L'angolo del Grifone 2009/2010

Re: L'angolo del Grifone 2009/2010

Quelli là intanto...

hanno fatto un comunicato (FATTO firmare da quella specie di associazione sampiardarenese e ginnastica andrea) con cui si affrettano a dire che sono affessionatissimi al Ferraris. Peccato lo abbiano fatto solo ieri. Che schifo. Sono veramente schifosi. Fino a l'altro ieri tutti per abbatterlo dopo il progetto di ristrutturazione (per non sbagliarsi a seconda di cosa succederà) sono affezionatissimi.

Al derby ci vorrebbero un bel po' di striscioni enormi con scritto:
BESTIE CHE BRUCANO L'ERBA mantovani P.
MANGIA **** cassano a. (analfabeta).
TIFOSI SNOB garrone e. (il padrone nano)
UMUNCOLI marotta (polifemo)
.
ECCO COSA SIETE
SERVI dei SERVI dei SERVI dei SERVI
 
Re: L'angolo del Grifone 2009/2010

brutta partita quella tra Napoli e Lazio.la lazio ha badato solo a non prenderle con 10 uomini dietro la linea del centrocampo provando a fare le ripartenze.il Napoli purtroppo non è riuscito a rendersi mai pericoloso,un po' per errori macroscopici,molti passaggi sbagliati, Gargano era da prendere a calci nel c u l o!!!ma anche perchè la lazio si difendeva molto bene,e sopratutto difendevano tutti!!comunque un buon punto,per Ballardini era la partita della vita,non vedeva l'ora che finisse e domandava sempre quando terminasse la partita!
 
Re: L'angolo del Grifone 2009/2010

dal Muro dei grifoni

www.grifoni.net




Mi sembra superfluo spendere ulteriore tempo per parlare degli altrui volantini... Però, dal mio lavoro di ricerca nelle scienze sociali, posso dirvi che da quel volantino compaiono due temi o filoni di ricerca macroscopici studiati da molti psicologi, studiosi dell'organizzazione, del management, ecc:
1) l'autorappresentazione (voler a tutti i costri auto-definirsi con determinate caratteristiche, indipendentemente dalla realtà e spesso a dispetto della realtà)
2) la mimesi (voler imitare qualcun altro, spesso fingendo o apertamente dicendo invece di volerglisi porre in antitesti).
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Ciò che emerge da tale volantino, infatti, mi sembra chiaro e fin troppo palese: il tentativo misero da parte di chi non ha una storia e vive una condizione di incredibile senso di inferiorità e conseguente frustrazione nei nostri confronti, di crearsi una storia e una identità "fittizia", scimmiottando tutti i nostri elementi più tipici (il tifo, il senso di identità, il senso di partecipazione, la storia...) in maniera approssimativa e confusa.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: come in ogni pretesa di mimesi senza le premesse identitarie, quello che rimane è un "carnevale delle intenzioni", in cui le premesse e gli obiettivi diventano tanto più ridicoli quanto più pretenziosi e lontani dalla realtà.
Il che conferma ancora di più quanto non solo io ma tutti noi penso diciamo da sempre: nullificati da una storia (o meglio, da una assenza di storia) che già di per sé è una condanna, vivono di riflesso della nostra grandezza con l'unico (misero) obiettivo di contrapporsi a noi, di porsi in alternativa se non in antitesi: noi siamo la squadra di Genova, loro si sentono orgogliosi di essere i "foresti"; noi abbiamo la scritta "Belin", e loro scrivono lo striscione "Preferisco la mussa" (ignorando tra l'altro che Belin in genovese vero perde il suo significato originario diventando intercalare e "simbolo" stesso della lingua genovese...), noi amiamo il Tempio, e loro in antitesi vogliono costruire un altro stadio, ecc ecc.
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La genoanità, c'è poco da fare, è mitologia. Ne ha tutte le caratteristiche: l'effigie unica e nobile (il Grifone e il vessillo rosso e blu in onore della Regina Vittoria), la storia separata dalla storia attuale (l'epoca dei pionieri e i 9 scudetti), la sofferenza seguita a un passato glorioso e il decadimento (ben rappresentato secondo me dallo storico striscione "Solo chi soffre impara ad amare..."), il Tempio, gli Eroi (pensiamo soltanto alle effigi del Capitano e del Professore che campeggiano sui nostri banner), il Popolo e con esso la Discendenza e la Tradizione (ogni buon padre genoano distilla nei propri figli la genoanità come bene prezioso), e infine la Messianità (la Stella).
Loro tentano maldestramente di replicare un'antimitologia della sampdorianità, che, più che un'antitesi, è un paradosso grottesco. Tutti gli elementi che compongono la nostra mitologia infatti appaiono rovesciati e approssimativi:la "multicolorità" e la nascita per accorpamenti e fusioni, l'assenza di una storia, l'assenza di un luogo fisico di riferimento, l'assenza di eroi (hanno pressoché litigato con tutti i loro giocatori più celebri), l'assenza di una "cultura condivisa".
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Il risultato finale di questa contrapposizione è scontato: Noi siamo Noi e tutti ce lo riconoscono ovunque. Piaccia o non piaccia, il Genoa è il Calcio, la sua rappresentazione e la sua sublimazione nel bene (estatica) e nel male (catartica). Nelle due manifestazioni, è comunque un processo avvolgente e totale, che conduce a una sorta di "ascesi mistica" nel tifo (chiunque veda una partita del Genoa trascende dalla realtà, entra in un mondo parallelo in cui tutto è incerto tranne le emozioni.. e qualsiasi partita del Genoa è sempre così "folle" che conferma la regola, Genoa Lille e Livorno Genoa da ultime nel bene e nel male insegnano...).
Loro, invece, semplicemente non esistono. O meglio, non "sono": tentanto disperatamente di esistere vincendo, e anche quando vincono (vedi scudetto), basta un giorno o due per rimetterli nel dimenticatoio che spetta a chi non ha una storia.
Pertanto, tutti al derby più orgogliosi che mai, sperando di vincere (ovviamente) ma sapendo che il risultato è già scritto in partenza: chi gioca contro chi non esiste, infatti, non può perdere!
FORZA GRIFONE! FORZA GENUA!

