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Ciao Mauro, scusa se ti rispondo solo adesso, ma ho avuto delle giornate piene, e l’argomento delle canne mi intriga troppo - ed ora che posso affrontarlo con un esperto - vorrei farlo senza fretta.

Intanto grazie per avermi confortato sulla sorte delle aziende bresciane produttrici di armi, la tua risposta mi ha tolto un bel peso dal cuore.

Veniamo alle tue risposte.
Ottima la tua considerazione in merito allo spessore del bossolo
Ho verificato, tagliandoli al centro, due bossoli di marca diversa e gli spessori interni - misurati con il calibro oscillano intorno ai 18,5 mm - tuttavia la misura è tutt’altro che semplice, perché la plastica si deforma facilmente ed è probabile che la misura sia per difetto.
La misura interna di 18,9, da te indicata, è sicuramente giusta. Dunque potremmo affermare che i fucili camerati 18,9 non hanno raccordo, la carica esce e va subito in foratura.

Vero è che anche, partendo da un diametro interno del bossolo di 18,5 mm (come ho misurato io) la carica sparata in una canna sovralesata 18,9 quando entra in foratura, anziché trovare un cono a stringere troverà un cono “ad allargare” e dunque in ogni caso non una costrizione.
Questo è vero solo nel caso in cui il bossolo della cartuccia sia lungo esattamente quanto la camera di scoppio. Se spariamo una cartuccia da 70 mm in una camera da 76 mm ci saranno sempre questi 6 mm di spazio con diametro 20,3 prima di entrare in foratura, una situazione sicuramente non ottimale.

Il fatto che i pallini dopo la “mazzata” ricevuta dalla polvere - siano convogliati in un cono che, di fatto, anche se di poco li costringe ad assumere una forma più stretta: comprimendo di fatto i pallini periferici verso il centro - non mi piace per niente. Con la spinta ed il calore a cui sono sottoposti in quegli attimi in cui escono dalla camera di scoppio, dubito che attraversando il raccordo alcuni non si deformino.

Veniamo all’acciaio. Tu consigli un UM7 dunque un 35CroMo4 a metà strada fra un UM8 (42CroMo4) ed un meno duro UM6 (30CroMo4).
Per chi non vuole perdere qualche nottata, (come ho fatto io cavandoci a malapena l’essenziale), per cercare di capirci qualcosa fra bonifica, tempra, rinvenimento, ricottura, normalizzazione, distensione, martensite, nitrurazione ecc… vi dico che partendo dall’UM8 con valore 42 di carbonio si arriva all’UM6 con valore 30 di carbonio. Più il valore di carbonio è alto più il materiale è duro e difficilmente lavorabile.
Con queste tre sigle di acciaio, (UM6-7-8) unitamente al C40, a quanto ho capito, sono state prodotte una buona parte delle canne dei fucili nostrani anche di pregio.

Le opinioni sulla qualità dei tipi di acciaio - sono più numerose che sulla bellezza delle femmine - e le visioni discordanti non mancano.

Per quello che è il mio sapere l’acciaio migliore viene ritenuto l’UM8, ma la sua maggior durezza ne rende più difficile e costosa la lavorazione per questo motivo molti fabbricanti non lo usano per le loro canne.
Hanno usato o usano questo acciaio la Bernardelli, la Fabarm, a quel che so anche Bioni, e perfino la Beretta nella variante 40CroMo4.

L’UM6 è il meno duro ma se bonificato come Dio comanda (indurito) è considerato comunque molto valido.
Fra i nomi più noti fra coloro che hanno usato questo acciaio ci sono i fratelli Piotti e il cannoniere Biagini di Urbisaglia.

Il C40 sembrerebbe un acciaio con caratteristiche meccaniche piuttoto modeste, ma con questo acciaio sono state prodotte le leggendarie canne Manufrance Saint Etienne montate nei primi anni da Benelli nei suoi semiautomatici, nonché numerose canne per fucili di fascia medio-bassa.

In merito all’UM7 non ho trovato un granché ma trattandosi di un accaio con titolo di carbonio intermedio fra il 30 ed 42 non dubito che sia ottimo.

Tutte le informazioni condivise sono tratte da documenti letti sui libri e sul web o dal dialogo con amici più o meno competenti, di cui NON HO CERTEZZA SULLA VERIDICITA’, tranne che per la canna del Fabarm la cui composizione mi venne riferita personalmente da Torosani ad una Exa di molti anni fa.

Sento parlare spesso della “elasticità” degli acciai e di acciai “dolci”.
A quello che ho capito io, gli acciai dolci sono tali perché avendo un contenuto di carbonio più basso sono meno duri e dunque si lavorano più facilmente.
Il fatto che sono dolci non significa che si “dilatano” al passaggio dei pallini. La dilatazione, a patto che ci sia, è dell’ordine dei micron… dubito che influenzi la carica.
Una acciaio più duro avrà (ovviamente) una resistenza meccanica superiore a quello più tenero, dunque - a parità di resistenza meccanica – la canna prodotta con un acciaio più duro avrà uno spessore più sottile e dunque risulterà “più elastica” di quella con acciaio dolce.
Infatti le canne Breda dei tempi di Bottura, realizzate con la famosa martellatrice su barre di eccellente acciaio al cromo vanadio, se paragonate alle canne standard hanno uno spessore leggermente più sottile e colpite con un martelletto vibrano che è un piacere.

Altro acciaio che mi intriga è il 39NiCroMo3. Un trilegato che con l’aggiunta del nichel dovrebbe avere ottime caratteristiche di resistenza alla corrosione, ideale per canne non cromate internamente. Mi farebbe molto piacere sapere cosa pensano di questo acciaio coloro che lo conoscono.

La moderna metallurgia ci mette a disposizione anche altri acciai eccellenti come il superlativo Maraging 350 … ma fermiamoci qui.

Se Mauro ne ha voglia - e lo ritiene opportuno - ci dirà in maniera esaustiva per quali caratteristiche alla fine ha scelto l’UM7 e in cosa lo ritiene superiore.

Ma quello che vorrei capire è in che modo “l’elasticità dell’acciaio” possa influire: - come e in che misura - su una carica di pallini che attraversa la canna in 2-3 millisecondi.

E poi… se una canna è divisa in: camera di scoppio, cono di raccordo, anima cilindrica e strozzatura, vorrei anche capire cosa sono e dove vengono realizzati questi misteriosi “profili” che renderebbero una canna eccellente a caccia - piuttosto che eccellente come attizzatoio per il camino…

Ok per la foratura dal pieno, ok - con qualche riserva - per la camera da 76, ok per il cono di raccordo lungo.

Foratura 18,4 - o 18,6 per canne destinate a sparare sulle brevi distanze. Perché? Perché la foratura più ampia dovrebbe favorire il tiro sulla breve distanza? Onestamente questo non l’ho capito.

Ma quello che mi ha favorevolmente stupito è la possibilità di dare una conicità di 0,1-0,2 mm su tutta l’anima della canna ovvero per tutta la sua lunghezza. Pensavo che questa operazione fosse lunga, laboriosa e difficilmente praticabile, ma a quanto sembra non è così.
A conclusione del mio discorso dirò cosa ho in mente.

Lunghezza della canna 71 cm. ok

Bindella superiore parziale 10 cm. in corrispondenza della carcassa e 10 cm in volata.
Cioè fammi capire hai in mente una canna con un pezzetto di bindella in cima e uno in fondo e fra le due bindelle la canna è libera? Il pezzo di canna libera fra le due bindelle non inficia la linea di mira?

Ok eviteresti la cromatura interna cromando solo camera e cono, ma l’acciaio UM7 che usi che grado di resistenza alla corrosione possiede?
Attualmente, con le canne cromate, (a meno che non si bagnino), le pulisco all’interno 2-3 volte l’anno. La canna non cromata con che frequenza va pulita internamente per evitare le fastidiose corrosioni?

