Re: L'angolo del Grifone 2009/2010
dal Muro dei grifoni
www.grifoni.net
Mi sembra superfluo spendere ulteriore tempo per parlare degli altrui volantini... Però, dal mio lavoro di ricerca nelle scienze sociali, posso dirvi che da quel volantino compaiono due temi o filoni di ricerca macroscopici studiati da molti psicologi, studiosi dell'organizzazione, del management, ecc:
1) l'autorappresentazione (voler a tutti i costri auto-definirsi con determinate caratteristiche, indipendentemente dalla realtà e spesso a dispetto della realtà)
2) la mimesi (voler imitare qualcun altro, spesso fingendo o apertamente dicendo invece di volerglisi porre in antitesti).
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Ciò che emerge da tale volantino, infatti, mi sembra chiaro e fin troppo palese: il tentativo misero da parte di chi non ha una storia e vive una condizione di incredibile senso di inferiorità e conseguente frustrazione nei nostri confronti, di crearsi una storia e una identità "fittizia", scimmiottando tutti i nostri elementi più tipici (il tifo, il senso di identità, il senso di partecipazione, la storia...) in maniera approssimativa e confusa.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: come in ogni pretesa di mimesi senza le premesse identitarie, quello che rimane è un "carnevale delle intenzioni", in cui le premesse e gli obiettivi diventano tanto più ridicoli quanto più pretenziosi e lontani dalla realtà.
Il che conferma ancora di più quanto non solo io ma tutti noi penso diciamo da sempre: nullificati da una storia (o meglio, da una assenza di storia) che già di per sé è una condanna, vivono di riflesso della nostra grandezza con l'unico (misero) obiettivo di contrapporsi a noi, di porsi in alternativa se non in antitesi: noi siamo la squadra di Genova, loro si sentono orgogliosi di essere i "foresti"; noi abbiamo la scritta "Belin", e loro scrivono lo striscione "Preferisco la mussa" (ignorando tra l'altro che Belin in genovese vero perde il suo significato originario diventando intercalare e "simbolo" stesso della lingua genovese...), noi amiamo il Tempio, e loro in antitesi vogliono costruire un altro stadio, ecc ecc.
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La genoanità, c'è poco da fare, è mitologia. Ne ha tutte le caratteristiche: l'effigie unica e nobile (il Grifone e il vessillo rosso e blu in onore della Regina Vittoria), la storia separata dalla storia attuale (l'epoca dei pionieri e i 9 scudetti), la sofferenza seguita a un passato glorioso e il decadimento (ben rappresentato secondo me dallo storico striscione "Solo chi soffre impara ad amare..."), il Tempio, gli Eroi (pensiamo soltanto alle effigi del Capitano e del Professore che campeggiano sui nostri banner), il Popolo e con esso la Discendenza e la Tradizione (ogni buon padre genoano distilla nei propri figli la genoanità come bene prezioso), e infine la Messianità (la Stella).
Loro tentano maldestramente di replicare un'antimitologia della sampdorianità, che, più che un'antitesi, è un paradosso grottesco. Tutti gli elementi che compongono la nostra mitologia infatti appaiono rovesciati e approssimativi:la "multicolorità" e la nascita per accorpamenti e fusioni, l'assenza di una storia, l'assenza di un luogo fisico di riferimento, l'assenza di eroi (hanno pressoché litigato con tutti i loro giocatori più celebri), l'assenza di una "cultura condivisa".
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Il risultato finale di questa contrapposizione è scontato: Noi siamo Noi e tutti ce lo riconoscono ovunque. Piaccia o non piaccia, il Genoa è il Calcio, la sua rappresentazione e la sua sublimazione nel bene (estatica) e nel male (catartica). Nelle due manifestazioni, è comunque un processo avvolgente e totale, che conduce a una sorta di "ascesi mistica" nel tifo (chiunque veda una partita del Genoa trascende dalla realtà, entra in un mondo parallelo in cui tutto è incerto tranne le emozioni.. e qualsiasi partita del Genoa è sempre così "folle" che conferma la regola, Genoa Lille e Livorno Genoa da ultime nel bene e nel male insegnano...).
Loro, invece, semplicemente non esistono. O meglio, non "sono": tentanto disperatamente di esistere vincendo, e anche quando vincono (vedi scudetto), basta un giorno o due per rimetterli nel dimenticatoio che spetta a chi non ha una storia.
Pertanto, tutti al derby più orgogliosi che mai, sperando di vincere (ovviamente) ma sapendo che il risultato è già scritto in partenza: chi gioca contro chi non esiste, infatti, non può perdere!
FORZA GRIFONE! FORZA GENUA!
Morire per un centimetro!