IVREA. Una battuta di caccia ai cinghiali e subito. Questo quanto chiedono gli agricoltori del territorio, arrabbiati per i danni che gli ungulati avrebbero procurato ai loro terreni. «Non ne possiamo più - tuonano all’unisono - vogliamo avere l’autorizzazione a sparare noi ai cinghiali senza aspettare che lo facciano i cacciatori. Nella Provincia di Asti è così, perché qui no? Anche quella di Torino dovrebbe intervenire e fare qualcosa per noi che, tra l’altro, aspettiamo da più di un anno gli indennizzi per i danni causati dai cinghiali ai nostri terreni».
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«Ogni sera quegli animali distruggono 3, 4 ettari di colture - continuano gli agricoltori -, mangiano tutto e al mattino dopo non possiamo fare altro che constatare, per l’ennesima volta, che il nostro lavoro ed il nostro guadagno è stato azzerato nell’arco di poche ore».
Marco Balagna, assessore all’Agricoltura della Provincia di Torino, interpellato, fa sapere: «Capisco gli agricoltori e sono dalla loro parte. Non credo però che la soluzione al problema sia lasciare che imbraccino il fucile, è pericoloso. Vorrei precisare, comunque, che per quanto riguarda la Provincia di Asti è vero che 6 mesi fa con delibera autorizzava gli agricoltori a sparare ai cinghiali, ma che, poi, il Prefetto non ha dato il via libera al provvedimento».
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Quindi Balagna ritorna sulla questione contenimento dei cinghiali e spiega: «Quando arriva una segnalazione sulla necessità che venga effettuata una battuta di caccia straordinaria, per esempio da un Comune, valutiamo la richiesta e diamo, all’autorità d’ambito della caccia, l’autorizzazione ad intervenire. Già adesso, comunque, per due mesi all’anno, tra gennaio e marzo, l’Atc può effettuare interventi straordinari di contenimento. A questi si aggiungono i periodi di caccia ordinaria, da settembre fino alla fine di dicembre. Se servono altre battute di caccia bisogna, dunque, chiederle all’Atc. Proprio questo mese verranno rinnovati i vertici dell’autorità d’ambito; gli agricoltori dovrebbero sollecitare il nuovo direttivo che si insedierà a contenere meglio la presenza degli ungulati e a farlo in maniera seria».
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Nessuna buona nuova, invece, sul fronte indennizzi. «Gli indennizzi li dà la Regione non la Provincia e la Regione, sotto questo profilo, è in ritardo di oltre un anno perché non ci sono risorse economiche sufficienti. Un tema pesante questo per cui tutte le Province piemontesi prenderanno posizione nei confronti della Regione» conclude l’assessore all’Agricoltura.
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«Ogni sera quegli animali distruggono 3, 4 ettari di colture - continuano gli agricoltori -, mangiano tutto e al mattino dopo non possiamo fare altro che constatare, per l’ennesima volta, che il nostro lavoro ed il nostro guadagno è stato azzerato nell’arco di poche ore».
Marco Balagna, assessore all’Agricoltura della Provincia di Torino, interpellato, fa sapere: «Capisco gli agricoltori e sono dalla loro parte. Non credo però che la soluzione al problema sia lasciare che imbraccino il fucile, è pericoloso. Vorrei precisare, comunque, che per quanto riguarda la Provincia di Asti è vero che 6 mesi fa con delibera autorizzava gli agricoltori a sparare ai cinghiali, ma che, poi, il Prefetto non ha dato il via libera al provvedimento».
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Quindi Balagna ritorna sulla questione contenimento dei cinghiali e spiega: «Quando arriva una segnalazione sulla necessità che venga effettuata una battuta di caccia straordinaria, per esempio da un Comune, valutiamo la richiesta e diamo, all’autorità d’ambito della caccia, l’autorizzazione ad intervenire. Già adesso, comunque, per due mesi all’anno, tra gennaio e marzo, l’Atc può effettuare interventi straordinari di contenimento. A questi si aggiungono i periodi di caccia ordinaria, da settembre fino alla fine di dicembre. Se servono altre battute di caccia bisogna, dunque, chiederle all’Atc. Proprio questo mese verranno rinnovati i vertici dell’autorità d’ambito; gli agricoltori dovrebbero sollecitare il nuovo direttivo che si insedierà a contenere meglio la presenza degli ungulati e a farlo in maniera seria».
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Nessuna buona nuova, invece, sul fronte indennizzi. «Gli indennizzi li dà la Regione non la Provincia e la Regione, sotto questo profilo, è in ritardo di oltre un anno perché non ci sono risorse economiche sufficienti. Un tema pesante questo per cui tutte le Province piemontesi prenderanno posizione nei confronti della Regione» conclude l’assessore all’Agricoltura.