La cromatura della canna va evitata perché il sottile strato di cromo indurisce superficialmente l’acciaio riducendo la sua elasticità?

Le canne “speciali” devono avere caratteristiche particolari che le canne comuni non hanno, dunque o devono “concentrare” per sparare molto lontano, o devono “allargare” per sparare molto vicino.

La mia necessità è quella di allungare il tiro.

La canna che ho in mente dovrebbe avere una cameratura che si collega immediatamente con l’anima SENZA raccordo. Siccome non mi interessano gli strozzatori La strozzatura la spalmerei in tutta la lunghezza della canna con una conicità lineare fino alla fine, senza bocchetto.


La mia idea è quella di stressare il meno possibile i pallini con costrizioni repentine e di convogliare la carica in una conicità lunga e progressiva, dove la rosata si “incanala” lentamente su tutta la lunghezza piuttosto che in 10 cm di cono finale, acquistando anche un minimo di velocità per l’effetto Venturi.

Dunque la carica dovrebbe entrare subito in foratura senza raccordo e proseguire il suo tragitto in una canna conica la cui strozzatura è ”spalmata” su tutta la canna.

In una strozzatura così lunga la pendenza potrebbe essere anche maggiore dei canonici 10 decimi perché i pallini hanno più tempo di “modellarsi” lungo il tragitto. Almeno in teoria, - dentro la mia testa, - il vantaggio sulla concentrazione della rosata è evidente.

La canna potrebbe essere dotata di fori ported debitamente posizionati per contrastare a meglio l’effetto dell’impennamento.

La bindella o nella versione suggerita da Mauro o in carbonio tipo Benelli in modo da non creare irrigidimenti né deleterie saldature lungo la canna.

Termino qui il mio intervento, chiedendo scusa per tutte le inesattezze che potrei aver scritto – confidando che qualcuno pietosamente le correggerà.

Aspetto le considerazioni di tutti e in particolar modo (ovviamente) quelle di Mauro.

Colgo l’occasione per augurare a tutti una serena Pasqua.

Un saluto

Maurizio

Minkia...

tutte 'ste cazzate per cercare cosa?! Il pelo nell'uovo?

[lol.gif]

Se vuoi tirare più lontano cambia materiale! [ilre.gif]

Giacché ti sei messo a contemplare le minkiate varie (pardon dettagli tecnici della canna), non dimenticare come al solito un elemento molto molto molto importante... ;)
 
Che ne dici di essere più costruttivo nei tuoi interventi invece di scrivere “minchiate” ? si sta cercando di portare avanti una discussione seria visto anche il livello di alcuni partecipanti, scegli se farne parte oppure di astenerti.
 
Credo che non si andrà molto lontano sentendo queste cose... L'ingegnere forse avrà capito a cosa mi riferisco...

PS. Ho enormi difficoltà ad entrare nei post. Non credo sia problema di linea...
 
Mi... uno si impegna, perde un sacco di tempo, per mettere a conoscenza gli altri, (Che non conosce tra l'altro), per fare piacere, un favore. E poi se ne esce Magnum71 e dice che sono "cazzate". Non me l'aspettavo da te, se vuoi intervenire, spiega perchè sono cazzate e delucidaci esponendo i tuoi dati.
 
Ciao Mauro, scusa se ti rispondo solo adesso, ma ho avuto delle giornate piene, e l’argomento delle canne mi intriga troppo - ed ora che posso affrontarlo con un esperto - vorrei farlo senza fretta.

Intanto grazie per avermi confortato sulla sorte delle aziende bresciane produttrici di armi, la tua risposta mi ha tolto un bel peso dal cuore.

Veniamo alle tue risposte.
Ottima la tua considerazione in merito allo spessore del bossolo
Ho verificato, tagliandoli al centro, due bossoli di marca diversa e gli spessori interni - misurati con il calibro oscillano intorno ai 18,5 mm - tuttavia la misura è tutt’altro che semplice, perché la plastica si deforma facilmente ed è probabile che la misura sia per difetto.
La misura interna di 18,9, da te indicata, è sicuramente giusta. Dunque potremmo affermare che i fucili camerati 18,9 non hanno raccordo, la carica esce e va subito in foratura.

Vero è che anche, partendo da un diametro interno del bossolo di 18,5 mm (come ho misurato io) la carica sparata in una canna sovralesata 18,9 quando entra in foratura, anziché trovare un cono a stringere troverà un cono “ad allargare” e dunque in ogni caso non una costrizione.
Questo è vero solo nel caso in cui il bossolo della cartuccia sia lungo esattamente quanto la camera di scoppio. Se spariamo una cartuccia da 70 mm in una camera da 76 mm ci saranno sempre questi 6 mm di spazio con diametro 20,3 prima di entrare in foratura, una situazione sicuramente non ottimale.

Il fatto che i pallini dopo la “mazzata” ricevuta dalla polvere - siano convogliati in un cono che, di fatto, anche se di poco li costringe ad assumere una forma più stretta: comprimendo di fatto i pallini periferici verso il centro - non mi piace per niente. Con la spinta ed il calore a cui sono sottoposti in quegli attimi in cui escono dalla camera di scoppio, dubito che attraversando il raccordo alcuni non si deformino.

Veniamo all’acciaio. Tu consigli un UM7 dunque un 35CroMo4 a metà strada fra un UM8 (42CroMo4) ed un meno duro UM6 (30CroMo4).
Per chi non vuole perdere qualche nottata, (come ho fatto io cavandoci a malapena l’essenziale), per cercare di capirci qualcosa fra bonifica, tempra, rinvenimento, ricottura, normalizzazione, distensione, martensite, nitrurazione ecc… vi dico che partendo dall’UM8 con valore 42 di carbonio si arriva all’UM6 con valore 30 di carbonio. Più il valore di carbonio è alto più il materiale è duro e difficilmente lavorabile.
Con queste tre sigle di acciaio, (UM6-7-8) unitamente al C40, a quanto ho capito, sono state prodotte una buona parte delle canne dei fucili nostrani anche di pregio.

Le opinioni sulla qualità dei tipi di acciaio - sono più numerose che sulla bellezza delle femmine - e le visioni discordanti non mancano.

Per quello che è il mio sapere l’acciaio migliore viene ritenuto l’UM8, ma la sua maggior durezza ne rende più difficile e costosa la lavorazione per questo motivo molti fabbricanti non lo usano per le loro canne.
Hanno usato o usano questo acciaio la Bernardelli, la Fabarm, a quel che so anche Bioni, e perfino la Beretta nella variante 40CroMo4.

L’UM6 è il meno duro ma se bonificato come Dio comanda (indurito) è considerato comunque molto valido.
Fra i nomi più noti fra coloro che hanno usato questo acciaio ci sono i fratelli Piotti e il cannoniere Biagini di Urbisaglia.

Il C40 sembrerebbe un acciaio con caratteristiche meccaniche piuttoto modeste, ma con questo acciaio sono state prodotte le leggendarie canne Manufrance Saint Etienne montate nei primi anni da Benelli nei suoi semiautomatici, nonché numerose canne per fucili di fascia medio-bassa.

In merito all’UM7 non ho trovato un granché ma trattandosi di un accaio con titolo di carbonio intermedio fra il 30 ed 42 non dubito che sia ottimo.

Tutte le informazioni condivise sono tratte da documenti letti sui libri e sul web o dal dialogo con amici più o meno competenti, di cui NON HO CERTEZZA SULLA VERIDICITA’, tranne che per la canna del Fabarm la cui composizione mi venne riferita personalmente da Torosani ad una Exa di molti anni fa.

