Caro Jovanovic, ti invito, se non l'hai gia' letto, a riflettere su questo articolo specifico sugli anticipi dei piattelli, lo trovo assai veritiero e con un po' di ironia focalizza proprio la situazione e probabilmente parte della tua domanda....ciao Davide....
Uno degli argomenti più controversi sui Campi di Tiro del globo è certamente quello del cosiddetto “anticipo” (che non è ciò che ci chiede il concessionario quando si va a comprare la macchina nuova…).
Quando si spara a bersagli in movimento, come tutti sappiamo, occorre dare ai medesimi un anticipo sulla loro traiettoria, affinché la rosata dei pallini non resti “dietro”. Tuttavia, una delle cose più difficili da spiegare agli altri, quando ce lo chiedono, è quale e quanto darne.
Infatti, mentre per altri aspetti tecnici del Tiro, si riesce abbastanza efficacemente a rendere l’idea, per l’anticipo –anche se in buona fede e volendo dire la verità- difficilmente si riesce a farsi capire.
Questo avviene, quasi sempre, perché chi spara (bene) imprime al fucile –rispetto alla traiettoria del piattello- un anticipo “istintivo” del quale non si rende conto e, pertanto, quando gli si domanderà “Ma dove gli spari?”, questi risponderà sinceramente: “Addosso… Io ai piattelli gli tiro sempre dove stanno…”. Talvolta si è portati a ritenere che il bravo Tiratore non voglia rivelare ai neofiti i trucchi del mestiere, ma non è così: egli effettivamente non sa dire “a parole” dove dirige le fucilate, ma i (suoi) piattelli si rompono!
Premesso ciò, proveremo (non senza difficoltà) a cercare di spiegare i segreti degli anticipi.
Tutti i libri che trattano di Balistica (nonchè le chiacchiere domenicali davanti al bancone della “club-house”, che riportano la “BALLISTICA”…) sono pieni di formule e di tempi. Sovente viene descritta in tutti i modi possibili la somma dei tempi che vanno dal comando del cervello di tirare il grilletto, al cane, al percussore, da questo all’innesco, dall’innesco all’accensione della polvere, al tempo di canna e dalla distanza che separa il “vivo di volata” fino al momento in cui i pallini raggiungeranno il bersaglio in volo!
A questo punto basterà calcolare quanta strada può percorrere nel frattempo il bersaglio lanciato e anticiparlo di quel tanto. Noi siamo convinti che chiunque voglia applicare queste formule al Tiro (piattello dopo piattello), unitamente al necessario “calcio regolabile” del fucile, potrà trovare senz’altro una scorciatoia per essere ammesso al “T.S.O.” (“Trattamento Sanitario Obbligatorio”) in una struttura specializzata della propria Regione. In ogni caso non riuscirà a rompere molti piattelli con questo sistema, mentre moltissimi Tiratori riescono a colpire il bersaglio in movimento con estrema facilità e senza rendersi conto –come detto- di quanto lo abbiano anticipato per centrarlo.
E’ opportuno quindi prendere ora in esame i due metodi più utilizzati per sparare (e colpire) un piattello.
Il primo, adottato da moltissimi Tiratori (c’è chi dice la maggioranza), consiste nell’impostare il fucile verso il punto di uscita del bersaglio; alla sua apparizione seguirne la traiettoria, oltrepassarlo e sparare fermando il fucile. Chiaramente questo sensibile anticipo varierà da bersaglio a bersaglio e non sarà da considerarsi in centimetri o in metri, bensì in “gradi”. Ad un “traversone” veloce a 45 gradi, si sparerà avanti il doppio rispetto a quanto verrà anticipato un “mezzo-angolato”. Senza anticipo (il c.d. “anticipo 0”) si tirerà ad un piattello “centrale” basso, mentre si dovrà “coprire” (senza più vederlo al momento dello sparo) un centrale “montante”.
Il secondo sistema impone, invece, di sparare col fucile in movimento. Per far ciò occorre sempre allinearsi col mirino sul punto d’uscita del bersaglio (possibilmente con le canne che “coprono” appena il segno bianco indicante il punto d’uscita del piattello). Alla chiamata (o meglio: “alla vista” del bersaglio), si parte sulla sua traiettoria: la velocità del fucile sarà fluidamente in aumento, mentre quella del piattello diminuirà gradatamente. Senza arrestare il movimento dell’arma allo sparo, si otterrà un anticipo “automatico” e –con un po’ di allenamento- i piattelli cominceranno a rompersi meglio di prima.
Quest’ultimo è ritenuto dai tecnici il sistema migliore e darà al Tiratore la sensazione di sparare sul bersaglio senza averlo anticipato.
Certo, questi sono consigli di massima; tuttavia è chiaro che ciascun Tiratore –fatta la propria esperienza- adotterà un “suo” metodo fra i possibili.
I “neofiti” –se credono- potranno tener conto di questi modesti consigli.
Gli altri ( cioè i T.F.S. – “Tiratori Fenomeno Speciale”), se sui Campi di Tiro già rompono (anche) i piattelli senza difficoltà, continueranno comunque a fare come hanno sempre fatto.
In bocca al lupo!
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