bravissimo E.Breton e neanche il nostro italico Spinone. Chi vuole accompagnarsi felicemente al DD deve sapersi auto educare ed impegnare. Questo discorso non deve assolutamente impressionare negativamente chi si vuole avvicinare alla razza, anzi, diversamente deve servire d'entusiasmo per allargare la propria conoscenza verso una gestione intelligente. Imparare ciò che non é stato mai SUFFICIENTEMENTE insegnato al cacciatore italiano medio, ovvero sia quello di andare a caccia con dei cani educati e completamente in mano.
Il D.Drahthaar non é poi tanto diverso da molte altre razze nella psiche e nella costruzione simili a lui, ma per le quali la pubblicistica magari adotta pagine più favoreggianti. Dobbiamo solo, imparare un po’ di più la gestione. Più esercizi da cortile e collegamento. Tutto qui, ne fuoriusciranno maggiore soddisfazione, maggiore conoscenza sul vero comportamento degli animali cani, maggiore coscienza sul ruolo del capobranco, e innanzi tutto si imparerà finalmente a non prendere le solite "feroci arrabbiature" per cose che alla fine dipendono più da noi che da i nostri cani. Questo discorso mi sembra che possa esser accettato e capito da tutti, sia nell'intento che nella sostanza. Un’altro capitolo che conclude questo mio scritto deve essere assoluta­mente dedicato alla produzione del Deutsch-Drahthaar.
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I personaggi di un tempo che fu (oggi 100 ANNI di ufficia1ità) che si dedicarono alla creazione della razza DD, non avrebbero mai potuto pensare ad uno svi1uppo così imponente del numerico odierno della razza stessa. Tra i loro più famosi motti, ci fu sempre inesorabile quello rivolto verso gli allevatori di quel tempo che cantava così:
ZUCHTE WENIGER, ABER BESSER !”: “Alleva meno ma meglio!”, (non quantità ma qualità). Questo principio oggi, come per moltissimi altri postulati di alto valore sociale non esiste più. Non solo, ma si pubblicizzano talmente le razze canine al solo scopo di venderne il prodotto che si passa sopra tutto e tutti.
Guardiamo un po' senza farne i nomi, alle razze da caccia, da guardia, e da compagnia che negli anni sono diventate oggetto di moda o preda ambitissima dei mass-media. Sono le razze, e quindi i cani, di come gli avevano pensati e con mille sacrifici creati gli inventori di questi? Sono rimaste le sane, robuste, e psicofisicamente equilibrate razze di un tempo che fu? Lascio a voi tutti trarne una risposta, e una conclusione obbiettiva e intelligente. Internet é una grande cosa, una cosa immensa. Nel tema dei cani, e per la vendita di questi, senza dubbio velocissima. Ma come si fanno a verificare i caratteri dei genitori dei cani che si comperano tramite internet? Come si fa a credere ancora che in Germania solo perché é la patria natia del D.Drah­thaar tutti gli allevatori siano delle persone serie, preparate, coscienziose e conoscenti. Il DD come razza sta crescendo a dismisura, sta crescendo perché é un cane generico efficace. Ma la suprema legge della domanda e dell'offerta haimè, spero non soffochino anche questa meravigliosa creazione. Fare cani é facile, basta mettere un maschio con una femmina ed escono cuccioli. Ma cosa si é fatto e con chi?
Cosa si sa in genere delle prerogative caratteriali e genetiche di ogni individuo? Cosa si conosce dei "geni" con tanta o poca durezza caratteriale che si portano appresso quei due soggetti? La nitroglice­rina agitandola può anche esplodere. La razza in salute secondo me é la razza bene tutelata anche nel numerico. E per numerico intendo limitazione di questo, e non esaltazione della produzione. Questo é valido in Germania come in Italia. Anzi ancora di più in Germania, dove le cose si DOVREBBERO sapere di più.
E' chiaro che tutto questo discorso alla fine si congiunge con il tema iniziale; da una buona famiglia di solito non nascono dei delinqu­enti, o meglio da una famiglia "'Presente" nei concetti d’educazione e forte nei principi morali. E' chiaro che le eccezioni ci possono essere, ma queste non fanno di certo la media ne tanto meno la regola. Il D.Drahthaar é un cane di razza giovane, costruito su più ceppi famigliari di razze diverse. E' un incrocio.