Sento parlare spesso della “elasticità” degli acciai e di acciai “dolci”.
A quello che ho capito io, gli acciai dolci sono tali perché avendo un contenuto di carbonio più basso sono meno duri e dunque si lavorano più facilmente.
Il fatto che sono dolci non significa che si “dilatano” al passaggio dei pallini. La dilatazione, a patto che ci sia, è dell’ordine dei micron… dubito che influenzi la carica.
Una acciaio più duro avrà (ovviamente) una resistenza meccanica superiore a quello più tenero, dunque - a parità di resistenza meccanica – la canna prodotta con un acciaio più duro avrà uno spessore più sottile e dunque risulterà “più elastica” di quella con acciaio dolce.
Infatti le canne Breda dei tempi di Bottura, realizzate con la famosa martellatrice su barre di eccellente acciaio al cromo vanadio, se paragonate alle canne standard hanno uno spessore leggermente più sottile e colpite con un martelletto vibrano che è un piacere.

Altro acciaio che mi intriga è il 39NiCroMo3. Un trilegato che con l’aggiunta del nichel dovrebbe avere ottime caratteristiche di resistenza alla corrosione, ideale per canne non cromate internamente. Mi farebbe molto piacere sapere cosa pensano di questo acciaio coloro che lo conoscono.

La moderna metallurgia ci mette a disposizione anche altri acciai eccellenti come il superlativo Maraging 350 … ma fermiamoci qui.

Se Mauro ne ha voglia - e lo ritiene opportuno - ci dirà in maniera esaustiva per quali caratteristiche alla fine ha scelto l’UM7 e in cosa lo ritiene superiore.

Ma quello che vorrei capire è in che modo “l’elasticità dell’acciaio” possa influire: - come e in che misura - su una carica di pallini che attraversa la canna in 2-3 millisecondi.

E poi… se una canna è divisa in: camera di scoppio, cono di raccordo, anima cilindrica e strozzatura, vorrei anche capire cosa sono e dove vengono realizzati questi misteriosi “profili” che renderebbero una canna eccellente a caccia - piuttosto che eccellente come attizzatoio per il camino…

Ok per la foratura dal pieno, ok - con qualche riserva - per la camera da 76, ok per il cono di raccordo lungo.

Foratura 18,4 - o 18,6 per canne destinate a sparare sulle brevi distanze. Perché? Perché la foratura più ampia dovrebbe favorire il tiro sulla breve distanza? Onestamente questo non l’ho capito.

Ma quello che mi ha favorevolmente stupito è la possibilità di dare una conicità di 0,1-0,2 mm su tutta l’anima della canna ovvero per tutta la sua lunghezza. Pensavo che questa operazione fosse lunga, laboriosa e difficilmente praticabile, ma a quanto sembra non è così.
A conclusione del mio discorso dirò cosa ho in mente.

Lunghezza della canna 71 cm. ok

Bindella superiore parziale 10 cm. in corrispondenza della carcassa e 10 cm in volata.
Cioè fammi capire hai in mente una canna con un pezzetto di bindella in cima e uno in fondo e fra le due bindelle la canna è libera? Il pezzo di canna libera fra le due bindelle non inficia la linea di mira?

Ok eviteresti la cromatura interna cromando solo camera e cono, ma l’acciaio UM7 che usi che grado di resistenza alla corrosione possiede?
Attualmente, con le canne cromate, (a meno che non si bagnino), le pulisco all’interno 2-3 volte l’anno. La canna non cromata con che frequenza va pulita internamente per evitare le fastidiose corrosioni?

La cromatura della canna va evitata perché il sottile strato di cromo indurisce superficialmente l’acciaio riducendo la sua elasticità?

Le canne “speciali” devono avere caratteristiche particolari che le canne comuni non hanno, dunque o devono “concentrare” per sparare molto lontano, o devono “allargare” per sparare molto vicino.

La mia necessità è quella di allungare il tiro.

La canna che ho in mente dovrebbe avere una cameratura che si collega immediatamente con l’anima SENZA raccordo. Siccome non mi interessano gli strozzatori La strozzatura la spalmerei in tutta la lunghezza della canna con una conicità lineare fino alla fine, senza bocchetto.


La mia idea è quella di stressare il meno possibile i pallini con costrizioni repentine e di convogliare la carica in una conicità lunga e progressiva, dove la rosata si “incanala” lentamente su tutta la lunghezza piuttosto che in 10 cm di cono finale, acquistando anche un minimo di velocità per l’effetto Venturi.

Dunque la carica dovrebbe entrare subito in foratura senza raccordo e proseguire il suo tragitto in una canna conica la cui strozzatura è ”spalmata” su tutta la canna.

In una strozzatura così lunga la pendenza potrebbe essere anche maggiore dei canonici 10 decimi perché i pallini hanno più tempo di “modellarsi” lungo il tragitto. Almeno in teoria, - dentro la mia testa, - il vantaggio sulla concentrazione della rosata è evidente.

La canna potrebbe essere dotata di fori ported debitamente posizionati per contrastare a meglio l’effetto dell’impennamento.

La bindella o nella versione suggerita da Mauro o in carbonio tipo Benelli in modo da non creare irrigidimenti né deleterie saldature lungo la canna.

Termino qui il mio intervento, chiedendo scusa per tutte le inesattezze che potrei aver scritto – confidando che qualcuno pietosamente le correggerà.

Aspetto le considerazioni di tutti e in particolar modo (ovviamente) quelle di Mauro.

Colgo l’occasione per augurare a tutti una serena Pasqua.

Un saluto

Maurizio



Ciao Maurizio,
scusa il ritardo nella risposta ma ho preferito prendermi un briciolo di tempo perché riguardo alle tue domande ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia. Per il momento ho ritenuto fosse meglio dare delle indicazioni generali senza entrare troppo nello specifico per evitare di scrivere un pippone e annoiare. Poi se qualcuno è interessato, si può andare più nei particolari, da parte mia, piena disponibilità per quello che è la mia competenza.
Partiamo dal primo punto: discorso diametro interno dei bossoli e coni di raccordo:
La quota di 18,9 che ho riportato è più o meno indicativa, in funzione dei vari produttori può variare leggermente e non avendo sottomano i dati esatti ho preferito dare una indicazione verso il diametro massimo, comunque al di là del decimo più o decimo meno, mi premeva far capire il concetto…
Come giustamente dici, in qualsiasi condizione, avremo comunque una certa quantità “X” di pallini che andranno a interessare il cono di raccordo, il problema è che tecnicamente è praticamente impossibile riuscire ad annullare questo effetto, l’unico modo sarebbe realizzare la camera con una sorta di scalino tangente al diametro interno della cartuccia e che porti al diametro di foratura esattamente nel punto in cui finisce la cartuccia.
Questo se parliamo di ipotesi e teoria, ma poi nella pratica avremmo una canna che si aprirebbe come una banana alla prima variazione della lunghezza o del diametro interno della cartuccia perché questo eventuale scalino andrebbe a ostacolare il passaggio dei pallini.
L’unica soluzione è l’utilizzo di un cono più o meno lungo che vada a compensare le variazioni delle misure delle cartucce.
A questo punto quali sono i pregi e i difetti di un cono lungo piuttosto che uno corto:
CONO CORTO: Il vantaggio principale è che è molto più semplice da realizzare e quindi più economico, richiede meno lavorazioni (nel 99% dei casi non viene nemmeno lappato), altra caratteristica è che riduce la distanza tra la fine della cartuccia e l’inizio dell’anima di canna.
Ha però degli svantaggi: prima di tutto è meno efficace nella gestione della pressione sviluppata dalla carica (per capirci rapidamente, più il cono è corto e più avremo la parte “periferica” dei gas che tenderanno a rimbalzare in modo radiale verso il centro del tubo andando a creare turbolenza nello sviluppo della forza di spinta). Altro problema dei coni corti è l’effetto del rinculo percepito, che sarà notevolmente maggiore rispetto a una canna con cono lungo.
CONO LUNGO: In questo caso pregi e difetti si invertono, quindi avremo costo e difficoltà di lavorazione maggiori, ma in compenso abbiamo vantaggi nello sfruttare in modo migliore i gas di spinta e un rinculo attenuato; mentre per quanto riguarda la deformazione dei pallini avremo una sensibile riduzione del problema.
Nel caso che utilizzassimo per esempio cartucce da 70 in camera da 76 queste differenze di risultato tenderanno ad aumentare.
Veniamo alla questione acciai, prima di entrare nello specifico è fondamentale chiarire alcuni concetti base nella scelta dell’acciaio più adatto alla produzione della canna che vogliamo realizzare:
  1. Primo concetto indispensabile da capire è che la seguente equazione non funziona
IL MIGLIOR ACCIAIO = LA MIGLIOR CANNA

