Giovanni abuso del tuo conoscere: ma gli sniper di norma che tipo di calibro e fucile utilizzano?
Non so se si può formulare codesta domanda forse troppo generica.
Anni fa presi in biblioteca un bellissimo libro :
https://leganerd.com/2013/04/08/la-storia-di-penna-bianca/
parlava di quanto i cecchini all'inizio non fossero troppo riconosciuti dalle alte gerarchie militari, e della sua vita in Vietnam dove i nemici avevano messo una taglia molto alta su di lui.
Ovviamente la tecnologia di oggi non c'era e doveva calcolare tutto in base all'esperienza, lasciavano lui e l'osservatore con l'elicottero da soli e dovevano cavarsela senza nessun aiuto.
I calibri usati dai cecchini sono sempre cambiati mano mano che il progresso della balistica avanzava. Durante la Rivoluzione, i coloni americani che combattevano contro le giubbe rosse inglesi usavano qualsiasi fucile e calibro che usavano a caccia. Erano fucili precisi, anche se entro i parametri della precisione di un fucile ad avencarica, ma comunque erano sempre enormemente piu' precisi dei fucili ad anima liscia degli inglesi, che non apprezzavano le tattiche di guerriglia di comuni cittadii che ammazzavano gli ufficiali da grande distanza, irraggiungibili dalle grosse palle degli inglesi che dopo una trentina di metri andavano dove volevano, non dove mirate. Gli inglesi praticavano ancora la tattica delle armate schierate spalla a spalla che sparavano tutte insieme bordate simultanee di palle alla "chi ****o ****o" che funzionavano contro nemici similmente ammassati. I coloni, che avevano combattuto contro gli amerindi in battaglie di guerriglia da ambo le parti, earno in favore della precisione chirurgica, no delle bordate.C'erano i cecchini durante la Guerra Civile Americana che usavano con successo fucili ad avancarica di vari calibri. L'ottica comincio' ad apparire sui fucili di allora.Nella Seconda Guerra Mondiale i tiratori scelti U.S. usavano il .30-06, di solito con un un fucile Springfield. I cecchini urbani della SWAT che non tirano a distanze enormi perche' il loro "teatro di battaglia sono le strade delle metropoli, usano la Remington 700 accurizzata di cal. .308 (7,62 NATO). Oggi non c'e' un calibro ufficiale per il cecchinaggio, ma il .338 Lapua Magnum e il .50 BMG sembrano essere i piu' diffusi. Dipende anche dal terreno. Il .50 BMG richiede fucili molto pesanti per via del suo rinculo, anche se si usa un freno di bocca. Ed il freno di bocca di un .50 BMG produce una "firma" tale di polvere sollevata dai gas deflettuti verso i lati da tradire la posizione del cecchino.
Le munizioni usate dai cecchini U.S. oggi sono caricate appositamente per questo scopo, con componenti speciali e/o selezionati per uniformita' e precisione nella manifattura. Particolare attenzione e' fatta alla coassialita' di bossolo e palla, un fattore che non importa troppo per munizioni usate in battaglia dove non si spara a distanze estreme.
Tornando alla caccia in montagna dell'amico Hubertus, la difficolta' del tiro lungo o lunghissimo li' e' incrementata dal cosiddetto angolo di sito. Un telemetro che ti dia sia la distanza del bersaglio che l'angolo di sito (la differenza nella traettoria dovuta alla differenza fra altitudine della volata e quella del bersaglio e' assolutamente necessario, come e' necessario conoscere perfettamente la traettoria della palla di quel calibro e di quella cartuccia a tutte le distanze alle quali si puo' presentare il bersaglio.
Ma il cecchinaggio non e' caccia. E la caccia non e' cecchinaggio. La "stoffa" di un cacciatore non e' soltanto l'abilita' di colpire a grande distanza, ma quella di saper appostarsi dove passera' la preda, o a saper attirare la preda, o avvicinarsi abbastanza fino a dove tecniche, calcoli, munizioni e strumenti speciali non sono piu' necessari. E' questione di etica venatoria. Al poligono e in guerra e' dove il cecchinaggio ha il suo posto. Un bersaglio di carta colpito malamente non soffre e poi muore senza essere utilizzato. Un soldato nemico o un guerrigliero "capodipezza" col braccio spappolato da una palla di .50 BMG non solo e' fuori combattimento ma se i suoi compagni cercano di soccorrerlo si espongono anche loro alle palle del cecchino.
Io ho praticato sia la caccia mobile nel Montana ed in Alaska, caccia che probabilmente e' quella che Hubtus preferisce, dove cammini (in salita, sia per poter osservare dall'alto un territorio piu' vasto, che perche' portare un animale a valle e' piu' facile che portarlo in alto se si e' cacciato andando in basso), sbinocoli, trovi, ti avvicini e spar, che quella da appostamento, per me non da altana ma da capanni sul suolo qui in Alaama. Sono d'accordo la caccia da appostamento e' spesso uggiosa, ma richiede grande preparazione del posto, soppressione di rumori ed odori, e tanti altri accorgimenti che segnano la differenza fra successo e "purga." In tale caccia spesso non e' nemmeno necessaria un'ottica. I tiri sono spesso entro i cento metri o anche i cinquanta. Ma il terreno e' tale che e' impossibile avvicinarsi ai cervi. Troppa vegetazione fittissima, troppi rovi, troppo rumore. L'essere umano si e' evoluto nelle pianure africane, non nei grovigli dove gli animali strisciano quasi nei sentierini scaati fra i rovi da generazioni dei loro simili, e dove esseri bipedi sono costretti ad usare anchele mani come piedi--una cosa per cui non siamo fatti. Bisogna essere capaci di attirare i cervi (o i tacchini) all'aperto, dove possono essere visti, abbattuti, e recuperati facilmente. Ed ecco un'altra caratteristica del cecchinaggio che non appartiene alla caccia: la preda del cecchino non bisogna recuperarla... A meno che, come nel Vietnam, qualche imbecille di ufficiale/politicante non renda obbligatorio il taglio di un orecchio per dimostrare alle "teste d'uovo" della strategia da scrivania di Washington che la guerra procede bene e che il milione o due, o tre, di cartucce da fucile e da cannone usate per ogni "Charlie" ucciso non e' andato sprecato. Ma almeno un orecchio non pesa come uun intero cervo...