Illegittimità attivazione del prelievo in deroga dello storno per carenza motivazione (1 utente sta leggendo)

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Alberto 69
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Giovedì 10 Luglio 2014

Giurisprudenza Amministrativa TAR

TAR Marche, Sez. I, n. 472, del 2 maggio 2014

Illegittimità attivazione del prelievo in deroga dello storno per carenza motivazione.

Il provvedimento non può ritenersi adeguatamente motivato in ordine alle ragioni sottese alle valutazioni per le quali l’amministrazione, alla stregua delle risultanze istruttorie e procedimentali, acquisiti e ponderati gli interessi coinvolti nella vicenda concreta, sia pervenuta alla determinazione di disporre l’attivazione del prelievo in deroga dello storno. Non essendo state sufficientemente evidenziate le ragioni dell’inefficacia di ulteriori e differenti soluzioni preordinate al perseguimento della finalità d’interesse pubblico del contenimento di danni alle colture, la motivazione della delibera regionale non può ritenersi atta ad estrinsecare le valutazioni afferenti alla sussistenza, in concreto, dei presupposti per l’esercizio del potere. (Segnalazione e massima a cura di F. Albanese)

N. 00472/2014 REG.PROV.COLL.

N. 00731/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 731 del 2013, proposto da:
L.a.c. - Lega per l'Abolizione della Caccia, Associazione Vittime della Caccia, in persona dei rispettivi Presidenti pro tempore, rappresentate e difese dall'avv. Massimo Rizzato, con domicilio eletto presso Segreteria T.A.R. Marche in Ancona, via della Loggia, 24;
contro
Regione Marche, in persona del Presidente pro tempore, rappresentato e difeso dall’avv. Maria Grazia Moretti, con domicilio eletto presso il servizio legale della Regione Marche, in Ancona, piazza Cavour, 23;
nei confronti di
Federazione Italiana della Caccia, in persona del Presidente pro tempore, rappresentato e difeso dagli avv. Ines Nardini, Laura Barbieri, con domicilio eletto presso quest’ultima, in Ancona, piazza del Plebiscito, 55;
Coldiretti;
per l'annullamento
della delibera avente ad oggetto il prelievo in deroga dello storno per l'anno 2013;


Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio della Regione Marche, della Federazione Italiana della Caccia - Marche;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 17 aprile 2014 la dott.ssa Francesca Aprile e uditi per le parti i difensori, come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO

Con il ricorso in epigrafe, è stata impugnata, la delibera della Giunta della Regione Marche concernente l’attivazione del prelievo in deroga dello storno per l’anno 2013.
Per resistere al ricorso, si è costituita in giudizio l’amministrazione regionale, che, con memorie e documenti, ne ha domandato il rigetto, vinte le spese.
Si è costituita in giudizio la Federazione Italiana della Caccia Marche, che ha domandato respingersi il ricorso, vinte le spese.
Con ordinanza cautelare n° 399/2013 del 25 ottobre 2013, l’istanza cautelare proposta dalla parte ricorrente è stata accolta ai fini del motivato riesame.
Alla pubblica udienza del 17 aprile 2014, sentiti i difensori delle parti, come da verbale, il ricorso è stato trattenuto per essere deciso.

DIRITTO

Il ricorso è fondato.
L’impugnato provvedimento non può ritenersi adeguatamente motivato in ordine alle ragioni sottese alle valutazioni per le quali l’amministrazione, alla stregua delle risultanze istruttorie e procedimentali, acquisiti e ponderati gli interessi coinvolti nella vicenda concreta, sia pervenuta alla determinazione di disporre l’attivazione del prelievo in deroga dello storno.
Non essendo state sufficientemente evidenziate le ragioni dell’inefficacia di ulteriori e differenti soluzioni preordinate al perseguimento della finalità di interesse pubblico del contenimento di danni alle colture, la motivazione dell’impugnata delibera regionale non può ritenersi atta ad estrinsecare le valutazioni afferenti alla sussistenza, in concreto, dei presupposti per l’esercizio del potere.
Sono fondate, pertanto, le dedotte doglianze di carenza ed inadeguatezza motivazionale.
Il ricorso dev’essere, quindi, accolto.
Le spese processuali possono essere compensate, per ragioni equitative.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche (Sezione Prima)
definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie.
Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Ancona nella camera di consiglio del giorno 17 aprile 2014 con l'intervento dei magistrati:
Gianluca Morri, Presidente FF
Tommaso Capitanio, Consigliere
Francesca Aprile, Primo Referendario, Estensore



L'ESTENSORE IL PRESIDENTE



DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 02/05/2014
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
 
La carenza di motivazioni, riguarda la mancanza di ragioni riguardo l'inefficacia di diverse soluzioni rapporto la caccia ... tipo dissuasori. Bastava forse motivare addicendo che non c'è una lira e si ricorre al botto con piombo annesso .... il tutto corredato col conto da pagare riguardo i danni alle culture.
Gli avvocati delle associazioni animalare, ci sguazzano con l'incapacità amministrativa delle governance.
 