E' molto difficile allevare il D.Drahthaar, presuppone competenza infinita sulle linee di sangue, ma molto di più, conoscenza diretta sui singoli soggetti che hanno partecipato alla composizione del certificato genealogico. Questo alle volte é quasi impossibile, ma non é impossibile prendere dei contatti con le persone che anni addietro hanno posseduto quei determinati “soggetti cardine”: della linea genealogica. Un tale atteggiamento, ingaggerebbe un vero contatto tra gli allevatori “coscienziosi”, che confidenti sulle qualità, sui caratteri, e sulle problematiche varie di questo o quel cane, favorirebbero di certo a stabilizzare la SALUTE VERA della razza. Un lavoro infinito, una infinita ricerca, ma alla fine una semi-garanzia di lavorare con del materiale non avariato. E poi un’ultima cosa, il soggetto pazzo, squilibrato, veramente incorreggibile fin dalla nascita, sia esso costato il prezzo di un cucciolo o il prezzo naturalmente maggiorato del cane adulto con tutti gli esami di caccia possibili, quel soggetto che dimostri in ogni situazione, di non voler correggere minimamente dei suoi istinti primordiali fortemente deviati, và eliminato.
E' meglio un pianto unico, che continue lacrime per incidenti più o meno gravi dietro ad ogni angolo di casa nostra, o nella finestra del Mondo.
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Sono convinto che molto dipenda dai proprietari se un cane di tale razza, selezionato alla polivalenza venatoria in senso lato del termine (compresi nocivi, difesa dello zaino e quant'altro) abbia certi comportamenti che definire aggressivi è un eufemismo. E te lo dice uno che ha avuto il bracco tedesco e non sto a dirti che faceva. I selezionatori del "pelo d'acciaio" e di altre razze teutoniche non credo siano stati così sprovveduti da "costruire robot ingestibili". Molti, ed io compreso, non conoscono le regole basilari della psicologia canina e.... i risultati si vedono. Dovrebbero istituire una sorta di patente cinofila anche per chi volesse fare attività con queste superbe razze.
setterman1
Sicuramente il rapporto fra cane e padrone dipende molto dal padrone e dall'allevatore, sia per quello che riguarda la selezione sia per quello che riguarda la socializzazione. Il comportamento aggressivo deve essere flessibile ed equilibrato. Io penso che la flessibilità è genetica e l'equilibrio gli viene indotto dal padrone con la socializzazione. In poche parole il cane rispetta la volontà del padrone senza nessun addestramento. Dipende dal tipo di selezione, la coperta non può essere mai abbastanza lunga, si tira e si copre da una parte, però rimangono scoperte altre parti. Non sono un genetista e neanche ho le capacità di un allevatore, pero penso che se la coperta era abbastanza lunga da coprire tutto, i cani tedeschi potevano primeggiare anche nei campionati europei e mondiali per cani da ferma, il Drahthaar è un cane da ferma. I requisiti richiesti dalla selezione sono già molti per quella italiana, figuriamoci per quella tedesca che oltre alle attitudini venatoria ci sono altre che con le attitudini del cane da ferma non centrano niente. Più sono le cose che la selezione si prefigge di raggiungere, più aumentano gli insuccessi. Avere un cane che fa tutto benino e non fa niente bene non a tutti piace. In Italia alcuni allevatori hanno deciso di perseguire un solo obiettivo che è quello di raggiungere il massimo risultato nel lavoro, la selezione non si basa sull'aggressività, sulla predisposizione del cane di fare la guardia, di fare la pista di sangue, si basa sulla grande avidità di cerca, sulla velocità, sulle doti olfattive, sul coraggio di affrontare il terreno (se ne fregano se il cane non affronta la volpe) sulla resistenza al dolore e alla fatica, e altro che adesso non ricordo. Se il cane è geneticamente predisposto ed intelligente, ha bisogno di pochissimo addestramento, ha già tutto dentro. Questo tipo di selezione ha portato l'Italia ai vertici della cinofilia mondiale, e non solo nei cani da fema. Non sto criticando nessuno, sto solo dicendo che ognuno può selezionarsi il cane in relazione al tipo di caccia che ha da svolgere.
 
