DA IL CACCIATORE.COM:
Toscana. Verdi: colpa dei cacciatori sviluppo incontrollato ungulati
“La responsabilita’ dello sviluppo incontrollato dei cinghiali sul territorio e’ prima di tutto dei cacciatori stessi: prima con l’introduzione del tipo ungherese, vero e proprio maiale nero travestito da cinghiale, che pesa il doppio e prolifica il triplo dei nostri cinghiali autoctoni; poi con la pratica della pasturazione.
In un anno come questo, con nevicate, gelate o, all’inverso, in anni siccitosi, si sarebbero verificate morti naturali dovute alla carenza di cibo o alla minore proliferazione’. Lo dichiarano i verdi Toscani con i consiglieri regionali Mario Lupi e Fabio Roggiolani e il portavoce Mauro Romanelli. ‘Per questi motivi - spiegano - non si possono chiamare i cacciatori a collaborare alla soluzione del problema che per gran parte loro stessi creano.
I prelievi selettivi di contenimento devono essere affidati solo a chi e’ adeguatamente formato allo scopo e non a chi pratica la caccia come sport e divertimento’. ‘Gli agricoltori e i pastori - proseguono Lupi, Roggiolani e Romanelli - devono diventare i veri protagonisti della riduzione dei cinghiali con i recinti di cattura che consentono un vero intervento selettivo e non trasformano in sport quella che e’ una necessita’ per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema’. (Ansa)
Toscana. Verdi: colpa dei cacciatori sviluppo incontrollato ungulati
“La responsabilita’ dello sviluppo incontrollato dei cinghiali sul territorio e’ prima di tutto dei cacciatori stessi: prima con l’introduzione del tipo ungherese, vero e proprio maiale nero travestito da cinghiale, che pesa il doppio e prolifica il triplo dei nostri cinghiali autoctoni; poi con la pratica della pasturazione.
In un anno come questo, con nevicate, gelate o, all’inverso, in anni siccitosi, si sarebbero verificate morti naturali dovute alla carenza di cibo o alla minore proliferazione’. Lo dichiarano i verdi Toscani con i consiglieri regionali Mario Lupi e Fabio Roggiolani e il portavoce Mauro Romanelli. ‘Per questi motivi - spiegano - non si possono chiamare i cacciatori a collaborare alla soluzione del problema che per gran parte loro stessi creano.
I prelievi selettivi di contenimento devono essere affidati solo a chi e’ adeguatamente formato allo scopo e non a chi pratica la caccia come sport e divertimento’. ‘Gli agricoltori e i pastori - proseguono Lupi, Roggiolani e Romanelli - devono diventare i veri protagonisti della riduzione dei cinghiali con i recinti di cattura che consentono un vero intervento selettivo e non trasformano in sport quella che e’ una necessita’ per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema’. (Ansa)