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Ciliegio Canino (Prunus Mahaleb)
Famiglia: Rosaceae
Nome Volgare: Ciliegio canino, Malebo, Megaleppo, Ciliegio di S. Lucia.
ETIMOLOGIA
Prunus è nome attribuito dagli antichi romani a parecchie specie dello stesso genere, con riferimento anche al fatto che molte piante selvatiche appartenenti ad esso sono fornite di robuste spine legnose; l'attributo specifico deriverebbe dal nome arabo di un'antica città sita in Libano.
MORFOLOGIA
Arbusto di medie dimensioni (1-5 m), a volte anche piccolo albero (altezza fino a 10 m), con apparato radicale robusto e pollonifero, chioma piuttosto folta, molto ramoso, con rami spesso spinosi, eretti e flessibili; rametti giovani pubescenti-vischiosi, provvisti di lenticelle, dapprima verdi chiari, poi grigio-rossastri ed infine grigi scuri; gemme inserite a spirale sui brachiblasti, piccole, appuntite ed appressate al rametto; corteccia da grigio chiara a bruna, talvolta lucida, screpolata longitudinalmente in individui arborei; legno duro, di color verdastro al taglio e di sgradevole odore amaro.
Foglie cuoriformi alterne, stipolate alla schiusura delle gemme, con esile e corto picciolo, a lamina (15-25 x 20-30 mm) ovale-cordata, sovente ripiegata all'insù a V sulla nervatura centrale, base arrotondata, apice acuto e margine a minuti dentelli ghiandolari, color verde intenso lucido sopra, più chiara e da giovane pelosa sotto.
Fiori debolmente profumati, in corimbi brevi ed eretti 4-12-flori, portati da esili peduncoli stipolati alla base; calice a 5 sepali verdi, ovati, disposti orizzontalmente o riflessi; corolla bianca a 5 petali piccoli ovali (5-7 mm); circa 20 stami a filamento bianco ed antere gialle scure; ovario e stilo verdi, glabri.
Frutti in drupe globose (8-10 mm) nero-rossastre, non pruinose, di sapore amarognolo, con nòcciolo centrale sferico liscio.
DISTRIBUZIONE e HABITAT
Entità Sud Europea-Pontica, presente in quasi tutta l'Europa centro-meridionale ed anche nel Caucaso, Iran settentrionale, Armenia, Turchia meridionale.
In Italia si trova in tutte le regioni (raro in quelle occidentali), eccettuata la Sardegna, in stazioni caldo-asciutte e soleggiate: boscaglie termofile, cedui, cespuglieti, soprattutto nell'orizzonte della roverella; di preferenza su calcare, da 0 a 800 m (in Sicilia fino a 1900 m).
Antesi da (marzo)aprile a maggio.
N.B. possibile confusione: Nell'ambito dello stesso genere:
P. spinosa ha portamento sempre arbustivo di regola più basso ed espanso, legno con odore di mela, rami molto spinosi, foglie con picciolo più breve (non oltre 5 mm) a lamina ellittico-rombica e base acuta, fiori ad antesi precoce in gruppi addensati ricoprenti i rametti, drupe nero-bluastre pruinose;
P. padus, senza spine, ha portamento per lo più arboreo, foglie ovato-oblunghe molto più grandi, fiori tardivi in racemi penduli, frutti rosso-nerastri molto lucidi in grappoli, habitat meso-igrofilo, su suoli solitamente decalcificati;
P. cerasus (Marasco o Visciolo) non spinoso, ha anch'esso portamento arboreo, pur essendo spesso policormico per emissione di polloni radicali, con corteccia glabra arrossata, foglie (3-7 x 6-12 cm) ovato-lanceolate acuminate a margine finemente seghettato, lisce e glabre, fiori su peduncoli di 2-4 cm in fascetti ombrelliformi pauciflori (2-4), a petali di 8-12 mm obovati, candidi, frutti rossi di diametro medio 1 cm, aciduli (amarene).
USI e PROPRIETA’
Dai frutti si ricavano essenze per liquori. Tutta la pianta contiene cumarina, composto aromatico usato nella confezione di essenze di frutta e profumi e nella concia di particolari tipi di tabacco. Il legno stesso della pianta, date le sue caratteristiche aromatizzanti, viene usato per fabbricare pipe; veniva impiegato pure, grazie alla sua durezza e resistenza, per lavori di tornitura e per giocattoli.
La pianta selvatica, rustica e robusta, è spesso impiegata come portainnesti per varietà di ciliegi coltivati da frutto.
COME PASTURA
Le drupe del ciliegio canino sono gradite al codirossone, merlo, tordo bottaccio – sassello e capinera.