Carenza motivazione? Mah...come sempre chi fa le leggi dovrebbe stare un po' sul campo prima di emettere sentenze, si renderebbe conto che di motivazioni al prelievo in deroga ce ne sono fin troppe...


Si ma le devi dare e su basi scientifiche...non puoi dire che apri la caccia allo storno perché ti cagano sulla macchina....devi provare che fanno danni agli uliveti in base a tante richieste di danni degli agricoltori...queste sono le giuste motivazioni il resto solo aria fritta.
 
Si ma le devi dare e su basi scientifiche... il resto solo aria fritta

Effettivamente, una delle frasi più comuni, è la classica “ce ne sono troppi”. Vorrei però chiedere: ce ne sono troppi?; in base a quale criterio? Chi ha vissuto in campagna negli anni passati (non mi riferisco alla preistoria, ma agli anni ’70 – ’80), ha avuto modo di vedere, durante il periodo del passo, degli stormi che oscuravano il cielo. Erano stormi composti da un numero impressionante d’uccelli. Per loro natura gli storni formano brigate da decine di migliaia di capi. Un conoscente, mi raccontava che negli anni sessanta, la sua attività principale, con la quale manteneva la famiglia, era la cattura degli storni da vendere ai centri di tiro a volo (allora il piattello non si usava). Posizionava una rete lunga 400 mt (ripeto: 400 mt; la chiamavano la diavola) disposta a V, e con una tecnica dettata dall’esperienza, di notte, riuscivano a riempirla. Nel Guinnes dei primati, quello commercializzato con la copertina rossa, è riportata la notizia che nel 1929, a Villafranca di Verona, ci fu un’invasione di cavallette che attirò milioni di storni azzurri (azzurri?). Immaginate cosa possono essere milioni di storni, in confronto a piccoli stormi di adesso? Io credo che ogni specie vada considerata a se. A mio avviso, cinquanta cesene rappresentano un bello stormo, cinquecento storni, rappresentano l’anticamera dell’estinzione.
 
Santuberto permettimi una considerazione, se vuoi venire a Roma ti faccio vedere stormi di storni da centinaia di migliaia di individui d'inverno tutti i giorni a mattina e a sera che impallano Roma e i Romani....cosi' mi dici se sono pochi o tanti.

Secondo gli esperti, rispetto alla loro natura, sono pochi.
 
Secondo gli esperti, rispetto alla loro natura, sono pochi.

non c'e' nessun esperto che dica che son pochi, il problema e' che e' una spece protetta e le province che vogliono autorizzare la deroga devono presentare la documentazione con la richiesta danni degli agricoltori + parere positivo ispra e cavoli vari, se non ci son danni documentati seriamente, allo storno non si spara.
inutile conceder deroghe in quel modo son solo appigli per ricorsi al tar e relative sentenze negative, le amministrazioni dovrebbero saperlo bene......
 
non c'e' nessun esperto che dica che son pochi ...

Lo immagino e sono d’accordo con te. Comunque, quello che intendo dire è che, pur ammettendo che in certe città sono indubbiamente presenti in un numero inaccettabile e causano troppi disagi, rimane il fatto che “in numero assoluto”, rispetto a tempo addietro, ce ne sono di meno (anche se, purtroppo, concentrati in città). Tutto quello che ho affermato in precedenza e che confermo, è che il passo di trent’anni orsono, non esiste più. Per il resto …. Un cordiale saluto.
 
