Anatre anatre, maledette anatre! Nasco beccacciaio, in quel di Sicilia, terra "cunighiara" per eccellenza. Da ragazzo, avendo poche possibilità economiche, mi associavo ad amici più grandi automuniti, che prediligevano colombacci e quindi ero limitato a questo, ma il mio cuore batteva per la becca. Appena poteva mio nonno, andavamo in montagna, sui Peloritani dove possedevamo una casetta e terreno coltivato a noccioleto ed erano beccacce a tutto spiano, accompagnato da un pointer dalle fattezze discutibili, ma con la beccaccia come sua unica ragione di vita. Nell'ottantadue, sbarcai in Calabria e con due amici, ci ammalammo di paperite acuta. Frenquentavamo lAmato di Lamezia Terme e il Petrace, tra Gioia e Palmi, con qualche puntatina sulla ionica. Ora i tempi son cambiati e con loro è scemata la "febbre", ora si va quasi esclusivamente al Petrace, in compagnia di mio figlio e qualche volta anche mio nipote, loro ancora hanno la febbre alta :mrgreen:. Mi dedico assiduamente ai tordi, anche perchè li ho dietro la porta, in compagnia di una cockerina che si fa voler bene. Non mancano poi le puntatine al cinghiale, non fosse altro che per una rimpatriata tra vecchi amici ormai con i capelli bianchi. Insomma, non ci facciamo mancare niente, la caccia è bella perchè è varia e il cacciatore può navigarci dentro, sentendosi sempre a suo agio. Mi duole il cuore oggi, vedendo tutto questo accanimento sulla caccia e sui cacciatori, da parte di gente che forse non ha mai visto un alba in montagna o sul fiume, lago o ruralità varia. Di gente che non conosce gesti antichi, che non sa cosa sia la vita e la morte, il rispetto e l'onore. Scusate il fuori-argomento, ma mi sono un pò sfogato....se non lo faccio qui!