Apro questa discussione in riguardo a delle piccole precisazioni in riguardo a questo benedetto riporto.
1) Non sono pochi i cacciatori che partono dal lancio della pallina o di altri materiali e si fermano a questo esercizio.
Questo esercizio va fatto una sola volta per capire se il cucciolo ha il recupero e il riporto.
Sono dell'opinione che bisogna incominciare dalla consegna. Si mette il cucciolo davanti sul seduto, si ordina il porta, gli si fa abboccare quello che gradisce di più, dopo che ha abboccato si ordina il lascia o il dà e si premia. Mi sembra ovvio che i rinforzi positivi vanno dati in ordine d'importanza. Accarezzare il cane per dopo premiarlo con un premio alimentare, vuol dire annullare la carezza. La carezza il cane non la percepisce neanche un poco, il pensiero del cane è tutto per il bocconcino, quindi prima si premia con il bocconcino, dopo che il cane ha finito di mangiare lo si può premiare anche con la carezza.
Il rinforzo positivo dal meno potente al più potente è la voce suadente, dopo viene la carezza, a seguire il bocconcino, la selvaggina è la più potente, però quando c'è la leadership questa viene dopo.
2) Altra precisazione è quella che tenere il cane fermo sulla ciotola, è un esercizio di controllo e di obbedienza, nulla a che fare con la socializzazione.
Il cane esegue l'ordine, non pensa, non capisce il motivo del perché non può andare a mangiare.
In questo caso la leadership non c'entra niente, c'è solo imposizione.
Secondo me sarebbe meglio mettere la ciotola per terra e difendere la ciotola non facendo avvicinare il cane, non bisogna farlo avvicinare neanche quando mangiamo il panino e ci cadono le briciole per terra. Lui potrà mangiare solo quando il padrone andrà via, quando abbandonerà la pappatoria.
Il tutto si fa in silenzio senza comandare, in modo naturale.
Prima si socializza e dopo si addestra, i cani poco socializzati e molto addestrati diventano cani ai quali bisogna dire sempre tutto. Come disse l'etolo Danilo Mainardi in ogni cane c'è un poco di gatto, il compito del padrone e tirare fuori quello che nel cane c'è del gatto. Se al cane gli stiamo a impartire sempre ordini, gli togliamo la facoltà che il cane ha di pensare, mandiamo a quel paese il discernimento che ha ogni cane.
1) Non sono pochi i cacciatori che partono dal lancio della pallina o di altri materiali e si fermano a questo esercizio.
Questo esercizio va fatto una sola volta per capire se il cucciolo ha il recupero e il riporto.
Sono dell'opinione che bisogna incominciare dalla consegna. Si mette il cucciolo davanti sul seduto, si ordina il porta, gli si fa abboccare quello che gradisce di più, dopo che ha abboccato si ordina il lascia o il dà e si premia. Mi sembra ovvio che i rinforzi positivi vanno dati in ordine d'importanza. Accarezzare il cane per dopo premiarlo con un premio alimentare, vuol dire annullare la carezza. La carezza il cane non la percepisce neanche un poco, il pensiero del cane è tutto per il bocconcino, quindi prima si premia con il bocconcino, dopo che il cane ha finito di mangiare lo si può premiare anche con la carezza.
Il rinforzo positivo dal meno potente al più potente è la voce suadente, dopo viene la carezza, a seguire il bocconcino, la selvaggina è la più potente, però quando c'è la leadership questa viene dopo.
2) Altra precisazione è quella che tenere il cane fermo sulla ciotola, è un esercizio di controllo e di obbedienza, nulla a che fare con la socializzazione.
Il cane esegue l'ordine, non pensa, non capisce il motivo del perché non può andare a mangiare.
In questo caso la leadership non c'entra niente, c'è solo imposizione.
Secondo me sarebbe meglio mettere la ciotola per terra e difendere la ciotola non facendo avvicinare il cane, non bisogna farlo avvicinare neanche quando mangiamo il panino e ci cadono le briciole per terra. Lui potrà mangiare solo quando il padrone andrà via, quando abbandonerà la pappatoria.
Il tutto si fa in silenzio senza comandare, in modo naturale.
Prima si socializza e dopo si addestra, i cani poco socializzati e molto addestrati diventano cani ai quali bisogna dire sempre tutto. Come disse l'etolo Danilo Mainardi in ogni cane c'è un poco di gatto, il compito del padrone e tirare fuori quello che nel cane c'è del gatto. Se al cane gli stiamo a impartire sempre ordini, gli togliamo la facoltà che il cane ha di pensare, mandiamo a quel paese il discernimento che ha ogni cane.