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[h=3] Bracconaggio in Umbria, ancora molto diffuso.[/h]
Sono due componenti di una locale squadra di cinghialai (cacciatori autorizzati a cacciare il cinghiale in gruppo) i due denunciati per i fatti di bracconaggio occorsi ad Umbertide, in provincia di Perugia.Un fenomeno, quello della caccia illegale che è ancora frequente negli ambienti rurali e montani dell’Umbria. Questo secondo il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato il quale, coadiuvato dal personale del Comando Stazione forestale di Umbertide, ha portato a termine una intensa attività di indagine finalizzata alla repressione dei fenomeni di bracconaggio. I due sono sospettati di avere piazzato lacci-cappio per la cattura di lupi e caprioli.Gli interventi della Forestale si sono basati sull’ottima conoscenza del territorio del personale impiegato. Grazie a questo fondamentale aspetto è stato possibile individuare i due cacciatori di cinghiali che avevano posizionato alcuni “lacci di acciaio” per catturare la fauna selvatica in una zona particolarmente impervia e isolata nei pressi di Monte Corona.I lacci (veri e proprio “cappi” per la fauna selvatica) erano posizionati in prossimità dei punti di passaggio della fauna, resi ancor più obbligati con bastoni e rudimentali sbarramenti. Il tutto, riferisce sempre la Forestale, per catturare animali appartenenti a specie protette e particolarmente protette, come caprioli e lupi.I due bracconieri, entrambi residenti nel Comune di Umbertide, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per violazioni alla normativa sulla caccia e per aver cacciato con mezzi non consentiti ed in periodo di divieto generale.A carico dei due, che abitualmente esercitano la caccia al cinghiale con una locale squadra, è stato effettuato il sequestro penale dei due lacci. Il materiale sottoposto a sequestro è stato posto a disposizione della Procura della Repubblica di Perugia, che ha provveduto a convalidarne sequestro.La pratica del bracconaggio mediante il posizionamento nell’ambiente di lacci e tagliole è piuttosto diffusa e determina la **** degli esemplari di fauna, vittime delle trappole, tra prolungate ed atroci sofferenze. Il Corpo Forestale dello Stato sta intensificando i controlli e svolgendo attività mirata alla ricognizione di indizi e informazioni utili al fine di predisporre analoghi servizi in modo da poter assicurare alla giustizia chi non ha rispetto dell’ambiente.
Sono due componenti di una locale squadra di cinghialai (cacciatori autorizzati a cacciare il cinghiale in gruppo) i due denunciati per i fatti di bracconaggio occorsi ad Umbertide, in provincia di Perugia.Un fenomeno, quello della caccia illegale che è ancora frequente negli ambienti rurali e montani dell’Umbria. Questo secondo il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato il quale, coadiuvato dal personale del Comando Stazione forestale di Umbertide, ha portato a termine una intensa attività di indagine finalizzata alla repressione dei fenomeni di bracconaggio. I due sono sospettati di avere piazzato lacci-cappio per la cattura di lupi e caprioli.Gli interventi della Forestale si sono basati sull’ottima conoscenza del territorio del personale impiegato. Grazie a questo fondamentale aspetto è stato possibile individuare i due cacciatori di cinghiali che avevano posizionato alcuni “lacci di acciaio” per catturare la fauna selvatica in una zona particolarmente impervia e isolata nei pressi di Monte Corona.I lacci (veri e proprio “cappi” per la fauna selvatica) erano posizionati in prossimità dei punti di passaggio della fauna, resi ancor più obbligati con bastoni e rudimentali sbarramenti. Il tutto, riferisce sempre la Forestale, per catturare animali appartenenti a specie protette e particolarmente protette, come caprioli e lupi.I due bracconieri, entrambi residenti nel Comune di Umbertide, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per violazioni alla normativa sulla caccia e per aver cacciato con mezzi non consentiti ed in periodo di divieto generale.A carico dei due, che abitualmente esercitano la caccia al cinghiale con una locale squadra, è stato effettuato il sequestro penale dei due lacci. Il materiale sottoposto a sequestro è stato posto a disposizione della Procura della Repubblica di Perugia, che ha provveduto a convalidarne sequestro.La pratica del bracconaggio mediante il posizionamento nell’ambiente di lacci e tagliole è piuttosto diffusa e determina la **** degli esemplari di fauna, vittime delle trappole, tra prolungate ed atroci sofferenze. Il Corpo Forestale dello Stato sta intensificando i controlli e svolgendo attività mirata alla ricognizione di indizi e informazioni utili al fine di predisporre analoghi servizi in modo da poter assicurare alla giustizia chi non ha rispetto dell’ambiente.