immediatamente dopo il comunicato di sospensione del divieto ai richiami vivi,
subito la LAV ha fatto questo farneticante comunicato:
ho fatto copia/incolla dal sito Lav: [sportschiri.gif]
La LAV censura senza appello il provvedimento che ha annullato il decreto che imponeva il divieto dell’utilizzo dei richiami vivi nelle zone umide a causa del rischio aviaria. Il ripristino dell’uso dei richiami vivi nelle zone umide, sottoscritto dal sottosegretario Martini, è un favore che i cacciatori ricambieranno con lo sversamento di migliaia di tonnellate di piombo nelle aree più delicate dell’ecosistema. Più che un provvedimento di carattere sanitario, la sensazione è che si sia abbia voluto rispondere alle pressioni del mondo venatorio.
Da settembre prossimo migliaia di cacciatori invaderanno territori di elevatissimo pregio naturalistico, abbattendo centinaia di migliaia di uccelli migratori in fase di rientro verso le zone più temperate.
“Il sanguinario passatempo dei cacciatori - ricorda Massimo Vitturi, responsabile LAV settore caccia e fauna selvatica - comporterà anche un serio inquinamento da piombo delle acque. Le stesse acque – quali quelle del delta del Po – in cui lo scorso autunno si è verificata una gravissima moria di fenicotteri, conseguente all’ingestione dei pallini da caccia che giacciono sul fondo delle zone umide”.
Proprio per la particolarità e dell’elevato valore ambientale delle zone umide del nostro Paese, la caccia in quei luoghi dovrebbe essere vietata. Solo con un provvedimento del genere il Governo chiarirebbe che la sua priorità consiste nel garantire un futuro ai nostri figli e non le tanto millantate quanto irrilevanti “tradizioni” venatorie.
Ufficio stampa LAV 06 4461325 - – 339 1742586 http://www.lav.it/ [badair.gif]
[sportschiri.gif] [thumbsdown.gif]
subito la LAV ha fatto questo farneticante comunicato:
ho fatto copia/incolla dal sito Lav: [sportschiri.gif]
La LAV censura senza appello il provvedimento che ha annullato il decreto che imponeva il divieto dell’utilizzo dei richiami vivi nelle zone umide a causa del rischio aviaria. Il ripristino dell’uso dei richiami vivi nelle zone umide, sottoscritto dal sottosegretario Martini, è un favore che i cacciatori ricambieranno con lo sversamento di migliaia di tonnellate di piombo nelle aree più delicate dell’ecosistema. Più che un provvedimento di carattere sanitario, la sensazione è che si sia abbia voluto rispondere alle pressioni del mondo venatorio.
Da settembre prossimo migliaia di cacciatori invaderanno territori di elevatissimo pregio naturalistico, abbattendo centinaia di migliaia di uccelli migratori in fase di rientro verso le zone più temperate.
“Il sanguinario passatempo dei cacciatori - ricorda Massimo Vitturi, responsabile LAV settore caccia e fauna selvatica - comporterà anche un serio inquinamento da piombo delle acque. Le stesse acque – quali quelle del delta del Po – in cui lo scorso autunno si è verificata una gravissima moria di fenicotteri, conseguente all’ingestione dei pallini da caccia che giacciono sul fondo delle zone umide”.
Proprio per la particolarità e dell’elevato valore ambientale delle zone umide del nostro Paese, la caccia in quei luoghi dovrebbe essere vietata. Solo con un provvedimento del genere il Governo chiarirebbe che la sua priorità consiste nel garantire un futuro ai nostri figli e non le tanto millantate quanto irrilevanti “tradizioni” venatorie.
Ufficio stampa LAV 06 4461325 - – 339 1742586 http://www.lav.it/ [badair.gif]
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