Lo immagino e sono d’accordo con te. Comunque, quello che intendo dire è che, pur ammettendo che in certe città sono indubbiamente presenti in un numero inaccettabile e causano troppi disagi, rimane il fatto che “in numero assoluto”, rispetto a tempo addietro, ce ne sono di meno (anche se, purtroppo, concentrati in città). Tutto quello che ho affermato in precedenza e che confermo, è che il passo di trent’anni orsono, non esiste più. Per il resto … Un cordiale saluto.
Son daccordo che sia sbagliato fare i conti a vista, nel senso che per te che ne vedi pochi son diminuiti, per noi che ne vediamo milioni tutti i giorni, sono aumentati, in entrambi i casi non e' il modo giusto per fare una stima, probabilmente sono le abitudini dello storno che sono cambiate, come del resto quelle di quasi tutti gli uccelli e animali in generale.
fino a 20/25/30 anni fa' lo storno ( parlo per le mie zone ) era prevalentemente di passo e gli stanziali quasi inesistenti in pianura, si concentravano tutti in montagna, dove c'erano pascoli e campi concimati sempre+ciliegi e frutta a volonta', questo te lo potrebbero confermare anche gli amici emiliani, poi tutto e' cambiato e lo storno ( con il merlo e tante altre specie ) e' diventato sempre piu' stanziale fino ad arrivare all' invasione attuale, vero che forse di passo se ne vede meno e chissa' perche', ma la cosa e' piu' che compensata dagli stanziali.
non e' possibile descrivere il numero degli storni che ci sono in inverno stanziali+quelli di passo che arrivano e si uniscano, dovresti vederli rientrare la sera nel padule di fucecchio o come ha detto prima mauro a roma se ti capita di passarci........
 
fino a 20/25/30 anni fa' lo storno ( parlo per le mie zone ) era prevalentemente di passo e gli stanziali quasi inesistenti in pianura, si concentravano tutti in montagna ......

Devo ammetterlo: la valutazione che ho fatto io, era basata solo sul passo che potevo constatare, e quindi era sbagliata. Una conferma arriva anche da Wikipedia: estinzione a rischio minimo. Hai ragione.
 
Lo storno è stato inserito nelle 100 specie aliene più dannose del mondo, per esempio poche coppie hanno dato origine a milioni di esemplari in un noto parco a New York. E' una specie protetta ai sensi della legge nazionale n.157 dell'11 febbraio 1992 e anche della legge regionale Toscana n.2 del febbraio 2010, ai sensi degli articoli 3 e 21 comma "0" della 157/92 e dell'articolo 32 della 3/94 vengono tutelate uova, nidi e piccoli nati. Ai sensi dell'articolo 19 della 157/92 e art.37 della 2/2010 le Regioni e le Province possono provvedere al controllo delle specie di fauna "problematica" mediante il prevalente utilizzo di metodi selettivi ed ecologici su parere dell'ISPRA come da comma 4bis. Grazie all'enorme capacità di adattamento si propaga in maniera esponensiale tanto da costituire una delle specie più dannose per piante da frutto isolate o frutteti con i maggiori danni nel periodo estivo-autunnale, ciliegi, susini, albicocchi, viti, fichi, olivi, cachi ecc. la migrazione è lenta, non teme eccessivamente il freddo e causa danni ingenti quando incontra le colture, detto questo se i dissuasori non sono sufficienti qualsiasi ripeto qualsiasi cittadino che abbia un frutto o cosa può fare richiesta (deve) danni e non solo gli agricoltori all'ATC di competenza per il rimborso sei scritti all'album, qualsiasi privato cittadino alla provincia ufficio caccia. Valutazione aggiornata al 2009 dell' Intenational Union Conservation of Nature (IUCN) minima importanza ovvero nessun rischio per la conservazione della specie (il birdlifeinternational ) si può concludere che lo stato di conservazione dello storno in Europa sia oggi favorevole con una popolazione di 310.000.000 di soggetti e una tendenza demografica stabile. La popolazione nidificante in Italia è valutata fra 1.000.000 e 3.000.000 di coppie (BirdLifeInternational, 2004) che raggiungono per svernare l' Africa settentrionale dove viene cacciata attivamente anche con trappole e in parte nella penisola iberica. Concludendo per la situazione confortante della specie può essere cacciato in regime di deroga (magari non demenziale) e permette di attuare il reinserimento dello storno nell'allegato 2/2 della direttiva 147/2009 "Uccelli" (ex 79/409) che interessa all'Italia, la proposta ha il supporto dei dati scientifici richiesti dall'Unione Europea politici permettendo.
 
La scorsa stagione la regione Marche è stata l'unica che ha provato a bypassare le modalità dettate dall'ISPRA x il prelievo in deroga concedendo stampi e giostre....e ha pagato dazio...
Quest anno non lo potrà più fare....
Quest anno dagli uffici dell'ISPRA è uscita una nuova "moda"....il n. massimo prelevabile x Regione...con tanto di modalità nuove di segnatura sui tesserini e comunicazione periodica dei capi abbattuti alle Provincie...neanche si trattasse di una deroga x caccia tradizionale...
La colpa di tutto cio' e cmq in parte anche nostra....4-5 anni fa quando hanno iniziato a propinarci deroghe ridicole avremmo dovuto TUTTI fermarci a sparare agli storni...sia in deroga che in controllo.....invece continuiamo a fare il lavoro sporco e loro ci prendono x i fondelli...
 
