Ciao Mauro, scusa se ti rispondo solo adesso, ma ho avuto delle giornate piene, e l’argomento delle canne mi intriga troppo - ed ora che posso affrontarlo con un esperto - vorrei farlo senza fretta.
Intanto grazie per avermi confortato sulla sorte delle aziende bresciane produttrici di armi, la tua risposta mi ha tolto un bel peso dal cuore.
Veniamo alle tue risposte.
Ottima la tua considerazione in merito allo spessore del bossolo
Ho verificato, tagliandoli al centro, due bossoli di marca diversa e gli spessori interni - misurati con il calibro oscillano intorno ai 18,5 mm - tuttavia la misura è tutt’altro che semplice, perché la plastica si deforma facilmente ed è probabile che la misura sia per difetto.
La misura interna di 18,9, da te indicata, è sicuramente giusta. Dunque potremmo affermare che i fucili camerati 18,9 non hanno raccordo, la carica esce e va subito in foratura.
Vero è che anche, partendo da un diametro interno del bossolo di 18,5 mm (come ho misurato io) la carica sparata in una canna sovralesata 18,9 quando entra in foratura, anziché trovare un cono a stringere troverà un cono “ad allargare” e dunque in ogni caso non una costrizione.
Questo è vero solo nel caso in cui il bossolo della cartuccia sia lungo esattamente quanto la camera di scoppio. Se spariamo una cartuccia da 70 mm in una camera da 76 mm ci saranno sempre questi 6 mm di spazio con diametro 20,3 prima di entrare in foratura, una situazione sicuramente non ottimale.
Il fatto che i pallini dopo la “mazzata” ricevuta dalla polvere - siano convogliati in un cono che, di fatto, anche se di poco li costringe ad assumere una forma più stretta: comprimendo di fatto i pallini periferici verso il centro - non mi piace per niente. Con la spinta ed il calore a cui sono sottoposti in quegli attimi in cui escono dalla camera di scoppio, dubito che attraversando il raccordo alcuni non si deformino.
Veniamo all’acciaio. Tu consigli un UM7 dunque un 35CroMo4 a metà strada fra un UM8 (42CroMo4) ed un meno duro UM6 (30CroMo4).
Per chi non vuole perdere qualche nottata, (come ho fatto io cavandoci a malapena l’essenziale), per cercare di capirci qualcosa fra bonifica, tempra, rinvenimento, ricottura, normalizzazione, distensione, martensite, nitrurazione ecc… vi dico che partendo dall’UM8 con valore 42 di carbonio si arriva all’UM6 con valore 30 di carbonio. Più il valore di carbonio è alto più il materiale è duro e difficilmente lavorabile.
Con queste tre sigle di acciaio, (UM6-7-8) unitamente al C40, a quanto ho capito, sono state prodotte una buona parte delle canne dei fucili nostrani anche di pregio.
Le opinioni sulla qualità dei tipi di acciaio - sono più numerose che sulla bellezza delle femmine - e le visioni discordanti non mancano.
Per quello che è il mio sapere l’acciaio migliore viene ritenuto l’UM8, ma la sua maggior durezza ne rende più difficile e costosa la lavorazione per questo motivo molti fabbricanti non lo usano per le loro canne.
Hanno usato o usano questo acciaio la Bernardelli, la Fabarm, a quel che so anche Bioni, e perfino la Beretta nella variante 40CroMo4.
L’UM6 è il meno duro ma se bonificato come Dio comanda (indurito) è considerato comunque molto valido.
Fra i nomi più noti fra coloro che hanno usato questo acciaio ci sono i fratelli Piotti e il cannoniere Biagini di Urbisaglia.
Il C40 sembrerebbe un acciaio con caratteristiche meccaniche piuttoto modeste, ma con questo acciaio sono state prodotte le leggendarie canne Manufrance Saint Etienne montate nei primi anni da Benelli nei suoi semiautomatici, nonché numerose canne per fucili di fascia medio-bassa.
In merito all’UM7 non ho trovato un granché ma trattandosi di un accaio con titolo di carbonio intermedio fra il 30 ed 42 non dubito che sia ottimo.
Tutte le informazioni condivise sono tratte da documenti letti sui libri e sul web o dal dialogo con amici più o meno competenti, di cui NON HO CERTEZZA SULLA VERIDICITA’, tranne che per la canna del Fabarm la cui composizione mi venne riferita personalmente da Torosani ad una Exa di molti anni fa.
Sento parlare spesso della “elasticità” degli acciai e di acciai “dolci”.
A quello che ho capito io, gli acciai dolci sono tali perché avendo un contenuto di carbonio più basso sono meno duri e dunque si lavorano più facilmente.
Il fatto che sono dolci non significa che si “dilatano” al passaggio dei pallini. La dilatazione, a patto che ci sia, è dell’ordine dei micron… dubito che influenzi la carica.
Una acciaio più duro avrà (ovviamente) una resistenza meccanica superiore a quello più tenero, dunque - a parità di resistenza meccanica – la canna prodotta con un acciaio più duro avrà uno spessore più sottile e dunque risulterà “più elastica” di quella con acciaio dolce.
