dicevo non è una novità ma leggete questo art.
LE SQUALLIDE SPECULAZIONI
DEGLI ANTICACCIA
Senza più uno straccio di argomentazioni tecniche, anche l'Associazione italiana difesa animali ed
ambiente (Aidaa) ha deciso di percorrere la squallida strada che ormai da anni è seguita dai “valorosi”
animalisti della Lac e dell’Associazione Vittime della Caccia che conteggiano gli incidenti venatori
inserendo fra le vittime anche gli infartuati, gli annegati, chi è caduto lungo un sentiero o chi è stato
ucciso.
Una strada disgustosa che cerca di speculare sui lutti e le disgrazie per avvalorare la tesi sballata e
priva del pur minimo fondamento scientifico, che le armi da caccia e sportive siano la fonte principale
(se non l’unica) della impressionante serie di omicidi e suicidi che riempie le cronache quotidiane.
L’argomentazione di Lorenzo Croce, presidente di Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed
ambiente), è allucinata e sconvolgente: “Un cacciatore è uno che per diletto personale ammazza altre
creature viventi - dice - e non ci sorprende che ogni tanto qualcuno di questi si metta a sparare anche
ai suoi simili con la stessa facilità con cui tira a una lepre o a un uccellino. È la sete di morte”.
Mentre lasciamo ad ogni cittadino il compito di giudicare simili deliranti affermazioni, sentiamo il
dovere di ricordare al signor Croce e a quanti hanno accolto con favore il suo appello, che la violenza
quotidiana di cui sono stracolme le nostre giornate è compiuta con i mezzi e con le modalità più
disparate e che l’uso delle armi da caccia per commettere un omicidio si registra in una percentuale di
casi bassissima che arriva raramente a sfiorare l’uno per cento.
Non c’è niente di più facile che cavalcare la tigre dell’allarmismo sociale per sollecitare misure tanto
drastiche quanto perfettamente inutili, ma crediamo che il vero ambientalismo possa e debba condurre
le sue legittime (e spesso condivisibilissime) battaglie con strumenti meno squallidi e con
argomentazioni meno isteriche più credibili.
LE SQUALLIDE SPECULAZIONI
DEGLI ANTICACCIA
Senza più uno straccio di argomentazioni tecniche, anche l'Associazione italiana difesa animali ed
ambiente (Aidaa) ha deciso di percorrere la squallida strada che ormai da anni è seguita dai “valorosi”
animalisti della Lac e dell’Associazione Vittime della Caccia che conteggiano gli incidenti venatori
inserendo fra le vittime anche gli infartuati, gli annegati, chi è caduto lungo un sentiero o chi è stato
ucciso.
Una strada disgustosa che cerca di speculare sui lutti e le disgrazie per avvalorare la tesi sballata e
priva del pur minimo fondamento scientifico, che le armi da caccia e sportive siano la fonte principale
(se non l’unica) della impressionante serie di omicidi e suicidi che riempie le cronache quotidiane.
L’argomentazione di Lorenzo Croce, presidente di Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed
ambiente), è allucinata e sconvolgente: “Un cacciatore è uno che per diletto personale ammazza altre
creature viventi - dice - e non ci sorprende che ogni tanto qualcuno di questi si metta a sparare anche
ai suoi simili con la stessa facilità con cui tira a una lepre o a un uccellino. È la sete di morte”.
Mentre lasciamo ad ogni cittadino il compito di giudicare simili deliranti affermazioni, sentiamo il
dovere di ricordare al signor Croce e a quanti hanno accolto con favore il suo appello, che la violenza
quotidiana di cui sono stracolme le nostre giornate è compiuta con i mezzi e con le modalità più
disparate e che l’uso delle armi da caccia per commettere un omicidio si registra in una percentuale di
casi bassissima che arriva raramente a sfiorare l’uno per cento.
Non c’è niente di più facile che cavalcare la tigre dell’allarmismo sociale per sollecitare misure tanto
drastiche quanto perfettamente inutili, ma crediamo che il vero ambientalismo possa e debba condurre
le sue legittime (e spesso condivisibilissime) battaglie con strumenti meno squallidi e con
argomentazioni meno isteriche più credibili.