
La storia è una di quelle a lieto fine, che parte della Polonia, arriva in Toscana e si conclude in Trentino, grazie a una rete di volontari e forze dell'ordine che ha varcato i confini provinciali e ha permesso di salvare quasi tutti i 400 pulcini contrabbandati. Ad accogliere il personale toscano, in Bondone, vi erano gli uomini del Servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, con il comandante Christian Tabarelli, e i carabinieri trentini, con il comandante della stazione Vaneze del Bondone, Fediliano Boscarato,
La storia inizia il 20 maggio in provincia di Prato, con il sequestro da parte dei carabinieri del Nucleo operativo, con il supporto della Polizia provinciale di Prato e Livorno, di 400 nidiacei, che si trovano nel bagagliaio di un'auto polacca. "I pulcini erano stati strappati dai nidi, in Polonia, appena nati ed introdotti clandestinamente in Italia per essere utilizzati come richiami dai cacciatori - spiega Michele Pellegrini, comandante della Polizia provinciale di Prato -. Erano in condizioni disperate, stipati nel bagagliaio all'interno di cassette della frutta, coperte da una rete leggera".
Viene quindi informata la LIPU che, con il supporto delle forze dell'ordine, prende in carico le cesene e le distribuisce in due centri, il Cruma (Centro recupero uccelli marini e acquatici) di Livorno, e il Cetras (Centro toscano recupero avifauna selvatica) di Empoli. I volontari si attivano subito per salvare quanti più pulcini possibile: "Quando sono arrivati erano davvero stressati - spiega Chandra Brondi, del Cruma di Livorno - hanno viaggiato in condizioni impossibili ed erano denutriti e completamente disidratati, andavano quindi nutriti ogni ora con cibo adatto allo svezzamento, in più si sono aggiunte complicazioni dovute ad alcune patologie sia per lo stress che per alcuni parassiti intestinali".
Fortunatamente, grazie anche a una rete di solidarietà, la maggior parte delle cesene viene salvata. Ma la Toscana non è certo l'habitat migliore per questo tipo di uccello, della famiglia dei tordi e migratore, che per l'estate predilige l'Europa nord orientale e in generale i più freschi ambienti alpini, per poi migrare nei paesi caldi durante l'inverno.
E qui entra in gioco il Trentino: attraverso contatti fra la LIPU Toscana e quella del Trentino, che gestisce per la Provincia autonoma di Trento, Servizio foreste e fauna, il Centro di Recupero dell'Avifauna Selvatica in località Casteller, si è individuato come habitat migliore proprio il Centro alle Viotte del Bondone della Fondazione Mach, dove vi sono alcune grandi voliere non utilizzate.
Le cesene, che hanno ormai raggiunto i due mesi e mezzo di vita e le dimensioni di esemplari adulti, sono state trasportate con tutte le attenzioni in appositi contenitori di cartone dotati di buchi all'interno di tre automezzi della Polizia provinciale di Prato e Livorno. In Trentino, la carovana è stata affiancata dai carabinieri e dai forestali della Provincia autonoma di Trento fino alle Viotte del Bondone.
Qui la liberazione in una delle voliere più grandi. Ma si tratterà di una "prigionia" di breve durata: come chiarito dagli esperti della LIPU, le cesene saranno liberate al più presto, in pochi giorni, al termine di un breve periodo di acclimatamento.