giovannit.
Cacciatore qualificato (8000/10000)
Mi piacerebbe cominciare una discussione di carattere filosofico, non necessariamente legata alla caccia, ma all'intero arco di convivenza civile e di norme sociali, del quale, ovviamente anche la caccia fa parte.
La discussione verte su questo soggetto:
E' giusto o no disubbidire a leggi che sono considerate ingiuste, sbagliate e controproducenti, e/o assolutamente stupide ed inutili?
Prima di tutto, a chi spetta considerare una legge non valida per i suddetti motivi? All'individuo, o all'intera struttura sociale, o al gruppo sul quale questa legge influisce di piu'?
E quando, perche' e come e' giustificabile la disobbedienza civile? In quale modo si puo' o si deve disubbidire? Come si affrontano le conseguenze della disobbedienza? E' giusto celare la propria disobbedienza? In quali casi non si tratta di disobbedienza civile ma di criminalita' e/o "furbismo"?
Insomma, questa, se parte, sarebbe una discussione abbastanza complicata, e spero che ci si possa incontrare e scontrare in maniera civile ed educata, senza attacchi ad hominem, senza livore e meschinita', ma in una vera maniera socratica.
Forza ragazzi! Cominciamo da qualche esempio pratico ma ipotetico, applicato sia alla caccia che ad altri soggetti--tanto per invogliare tutti:
1. Il parlamento, cedendo alla pressione degli anticaccia, passa una legge secondo la quale ogni cacciatore non puo' sparare piu' di un certo numero (abbastanza basso) di cartucce all'anno. Il numero delle prede non conta. I limiti di carniere rimangono gli stessi--l'unica cosa che cambia e' che una volta sparate tutte le cartucce permesse la stagione e' finita.
2. Il parlamento, per aumentare gli introiti delle casse di stato e ridurre il consumo di carburanti, impone una tassa sull'uso voluttuario delle auto. Chi vuole guidare quando non si reca al lavoro deve acquistare un tesserino nel quale segnare tutte le uscite voluttuarie appena si siede al volante, e il numero di km percorsi quando finalmente ritorna--un po' come il tesserino venatorio. Questa legge e' ovviamente una legge stupida, in quanto contraddittoria. Dal momento che il governo gia' impone salatissime tasse sui carburanti, una riduzione del loro consumo diminuirebbe gli introiti dello stato, mentre e' del tutto dubbio che la tassa sulla guida di piacere possa compensare la diminuzione di introiti. Inoltre la legge e' ingiusta perche' il guidatore domenicale e' tassato due volte, sul carburante, al distributore, e alla consegna mensile o annuale del tesserino, quando paga a seconda del numero di km segnati sul tesserino.
Che cosa dovrebbe fare il cacciatore dopo il passaggio della prima legge? Come? Quando? Perche'?
E che cosa dovrebbe fare l'automobilista dopo il passaggio della seconda legge? Come? Quando? Perche'?
In fondo poi, questi esempi ipotetici non sono poi tanto ipotetici, Grazie alla saggezza dei nostri Soloni, leggi del genere ogni tanto scaturiscono da Montecitorio o dall' U.S. Congress, o dovunque si radunino i parassiti che scrivono le leggi dalle quali poi loro si esentano...
La discussione verte su questo soggetto:
E' giusto o no disubbidire a leggi che sono considerate ingiuste, sbagliate e controproducenti, e/o assolutamente stupide ed inutili?
Prima di tutto, a chi spetta considerare una legge non valida per i suddetti motivi? All'individuo, o all'intera struttura sociale, o al gruppo sul quale questa legge influisce di piu'?
E quando, perche' e come e' giustificabile la disobbedienza civile? In quale modo si puo' o si deve disubbidire? Come si affrontano le conseguenze della disobbedienza? E' giusto celare la propria disobbedienza? In quali casi non si tratta di disobbedienza civile ma di criminalita' e/o "furbismo"?
Insomma, questa, se parte, sarebbe una discussione abbastanza complicata, e spero che ci si possa incontrare e scontrare in maniera civile ed educata, senza attacchi ad hominem, senza livore e meschinita', ma in una vera maniera socratica.
Forza ragazzi! Cominciamo da qualche esempio pratico ma ipotetico, applicato sia alla caccia che ad altri soggetti--tanto per invogliare tutti:
1. Il parlamento, cedendo alla pressione degli anticaccia, passa una legge secondo la quale ogni cacciatore non puo' sparare piu' di un certo numero (abbastanza basso) di cartucce all'anno. Il numero delle prede non conta. I limiti di carniere rimangono gli stessi--l'unica cosa che cambia e' che una volta sparate tutte le cartucce permesse la stagione e' finita.
2. Il parlamento, per aumentare gli introiti delle casse di stato e ridurre il consumo di carburanti, impone una tassa sull'uso voluttuario delle auto. Chi vuole guidare quando non si reca al lavoro deve acquistare un tesserino nel quale segnare tutte le uscite voluttuarie appena si siede al volante, e il numero di km percorsi quando finalmente ritorna--un po' come il tesserino venatorio. Questa legge e' ovviamente una legge stupida, in quanto contraddittoria. Dal momento che il governo gia' impone salatissime tasse sui carburanti, una riduzione del loro consumo diminuirebbe gli introiti dello stato, mentre e' del tutto dubbio che la tassa sulla guida di piacere possa compensare la diminuzione di introiti. Inoltre la legge e' ingiusta perche' il guidatore domenicale e' tassato due volte, sul carburante, al distributore, e alla consegna mensile o annuale del tesserino, quando paga a seconda del numero di km segnati sul tesserino.
Che cosa dovrebbe fare il cacciatore dopo il passaggio della prima legge? Come? Quando? Perche'?
E che cosa dovrebbe fare l'automobilista dopo il passaggio della seconda legge? Come? Quando? Perche'?
In fondo poi, questi esempi ipotetici non sono poi tanto ipotetici, Grazie alla saggezza dei nostri Soloni, leggi del genere ogni tanto scaturiscono da Montecitorio o dall' U.S. Congress, o dovunque si radunino i parassiti che scrivono le leggi dalle quali poi loro si esentano...