- Registrato
- 20 Luglio 2007
- Messaggi
- 7,936
- Punteggio reazioni
- 124
- Età
- 48
- Località
- Val Trompia - Brescia
Re: Misteri ornitologici
IOVONO MERLI
Per la serie la mamma degli imbecilli è sempre incinta...
Moria di pesci e uccelli? chiudete la caccia
MORIA UCCELLI: ASS.VITTIME CACCIA, SOSPENDERE ATTIVITA’ VENATORIA
(ASCA) – Roma, 10 gen – ”Alla luce degli accadimenti che vedono ingenti quantita’ di uccelli e pesci morire improvvisamente in massa, ‘misterioso’ fenomeno che si presenta contemporaneamente ad innumerevoli altri casi in tutto il mondo” chiediamo formalmente ”ai Ministeri competenti (Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Agricoltura e Foreste) se non ritengano in forma cautelativa di dover sospendere l’attivita’ venatoria su tutto il territorio nazionale in attesa di piu’ certi ed ampi riscontri sanitari”. Cosi’, l’Associazione Vittime della Caccia che in una nota chiede se ‘’siano da escludere relazioni con il virus aviario di tipo A sottotipo H5N1”. E qualora il dubbio ci fosse, se non sia il caso di prendere misure precauzionali immediate: ”non sono tanto il passaggio e la sosta di uccelli infetti a costituire potenziale rischio di contagio – spiega – quanto invece che gli uccelli ammalati vengano abbattuti e manipolati, talvolta dispersi nell’ambiente”.
”Il contatto stretto della popolazione umana con animali infetti rappresenta un grave fattore di rischio per la salute pubblica – ricorda l’associazione – . A tal proposito l’OMS e altri organismi europei (ECDC, ) in collaborazione con il CCM , hanno puntato l’attenzione sulla necessita’ di attuare sistemi efficaci di prevenzione del contagio soprattutto per quanto riguarda la popolazione identificata a rischio”.
”I cacciatori sono una categoria a rischio. Poiche’ e’ innegabile che i cacciatori entrino in contatto con uccelli selvatici potenzialmente infetti. Cosa rischiano raccogliendoli appena abbattuti, toccando il loro sangue o le feci, respirando le polveri, spiumandoli ed eviscerandoli? Cosa rischiano i loro familiari e la collettivita’ tutta?”.
E ancora: ”Perche’ nessuna istituzione sanitaria o scientifica non ha mai adottato misure preventive specifiche per preservare una delle categorie piu’ esposte al rischio di contagio da parte dell’avifauna selvatica?”.
Inoltre c’e’ da considerare la possibilita’ che gli uccelli infetti abbattuti non siano raccolti, qualora non vengano ritrovati dal cacciatore, e si crei cosi’ la possibilita’ che il virus si insedi tra le specie selvatiche in natura. Infatti la dispersione nell’ambiente di parti infette comporterebbe un ulteriore rischio di contagio anche per gli altri animali selvatici sani, nonche’ per tutte le altre specie sensibili ai virus influenzali (i suidi e gli altri volatili, in modo particolare il germano, l’alzavola, il codone, il fischione, la canapiglia, la marzaiola, la folaga, il mestolone, la quaglia, la starna, il fagiano, la pernice), offrendo cosi’ il contesto ideale al virus di mutare nel tempo ed arrivare, nella peggiore delle ipotesi, al tanto temuto ’salto di specie’ genetico”.
res-mpd/sam/rob
http://www.asca.it

Per la serie la mamma degli imbecilli è sempre incinta...
Moria di pesci e uccelli? chiudete la caccia
MORIA UCCELLI: ASS.VITTIME CACCIA, SOSPENDERE ATTIVITA’ VENATORIA
(ASCA) – Roma, 10 gen – ”Alla luce degli accadimenti che vedono ingenti quantita’ di uccelli e pesci morire improvvisamente in massa, ‘misterioso’ fenomeno che si presenta contemporaneamente ad innumerevoli altri casi in tutto il mondo” chiediamo formalmente ”ai Ministeri competenti (Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Agricoltura e Foreste) se non ritengano in forma cautelativa di dover sospendere l’attivita’ venatoria su tutto il territorio nazionale in attesa di piu’ certi ed ampi riscontri sanitari”. Cosi’, l’Associazione Vittime della Caccia che in una nota chiede se ‘’siano da escludere relazioni con il virus aviario di tipo A sottotipo H5N1”. E qualora il dubbio ci fosse, se non sia il caso di prendere misure precauzionali immediate: ”non sono tanto il passaggio e la sosta di uccelli infetti a costituire potenziale rischio di contagio – spiega – quanto invece che gli uccelli ammalati vengano abbattuti e manipolati, talvolta dispersi nell’ambiente”.
”Il contatto stretto della popolazione umana con animali infetti rappresenta un grave fattore di rischio per la salute pubblica – ricorda l’associazione – . A tal proposito l’OMS e altri organismi europei (ECDC, ) in collaborazione con il CCM , hanno puntato l’attenzione sulla necessita’ di attuare sistemi efficaci di prevenzione del contagio soprattutto per quanto riguarda la popolazione identificata a rischio”.
”I cacciatori sono una categoria a rischio. Poiche’ e’ innegabile che i cacciatori entrino in contatto con uccelli selvatici potenzialmente infetti. Cosa rischiano raccogliendoli appena abbattuti, toccando il loro sangue o le feci, respirando le polveri, spiumandoli ed eviscerandoli? Cosa rischiano i loro familiari e la collettivita’ tutta?”.
E ancora: ”Perche’ nessuna istituzione sanitaria o scientifica non ha mai adottato misure preventive specifiche per preservare una delle categorie piu’ esposte al rischio di contagio da parte dell’avifauna selvatica?”.
Inoltre c’e’ da considerare la possibilita’ che gli uccelli infetti abbattuti non siano raccolti, qualora non vengano ritrovati dal cacciatore, e si crei cosi’ la possibilita’ che il virus si insedi tra le specie selvatiche in natura. Infatti la dispersione nell’ambiente di parti infette comporterebbe un ulteriore rischio di contagio anche per gli altri animali selvatici sani, nonche’ per tutte le altre specie sensibili ai virus influenzali (i suidi e gli altri volatili, in modo particolare il germano, l’alzavola, il codone, il fischione, la canapiglia, la marzaiola, la folaga, il mestolone, la quaglia, la starna, il fagiano, la pernice), offrendo cosi’ il contesto ideale al virus di mutare nel tempo ed arrivare, nella peggiore delle ipotesi, al tanto temuto ’salto di specie’ genetico”.
res-mpd/sam/rob
http://www.asca.it