E di conseguenza non è il tipo di acciaio l’unico elemento che fa da discriminante tra una buona canna e un tubo dell’acqua.
  1. Nella scelta dell’acciaio è fondamentale la conoscenza delle lavorazioni che dovrò andare a realizzare perché se non ho la tecnologia necessaria per ottenere delle ottime lavorazioni su un materiale particolarmente resistente, è inutile che utilizzi questo tipo di materiale; otterrò dei risultati sicuramente migliori (parlo di resa balistica) utilizzando un materiale più lavorabile che mi garantirà di poter eseguire le lavorazioni in modo impeccabile.
  1. La scelta dell’acciaio deve essere sostenibile economicamente, se utilizzo un acciaio di alto livello/qualità/resistenza avrò un notevole aumento dei costi di produzione e devo valutare se questi costi sono sostenibili in funzione al prezzo del fucile.
Chiariti questi concetti fondamentali andiamo al sodo e vediamo come e perché vengono utilizzati certi materiali rispetto ad altri:
Per la produzione di canne vengono utilizzati principalmente i seguenti materiali: C40; UM6; UM7; UM8; 39NiCrMo3; 51CrV4; li ho messi in ordine crescente dal più economico.
Come scelgo il materiale da utilizzare: prima cosa quali sono le caratteristiche della canna? Faccio due esempi che più o meno possiamo considerare come i due estremi della produzione di canne, da un lato la canna per un fucile a pompa per difesa personale e dall’altro la canna per un fucile fine di pregio, nel mezzo tra questi estremi ci sono poi le varie declinazioni che caratterizzano la produzione di canne in Italia.
Partiamo dalla canna del pompa: per questo prodotto utilizzerò un acciaio C40 o al massimo un UM6 perché in questo caso dovrò ridurre all’osso i costi di produzione e utilizzando materiali più “teneri” le lavorazioni saranno meno costose, altra cosa fondamentale che mi permette di utilizzare questi materiali sono gli spessori di parete della canna che saranno molto abbondanti e quindi riesco a garantire la sicurezza e la tenuta anche con acciai meno resistenti.
Se utilizzassi materiali come UM8 o 39NiCrMo3 avrei un aumento inutile dei costi (quindi non riuscirei a vendere la mia canna) senza avere nessun vantaggio effettivo visto le caratteristiche richieste sulla canna.
Vediamo invece la canna per il fucile fine: ovviamente in questo caso sceglierò un acciaio di alto livello perché dovrò realizzare una canna con spessori piuttosto ridotti e il valore del fucile mi permette di utilizzare dei processi di lavorazione più costosi che però mi garantiscono un risultato impeccabile. Se invece utilizzassi un C40 avrei il rischio di essere al limite minimo di resistenza per poter garantire la sicurezza oltre al fatto che probabilmente avrei tirato una fregatura al cliente.
Come detto la prima questione da risolvere nella scelta dell’acciaio deve essere la sicurezza e quindi in funzione agli spessori della parete della canna che dobbiamo realizzare sceglieremo un acciaio piuttosto che un altro, per capire l’entità della differenza di spessore parliamo di valori da 0,6mm a 1,2mm circa in funzione dei vari modelli.
Questione legata agli spessori e al materiale è anche il peso della canna, va da se che se devo realizzare una canna leggera (esempio una canna per beccaccia) avrò spessori ridotti e quindi utilizzerò dei materiali più resistenti; viceversa su canne dove non ho particolare vincolo di peso (esempio canne per il tiro al piattello) posso utilizzare materiali con resistenze più basse compensando con gli spessori. Per dare un’idea dell’entità di variazione delle misure considerate che una variazione di 0,1mm sul diametro esterno del tubo corrisponde a circa 15-20g di peso in base alla lunghezza della canna.
Altra questione molto importante è l’elasticità del materiale, più il materiale è elastico e migliori saranno le doti balistiche della canna, a una condizione però: gli spessori di parete dovranno essere adeguati a sfruttare al meglio le caratteristiche di elasticità del materiale, per capirci faccio un esempio: tra gli acciai che ho nominato il più elastico è il 51CrV4, è un acciaio per molle, se utilizzo questo materiale su una canna con spessore di parete da 0,6mm riuscirò a sfruttare bene l’elasticità del materiale ma se utilizzo lo stesso materiale su una canna con spessore di 2mm questa elasticità la sfrutterò ben poco perché lo spessore del materiale limiterà l’elasticità della canna.
Altra condizione che influisce sulla scelta del materiale è il processo produttivo che intendiamo utilizzare:
  1. Canna demiblock: in questo caso il materiale che dobbiamo utilizzare deve darci la possibilità di realizzare la barra forgiata dove andremo a creare il tubo con metà del manicotto, operazione non semplice; oltre a questo dovremo realizzare la foratura e le successive lavorazioni meccaniche su una barra che non è tonda ma con una parte (quella della zona del manicotto) che è decentrata e sbilanciata; questo richiede l’utilizzo di materiali non troppo tenaci per facilitare le lavorazioni e permettere di non creare quelle tensioni che faranno piegare la barra. In questo caso utilizzeremo un acciaio UM6. Utilizzando materiali più tenaci rischiamo di ritrovarci la canna finita con difetti di linearità o di precisione nelle chiusure.
  1. Sistema con martellatura a freddo: in questo caso potremo utilizzare materiali come l’UM8 che sfruttando le caratteristiche del piombo darà un buon risultato nella deformazione della martellatura a freddo oppure anche il 51CrV4 che si presta abbastanza bene a questo processo. Per contro, difficilmente utilizzeremo il 39NiCrMo3 perché ha un alto tenore di zolfo e questo è deleterio per il controllo delle deformazioni in fase di martellatura.
  1. Sistema tradizionale: in questo caso potremo utilizzare più o meno tutti i materiali a patto di avere la tecnologia necessaria per lavorare correttamente questi materiali e ottenere un buon risultato.
Legato sempre al processo produttivo, ai costi e al tipo di canna sono i diametri della barra di partenza, per esempio per realizzare una canna per automatico si parte da una barra da 30-32mm di diametro, per un sovrapposto siamo intorno ai 26-27mm; non è la stessa cosa fare un foro da 18,5mm lungo 81cm con una tolleranza di linearità di 0,05mm, in una barra da 27 in 51CrV4 piuttosto che in una barra da 32 in C40; anche in funzione di questo dovremo trovare il giusto compromesso tra le caratteristiche dell’acciaio, i costi e la tecnologia di cui disponiamo. Tenete anche presente che nella realizzazione di una canna per fucile sovrapposto che alla fine pesa 1,5Kg (compreso di bindelle e manicotto) si parte da due barre di 3,5kg (solo per i due tubi).
Ulteriore questione sono i processi di finitura, alcuni materiali come C40 e UM6 richiedono quasi inevitabilmente la cromatura interna perché poco resistenti alla corrosione, acciai come il 39NiCrM03 o il 51CrV4 permettono di evitare la cromatura perché più resistenti alla corrosione.
Il particolare della cromatura interna non è da sottovalutare se parliamo di resa balistica a livelli esasperati, ricordiamoci che la cromatura è sostanzialmente uno strato di cromo estremamente duro che viene applicato sulla parete interna del tubo, come la mettiamo con il discorso elasticità?
Purtroppo io non sono un fisico ne uno scienziato in grado di poter dare formule e calcoli su quanto e come l’elasticità del materiale influisca sulla resa balistica, ma di contro ho avuto la possibilità di fare alcuni test che mi hanno confermato come l’utilizzo di materiali più elastici sia vantaggioso nella resa balistica, sugli effetti di rinculo e tenuta nel tempo delle saldature, e anche sulla resistenza alle alte pressioni.
Anni fa abbiamo fatto un test distruttivo su due fucili semiauto con canne identiche, una in UM7 e una in UM8 (realizzate appositamente per il test), lo scopo del test era verificare la pressione massima di resistenza; alla fine sul fucile che montava la canna in UM8 il limite è stato a 2100bar (la canna si è gonfiata in corrispondenza del cono di camera) mentre per la canna in UM7 si è arrivati a 2800 bar dopo di che la carcassa del fucile ha ceduto (mentre invece la canna non presentava nessuna anomalia).
Sinceramente posso riportare solo le mie conclusioni personali, quindi prendete con le pinze quanto dico, credo che la differenza stia nel diverso assorbimento delle deformazioni e delle vibrazioni che si creano durante il fenomeno esplosivo, dobbiamo anche tener presente che un fucile non è composto solo dalla canna ma anche da bascula/carcassa, calcio, astina…
Credo che la questione sia in qualche modo equiparabile alla differenza che troviamo quando spariamo con un fucile superleggero rispetto a uno mediamente pesante.

La mia scelta dell’acciaio UM7 è dettata soprattutto dal buon senso e dall’esperienza, credo sia una buona via di mezzo che mette d’accordo vari fattori: la possibilità di realizzare la canna con spessori sia ridotti che leggermente maggiorati mantenendo un buon grado di elasticità, ha una buona lavorabilità che permette lavorazioni più accurate rispetto a materiali più impegnativi, ha un costo medio e anche la lavorabilità di questo materiale aiuta ad arrivare al prodotto finito entro costi accessibili, permette di realizzare la canna senza cromatura (a patto di una maggiore manutenzione per la tenuta nel tempo).

Un’ultima parentesi sulla scelta degli acciai riguarda il problema dei caricamenti no toxic, con la prospettiva di un utilizzo sempre maggiore di questo tipo di caricamenti, sono ormai stati abbandonati da una decina di anni materiali come il C40 perché non permettono di fare un uso in sicurezza di pallini in acciaio, sia sulle nuove produzioni dove bisognerebbe aumentare gli spessori della canna in modo sproporzionato, sia nel caso di conversione di una vecchia canna alla bancatura con giglio.

Per quanto riguarda invece l’utilizzo e lo sviluppo di nuovi materiali per la produzione delle canne, si stanno facendo test per ampliare la gamma dei materiali utilizzabili, dagli acciai inossidabili, al titanio e via dicendo (compreso anche il Maraging), alcuni test hanno dato riscontri positivi da poter sviluppare ma altri invece hanno dato riscontri pessimi sul risultato finale; nonostante le ottime caratteristiche meccaniche la maggior parte degli acciai non sono utilizzabili nella produzione delle canne perché vengono meno le condizioni di lavorabilità che permettono di realizzare le lavorazioni in modo accurato.
Per concludere questa disquisizione sugli acciai, mi sembra importante farvi capire che il tipo di acciaio utilizzato non è determinante in modo assoluto sul risultato balistico della canna, che farà la differenza sarà il buon compromesso tra acciaio, tecnologia di lavorazione, accuratezza delle lavorazioni, costi di realizzazione, profili interni…. In sostanza avremo migliori risultati con una canna in C40 lavorata bene piuttosto che con una canna in 51CrV4 lavorata male.

Maurizio, per ora chiudo qui, nei prossimi giorni vedo di darti una risposta anche alle altre domande.

Buona serata a tutti.
 
Minkia...

tutte 'ste cazzate per cercare cosa?! Il pelo nell'uovo?

[lol.gif]

Se vuoi tirare più lontano cambia materiale! [ilre.gif]

Giacché ti sei messo a contemplare le minkiate varie (pardon dettagli tecnici della canna), non dimenticare come al solito un elemento molto molto molto importante... ;)


Ciao Magnum, tutte ste cazzate semplicemente per capire qualcosa in più sulle canne e sulle loro caratteristiche.

Perdonami ma io non ho ancora raggiunto il tuo nirvana balistico e sono ancora alla ricerca del pelo nell'uovo sperando (illudendomi) che faccia la differenza.
Sai com'è: il pelo mi ha attizzato fin da piccolo, e cercarlo è diventato oramai una questione afettiva.

Può darsi che nel tempo mi renda conto che hai proprio ragione tu: sono tutte minkiate. Ma non tutti hanno l'intelligenza e l'intuizione di arrivarci subito. Sono sicuro che mi capisci.

Se vuoi puoi aiutarmi e magari, invece di scrivere indovinelli da settimana enigmistica, prova a fare un discorso compiuto spiegando chiaramente quello che pensi: il parere di chi ha già capito tutto è quanto mai indispensabile.

Aspetto le tue considerazioni costruttive.


ti saluto

Maurizio
 
Per concludere questa disquisizione sugli acciai, mi sembra importante farvi capire che il tipo di acciaio utilizzato non è determinante in modo assoluto sul risultato balistico della canna, che farà la differenza sarà il buon compromesso tra acciaio, tecnologia di lavorazione, accuratezza delle lavorazioni, costi di realizzazione, profili interni…. In sostanza avremo migliori risultati con una canna in C40 lavorata bene piuttosto che con una canna in 51CrV4 lavorata male.[/FONT]



Buona serata a tutti.[/SIZE]

Mi sembra una verita incontrovertibile
 
…..Riprendo da dove avevo lasciato….

Profili interni: come giustamente dice Maurizio, il profilo interno di una canna è composto da camera e cono, anima più o meno cilindrica in funzione dei modelli e strozzatura (fissa o intercambiabile); iniziamo dalla camera di scoppio, questa è l’unica parte della geometria interna unificata a livello internazionale e di conseguenza, entro le tolleranze prescritte, abbiamo per tutti i produttori le stesse caratteristiche; gli altri particolari del profilo interno invece sono “a libero arbitrio del produttore” (ovviamente entro certi limiti).

Quindi passo successivo, il cono di raccordo tra camera e anima, già qui possiamo avere parecchie differenze: tradizionalmente il cono di camera viene realizzato con una inclinazione costante che va da 0,4° per i coni più lunghi fino al limite (dato dalle tabelle CIP) di 10° e 30’; in questo range passiamo da coni di 8-10 mm fino a coni che dal diametro di 20,3 della camera vanno direttamente fino alla strozzatura, senza passare dal tratto cilindrico dell’anima della canna. Oltre a queste differenze ci sono aziende che realizzano il cono con due inclinazioni distinte, una prima inclinazione più accentuata lunga pochi millimetri per poi passare a un cono meno accentuato per raccordare con il diametro di anima.

La parte successiva della canna è l’anima, la geometria tradizionale prevede un tratto cilindrico compreso tra la fine del cono della camera e l’inizio del cono della strozzatura o dello strozzatore intercambiabile. Questo è il metodo tradizionale, ma oggi possiamo trovare canne con geometrie sostanzialmente diverse, come già detto possiamo avere un cono unico che parte dalla fine della camera (dalla fine della camera, non dalla fine del cono) fino all’inizio del colletto della strozzatura; oppure un primo tratto di anima overbored che viene poi raccordato (con un ulteriore cono) a metà canna con il diametro nominale di foratura per poi proseguire cilindrico fino all’inizio del cono di strozzatura; altra variante ancora è quella che ho proposto con una leggera conicità partendo dalla fine del cono di camera per arrivare all’inizio del cono di strozzatura con 0,1-0,2 mm di restringimento.
Oltre a questo abbiamo i vari diametri di anima che possono andare per il cal.12 da un minimo di 18.20 fino a un massimo di 18.90 (limiti di tolleranza dati dalle tabelle CIP).