La scorsa stagione la regione Marche è stata l'unica che ha provato a bypassare le modalità dettate dall'ISPRA x il prelievo in deroga concedendo stampi e giostre....e ha pagato dazio...
Quest anno non lo potrà più fare....
Quest anno dagli uffici dell'ISPRA è uscita una nuova "moda"....il n. massimo prelevabile x Regione...con tanto di modalità nuove di segnatura sui tesserini e comunicazione periodica dei capi abbattuti alle Provincie...neanche si trattasse di una deroga x caccia tradizionale...
La colpa di tutto cio' e cmq in parte anche nostra....4-5 anni fa quando hanno iniziato a propinarci deroghe ridicole avremmo dovuto TUTTI fermarci a sparare agli storni...sia in deroga che in controllo.....invece continuiamo a fare il lavoro sporco e loro ci prendono x i fondelli...
Alcune regioni le inserivano direttamente nel calendario venatorio percio' non avevano bisogno di deroghe,sarebbe giusto unificare i calendari cosi si evitano ulteriori problemi e si uniscono i cacciatori italiani
 
Alcune regioni le inserivano direttamente nel calendario venatorio percio' non avevano bisogno di deroghe,sarebbe giusto unificare i calendari cosi si evitano ulteriori problemi e si uniscono i cacciatori italiani


Scusa non ho capito..
Cos'è che alcune Regione inserivano direttamente nei calendari venatori?
 
Intendevo prima che le regioni dovessero attendere la decisione dell'ispra inserivano direttamente gli storni nel calendario.
Scusa tu che ho scritto degli storni al femminile.


Purtroppo sono passati tanti anni da quando le Regioni facevano quanto da te scritto....
Lo storno era ancora specie cacciabile....
Da quando non lo è più l'unico sistema x poterlo cacciare è la deroga o x caccia tradizionale o x danni all'agricoltura....
In entrambi i casi tutte le Regioni devono sottostare al parere VINCOLANTE dell'ISPRA....e son dolori!!!!
 

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  • rox67 @ rox67:
    Salve a tutti,è un bel pò che non scrivo su mygra,potrei sapere da voi che spesa ci vorrebbe per rifare le chiusure ad un beretta 682?
    Cita
  • rox67 @ rox67:
    Perché ne ho trovato uno ad un prezzo buono con due calci,però la chiave di apertura è spostata tutta a sinistra.
    Cita
  • Marco @ Marco:
    (AI prompt) potrei sapere che spesa ci vorrebbe per rifare le chiusure ad un fucile
    beretta 682?
    Cita
  • Diana (A.I) @ Diana (A.I):
    @Marco, Il costo per rifare le chiusure (o *rialesare le canne*) di un fucile Beretta 682 può variare in base a diversi fattori, tra cui:

    1. **Condizione attuale delle canne** – Se sono molto usurate o danneggiate, il lavoro potrebbe essere più complesso.
    2. **Laboratorio scelto** – Un armiere specializzato o la stessa Beretta avranno tariffe diverse.
    3. **Eventuali pezzi da sostituire** – Se oltre alla rialesatura servono nuovi otturatori o altre componenti.

    ### **Preventivo indicativo:**
    - **Rialesatura delle canne (chiusure):**
    - Tra **€ 200 e € 400** a seconda della complessità.
    - **Sostituzione degli otturatori (se necessari):**
    - Altri **€ 100-€ 300** in base al modello e alla disponibilità dei ricambi.
    - **Costo totale stimato:**
    - Da **€ 300 a € 700** circa.

    ### **Consigli:**
    ✔ **Contatta un armiere specializzato** (o la Beretta stessa) per una valutazione precisa.
    ✔ Se il fucile è molto vecchio o molto consumato, valuta se conviene investire nella riparazione o cercare un'alternativa.

    Se hai bisogno di indirizzi di armieri affidabili, fammi sapere la zona e posso aiutarti a trovare un professionista! 🔧🔫
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      Diana (A.I) @ Diana (A.I): @Marco, Il costo per rifare le chiusure (o *rialesare le canne*) di un fucile Beretta 682 può...
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