Famiglia: Rosaceae
Nome Volgare: Ciliegio canino, Malebo, Megaleppo, Ciliegio di S. Lucia.
ETIMOLOGIA
Prunus è nome attribuito dagli antichi romani a parecchie specie dello stesso genere, con riferimento anche al fatto che molte piante selvatiche appartenenti ad esso sono fornite di robuste spine legnose; l'attributo specifico deriverebbe dal nome arabo di un'antica città sita in Libano.
MORFOLOGIA
Arbusto di medie dimensioni (1-5 m), a volte anche piccolo albero (altezza fino a 10 m), con apparato radicale robusto e pollonifero, chioma piuttosto folta, molto ramoso, con rami spesso spinosi, eretti e flessibili; rametti giovani pubescenti-vischiosi, provvisti di lenticelle, dapprima verdi chiari, poi grigio-rossastri ed infine grigi scuri; gemme inserite a spirale sui brachiblasti, piccole, appuntite ed appressate al rametto; corteccia da grigio chiara a bruna, talvolta lucida, screpolata longitudinalmente in individui arborei; legno duro, di color verdastro al taglio e di sgradevole odore amaro.
Foglie cuoriformi alterne, stipolate alla schiusura delle gemme, con esile e corto picciolo, a lamina (15-25 x 20-30 mm) ovale-cordata, sovente ripiegata all'insù a V sulla nervatura centrale, base arrotondata, apice acuto e margine a minuti dentelli ghiandolari, color verde intenso lucido sopra, più chiara e da giovane pelosa sotto.
Fiori debolmente profumati, in corimbi brevi ed eretti 4-12-flori, portati da esili peduncoli stipolati alla base; calice a 5 sepali verdi, ovati, disposti orizzontalmente o riflessi; corolla bianca a 5 petali piccoli ovali (5-7 mm); circa 20 stami a filamento bianco ed antere gialle scure; ovario e stilo verdi, glabri.
Frutti in drupe globose (8-10 mm) nero-rossastre, non pruinose, di sapore amarognolo, con nòcciolo centrale sferico liscio.
DISTRIBUZIONE e HABITAT
Entità Sud Europea-Pontica, presente in quasi tutta l'Europa centro-meridionale ed anche nel Caucaso, Iran settentrionale, Armenia, Turchia meridionale.
In Italia si trova in tutte le regioni (raro in quelle occidentali), eccettuata la Sardegna, in stazioni caldo-asciutte e soleggiate: boscaglie termofile, cedui, cespuglieti, soprattutto nell'orizzonte della roverella; di preferenza su calcare, da 0 a 800 m (in Sicilia fino a 1900 m).
Antesi da (marzo)aprile a maggio.
N.B. possibile confusione: Nell'ambito dello stesso genere:
P. spinosa ha portamento sempre arbustivo di regola più basso ed espanso, legno con odore di mela, rami molto spinosi, foglie con picciolo più breve (non oltre 5 mm) a lamina ellittico-rombica e base acuta, fiori ad antesi precoce in gruppi addensati ricoprenti i rametti, drupe nero-bluastre pruinose;
P. padus, senza spine, ha portamento per lo più arboreo, foglie ovato-oblunghe molto più grandi, fiori tardivi in racemi penduli, frutti rosso-nerastri molto lucidi in grappoli, habitat meso-igrofilo, su suoli solitamente decalcificati;
P. cerasus (Marasco o Visciolo) non spinoso, ha anch'esso portamento arboreo, pur essendo spesso policormico per emissione di polloni radicali, con corteccia glabra arrossata, foglie (3-7 x 6-12 cm) ovato-lanceolate acuminate a margine finemente seghettato, lisce e glabre, fiori su peduncoli di 2-4 cm in fascetti ombrelliformi pauciflori (2-4), a petali di 8-12 mm obovati, candidi, frutti rossi di diametro medio 1 cm, aciduli (amarene).
USI e PROPRIETA’
Dai frutti si ricavano essenze per liquori. Tutta la pianta contiene cumarina, composto aromatico usato nella confezione di essenze di frutta e profumi e nella concia di particolari tipi di tabacco. Il legno stesso della pianta, date le sue caratteristiche aromatizzanti, viene usato per fabbricare pipe; veniva impiegato pure, grazie alla sua durezza e resistenza, per lavori di tornitura e per giocattoli.
La pianta selvatica, rustica e robusta, è spesso impiegata come portainnesti per varietà di ciliegi coltivati da frutto.
COME PASTURA
Le drupe del ciliegio canino sono gradite al codirossone, merlo, tordo bottaccio – sassello e capinera.