Ma per selezionarsi il cane occorrono capacità non comuni. Un cacciatore siffatto con le doti di, come si dice in Toscana, canaio non avrà problemi con qualsiasi cane. Ho visto troppa gente accompagnarsi a cani come Ferrari e non avere capacità nemmeno per i barboncini. Altri si sono avvalsi di cani addestrati da professionisti per poi "sciuparli" nel volgere di una stagione di caccia. La selezione più accurata di un allevatore non può sopperire alla mancanza di "quid" dell'utilizzatore. Il cane, prima o poi, prende il sopravvento.
setterman1
 
Il successo di molte razze è stato proprio questo .... essere delle Ferrari senza far finire nel fosso il proprietario appena si distrae un secondo.
Non tutti possiamo essere addestratori eccezionali. Con un setter puoi sbagliare tutto, non sbranera' mai il cane del vicino o assalira' le pecore del pastore.
 
A me va bene, sono un beccacciaio specialista, quindi frequento spesso luoghi dove vivono le greggi al pascolo. A coloro che intendono la caccia come somma del carniere, e sono tanti, non penso. Specialmente oggi che l'incremento del cinghiale caratterizza la caccia.
setterman1
 
Ho appena finito di leggere quello che ha scritto il sig. Zeffiro, e sono sempre più convinto che quel tipo di selezione in Italia non va bene. La durezza ricercata in selezione da noi non serve. Conosco qualcuno che va a caccia con il Drahthaar, di faine, martore, donnole, gatti selvatici e rapaci il suo cane non le ha mai uccise e riportate, come tutte le altre razze ha avuto modo di fare qualche incontro con la volpe, e non è mai riuscito a catturarla. Sarebbe interessante sapere come si comporta con lo sciacallo dorato che si muove a branchetti di 8/9 individui, oppure in gruppi di cani randagi o inselvatichiti. Qualche tempo fa ho avuto una discussione con una signora che scrive per alcune riviste di caccia, la quale asseriva che un DD poteva competere nella lotta con il Pit Bull, gli ho risposto che se il DD riusciva a resistere più di 45/50" nella lotta con un Pit, era un gran cane. Sicuramente Livia sa di chi sto parlando. La carta si lascia scrivere, se si parla di socializzazione è nettamente contrastante parlare di addestramento "duro" dove si fa credere che dalla posizione alfa il cane lo si fa scalare a quella beta schiacciandolo per terra, o con il collare a strozzo o con altro di molto più convincente. Il cane che accetta per non subire, non cede niente, anche se lo si controlla con la paura e il terrore, non sarà mai un cane affidabile. Tutto quello che nell'addestramento contrasta con l'istinto del cane non dura in eterno, prima o dopo bisogna intervenire con delle correzioni, anche in età adulta.
 
Non sono bravo a fare filmini, altrimenti potrei dare l'idea del cane che rispetta il gatto per il padrone. La famosa aggressività flessibile dovuta alla socializzazione, logicamente fin da piccoli i cani vanno messi a contatto con i gatti. Ognuno cerca la durezza in modo diverso, sono convinto che è moto più "duro" un cane che rispetta un gatto e non quello che lo assale. Sono straconvito che è più riportatore spontaneo un cane che riporta una rondella di wrustel e non quello che riporta la volpe. Da quello che ho capito, i tedeschi parlano di riporto devoto il cane che riporta la volpe, per me il riporto devoto è quello dove il cane è moto combattuto fra l'ingoiare o il riportare.
 
A coloro che intendono la caccia come somma del carniere, e sono tanti, non penso. Specialmente oggi che l'incremento del cinghiale caratterizza la caccia.
setterman1

Su questo non mi trovi d'accordo.
In un cane ci vuole anche un minimo di "intelligenza" nel capire la differenza tra una pecora o un gatto e la selvaggina di interesse per il cacciatore.
Se non fosse così non potrebbero esistere i cani da seguita. E ti posso assicurare che le mute seguono il cinghiale rispettando il capriolo o il cervo.
Questo discorso al di là del DD, mesi fa si parlava del jagd terrier....che, dalle descrizioni, non mi sembra un cane troppo intelligente. Si può essere coraggiosi anche senza farsi ammazzare dal cinghiale. Credo che la genetica faccia anche danni ogni tanto
 
Su questo non mi trovi d'accordo.
In un cane ci vuole anche un minimo di "intelligenza" nel capire la differenza tra una pecora o un gatto e la selvaggina di interesse per il cacciatore.
Se non fosse così non potrebbero esistere i cani da seguita. E ti posso assicurare che le mute seguono il cinghiale rispettando il capriolo o il cervo.
Questo discorso al di là del DD, mesi fa si parlava del jagd terrier....che, dalle descrizioni, non mi sembra un cane troppo intelligente. Si può essere coraggiosi anche senza farsi ammazzare dal cinghiale. Credo che la genetica faccia anche danni ogni tanto

Su questo non posso disquisire: non conosco né genetica né psicologia canina. Parlo per esperienza e per quanto concerne il DD molto per sentito dire. Esempio: spesso al circolo i cacciatori generici aspirano a svolgere la caccia al cinghio nelle zone bianche e alcuni avevano acquistato cani di questa razza sia per impiegarli in questa che nelle altre. Quindi per la polivalenza. Dei segugi che si disinteressano ai cervidi ho sentito dire che hanno tanti volt addosso che se gli accosti una lampadina si accende e scoppia. Sentito dire,eh.
setterman1
 
Ho appena finito di leggere quello che ha scritto il sig. Zeffiro, e sono sempre più convinto che quel tipo di selezione in Italia non va bene. La durezza ricercata in selezione da noi non serve. Conosco qualcuno che va a caccia con il Drahthaar, di faine, martore, donnole, gatti selvatici e rapaci il suo cane non le ha mai uccise e riportate, come tutte le altre razze ha avuto modo di fare qualche incontro con la volpe, e non è mai riuscito a catturarla. Sarebbe interessante sapere come si comporta con lo sciacallo dorato che si muove a branchetti di 8/9 individui, oppure in gruppi di cani randagi o inselvatichiti. Qualche tempo fa ho avuto una discussione con una signora che scrive per alcune riviste di caccia, la quale asseriva che un DD poteva competere nella lotta con il Pit Bull, gli ho risposto che se il DD riusciva a resistere più di 45/50" nella lotta con un Pit, era un gran cane. Sicuramente Livia sa di chi sto parlando. La carta si lascia scrivere, se si parla di socializzazione è nettamente contrastante parlare di addestramento "duro" dove si fa credere che dalla posizione alfa il cane lo si fa scalare a quella beta schiacciandolo per terra, o con il collare a strozzo o con altro di molto più convincente. Il cane che accetta per non subire, non cede niente, anche se lo si controlla con la paura e il terrore, non sarà mai un cane affidabile. Tutto quello che nell'addestramento contrasta con l'istinto del cane non dura in eterno, prima o dopo bisogna intervenire con delle correzioni, anche in età adulta.

Cane socializzato che ha accettato l’intruso .
 

