Considerata l'esperienza con i plantigradi che affiora spesso da cio che scrive, sarebbe auspicabile un'apposita discussione sulla caccia agli orsi.
Potrebbe attirare anche qualche altro utente con esperienza in merito.
La caccia all'orso (nero) l'ho praticata nel Montana. L'orso nero, sebbene anch'esso pericoloso, non e' difficile da abbattere, con un colpo ben centrato. Basta anche un .243, ma naturalmente poi un calibro piu' potente ti da' maggiore affidamento se il colpo non e' ben piazzato. Io ho utilizzato la .30-06. La caccia all'orso nero e' di solito praticata alla posta, magari con esche varie. E, come ho scritto altrove, la carne e' commestibile, simile al maiale, ma piu' scura.
La caccia al grizzly e al Kodiak non e' consentita con esche, ed e' per lo piu' limitata all'Alaska. Credo che in certi stati del West dove e' ancora presente vengano soteggiati numeri limitati di permessi a seconda della densita' della popolazione.
Io, sebbene abbia vissuto a Kodiak per 29 anni, non ho mai cacciato il Kodiak. Due ragioni: la prima e' che non e' commestibile--ed io non caccio solo per il trofeo. La seconda e' che se veramente avessi voluto avere una pelle d'orso come tappeto nel salotto, avrei dovuto sborsare almeno duemila dollari pe la preparazione. La caccia all'orso a Kodiak e' praticata in genere con una grossa barca, un peschereccio d'altura, dotata di una piccola imbarcazione d'alluminio da 16 o piu' piedi, o un buon canotto di gomma. Il peschereccio, sul quale si passano le notti al caldo ed al sicuro in una baia riparata, rimane all'ancora, e con la barca piccola si esplorano spiagge ed insenature. Se si avvista un orso delle dimensioni volute, si sbarca ad una certa distanza dall'animale, e poi ci si avvicina lentamente, sottovento. Se l'accostamento ha successo, gli si spara nella spalla, sotto la "gobba," con un fucile di calibro discreto. Il .338 WM, o il .375 H&H, ecc. E si spara fino a quando non muove piu' neanche un'oreccho. Sono gli animali "morti" che uccidono o feriscono guide e cacciatori. Poi la guida spella l'animale. La pelle ed il cranio vengono poi arrotolate e portati alla barca. Questa e' un'impresa ardua. Fra pelle e cranio si arriva facilmente al quintale. In genere uno porta la pelle, l'altro la testa spellata. Ambedue devono essere poi portate in citta' al dipartimento di caccia e pesca, per la nessaria esaminazione, rimozione di un dente (non i grossi canini), e immatricolazione con una fascetta.
Poi da li' il viaggio di pelle e cranio prosegue fino allo studio del tassidermista. Il cranio viene pulito, sbiancato, seccato, e consegnato al cacciatore cosi' com' e', la pelle puo' essere trasformata in tappeto o, se il cacciatore ha soldi da spendere, in una montatura a grandezza naturale, in qualche posa aggressiva. All'aereoporto di Anchorage ne puoi vedere diverse di queste monte, una della quale e' veramente enorme, e l'orso era stato abbattuto da un mio ex-collega. Questo di soldi ne aveva, peche' la sua famiglia possedeva diversi pozzi di petrolio nell'Arkansas. Andava ogni tanto in Africa, ed aveva una casa piena di trofei.
Io l'orso di Kodiak non l'ho mai considerato come una preda, ma come un animale potenzialmente pericoloso. Finire accidentalmente fra un'orsa ed i suoi piccoli e' quasi certo di scatenare un attacco, come anche passare vicino ad un mucchio di arbusti e terriccio col quale l'orso ha coperto gli avanzi di un pasto, se l'orso e' nascosto vicino ad esso e ti sta tenendo d'occhio.
Un orso che ti carica e' difficile da fermare con una fucilata. Prima di tutto su breve distanza puo' raggiungere le 40 migli orarie (60 kmh). Poi la testa ballonzola su' e giu'., e colpirlo nel naso (sistema sicuro per colpirne il cervello) e' abbastanza aleatorio. Due casi di attacchi dei quali conosco i particolari. Il primo caso vide uno dei miei studenti (che poi crebbe per diventare un'eccellente guida di caccia, e cosi' anche suo fratello) a caccia di cervi con un .243. Caricato da un Kodiak ebbe la presenza di spirito di sparargli prima in una spalla, rompendola e rallentandolo, poi nell'altra, fermandolo abbastanza per piantargli la terza palla in testa. La seconda storia e' quella di un mio amico, che caricato da un Kodiak mentre cacciava cervi vicino alla citta'. Aveva un .375 H&H e gli sparo' in testa a dieci metri. La grossa palla non gli sfioro' neanche il cervello, ma il tremendo pugno sferratogli da essa lo stordi' per qualche secondo, e mentre ancora in piedi cercava di riprendersi, la seconda palla lo prese nel punto giusto. Sotto carica la "precisione chirurgica" del tiro va a farsi fottere. Ci vogliono pallottole con abbastanza cavalli vapore! E tornando al topic, con un cinghiale che pascola tranquillo basta anche una .22l.r. nell'orecchio, e il cinghiale va giu' senza un sospiro. Ma con un cinghiale in battuta che corre fra i cespugli o, peggio, un solengo ferito o semplicemente **** che ti carica, colpire esattamente nel punto giusto e' un terno al lotto. Se hai in mano qualcosa meno esangue di una .44 Magnum, prima di tutto il margine di sicurezza cresce in proporzione a taglia, peso, e footpounds (o joules) della palla. Meno rischi per i cani ed i canai. Meno animali condannati ad una **** atroce se non trovati e finiti. E nel caso di una carica, tenete in mente che quelle zanne sono piu' o meno all'altezza delle vostre arterie femorali e anche dei vostri santissimi...
Se proprio volete usare una carabina semiautomatica corta e maneggevole (ma non leggera come la Rugerina, ottima per i cervi americani, tant'e' vero che se non vado errato era chiamata "Deerslayer," cioe' ammazzacervi), se e' disponibile in Italia considerate il .50 Beowulf, basato sull'AR 15, ma capace di sparare una pallottolona simile alla .500 S&W da pistola, ma che sparata da una canna piu' lunga sviluppa velocita' ed energia ben piu' grandi di quelle ottenibili con un revolver.
Concludo col mio vecchio e trito: "Non ho mai visto un aimale troppo morto!"