da "Il Cacciatore.com"
AIW: Sic e motoseghe in Liguria
wildernessUna Regione che anziché vincolare in forma integrale i proprie esigui boschi regionali (solo circa 7.000 ettari) e che proprio quest’anno li ha dati in pasto ai privati per una gestione economicistica che contrasta con l’impegno ecologista vantato ad ogni piè pari, ecco che improvvisamente si scopre che con una delibera di giunta del 2007 per un virtuosismo ambientalista che fa a pugni con gli scempi autorizzati nell’approvare i progetti eolici, in tutti i ben 127 SIC-Siti di Importanza Comunitaria (un numero esagerato, se non altro per una mancata seria loro revisione sulla base delle loro reali finalità: ma questo è un problema addirittura di livello nazionale!), in primavera è proibito l’uso delle motoseghe per il taglio dei boschi.
Un virtuosismo che sarà certamente stato consigliato da un certo mondo ambientalista ed animalista che in Liguria va per la maggiore (sono note le recenti traversie cui sono stati costretti i cacciatori a causa degli inutili, perseveranti ed anche rancorosi ricorsi degli ambientalisti per ottenere la chiusura della caccia), ma che fa anche a pugni con la succitata recente legge sulle proprietà boschive regionali, la quale con l’intento di essere ambientalista avrà invece come effetto il depauperamento dei patrimoni naturali che queste proprietà hanno conservato fino ad oggi. Oggi si scopre (a Calizzano, Val Bormida, lo hanno scoperto in questi giorni) che la Regione rimedia imponendo ai privati quei vincoli che non ha saputo e voluto autoimporsi a casa propria! Purtroppo, a parte la scrivente associazione, nessun’altra associazione ambientalista ha protestata per quella legge antiambientalista, come sicuramente nessuna di esse si schiererà oggi contro l’applicazione della delibera del 2007!
Si deve sapere che con Delibera di Giunta Regionale n. 126 del 2007 in tutti i SIC della Liguria sono stati imposti dei vincoli decisamente ecologisti ed ammirevoli, se non fosse per il fatto che non si impongo alle proprietà pubbliche statali e regionali, ma soprattutto a quelle private e comunali. E’ difatti proibito l’uso di motoseghe (“strumenti a motore”) per tagliare gli alberi nel periodo di nidificazione dell’avifauna (febbraio-luglio). Ma non solo, i privati sono obbligati a rinunciare senza rimborso alcuno al taglio di alberi con nidi (è avrebbe anche un senso, se non altro per umanità) ma pure a quelli nelle loro vicinanze e, dulcis in fondo, preservare “isole di biodiversità di migliaia di metri quadrati destinate all’invecchiamento indefinito”. E io pago, diceva Totò! Tutti vincoli che colpiscono soprattutto l’economia forestale privata e che ha alla base una motivazione, al solito, solo animalista: la tutela della “privacy” degli animali!
Ma anche un vincolo che l’Unione Europea non ha mai richiesto per questa specie di aree protette, che quindi non sono affatto tali (giusto la sentenza N. 02885/2012 del Consiglio di Stato); né nelle Direttive europee a cui esse fanno riferimento si richiede agli Stati membri forme vincolistiche di provvedimenti gestionali degli habitat per la fauna.
Lo scopo degli ambientalisti italiani, unici in Europa, è chiaro: puntare presto a far inserire tutti i SIC e ZPS nella rete di aree protette vincolare dalle legge 394 sui Parchi e le Riserve Naturali, per poter così vincolare in modo antidemocratico milioni di ettari di proprietà privata e comunale senza dover spendere un euro di rimborso per indennizzi o acquisto dei terreni, come si fa in tante altre nazioni note per i loro livelli di democrazia liberale (USA, Gran Bretagna, Francia, Svezia, Finlandia, Belgio, Olanda, tanto per fare degli esempi).
Anziché costringere i boscaioli all’antico uso delle asce per tagliare gli alberi nelle aree SIC, meglio avrebbe fatto la Regione a vincolare quali Riserve Integrali o Aree Wilderness i propri boschi demaniali (alcuni anche SIC), dati invece in pasto a società e cooperative private. La conservazione dei patrimoni forestali di alto valore di biodiversità non si fa vincolando i privati, ma conservando i beni pubblici od acquistando al pubblico quelli privati. Questa è la linea della scrivente Associazione che per proteggere alcuni boschi opera di tasca propria acquistando terreni; non richiedendo al potere della politica impositivi vincoli illiberali ed antidemocratici sui terreni privati!
Il Corpo Forestale fa il suo dovere nel richiedere l’applicazione della Delibera 126/2007, ma i politici dovrebbero anche fare il loro nel riconoscere gli errori commessi nell’approvare quello che magari i tecnici hanno loro propinato: democrazia è anche rispettare i diritti dei cittadini se si vuole che i cittadini rispettino le leggi!
