Torno a scrivere per aggiornare la situazione dalle mie parti. I tordi in bassa Sabina sono pochini e cacciarli per avere qualche risultato non può dare esiti costanti. Fai il gitano tastando qua e là terreni dove non hanno raccolto le olive o anche solo dove uno sporco, più "sporco" di anni precedenti, accoglie qualche bottaccio o merlo.
Non spari quando vai a fare la spia e rimandi il tutto al primo giorno disponibile. I rientri da un mese a questa parte mi hanno offerto le canoniche cinque o sei fucilate in zona Cesarini. Se non ti accontenti non vai ma ormai ho preso l'abitudine di fare gli ultimi tre quarti d'ora sapendo che la parte consistente di questi "mini" appolli avverrà quasi a sera..e sono i colpi che preferisco. Rientri di venti minuti e spolli di un quarto d'ora. Potrebbe risolversi così la giornata d'un tordaiolo svogliato e con molti impegni di lavoro o familiari. Nelle riserve sabine questi tempi di caccia si dilatano un pò di più. Ieri, a Moricone, credo il primo rientro, hanno sparato dalle 15,30. Io, non lontanissimo da questi bagordi venatici, sono riuscito a prendere i miei quattro tordi iniziando a vederne un'ora dopo da quell'orario. Questa raccontata è la trafila d elle ultime due settimane di caccia. Prima di queste gli spolli sono stati un pò meno inconsistenti e i cinque o sei uccelli, subito dopo l'albetta, potevi già averli in catana se il sistema della rotazione, lasciando riposare il posto per 7 / 10 giorni, funzionava. Da metà novembre insieme a due amici abbiamo passato tre pomeriggi al rientro dei merli in montagna, tra faggete e spinare. Lì le piazzole sono rocciose e i sassi acuminati ma il rientro è stato gradevole, iniziava almeno un'ora prima e nelle prime due circostanze i risultati sono stati da: "vattelappijànderc.." di Parigina memoria.
Una caccia sempre più rinnovata, compiuta nelle osservazioni, nel piacere dell'attesa nelle campagne, in uno spollo inondato dalla luna di ieri mattina, in un sorso dalla boccetta di caffè ormai in pianta stabile nella tasca della cacciatora o nel mangiare un mandarino per "farsi" la bocca, qualche colpo di chioccolo. Una cartucciera e pochi altri colpi in tasca sono di solito sufficienti per compiere queste schermaglie senza volersi abbandonare alla voluttà del tiro a tutte le distanze. Un amico che vive la cosa come te, in siffatte situazioni, è il più bel tributo che la passione ti avrà versato.