Morire per un centimetro!
 
Re: L'angolo del Grifone 2009/2010

Il Genoa vince il 101° Derby!!!

Rossoblù spietati. Sfoderano una partita perfetta non lasciando scampo ai malcapitati blucerchiati: tre gol, tre pali, tante altre occasioni, Amelia inoperoso e dominio assoluto in ogni parte del campo.

Gasperini a sorpresa lascian Crespo e Floccari inizialmente in panchina e schiera un'inedito tridente composto da Palladino e Palacio esterni e Beppe Sculli centravanti. E' un Genoa che guadagna in profondità e che mette in crisi la retroguardia avversaria. Segna Milanetto su calcio di rigore per atterramento di Palacio da parte di Ziegler, poi i pali sul tiro di Sculli con la deviazione di Ziegler che quasi fa autogol per impedire al pallone di raggiungere Palacio, di Biava di testa e ancora di Sculli che prima si divora il due a zero tirando a lato con Palladino tutto solo e poi colpisce una traversa con un traversone dalla sinistra. Espulsione di Biava per doppia ammonizione ed intervallo.
Il Genoa inizia in dieci la ripresa, ma continua a creare palle gol: clamorosa la parata di Castellazzi di piede su tocco di Cacciatore che rischia l'autorete per impedire al pallone calciato da Sokratis di arrivare a Palladino. Il raddoppio arriva su magistrale apertura di Milanetto per Capitan Rossi che infila il pallone sotto le gambe del portiere e ammutolisce la Sud. Ancora Genoa, con Milanetto che potrebbe segnare il terzo gol: prova con un pallonetto da ottima posizione, parato da Castellazzi, ma Sculli e Palladino soli davanti alla porta aspettavano l'assist... Espulso il doriano Rossi per somma di ammonizioni. Il terzo gol arriva ancora su rigore propiziato da un'incursione di Sokratis in area e fallo di Ziegler che lo falcia. Palladino realizza ed esulta alla sua maniera scatenando le ire dei doriani: rissa in campo, mentre i discendenti dei lanciatori di rubinetti mostrano la loro reale natura a tutta italia impossessandosi di un'idrante per bagnare i tifosi nei distinti e sparando un fumogeno fino a centrocampo. Il Genoa é padrone del campo e ai blucerchiati saltano i nervi. Un'entrata scomposta di Cacciatore costa il rosso diretto e la Sampdoria finisce la partita in nove.
Il Genoa stravince in campo e sugli spalti e al triplice fischio é festa!
 

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