Passiamo poi al discorso strozzature e strozzatori, prima di tutto ripeto che non sono unificate quindi soprattutto in questo caso possiamo avere grosse differenze tra un produttore e l’altro soprattutto per quanto riguarda lunghezze, diametri e tolleranze. Per capire quali possono essere le variazioni faccio qualche esempio:

  • Lunghezza della strozzatura: mediamente siamo intorno ai 50-70mm ma ci sono aziende che realizzano strozzature da 120-130mm oppure da 30-40mm; sulla resa balistica e la deformazione dei pallini questo particolare fa parecchia differenza.
  • Diametri di strozzatura: non esistendo tabelle o quote specifiche, la maggior parte dei produttori segue le dimensioni/consuetudini Inglesi o Americane ma soprattutto per le canne marcate con giglio possiamo avere differenze di 3-4-5 decimi tra un produttore e l’altro, in pochi riescono a garantire gli stessi diametri di strozzatura sia con pallini in acciaio che con pallini al piombo.
  • Tolleranze di lavorazione: quella sul diametro di strozzatura probabilmente è quella meno importante, quelle che davvero fanno la differenza sono la rettilineità e concentricità della strozzatura (o della sede dello strozzatore), considerate che 0,1mm di disallineamento della strozzatura corrisponde a una deviazione del tiro di circa 50cm di errore sul centro della rosata a 30mt, per non parlare poi dei problemi che crea nella distribuzione uniforme dei pallini.
  • Oltre a queste caratteristiche bisogna tenere anche presente che in funzione del profilo interno viene realizzato anche il profilo esterno, quindi avremo diametri diversi ma anche bilanciamenti diversi del fucile.
  • Ultima questione molto importante, il metodo produttivo utilizzato: con la martellattura a freddo viene realizzato in un colpo solo tutto il profilo interno della canna, dalla camera fino alla strozzatura (salvo il caso degli strozzatori intercambiabili) mentre nel processo tradizionale camera, anima e strozzatura vengono realizzate con lavorazioni distinte quindi risulta fondamentale l’attenzione e precisione dell’operatore e dei macchinari.
Per quanto riguarda la foratura interna, per tiri a breve distanza preferisco un diametro di 18,6 piuttosto che 18,4 perché in questo caso non abbiamo bisogno di eccessive pressioni, o meglio pressioni leggermente più basse (date dalla maggiore sezione dell’anima) tendono a distribuire in modo più uniforme i pallini all’interno della rosata. Ovviamente non sto’ parlando di differenze del 100% o condizioni diametralmente opposte, parlo di tendenza nel migliorare i risultati in una determinata condizione, ritengo che sia uno di quei piccoli accorgimenti e caratteristiche che sommate ad altre fanno la differenza sul risultato finale.

La conicità di 0,1-0,2mm come giustamente pensi non è una cosa così facile da realizzare e effettivamente incide significativamente sui costi; tanto per iniziare è un nuovo profilo che stiamo testando e che ci sta dando dei buoni risultati, dai primi test abbiamo rilevato una migliore tenuta dei gas con tutti i tipi di borraggio e sembra che questo aiuti a eliminare il problema del soffio di bocca. Per ora siamo ancora in fase di test, quindi non mi sbilancio troppo, potrò darvi notizie più precise in futuro alla fine del ciclo di test.

Bindella superiore 10+10cm, sicuramente non è l’ottimo per la linea di mira, bisogna prenderci su la mano (o l’occhio), il vantaggio è che non crea tensioni dovute alle dilatazioni termiche quando andiamo a sparare parecchi colpi, oltre a questo andiamo a ridurre sensibilmente il peso.

Per quanto riguarda invece la conicità dell’anima che hai pensato, partendo dal cono di raccordo della camera fino alla volata, è una cosa che potrebbe dare dei buoni vantaggi sulla resa balistica e sulla deformazione dei pallini (in realtà un profilo simile viene già utilizzato su alcuni fucili), il problema è che l’unico metodo di lavorazione per realizzare una canna del genere è la martellatura a freddo, in sostanza c’è solo una azienda in Italia che potrebbe realizzare una canna del genere e dubito fortemente che te la realizzerebbe a costi accessibili.

Maurizio, spero di essere riuscito a darti qualche informazione aggiuntiva, poi ripeto, se la cosa può interessare possiamo vedere di andare un po’ più nei particolari dove mi è possibile e dove ne ho la competenza.

Ciao
 
…..Riprendo da dove avevo lasciato….

Profili interni: come giustamente dice Maurizio, il profilo interno di una canna è composto da camera e cono, anima più o meno cilindrica in funzione dei modelli e strozzatura (fissa o intercambiabile); iniziamo dalla camera di scoppio, questa è l’unica parte della geometria interna unificata a livello internazionale e di conseguenza, entro le tolleranze prescritte, abbiamo per tutti i produttori le stesse caratteristiche; gli altri particolari del profilo interno invece sono “a libero arbitrio del produttore” (ovviamente entro certi limiti).

Quindi passo successivo, il cono di raccordo tra camera e anima, già qui possiamo avere parecchie differenze: tradizionalmente il cono di camera viene realizzato con una inclinazione costante che va da 0,4° per i coni più lunghi fino al limite (dato dalle tabelle CIP) di 10° e 30’; in questo range passiamo da coni di 8-10 mm fino a coni che dal diametro di 20,3 della camera vanno direttamente fino alla strozzatura, senza passare dal tratto cilindrico dell’anima della canna. Oltre a queste differenze ci sono aziende che realizzano il cono con due inclinazioni distinte, una prima inclinazione più accentuata lunga pochi millimetri per poi passare a un cono meno accentuato per raccordare con il diametro di anima.

La parte successiva della canna è l’anima, la geometria tradizionale prevede un tratto cilindrico compreso tra la fine del cono della camera e l’inizio del cono della strozzatura o dello strozzatore intercambiabile. Questo è il metodo tradizionale, ma oggi possiamo trovare canne con geometrie sostanzialmente diverse, come già detto possiamo avere un cono unico che parte dalla fine della camera (dalla fine della camera, non dalla fine del cono) fino all’inizio del colletto della strozzatura; oppure un primo tratto di anima overbored che viene poi raccordato (con un ulteriore cono) a metà canna con il diametro nominale di foratura per poi proseguire cilindrico fino all’inizio del cono di strozzatura; altra variante ancora è quella che ho proposto con una leggera conicità partendo dalla fine del cono di camera per arrivare all’inizio del cono di strozzatura con 0,1-0,2 mm di restringimento.
Oltre a questo abbiamo i vari diametri di anima che possono andare per il cal.12 da un minimo di 18.20 fino a un massimo di 18.90 (limiti di tolleranza dati dalle tabelle CIP).