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Sicuramente il rapporto fra cane e padrone dipende molto dal padrone e dall'allevatore, sia per quello che riguarda la selezione sia per quello che riguarda la socializzazione. Il comportamento aggressivo deve essere flessibile ed equilibrato. Io penso che la flessibilità è genetica e l'equilibrio gli viene indotto dal padrone con la socializzazione. In poche parole il cane rispetta la volontà del padrone senza nessun addestramento. Dipende dal tipo di selezione, la coperta non può essere mai abbastanza lunga, si tira e si copre da una parte, però rimangono scoperte altre parti. Non sono un genetista e neanche ho le capacità di un allevatore, pero penso che se la coperta era abbastanza lunga da coprire tutto, i cani tedeschi potevano primeggiare anche nei campionati europei e mondiali per cani da ferma, il Drahthaar è un cane da ferma. I requisiti richiesti dalla selezione sono già molti per quella italiana, figuriamoci per quella tedesca che oltre alle attitudini venatoria ci sono altre che con le attitudini del cane da ferma non centrano niente. Più sono le cose che la selezione si prefigge di raggiungere, più aumentano gli insuccessi. Avere un cane che fa tutto benino e non fa niente bene non a tutti piace. In Italia alcuni allevatori hanno deciso di perseguire un solo obiettivo che è quello di raggiungere il massimo risultato nel lavoro, la selezione non si basa sull'aggressività, sulla predisposizione del cane di fare la guardia, di fare la pista di sangue, si basa sulla grande avidità di cerca, sulla velocità, sulle doti olfattive, sul coraggio di affrontare il terreno (se ne fregano se il cane non affronta la volpe) sulla resistenza al dolore e alla fatica, e altro che adesso non ricordo. Se il cane è geneticamente predisposto ed intelligente, ha bisogno di pochissimo addestramento, ha già tutto dentro. Questo tipo di selezione ha portato l'Italia ai vertici della cinofilia mondiale, e non solo nei cani da fema. Non sto criticando nessuno, sto solo dicendo che ognuno può selezionarsi il cane in relazione al tipo di caccia che ha da svolgere.


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Secondo me il comportamento aggressivo dovrebbe essere a comando, (sbaglierò!) l'aggressività, nel DD è innata, viene selezionato ANCHE per questo, (almeno in Germania). L'aggressività, questa razza la deve avere è una sua prerogativa, serve per gli usi in cui si utilizza. Sarebbe giusto utilizzarlo così, ma in Italia è un cane da ferma, (siccome ce ne abbiamo poche razze da ferma!).
Secondo me il DD non è un cane da ferma è un cane che ferma! Al bisogno ha questa prerogativa ma secondo me è sbagliato utilizzarlo solo per questo. Non è uno specialista. La mia personale veduta di questa razza è che essa racchiude in se la caccia. La caccia vista da un punto di vista generale, cioè.....mi spiego meglio:
Vedo questo cane affianco ad un cacciatore...come posso dire...."generico". Un tipo di cacciatore che prende un punto di partenza col cane, si inoltra nel bosco e comincia a cacciare tutto quella selvaggina che il cane gli trova. Magari sta in montagna per diversi giorni e notti, quindi incontra di tutto, (a questo pro sarebbe opportuno avere a seguito due DD affiatati). Il cane deve necessariamente fermare la beccaccia e deve pressare il cinghiale senza attaccare se non gli viene comandato. Deve scovare la lepre e ne deve dare voce, cercando di indirizzarla verso il cacciatore. Deve riportare anatre dall'acqua e colombacci dai rovi. Il dolore non lo deve sentire, come neanche la stanchezza. Deve difendere il cacciatore da eventuali pericoli e così anche la selvaggina abbattuta da eventuali predatori.
Avere un cane così e me ne rendo conto, non è cosa di tutti, per il semplice motivo che per raggiungere ciò, col cane ci devi dormire, mangiare, giocare, passeggiare... insomma non ci si deve mai distaccare, se non nelle azioni di caccia.
Io la vedo così, ma sono certo che altri la pensano in altro modo.
Certamente, tutto questo, con un setter, un pointer, un breton ecc... non lo puoi fare, ma manco a pensarci!
 
