Un giovane, nella sala d'aspetto del reparto di medicina ostetrica dell'ospedale, passeggia nervosamente avanti e indietro. La moglie sta per avere un bambino.
La cosa va per le lunghe. Un'ora, due ore, tre ore. Il giovane e' preoccupatissimo. Finalmente un chirurgo, con il camice macchiato di sangue, entra, gli si avvicina, gli mette una mano sula spalla e gli dice: "Si sieda, per favore. Ecco, bravo. Dunque... (lunga pausa)... Temo di avere brutte notizie..."
Il giovane salta in piedi. "Che cosa? Che brutte notizie? Ma che dice?"
"Putroppo durante il parto sua moglie e' venuta a mancare. Abbiamo fatto di tutto, ma e' stato inutile. Mi dispiace davvero."
"Ma se tutto era andato bene fino ad adesso!" il giovane singhiozza. "Povera mogliettina mia. Eravamo sposati da solo due anni, e lei ci teneva tanto ad avere un bambino! E il bambino? Il bambino? Ce l'ha fatta? E' vivo? E' vivo?"
"Si' il bambino e' vivo..."
"Presto, me lo faccia vedere! E' l'ultima cosa che mi rimane di mia moglie! Gli faro' da papa' e mamma, lo terro' sempre con me, lo portero' in viaggio per non fargli sentire la mancanza della mamma, lo faro' divertire, gli daro' tutti i giocattoli che vuole, un triclo, una bicicletta, un'automobile quando e' cresciuto..."
"Un momento, caro signore. Purtroppo lei deve prepararsi prima di vederlo. Purtroppo glielo devo dire nella maniera piu' brusca possibile: il bambino... il bambino non e'... normale."
Il giovane quasi si accascia, ma si riprende ed esclama: "Non importa! E' mio figlio, ed e' il figlio della mia cara moglie scomparsa. Lo amero' lo stesso anche se e' diverso dagli altri bambini! E lo prtero' a giocare nel parco ogni giorno, in piscina, in montagna!"
"Temo che non sia possibile. Il bambino non puo' muoversi e non potra' mai muoversi..."
"Non importa! Staro' accanto al suo lettino e gli faro' vedere documentari su meravigliosi paesi. Ed il mio sorriso lo sosterra'..."
"Ehm, temo che questo non sara' possibile. Non e' vedente."
"Ma... ma... ma allora mi consolera' con la sua voce innocente quando mi chiamera', ed io saro' li' con lui. Sempre."
"D'accordo, adesso la portero' nella sua stanza dove deve essere nutrito per via endovenosa, perche' non puo' mangiare altrimenti. Mi raccomando, si faccia forza."
Il chirurgo lo guida lungo un corridoio, attraverso una porta che conduce al reparto nascite, e si ferma davanti ad una porta chiusa. "E' pronto?"
"Certo che sono pronto! Non vedo l'ora di abbracciarlo! E' mio figlio! E' il figlio di mia moglie!"
Il chirurgo apre la porta, il giovane entra, e vede il figlio che giace su un lettino, e si blocca, paralizzato. Il "bambino" e' un orecchio gigante. Niente testa, niente braccia, niente gambe--soltanto un orecchio grande come un bambino appena nato. Il giovane si riprende dallo shock e corre verso il lettino, gridando, "Figlio mio! Figlio mio! Figlio mio!"
Ed il chirurgo: "Guardi, e' inutile che gridi. E' sordo!"