Ragazzi il vero problema è che i pareri dell'ISPRA si stanno facendo sempre più pesantemente restrittivi e secondo me il peggio deve ancora venire. Chi, come me, era presente l'altra sera all'incontro tenutosi a S. Donà di Piave (VE) alla presenza dell'assesore regionale alla caccia, del responsabile ufficio caccia della provincia e al responsabile dell'avvocatura regionale, ha ha avuto modo di sentire cosa l'istituto vorrebbe che le regioni facessero in materia di caccia, roba da mettersi le mani nei capelli! Quindi, il giorno in cui un TAR (e non è improbabile che accada) sosterrà che al parere ISPRA ci si debba attenere scrupolosamente, avremo finito di andare a caccia. Pare che l'ente, interpretando faziosamente alcuni principi sanciti a livello europeo, stia tentando di restringere la stagione venatoria al periodo 1 ottobre-31 dicembre, nonché proteggere o limitare di brutto la stra-grande maggioranza, praticamente la quasi totalità, delle specie oggetto di caccia. Secondo me, è bene che ci godiamo la prossima stagione e magari anche la successiva, perché dal 2015, alla revisione dei KC saranno volatili per diabetici! Oggi ci facciamo il sangue amaro per avere le deroghe su pispole, fringuelli e affini e non ci rendiamo conto che fra due anni potremmo non cacciare più l'allodola e qualche altra nostra amata specie....
Il modo per rimanere a galla ci sarebbe e cioè fare bene quello che dovrebbe fare proprio l'ISPRA e cioè studi scientifici seri da far pesare nelle sedi opportune. In alternativa, si potrebbe cercare di "piazzare" anche rappresentanti del mondo venatorio e agricolo all'interno dell'istituto, al pari delle associazioni ambientaliste e/o anticaccia. Ma considerata la frammentarietà e la lentezza pachidermica del mondo venatorio italiano, mi sa che perderemo anche questa occasione.
Il modo per rimanere a galla ci sarebbe e cioè fare bene quello che dovrebbe fare proprio l'ISPRA e cioè studi scientifici seri da far pesare nelle sedi opportune. In alternativa, si potrebbe cercare di "piazzare" anche rappresentanti del mondo venatorio e agricolo all'interno dell'istituto, al pari delle associazioni ambientaliste e/o anticaccia. Ma considerata la frammentarietà e la lentezza pachidermica del mondo venatorio italiano, mi sa che perderemo anche questa occasione.