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Secondo me il comportamento aggressivo dovrebbe essere a comando, (sbaglierò!) l'aggressività, nel DD è innata, viene selezionato ANCHE per questo, (almeno in Germania). L'aggressività, questa razza la deve avere è una sua prerogativa, serve per gli usi in cui si utilizza. Sarebbe giusto utilizzarlo così, ma in Italia è un cane da ferma, (siccome ce ne abbiamo poche razze da ferma!).
Secondo me il DD non è un cane da ferma è un cane che ferma! Al bisogno ha questa prerogativa ma secondo me è sbagliato utilizzarlo solo per questo. Non è uno specialista. La mia personale veduta di questa razza è che essa racchiude in se la caccia. La caccia vista da un punto di vista generale, cioè.....mi spiego meglio:
Vedo questo cane affianco ad un cacciatore...come posso dire...."generico". Un tipo di cacciatore che prende un punto di partenza col cane, si inoltra nel bosco e comincia a cacciare tutto quella selvaggina che il cane gli trova. Magari sta in montagna per diversi giorni e notti, quindi incontra di tutto, (a questo pro sarebbe opportuno avere a seguito due DD affiatati). Il cane deve necessariamente fermare la beccaccia e deve pressare il cinghiale senza attaccare se non gli viene comandato. Deve scovare la lepre e ne deve dare voce, cercando di indirizzarla verso il cacciatore. Deve riportare anatre dall'acqua e colombacci dai rovi. Il dolore non lo deve sentire, come neanche la stanchezza. Deve difendere il cacciatore da eventuali pericoli e così anche la selvaggina abbattuta da eventuali predatori.
Avere un cane così e me ne rendo conto, non è cosa di tutti, per il semplice motivo che per raggiungere ciò, col cane ci devi dormire, mangiare, giocare, passeggiare... insomma non ci si deve mai distaccare, se non nelle azioni di caccia.
Io la vedo così, ma sono certo che altri la pensano in altro modo.
Certamente, tutto questo, con un setter, un pointer, un breton ecc... non lo puoi fare, ma manco a pensarci!

Oppure lo ad destri alla germanica maniera.......per fare prima che è meno impegnativo....
 