Passiamo poi al discorso strozzature e strozzatori, prima di tutto ripeto che non sono unificate quindi soprattutto in questo caso possiamo avere grosse differenze tra un produttore e l’altro soprattutto per quanto riguarda lunghezze, diametri e tolleranze. Per capire quali possono essere le variazioni faccio qualche esempio:

  • Lunghezza della strozzatura: mediamente siamo intorno ai 50-70mm ma ci sono aziende che realizzano strozzature da 120-130mm oppure da 30-40mm; sulla resa balistica e la deformazione dei pallini questo particolare fa parecchia differenza.
  • Diametri di strozzatura: non esistendo tabelle o quote specifiche, la maggior parte dei produttori segue le dimensioni/consuetudini Inglesi o Americane ma soprattutto per le canne marcate con giglio possiamo avere differenze di 3-4-5 decimi tra un produttore e l’altro, in pochi riescono a garantire gli stessi diametri di strozzatura sia con pallini in acciaio che con pallini al piombo.
  • Tolleranze di lavorazione: quella sul diametro di strozzatura probabilmente è quella meno importante, quelle che davvero fanno la differenza sono la rettilineità e concentricità della strozzatura (o della sede dello strozzatore), considerate che 0,1mm di disallineamento della strozzatura corrisponde a una deviazione del tiro di circa 50cm di errore sul centro della rosata a 30mt, per non parlare poi dei problemi che crea nella distribuzione uniforme dei pallini.
  • Oltre a queste caratteristiche bisogna tenere anche presente che in funzione del profilo interno viene realizzato anche il profilo esterno, quindi avremo diametri diversi ma anche bilanciamenti diversi del fucile.
  • Ultima questione molto importante, il metodo produttivo utilizzato: con la martellattura a freddo viene realizzato in un colpo solo tutto il profilo interno della canna, dalla camera fino alla strozzatura (salvo il caso degli strozzatori intercambiabili) mentre nel processo tradizionale camera, anima e strozzatura vengono realizzate con lavorazioni distinte quindi risulta fondamentale l’attenzione e precisione dell’operatore e dei macchinari.
Per quanto riguarda la foratura interna, per tiri a breve distanza preferisco un diametro di 18,6 piuttosto che 18,4 perché in questo caso non abbiamo bisogno di eccessive pressioni, o meglio pressioni leggermente più basse (date dalla maggiore sezione dell’anima) tendono a distribuire in modo più uniforme i pallini all’interno della rosata. Ovviamente non sto’ parlando di differenze del 100% o condizioni diametralmente opposte, parlo di tendenza nel migliorare i risultati in una determinata condizione, ritengo che sia uno di quei piccoli accorgimenti e caratteristiche che sommate ad altre fanno la differenza sul risultato finale.

La conicità di 0,1-0,2mm come giustamente pensi non è una cosa così facile da realizzare e effettivamente incide significativamente sui costi; tanto per iniziare è un nuovo profilo che stiamo testando e che ci sta dando dei buoni risultati, dai primi test abbiamo rilevato una migliore tenuta dei gas con tutti i tipi di borraggio e sembra che questo aiuti a eliminare il problema del soffio di bocca. Per ora siamo ancora in fase di test, quindi non mi sbilancio troppo, potrò darvi notizie più precise in futuro alla fine del ciclo di test.

Bindella superiore 10+10cm, sicuramente non è l’ottimo per la linea di mira, bisogna prenderci su la mano (o l’occhio), il vantaggio è che non crea tensioni dovute alle dilatazioni termiche quando andiamo a sparare parecchi colpi, oltre a questo andiamo a ridurre sensibilmente il peso.

Per quanto riguarda invece la conicità dell’anima che hai pensato, partendo dal cono di raccordo della camera fino alla volata, è una cosa che potrebbe dare dei buoni vantaggi sulla resa balistica e sulla deformazione dei pallini (in realtà un profilo simile viene già utilizzato su alcuni fucili), il problema è che l’unico metodo di lavorazione per realizzare una canna del genere è la martellatura a freddo, in sostanza c’è solo una azienda in Italia che potrebbe realizzare una canna del genere e dubito fortemente che te la realizzerebbe a costi accessibili.

Maurizio, spero di essere riuscito a darti qualche informazione aggiuntiva, poi ripeto, se la cosa può interessare possiamo vedere di andare un po’ più nei particolari dove mi è possibile e dove ne ho la competenza.

Ciao

Sapesssi com'e' piacevole leggere le cose scritte da uno che ne sa qualcosa sia da studio, che da esperienza professionale, che--soprattutto--da passione.
In questo forum, invece, sebbene la loro passione sia innegabile, ci sono tanti che scrivono senza aver studiato il soggetto in maniera scientifica e senza alcuna esperienza professionale--ma soltanto perpetuando chiacchiere da bar o basando cio' che scrivono su eventi casuali, soggettivi, episodici. Ecco perche' io leggo avidamente gli articoli di persone veramente preparate che scrivono su riviste cartacee o online di nota qualita', come le pubblicazioni della NRA e rifuggo dai capelloni o ex-capelloni da YouTube che, non contenti di sparare cazzate pertinenti alla caccia e alla balistica, ne sparano anche su soggetti come il G5, asserendo senza l'ombra di dubbio che "ci uccidera' tutti."
Poi ci sono quelli veramente pericolosi, nei fora, quelli che hanno letto una pagina si' e una no di qualche testo magari obsoleto ma ancora rispettato, scegliendo soltanto cio' che in quel testo avvalora i loro dogma indiscussi e indiscutibili. Si tratta quasi sempre di cazzate o di generalizzazioni non supportate da fatti e cifre e a volta neanche dalla logica, pero' il citare a sproposito vari passaggi di quel testo, questi ultimi colorano le loro cazzate con uno strato sottilissimo di cio' che appare come verita', dando credibilita' apparente a cio' che e' o assurdo o semplicemente non vero o esagerato.
 
Ciao Magnum, tutte ste cazzate semplicemente per capire qualcosa in più sulle canne e sulle loro caratteristiche.

Perdonami ma io non ho ancora raggiunto il tuo nirvana balistico e sono ancora alla ricerca del pelo nell'uovo sperando (illudendomi) che faccia la differenza.
Sai com'è: il pelo mi ha attizzato fin da piccolo, e cercarlo è diventato oramai una questione afettiva.

Può darsi che nel tempo mi renda conto che hai proprio ragione tu: sono tutte minkiate. Ma non tutti hanno l'intelligenza e l'intuizione di arrivarci subito. Sono sicuro che mi capisci.

Se vuoi puoi aiutarmi e magari, invece di scrivere indovinelli da settimana enigmistica, prova a fare un discorso compiuto spiegando chiaramente quello che pensi: il parere di chi ha già capito tutto è quanto mai indispensabile.

Aspetto le tue considerazioni costruttive.


ti saluto

Maurizio

Da parte mia, invece, ho il dono di usare l'intelletto con spirito di autocontrollo limitato e mi dispiace... ma molto scrupoloso nell'osservare l'effetto reale dei fenomeni…
Parto da questo principio cui ci aggiungo esperienza, tanta esperienza sul campo, con tutti i tipi di canne che possiedo (lunghe, corte, larghe, stette, magnum, standard, fisse, variabili, sbindellate e con …Beretta, Benelli, Franchi, Perazzi, Rizzini, Yildiz, Bernardelli, Breda ...). Non penso di aver mai ottenuto un solo metro in più di tiro utile in più, chiaramente per quelle fatte per tale scopo… Tanto a caccia che sui dischi inanimati…
Si sa o, almeno si dovrebbe sapere, che la migliore arma sulla carta resta tale finché non va in guerra (vedi Leopard 2), ma vale anche l'opposto (Tiger 1) … Se persone tecnicamente preparate e in guerra, per fortuna solo commerciale, cercano inutilmente , a mio modesto avviso, in tutti i modi di aggiudicarsi quel metro in più di tiro utile…
Perciò, francamente, dell'esercizio, seppur ammirevole, della ricostruzione “ragionata” su qualcosa di “ideale” dovrebbe trovare, a mio avviso, una ragione pratica… Mi chiedo anche, se la propria convinzione è talmente radicata, perché non realizzare in proprio questi concetti così pieni di teoria? Magari, in base a quanto “ragionato” e fermamente convinti delle proprie idee si riesca ad ottenere quel famoso metro in più dove altri hanno fallito?
 
