Caro Giovanni, innanzitutto grazie per la risposta e la disponibilità! La mia ricerca è incentrata soprattutto sulla caccia nel Chianti, per questo chiedo a gran voce i toscani! Ma anche la tua esperienza da oltreoceano è più che ben accetta! Volevo chiederti un paio di cose:
- Oggi si parla tanto di cambiamento climatico e variazione del paesaggio naturale; data la tua lunga esperienza come cacciatore, hai notato se gli animali nel corso dei decenni hanno assunto comportamenti e abitudini diverse dovute a queste modificazioni? Se sì, hai dovuto cambiare tecniche di caccia per adattarti a queste variazioni?
- Sappiamo che la caccia è usata anche come misura per tenere a freno la crescita incontrollata di specie animali che non spesso hanno predatori nei loro habitat (in Italia) come il cinghiale o il cervo, che oltretutto danneggiano le colture; ciononostante, si stima che il 90% della selvaggina presente nei ristoranti italiani provenga dall’ estero. Come ti spieghi questo paradosso?
- Ci sono pratiche ritualistiche che pratichi prima, durante o dopo la battuta di caccia? Anche semplici atti scaramantici o portafortuna.
- Cacci da solo o in gruppo? Se in gruppo, sono presenti donne? Come pensi che sia percepita la donna cacciatrice all’ interno delle comunità di cacciatori?
Capisco che sono domande complesse, ma se avessi voglia di rispondere sarebbe fantastico! Nel caso non voglia scrivere, se ti va, puoi lasciarmi un recapito al quale potrei contattarti e fare una breve chiacchierata. Ti ringrazio ancora per la disponibilità.
Eugenio
Rispondo in ordine:
1. Cambiamento climatico. E' vero, se ne parla tanto, anche troppo, ma per quanto riguarda la mia esperienza non ho notato differenze notevoli. Il pianeta ha avuto cambiamenti climatici estremi nella sua lunghissima esistenza, da glaciazioni tremende, con i poli che occupavano quasi meta' del pianeta, a sglaciazioni che, per esempio, trasformarono l'intera pianura nordamericana dalla costa del Maine alle Montagne Rocciose in un enorme mare interno. Eppure non c'erano ne' auto, ne' industrie, e neanche esseri umani. Andro' controcorrente, ma credere che le variazioni climatiche: a.) siano dovute soprattutto alle attivita' umane, e b.) possano essere controllate dall'uomo e' un'assurdiita'. Ovviamente la migratoria e' influenzata anche dal clima. Durante gli inverni piu' freddi scende piu' a sud, durante quelli meno freddo rimane piu'a nord. Ma il clima varia ogni anno, da decennio a decennio, da secolo a secolo, diviene piu' freddo o meno freddo, ed e' influenzato da tanti fattori, comprese le eruzioni vulcaniche e l'attivita' solare. Quest'anno l'Alabama, dove risiedo, che e' in zona subtropicale, ha avuto un inverno freddissimo. E cosi' il nordest degli stati uniti. Quando mi arrivava il conto del riscaldamento mi auguravo che il riscaldamento globale si sbrigasse ad arrivare! Sei libero di non credermi, ma tutto questo blaterare sul clima e' IMHO una trama dei vari governi per ottenere piu' potere regolatorio ed imporre piu' tasse.
2. Penso che la selvaggina consumata nei ristoranti italiani provenga da stati dove la caccia non e' libera e la selvaggina appartiene al proprietario del fondo, non allo stato. Cio' permette un rapporto ottimale fra selvaggina, agricoltura, specie non cacciabili, ecc., un raccolto organizzato con abbattimenti numerosi e simultanei nelle grandi battute praticate, e la possibilita' di esportare capi interi o parti macellate trattati a dovere da persone specializzate dopo l'abbattimento la cui conservazione e il cui trasporto e' effettuato in maniera consistente, sanitaria, e ben organizzata. Un proprietario di ristorante non puo' contare su cacciatori individuali o squadre locali di fornire sempre cio' che serve, e non sa come vengano preparate le spoglie per il macello, e la spedizione puo' essere meno affidabile. Almeno credo che sia cosi'. Ma non abito in Italia e di sicuro non so. Ero amico del proprietario di un famoso ristorante dei Castelli Romani, e lui ogni tanto andava in qualche paese dell'Est Europa e tornava con fagiani, starne, lepri, caprioli che poi faceva preparare dai suoi cuochi perche' venissero serviti (a prezzi astronomici) agli avventori ben abbienti che ordinabano sella di capriolo, o lepre in salmi', o fagiano farcito... Negli U.S. non e' permesso vendere o servire nei ristoranti animali abbattuti durante la caccia sportiva, e la selvaggina disponibile nei ristoranti, dalle zampe di rana toro, alla coda di alligatore, a gallinacei ed anatidi, struzzi, cervi, wapiti, ecc. proviene tutta da allevamenti.