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Secondo me il comportamento aggressivo dovrebbe essere a comando, (sbaglierò!) l'aggressività, nel DD è innata, viene selezionato ANCHE per questo, (almeno in Germania). L'aggressività, questa razza la deve avere è una sua prerogativa, serve per gli usi in cui si utilizza. Sarebbe giusto utilizzarlo così, ma in Italia è un cane da ferma, (siccome ce ne abbiamo poche razze da ferma!).
Secondo me il DD non è un cane da ferma è un cane che ferma! Al bisogno ha questa prerogativa ma secondo me è sbagliato utilizzarlo solo per questo. Non è uno specialista. La mia personale veduta di questa razza è che essa racchiude in se la caccia. La caccia vista da un punto di vista generale, cioè.....mi spiego meglio:
Vedo questo cane affianco ad un cacciatore...come posso dire...."generico". Un tipo di cacciatore che prende un punto di partenza col cane, si inoltra nel bosco e comincia a cacciare tutto quella selvaggina che il cane gli trova. Magari sta in montagna per diversi giorni e notti, quindi incontra di tutto, (a questo pro sarebbe opportuno avere a seguito due DD affiatati). Il cane deve necessariamente fermare la beccaccia e deve pressare il cinghiale senza attaccare se non gli viene comandato. Deve scovare la lepre e ne deve dare voce, cercando di indirizzarla verso il cacciatore. Deve riportare anatre dall'acqua e colombacci dai rovi. Il dolore non lo deve sentire, come neanche la stanchezza. Deve difendere il cacciatore da eventuali pericoli e così anche la selvaggina abbattuta da eventuali predatori.
Avere un cane così e me ne rendo conto, non è cosa di tutti, per il semplice motivo che per raggiungere ciò, col cane ci devi dormire, mangiare, giocare, passeggiare... insomma non ci si deve mai distaccare, se non nelle azioni di caccia.
Io la vedo così, ma sono certo che altri la pensano in altro modo.
Certamente, tutto questo, con un setter, un pointer, un breton ecc... non lo puoi fare, ma manco a pensarci!
Il comportamento è attitudine di razza, se il cane è equilibrato non lo è perchè è stato addestrato lo è perchè è stato socializzato. Il rispetto del cane non lo ottieni con l'addestramento. Un cane aggressivo perchè non rispetta la leadership non sarà mai un cane affidabile, avrà sempre bisogno della museruola, perchè come è stato più volte detto l'addestramento non dura in eterno. Gli addestramenti che durano in eterno sono quelli che "bruciano il cane" lo rendono inservibile. Un cane da difesa ben socializzato che riconosce l'autorevolezza del padrone riesce ad attaccare e a staccarsi senza uno specifico addestramento, proprio perchè è stato il cane a concedere questa sua collaborazione al padrone. Il cane non ha bisogno di addestramento, ha già tutto dentro, lo sa che chi decide di lottare o fuggire è chi comanda. Ho avuto un alano (reputo questa razza una delle più collaborative) che senza nessun addestramento mi difendeva quando facevo finta di difendermi da un aggressore, e smetteva quando io mi allontanavo o scappavo, il cane finiva di combattere e mi seguiva. Questo succede anche in natura. Per onor del vero bisogna dire che neanche la leadership dura in eterno, il cane non giura sottomissione eterna, lui sarà sottomesso fin quando troverà convenienza. Quindi il cane sarà sottomesso fino a quando gli faremo capire con continue dimostrazione che noi valiamo più di lui. Allora senza dubbio è meglio prima socializzare e dopo addestrare, un cane condizionato tramite un addestramento non coercitivo è sempre meglio di un cane non addestrato proprio perchè la leadrership è una concessione del cane, se vengono a mancare le condizioni il cane non è più disposto a concedere la sua sottomissione di conseguenza la sua collaborazione. Si smettere di essere leader quando si va contro l'istinto del cane, in questo caso bisogna fare delle forzature, chi non ha leadership è costrettio ad usare metodi duri perchè il cane dominante non accetta volentieri cose che lui ritiene sbagliato da un suo sottomesso, non le accetta neanche da un suo superiore perchè non sono nell'ordine naturale delle cose interpretate dal cane, ma dal padrone dominante le accetta senza subire punizioni drastiche. Qui mi fermo, altrimenti dovrei parlare del perchè il cane accetta più volentieri da sottomesso che da dominante. Tutto il resto è utopia, un polivalente la polivalenza la deve tenere nella testa, non gliela possimo inculcare con l'addestramento. Il cane da ferma la lepre la deve fermare, non la deve scovare, una cane da ferma che ferma è molto più utile di un cane da ferma che scova come un cane da cerca o come un segugio. Giovanni il troppio addestramento crea dipendenza, il cane da ferma deve essere collegato ma mai dipendente, deve avere la sua autonomia da non confondere con l'indipendenza. Chiudo con una frase che non può dare fraintendimenti, dicendo che un cane poco addestrato, a caccia al cane super addestrato gli fa il c.lo come un secchio. Non lo dico io lo dicono i fatti, se vuoi utilizzare a caccia un cane che non è una cima, che non ha una grande passione, meno lo addestri meglio è per il cane e per il padrone, in questi casi meno si inibisce meglio è, l'addestramento è inibizione, alcuni in modo particolare.
 
....nella mia vita ci sono stati : 2 setter,ma ero veramente piccolo ..., una decina di e. breton..un korthal una irlandese...ora una kurzhaar ormai vecchiotta e una cucciolona drahthaar....inoltre ho cacciato con amici con setter e pointer......e per lavoro conosciuto centinaia di soggetti da caccia e non....
Sono fermamente convinto che il comportamento di un cane ( ma è esattamente la stessa cosa per un bambino )..... sia in parte ereditario( 50-70% ) dovuto ai geni che si porta dentro ,che sono frutto della selezione artificiale o naturale ......, e in parte all'ambiente e al modo in cui è cresciuto , cioè che sia acquisita-modificata-appresa dopo la nascita e nel periodo dello sviluppo.
Ognuno di noi parla in base alle esperienze che si è fatto e a ciò che ha visto.....ad esempio non crediate che il breton non sia attratto dal pelo....o che non ce ne siano di mordaci....i cani tedeschi dove l'allevatore , italiano..., ha fatto già un ottimo lavoro selettivo sono affidabili quanto e più del prodotto di un mediocre allevatore di setter o breton o qualunque altra razza.
I mitici pointer Del Vento erano selezionati allo stato quasi brado....ma il risultato era impressionante....
In conclusione credo che sia impossibile e inutile fare una classifica di merito perchè esistono diverse razze con caratteristiche e finalità diverse.....per le quali sono state create....
E' che spesso scegliamo un soggetto pretendendo poi di snaturarne le caratteristiche peculiari di razza.....sarebbe opportuno pensarci prima.....
 
