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La capacità di produrre veleno si è sviluppata indipendentemente in moltissimi animali. I gruppi più noti per la presenza di specie velenose sono sicuramente quelli dei serpenti, meduse, scorpioni, imenotteri e anfibi. Poco conosciuta al pubblico è invece la tossicità di certe specie di “uccelli velenosi”, una delle quali presente anche in Italia.
La velenosa migrazione della quaglia
Pochi sanno, ma anche una specie conosciuta al pubblico come la quaglia comune (Coturnix coturnix) può risultare tossica. Questo piccolo galliforme, a differenza dei precedenti uccelli, acquisisce le tossine da materia vegetale. Non si conosce però ancora con certezza quale pianta e quale parte della pianta causano questa velenosità nella quaglia; la tossina in questione è la coniina, prodotta da piante come l’elleboro (Helleborus sp.), la canapetta (Galeopsis ladanum) e la cicuta (Conium maculatum).

L’ingestione di semi di cicuta potrebbero essere la causa della tossicità della quaglia
La tossicità dell’animale è limitata però ad un solo periodo dell’anno, ossia quello delle migrazioni, quando ha la possibilità di nutrirsi di queste specie di piante. Non è detto inoltre che tutti gli individui diventino velenosi, rendendo il rischio di intossicazione molto basso. Se mangiate, le quaglie avvelenate possono provocare il coturnismo, che può causare forti dolori muscolari, rabdomiolosi (rottura delle cellule del muscolo scheletrico) e anche ****. C’è da dire però che i casi di coturnismo sono ormai scomparsi, sia per la presenza degli allevamenti di quaglie che per il numero molto ridotto della specie rispetto al passato.
Fonte: biopills.net