3. Pratiche ritualistiche? Nel Ventunesimo Secolo? No, per me niente bruch (vegetazione infilata in bocca all'animale morto come "ultimo pasto"), o rametto di quercia intriso del sangue dell'animale infilato nel nastro del cappello, o Weidmannsheil, o vestito di loden e cappelluccio col ciuffo di peli di camoscio. Queste sono antiche tradizioni teutoniche, animistiche, ridicole. Ma finche' le etnie che le seguono da secoli le praticano, a me va bene. Ma quando tanti cacciatori italiani le scimmiottano, magari neanche in maniera ortodossa, mi scompiscio dal ridere. "Ber cignale, Romole'! Vaddimansello! Aspetta che je metto 'n mazzo de cicoria ner grugno, e a te ' te 'nfilo ner beretto 'sto gambo de finocchio servatico ammollato ner sangue..."
I miei "riti," essendo un americano d'adozione, se non di nascita, sono pragmatisti. Quando caccio i cervi, la mattina doccia e shampoo con un sapone che elimina per diverse ore l'odore umano, e deodorante dello stesso tipo sotto le ascelle. Mi lavo i denti con il bicarbonato, perche' i dentifrici comuni sono profumati. I miei vestiti e calzature da caccia sono conservati in un grosso recipiente di plastica a tenuta d'aria. Lavo anche questi con detersivo speciale, privo di profumi, e che elimina tutti gli odori prima di riporli nello scatolone, nel quale ci sono diversi "dischi" di plastica impregnati di una sostanza che profuma di terra fresca di bosco appena scavata e che impartisce quell'aroma a tutti i vestiti. Grazie a questi "riti" ho avuto cervi e anche volpi ed altri mammiferi dal naso fino che mi si sono avvicinati--anche se sottovento da me--che non sono riusciti a percepire qualsiasi odore sospettoso.
Dopo l'abbattimento, se non sono lontano da casa (come lo ero nel Montana e in Alaska, dove dovevo trasportare la preda a lungo, e a volte col caldo e la dovevo percio' sventrare sul luogo dell'abbattimento--oggi caccio vicino casa) tiro su l'animale nel mio fuoristrada con un verricello elettrico) lo porto a casa, lo appendo a testa in giu', lo spello, lo sventro, lo squarto, e poi faccio tutto cio' che si fa con la selvaggina, da un periodo di riposo in un frigorifero, alla macellazione dettagliata, all'impacchettamento a vuoto, al surgelamento. Io mangio tutto cio' che caccio, insieme a mia moglie (e mia figlia prima che si sposasse e andasse a vivere in un altro stato), eccettuati i nocivi (cornacchie, coyotes, volpi, procioni, opossums). Non concepisco affatto il cacciare per i trofei e regalare la carne. E a me i trofei non interessano. Sono un cicciaiolo. Fra un cervo magro con palchi enormi ed uno grasso e grosso con due palchi stentati e ridicoli, scegliero' quest'ultimo. Il rito finale avviene in cucina, dove onoro la selvaggina con la cottura giusta, e a tavola, dove la onoro col non lasciarne neanche una molecola nel piatto...
Tornando ai riti e alle superstizioni, io non mi incavolo neanche se qualcuno non "cognoscente" dei riti venatori mi augura "IBAL!" Prova a augurare "IBAL" a un toscano, e senti le bestemmie... Ma anche un romano non sarebbe da meno. Come minimo ti becchi un "A fijo de 'na m....tta!"
4. In genere caccio da solo. Ma a Kodiak cacciavo spesso anatre con un amico/collega. Spesso ho cacciato con mia moglie e con mia figlia. Mia figlia ha abbattuto la prima anatra a 14 anni, il primo cervo a 15. Mia moglie ha preso diversi cervi, sia nel Montana che in Alaska. Qui ancora no, ma mi si e' impigrita.... Alzarsi alle 3 di mattina le e' impossibile. A cervi mi siedo nel mio capanno un'ora e mezza prima dell'alba. Magari mi faccio una pennica, ma mi risvegliano gli uccelletti. Spesso mi entra qualche scricciolo nel capanno e si appollaia sulla canna del fucile. Io sono completamente mimetizzato ed inodore, e cosi' non si spaventano.
Le donne cacciatrici e tiratrici sono molto piu' comuni negli U.S. Se non vado errato, 30% dei cacciatori americani sono di sesso femminile. Mia moglie a Kodiak ha vinto diverse gare di tiro di pistola e un anno ha vinto il trofeo femminile dello stato dell'Alaska di tiro di tipo militare, con il mio AR 15, sparando a bersagli fino a 500 metri (senza ottica), un punteggio superiore a quello di diversi soldati della National Guard che parteciparono alla gara.
Spero di aver risposto esaurientemente e chiaramente. Sei sempre libero di chiedermi di piu'. Come ex-insegnante di liceo e part-time docente universitario, per uno studente che sta cercando di fare un buon lavoro con un progetto o una ricerca mi faccio sempre a quattro.