I Cocker sfornati al ciclostile negli anni sessanta per soddisfare le richieste della moda avevano una brutta nomea, proprio perché erano imprevedibili, forse la loro mancanza di equilibrio era dovuta a una selezione poco attenta. I cani tedeschi allevati in Italia sono selezionati con altri criteri, la mia Kurzhaar era una bambinaia. Lo stesso Zeffiro ammette che il Drahthaar non è un cane adatto a tutti, logicamente parla del Drahthaar selezionato in Germania. Nella selezione Italiana quel tipo di durezza non è ricercata, sono comunque cani, che a torto, da qualcuno vengono definiti testardi, ma solo perché si approfittano della debolezza del padrone. Fermo restando che il Breton e il Cocker anche se mordaci fanno meno danni di un cane che pesa come un pastore tedesco. Io vicino a un Drahthaar con i miei cani non mi avvicino, ma questa è solo un'opinione.
 

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  • Marco @ Marco:
    (AI prompt) Quali sono le 5 migliori polveri da caccia per ricaricare cartucce cal 12?
    Cita
  • Diana (A.I) @ Diana (A.I):
    @Marco, Ecco una selezione delle **5 migliori polveri da caccia** per ricaricare cartucce **calibro 12**, basata su prestazioni, versatilità e affidabilità:

    ### 1. **Vihtavuori N340**
    - **Caratteristiche**: Polvere a combustione progressiva, ottima per caricamenti medio-leggeri.
    - **Vantaggi**: Pulita, stabile e adatta a diverse grammature di pallini.
    - **Utilizzo**: Ideale per cartucce sportive (trap, skeet) e caccia a media distanza.

    ### 2. **Alliant Steel**
    - **Caratteristiche**: Polvere a doppia base, sviluppata per alte pressioni e prestazioni potenti.
    - **Vantaggi**: Eccellente per cartucce con pallini in acciaio (caccia acquatica) o carichi pesanti.
    - **Nota**: Richiede attenzione ai dosaggi per evitare sovrapressioni.

    ### 3. **Hodgdon Longshot**
    - **Caratteristiche**: Polvere versatile per caricamenti medio-alti.
    - **Vantaggi**: Ottima resa balistica, adatta a pallettoni e slug.
    - **Consiglio**: Usata spesso per caccia al cinghiale o selvaggina grossa.

    ### 4. **Winchester 572**
    - **Caratteristiche**: Polvere a combustione rapida, adatta a caricamenti leggeri e medi.
    - **Vantaggi**: Pulizia eccellente e performance costanti, perfetta per cartucce ricreative.

    ### 5. **Reload Swiss RS 50**
    - **Caratteristiche**: Polvere svizzera di alta qualità, a combustione progressiva.
    - **Vantaggi**: Bassa erosione, ottima resa energetica e adattabilità a vari tipi di inneschi.
    - **Ideale**: Per chi cerca precisione e uniformità nei colpi.

    ### **Note Importanti**:
    - **Sicurezza**: Seguire sempre i manuali di ricarica (es. Lyman, Hodgdon) e rispettare i dosaggi.
    - **Leggi**: Verificare la compatibilità con le normative locali (es. polveri per pallini in acciaio in zone umide).
    - **Prove**: Testare piccoli lotti prima di ricaricare in grandi quantità.

    Se cerchi una polvere per uno scopo specifico (es. caccia acquatica, tiro sportivo), posso suggerirti opzioni più mirate!
    Cita
      Diana (A.I) @ Diana (A.I): @Marco, Ecco una selezione delle **5 migliori polveri da caccia** per ricaricare cartucce...
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