Infatti le canne Breda dei tempi di Bottura, realizzate con la famosa martellatrice su barre di eccellente acciaio al cromo vanadio, se paragonate alle canne standard hanno uno spessore leggermente più sottile e colpite con un martelletto vibrano che è un piacere.
Altro acciaio che mi intriga è il 39NiCroMo3. Un trilegato che con l’aggiunta del nichel dovrebbe avere ottime caratteristiche di resistenza alla corrosione, ideale per canne non cromate internamente. Mi farebbe molto piacere sapere cosa pensano di questo acciaio coloro che lo conoscono.
La moderna metallurgia ci mette a disposizione anche altri acciai eccellenti come il superlativo Maraging 350 … ma fermiamoci qui.
Se Mauro ne ha voglia - e lo ritiene opportuno - ci dirà in maniera esaustiva per quali caratteristiche alla fine ha scelto l’UM7 e in cosa lo ritiene superiore.
Ma quello che vorrei capire è in che modo “l’elasticità dell’acciaio” possa influire: - come e in che misura - su una carica di pallini che attraversa la canna in 2-3 millisecondi.
E poi… se una canna è divisa in: camera di scoppio, cono di raccordo, anima cilindrica e strozzatura, vorrei anche capire cosa sono e dove vengono realizzati questi misteriosi “profili” che renderebbero una canna eccellente a caccia - piuttosto che eccellente come attizzatoio per il camino…
Ok per la foratura dal pieno, ok - con qualche riserva - per la camera da 76, ok per il cono di raccordo lungo.
Foratura 18,4 - o 18,6 per canne destinate a sparare sulle brevi distanze. Perché? Perché la foratura più ampia dovrebbe favorire il tiro sulla breve distanza? Onestamente questo non l’ho capito.
Ma quello che mi ha favorevolmente stupito è la possibilità di dare una conicità di 0,1-0,2 mm su tutta l’anima della canna ovvero per tutta la sua lunghezza. Pensavo che questa operazione fosse lunga, laboriosa e difficilmente praticabile, ma a quanto sembra non è così.
A conclusione del mio discorso dirò cosa ho in mente.
Lunghezza della canna 71 cm. ok
Bindella superiore parziale 10 cm. in corrispondenza della carcassa e 10 cm in volata.
Cioè fammi capire hai in mente una canna con un pezzetto di bindella in cima e uno in fondo e fra le due bindelle la canna è libera? Il pezzo di canna libera fra le due bindelle non inficia la linea di mira?
Ok eviteresti la cromatura interna cromando solo camera e cono, ma l’acciaio UM7 che usi che grado di resistenza alla corrosione possiede?
Attualmente, con le canne cromate, (a meno che non si bagnino), le pulisco all’interno 2-3 volte l’anno. La canna non cromata con che frequenza va pulita internamente per evitare le fastidiose corrosioni?
La cromatura della canna va evitata perché il sottile strato di cromo indurisce superficialmente l’acciaio riducendo la sua elasticità?
Le canne “speciali” devono avere caratteristiche particolari che le canne comuni non hanno, dunque o devono “concentrare” per sparare molto lontano, o devono “allargare” per sparare molto vicino.
La mia necessità è quella di allungare il tiro.
La canna che ho in mente dovrebbe avere una cameratura che si collega immediatamente con l’anima SENZA raccordo. Siccome non mi interessano gli strozzatori La strozzatura la spalmerei in tutta la lunghezza della canna con una conicità lineare fino alla fine, senza bocchetto.
La mia idea è quella di stressare il meno possibile i pallini con costrizioni repentine e di convogliare la carica in una conicità lunga e progressiva, dove la rosata si “incanala” lentamente su tutta la lunghezza piuttosto che in 10 cm di cono finale, acquistando anche un minimo di velocità per l’effetto Venturi.
Dunque la carica dovrebbe entrare subito in foratura senza raccordo e proseguire il suo tragitto in una canna conica la cui strozzatura è ”spalmata” su tutta la canna.
In una strozzatura così lunga la pendenza potrebbe essere anche maggiore dei canonici 10 decimi perché i pallini hanno più tempo di “modellarsi” lungo il tragitto. Almeno in teoria, - dentro la mia testa, - il vantaggio sulla concentrazione della rosata è evidente.
La canna potrebbe essere dotata di fori ported debitamente posizionati per contrastare a meglio l’effetto dell’impennamento.
La bindella o nella versione suggerita da Mauro o in carbonio tipo Benelli in modo da non creare irrigidimenti né deleterie saldature lungo la canna.
Termino qui il mio intervento, chiedendo scusa per tutte le inesattezze che potrei aver scritto – confidando che qualcuno pietosamente le correggerà.
Aspetto le considerazioni di tutti e in particolar modo (ovviamente) quelle di Mauro.
Colgo l’occasione per augurare a tutti una serena Pasqua.
Un saluto
Maurizio
Minkia...
tutte 'ste cazzate per cercare cosa?! Il pelo nell'uovo?
[lol.gif]
Se vuoi tirare più lontano cambia materiale! [ilre.gif]
Giacché ti sei messo a contemplare le minkiate varie (pardon dettagli tecnici della canna), non dimenticare come al solito un elemento molto molto molto importante...