Franky non fare lo spiritoso, a me non giova affatto che certe sciocchezze (non sparate da me ovviamente) rimangano arretrate. Sarei pronto a ribadire tutto cio che ho detto dalla a alla z, perche io dico sempre e solo verita.
Ecco, adesso sono stato categorico, e mi pento che non lo sia stato prima.
 
(Untitled)

io credo che in questa discussione si stia cercando di dare delle risposte a quello che in molti,da tanto tempo,stanno cercando di capire...e lo si sta facendo nel modo,secondo me,più giusto possibile..ossia partendo da regole scientifiche,da conoscenze tecnologiche da esperienze validate o smentite attraverso un metodo scientifico....arrivare a conclusioni solo per esperienze personali credo sia molto riduttivo,ognuno di noi da questo punto di vista credo che possa dire la sua ma a mio modesto parere non basta...Mauro nei sui interventi,specialmente nel suo ultimo,a riportato dei dati,delle accortezze,che se uno ne capisce un po' di processi produttivi,di difficolta' lavorative,tolleranze si accorgera' come in una "banale" canna commerciale costruita con processo piu" che industrializzato,ottenere una riproducibilita' balistica in tutte le canne sia impresa piu' che ardua...o almeno non da paragonare,specie se cerchiamo il pelo nell'uovo,una canna della solita marca e modello ad un'altra....il profano si accontenta di constatare la migliore efficacia di una su un'altra,spesso sbilanciandosi su pindariche sentenze commettendo l'errore di tanti...il tecnico ci spiega come mai avviene quello che il profano accerta...nel corso della mia vita di appassionato imitatore di canti degli uccelli e costruttore di richiami mi sono accorto come,arrivato ad un certo punto,la differenza la fanno le piccolezze,la cura maniacale dei dettagli,il non dare per scontato assolutamente niente...in questi giorni di quarantena mi sono andato a vedere,per cercare di capire meglio e quindi raccordare anche gli scritti di Maurizio e Mauro,alcuni video e tabelle sulle canne e costruttori di esse....uno mi ha colpito in particolar modo,ossia del cannoniere Luterotti,che gia' conoscevo per sentito dire...incredibile come un piccolo grande artigiano,riesca nei suoi intenti,creando con passione,metodo e abnegazione e più che altro con metodi tradizionali....una canna fatta in quel modo di sicuro ha una sua anima e porterà di sicuro la fucilata dove il committente vuole per mano del costruttore
 
Da parte mia, invece, ho il dono di usare l'intelletto con spirito di autocontrollo limitato e mi dispiace... ma molto scrupoloso nell'osservare l'effetto reale dei fenomeni…
Parto da questo principio cui ci aggiungo esperienza, tanta esperienza sul campo, con tutti i tipi di canne che possiedo (lunghe, corte, larghe, stette, magnum, standard, fisse, variabili, sbindellate e con …Beretta, Benelli, Franchi, Perazzi, Rizzini, Yildiz, Bernardelli, Breda ...). Non penso di aver mai ottenuto un solo metro in più di tiro utile in più, chiaramente per quelle fatte per tale scopo… Tanto a caccia che sui dischi inanimati…
Si sa o, almeno si dovrebbe sapere, che la migliore arma sulla carta resta tale finché non va in guerra (vedi Leopard 2), ma vale anche l'opposto (Tiger 1) … Se persone tecnicamente preparate e in guerra, per fortuna solo commerciale, cercano inutilmente , a mio modesto avviso, in tutti i modi di aggiudicarsi quel metro in più di tiro utile…
Perciò, francamente, dell'esercizio, seppur ammirevole, della ricostruzione “ragionata” su qualcosa di “ideale” dovrebbe trovare, a mio avviso, una ragione pratica… Mi chiedo anche, se la propria convinzione è talmente radicata, perché non realizzare in proprio questi concetti così pieni di teoria? Magari, in base a quanto “ragionato” e fermamente convinti delle proprie idee si riesca ad ottenere quel famoso metro in più dove altri hanno fallito?


Ciao Magnum, apprezzo molto il tuo passo indietro. Tranquillo per me è come se non fosse successo nulla.

Veniamo al tuo intervento.

Se non ho interpretato male le tue parole - tu dici che, dalla tua esperienza basata sull'osservazione reale dei fenomeni - tutte le canne dei tuoi numerosi fucili sparano allo stesso modo - e di "non aver mai ottenuto un metro in più di tiro utile".

Deduco, perché non lo specifichi, che le prove le hai fatte sul campo sui selvatici e sui piattelli.
Se così fosse mi dispiace dirtelo ma le tue prove secondo me non sono attendibili.

Scusami ma non credo minimamente che i tuoi fucili producano tutti rosate e velocità residue sovrapponibili e che quindi ammazzino tutti uguali.

Alcuni per le loro caratteristiche costruttive saranno seppur di poco più performanti di altri: è nella logica della diversità.

Giustamente tu dici che "pensi" di non aver guadagnato mai un metro, infatti non puoi avere certezze.
Le tue convinzioni "a sensazione" lasciano il tempo che trovano.

Le valutazioni non si fanno a spanne, ma con riscontri specifici misurati in base alle velocità iniziali, alla distribuzione della rosata alla penetrazione: riscontri oggettivi non sensazioni.

Si, hai ragione, quello che viene pensato in teoria, va poi verificato nella pratica.
Ma nessuno costruisce una casa senza prima aver pensato come realizzarla in base alle sue necessità.

Forse come dici tu ci stiamo scervellando inutilmente, ma se nessuno avesse pensato che una ruota rotolava la gente ancora camminerebbe a piedi.

Concordo con te in merito all'ultima frase: "magari in base a quanto ragionato e fermamente convinti delle proprie idee si possa ottenere quel famoso metro in più dove altri hanno fallito".

Dalle mie parti a proposito dell'approccio con le ragazze si dice che: "chi ci provò non fu un ****one".
Penso che sia un concetto che si possa applicare in molti aspetti della vita.

Del resto il mondo non va avanti con le convinzioni di chi pensa che sia tutto inutile - ma grazie a chi pensa che si possa sempre migliorare.


Un saluto


Maurizio
 
Non di tratta di sensazioni, ma prove empiriche, e le costanti nei test sono:
1 distanza di prova,
2 temperatura e livello di umidità,
3 stesso lotto di materiale da perforare,
4 stesso piombo (quantità e lotto)
5 assetto più idoneo al connubio canna/assetto

Ma presumo che dovresti saperle ... spero...
 
Ciao Paolo, intervento pieno di logica e buonsenso il tuo, perfettamente in linea con quello che è anche il mio pensiero. Detto con franchezza non mi aspetto miglioramenti roboanti in termini balistici, ma forse, se tutti propongono le loro idee, qualche intuizione nuova può venire fuori e qualche passo avanti diventa possibile. L'importante è sempre lavorare per aggiungere qualche mattoncino in più, così si costruiscono le case.
 
Magnum continui a fare proclami basati sul niente. Le tue uscite roboanti sanno sempre più di saccenza è sempre meno di sapere. Dare i numeri non significa solo "andar fuori di testa" ma anche "scrivere qualcosa di concreto e verificabile". Finora ti sei proposto come un gran sapiente della materia ma non hai fornito prove concrete del tuo sapere. Se hai i numeri per favore non fare proclami, scrivili. Solo così il tuo sapere sarà utili a tutti.
 
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    La stanza della chat è stata ripulita dai vecchi messaggi!
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    QUESTA chat e come la vecchia chat ...di anni fa ?
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    che si usava hai chiatare ? con altri utenti conessi ?
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    L'ospite salve si è unito alla stanza.
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    @kunfors, Esatto... Sol che con l' avvento di whatsapp e i vari social al momento è abbastanza inutilizzata purtroppo... Ad averla avuta gli anni passati abrebbe fatto furore:-)
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      Marco @ Marco: @kunfors, Esatto... Sol che con l' avvento di whatsapp e i vari social al momento è abbastanza...
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