enzo62 ha scritto:
Ricordiamoci anche che dal momento che si estrae un'arma dalla tasca si deve essere consapevoli che con molta probabilità quell'arma sarà usata e non è sempre vero che "basta farla vedere e tutto finisce lì" , sono momenti nei quali l'adrenalina la fà da padrona e non si sa mai come possa finire ,addirittura potresti perfino avere l'arma addosso con 10 caricatori e "scordartela" in tasca perchè in quei momenti non si capisce più nulla..(tanto per fare un'esempio di come un'individuo possa reagire).
Proprio oggi una notizia al telegiornale dove il figlio di un gioielliere ha sventato una rapina nei confronti del padre "sparando diversi colpi di pistola"...sicuramente quei colpi di pistola non si sa dove sono finiti..potevano finire addosso a una persona completamente estranea ai fatti...3 anni fà un mio collega ha esploso dei colpi in aria per sventare una rapina in banca , ebbene , la fortuna ha voluto che nei palazzi vicini non ci fosse nessuno affacciato alla finestra..altrimenti come sarebbe finita?..a volte basterebbe ascoltare alcuni fatti di cronaca che contemplano micro criminalità pensando di come poteva finire se in questi fatti le persone fossero state armate.
Per non pensare poi a tutte le forze dell'ordine se andassero in giro con la quasi sicurezza che tantissime persone potrebbero essere armate ...
Che vi devo dire ragazzi.. la famiglia l'abbiamo tutti e comprendo benissimo, io per primo , che vogliamo tutelarla a 360 gradi da ogni minimo pericolo , ma se ci pensiamo bene nell'odierna società italiana liberalizzare il porto dell'arma a quasi tutte le persone sarebbe un grosso errore... io mi sentirei molto meno tranquillo quando esco con i miei cari.
Chi decide di prendere il porto d'armi e portare una pistola ha il dovere di esercitarsi regolarmente come fanno i poliziotti. Il condizionamento psicofisico all'uso giusto e consentito dell'arma e' essenziale. Se si fa abbastanza pratica (quanta pratica e' abbastanza dipende dall'individuo), la reazione bilanciata alla minaccia e l'azione con l'arma divengono una seconda natura, un processo automatico. Io vado regolarmente al poligono, e mi esercito sparando a bersagli di sagoma umana con diverse procedure di tiro che hanno soltanto una cosa in comune: l'estrazione dalla fondina. Sparo a un metro, cinque metri, quindici metri, venticinque metri al bersaglio che o e' stazionario, o viene verso di me, o e' girato di taglio e si presenta di faccia per tre o cinque secondi, ecc.
Ho anche fatto un corso (al quale partecipavano anche poliziotti) di uso letale di arma da fuoco e di tutti i suoi risvolti legali. Non considero questa preparazione uno sport, o un gioco, ma una cosa molto seria, e a parte la preparazione psicofisica dei corsi sostenuti (durante i quali si creano degli scenari vari e si imparano le reazioni adeguate ai diversi tipi e livelli di minaccia), leggo libri e riviste dedicati alla legittima difesa armata, e mi preparo mentalmente, immaginando situazioni nelle quali mi potrei trovare nella vita reale. Io SO che in una situazione nella quale la difesa con un'arma diviene necessaria farei la scelta giusta. Una volta che la mente ha accettato di intraprendere un'azione drastica e invisa, ma assolutamente necessaria, il corpo assumerebbe poi il resto del da farsi, automaticamente.
Di sicuro la pistola sotto la giacca non me la scorderei, ne' sparerei all'impazzata mettendo in pericolo la vita di persone innocenti. Potrei decidere di non estrarre e aspettare per un momento piu' propizio, o di essere una vittima anche se sono armato, se estrarre e sparare e' in qualche modo non la decisione giusta in quel momento.
Quindi decidere di portare un'arma e' una decisione serissima. Se gli esseri umani sono esseri umani ovunque, a prescindere dalla lingua che parlano, il colore della pelle, e il credo politico o religioso, non vedo che differenza ci sia fra americani e italiani. Qui il porto d'armi liberalizzato ha fatto diminuire il crimine violento, e non vedo come lo farebbe aumentare in Italia o altrove.