Murialdo, 7 Novembre 2013
F.to Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW
AIW: Sic e motoseghe in Liguria
wildernessUna Regione che anziché vincolare in forma integrale i proprie esigui boschi regionali (solo circa 7.000 ettari) e che proprio quest’anno li ha dati in pasto ai privati per una gestione economicistica che contrasta con l’impegno ecologista vantato ad ogni piè pari, ecco che improvvisamente si scopre che con una delibera di giunta del 2007 per un virtuosismo ambientalista che fa a pugni con gli scempi autorizzati nell’approvare i progetti eolici, in tutti i ben 127 SIC-Siti di Importanza Comunitaria (un numero esagerato, se non altro per una mancata seria loro revisione sulla base delle loro reali finalità: ma questo è un problema addirittura di livello nazionale!), in primavera è proibito l’uso delle motoseghe per il taglio dei boschi.
Un virtuosismo che sarà certamente stato consigliato da un certo mondo ambientalista ed animalista che in Liguria va per la maggiore (sono note le recenti traversie cui sono stati costretti i cacciatori a causa degli inutili, perseveranti ed anche rancorosi ricorsi degli ambientalisti per ottenere la chiusura della caccia), ma che fa anche a pugni con la succitata recente legge sulle proprietà boschive regionali, la quale con l’intento di essere ambientalista avrà invece come effetto il depauperamento dei patrimoni naturali che queste proprietà hanno conservato fino ad oggi. Oggi si scopre (a Calizzano, Val Bormida, lo hanno scoperto in questi giorni) che la Regione rimedia imponendo ai privati quei vincoli che non ha saputo e voluto autoimporsi a casa propria! Purtroppo, a parte la scrivente associazione, nessun’altra associazione ambientalista ha protestata per quella legge antiambientalista, come sicuramente nessuna di esse si schiererà oggi contro l’applicazione della delibera del 2007!
Si deve sapere che con Delibera di Giunta Regionale n. 126 del 2007 in tutti i SIC della Liguria sono stati imposti dei vincoli decisamente ecologisti ed ammirevoli, se non fosse per il fatto che non si impongo alle proprietà pubbliche statali e regionali, ma soprattutto a quelle private e comunali. E’ difatti proibito l’uso di motoseghe (“strumenti a motore”) per tagliare gli alberi nel periodo di nidificazione dell’avifauna (febbraio-luglio). Ma non solo, i privati sono obbligati a rinunciare senza rimborso alcuno al taglio di alberi con nidi (è avrebbe anche un senso, se non altro per umanità) ma pure a quelli nelle loro vicinanze e, dulcis in fondo, preservare “isole di biodiversità di migliaia di metri quadrati destinate all’invecchiamento indefinito”. E io pago, diceva Totò! Tutti vincoli che colpiscono soprattutto l’economia forestale privata e che ha alla base una motivazione, al solito, solo animalista: la tutela della “privacy” degli animali!
Ma anche un vincolo che l’Unione Europea non ha mai richiesto per questa specie di aree protette, che quindi non sono affatto tali (giusto la sentenza N. 02885/2012 del Consiglio di Stato); né nelle Direttive europee a cui esse fanno riferimento si richiede agli Stati membri forme vincolistiche di provvedimenti gestionali degli habitat per la fauna.
Lo scopo degli ambientalisti italiani, unici in Europa, è chiaro: puntare presto a far inserire tutti i SIC e ZPS nella rete di aree protette vincolare dalle legge 394 sui Parchi e le Riserve Naturali, per poter così vincolare in modo antidemocratico milioni di ettari di proprietà privata e comunale senza dover spendere un euro di rimborso per indennizzi o acquisto dei terreni, come si fa in tante altre nazioni note per i loro livelli di democrazia liberale (USA, Gran Bretagna, Francia, Svezia, Finlandia, Belgio, Olanda, tanto per fare degli esempi).
Anziché costringere i boscaioli all’antico uso delle asce per tagliare gli alberi nelle aree SIC, meglio avrebbe fatto la Regione a vincolare quali Riserve Integrali o Aree Wilderness i propri boschi demaniali (alcuni anche SIC), dati invece in pasto a società e cooperative private. La conservazione dei patrimoni forestali di alto valore di biodiversità non si fa vincolando i privati, ma conservando i beni pubblici od acquistando al pubblico quelli privati. Questa è la linea della scrivente Associazione che per proteggere alcuni boschi opera di tasca propria acquistando terreni; non richiedendo al potere della politica impositivi vincoli illiberali ed antidemocratici sui terreni privati!
Il Corpo Forestale fa il suo dovere nel richiedere l’applicazione della Delibera 126/2007, ma i politici dovrebbero anche fare il loro nel riconoscere gli errori commessi nell’approvare quello che magari i tecnici hanno loro propinato: democrazia è anche rispettare i diritti dei cittadini se si vuole che i cittadini rispettino le leggi!
Murialdo, 7 Novembre 2013
F.to Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW