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Lunedi 30/09/2013
Gallo forcello la sua coda è utilizzata per fregiare il “Kronz”, il capello dei coscritti.
VALLE DEI MOCHENI. Con il primo di ottobre, caccia aperta anche ai galli forcelli in valle dei Mocheni (e nel Pinetano), oltreché in Trentino. I capi da abbattere sono 8 (362 per tutto il Trentino) e l’assegnazione avviene direttamente dal Comitato Faunistico della Provincia senza passare attraverso il Distretto venatorio. I capi sono: 3 a Fierozzo, 2 a Palù, 2 a Frassilongo (e uno a Miola di Piné).
Il gallo forcello è l’unico tra i “tetraonidi” a poter essere cacciato. Ne parliamo con Fabrizio Corn (di Fierozzo), consigliere di zona (Pergine, valle dei Mocheni e Pinetano) nell’Associazione Cacciatori Trentini e responsabile dei censimenti della zona.
«Al di là, dell’aspetto puramente venatorio - ci spiega -, la caccia al gallo forcello ha anche un aspetti che per noi mocheni ha risvolti sulla tradizione culturale». Il riferimento è ai coscritti della valle (quelli che compiono 18 anni), in quanto come vuole la tradizione mochena, con l’arrivo del 18° anno possono calzare il “Kronz”, il caratteristico cappello (spesso confezionato da Fiore Stefani, personaggio unico in valle) con un complesso di lustrini, palline, fronzoli e soprattutto, posta sul retro, l’intera coda del “gallo forcello” che i cacciatori donano volentieri a questi giovani che se ne fregiano con particolare orgoglio nel corso degli eventi che si svolgono in valle (Rito della Stella, di carnevale con Il Vecio e La Vecia, Bersntol Ring).
Caccia dunque, ma anche patrimonio storico in fatto di “galli forcelli”. Ma c’è un altro aspetto che Fabrizio Corn vuole sottolineare, un aspetto che riguarda l’ambiente.
«Il bosco avanza - dice - stagione dopo stagione e i prati diminuiscono per la mancata è presenza di animali al pascolo. Di conseguenza, i galli forcelli non trovano più il loro habitat particolare e la popolazione diminuisce. Secondo un programma stabilito a livello trentino, con i contributi della Provincia e della stessa Comunità europea, proprio a tutela di questa specie di volatili, procediamo a ripristinare l’ambiente per i “galli forcelli”. In sostanza dove si può raggiungiamo le aree individuate a macchia di leopardo con la specifica attrezzatura, e con il “ragno” maciniamo le piante che rappresentano un ostacolo per il forcello. Ricreiamo così l’habitat e soprattutto la pastura naturale. Nelle aree liberate (soprattutto dalle piante di rododendro che “infestano” e prolificano in maniera incredibile), nascono piante di mirtillo che sono l’ideale per il forcello. Altrimenti interveniamo con la roncola. O il decespugliatore sempre secondo un progetto autorizzato e sotto il controllo dei forestali». «Sempre con i forestali - conclude Fabrizio Corn -, in primavera (verso maggio) si effettuano i censimenti contando i “canti” e le covate del gallo forcello».
fonte:trentinocorrierealpi.gelocal.it


Gallo forcello la sua coda è utilizzata per fregiare il “Kronz”, il capello dei coscritti.
VALLE DEI MOCHENI. Con il primo di ottobre, caccia aperta anche ai galli forcelli in valle dei Mocheni (e nel Pinetano), oltreché in Trentino. I capi da abbattere sono 8 (362 per tutto il Trentino) e l’assegnazione avviene direttamente dal Comitato Faunistico della Provincia senza passare attraverso il Distretto venatorio. I capi sono: 3 a Fierozzo, 2 a Palù, 2 a Frassilongo (e uno a Miola di Piné).
Il gallo forcello è l’unico tra i “tetraonidi” a poter essere cacciato. Ne parliamo con Fabrizio Corn (di Fierozzo), consigliere di zona (Pergine, valle dei Mocheni e Pinetano) nell’Associazione Cacciatori Trentini e responsabile dei censimenti della zona.
«Al di là, dell’aspetto puramente venatorio - ci spiega -, la caccia al gallo forcello ha anche un aspetti che per noi mocheni ha risvolti sulla tradizione culturale». Il riferimento è ai coscritti della valle (quelli che compiono 18 anni), in quanto come vuole la tradizione mochena, con l’arrivo del 18° anno possono calzare il “Kronz”, il caratteristico cappello (spesso confezionato da Fiore Stefani, personaggio unico in valle) con un complesso di lustrini, palline, fronzoli e soprattutto, posta sul retro, l’intera coda del “gallo forcello” che i cacciatori donano volentieri a questi giovani che se ne fregiano con particolare orgoglio nel corso degli eventi che si svolgono in valle (Rito della Stella, di carnevale con Il Vecio e La Vecia, Bersntol Ring).
Caccia dunque, ma anche patrimonio storico in fatto di “galli forcelli”. Ma c’è un altro aspetto che Fabrizio Corn vuole sottolineare, un aspetto che riguarda l’ambiente.
«Il bosco avanza - dice - stagione dopo stagione e i prati diminuiscono per la mancata è presenza di animali al pascolo. Di conseguenza, i galli forcelli non trovano più il loro habitat particolare e la popolazione diminuisce. Secondo un programma stabilito a livello trentino, con i contributi della Provincia e della stessa Comunità europea, proprio a tutela di questa specie di volatili, procediamo a ripristinare l’ambiente per i “galli forcelli”. In sostanza dove si può raggiungiamo le aree individuate a macchia di leopardo con la specifica attrezzatura, e con il “ragno” maciniamo le piante che rappresentano un ostacolo per il forcello. Ricreiamo così l’habitat e soprattutto la pastura naturale. Nelle aree liberate (soprattutto dalle piante di rododendro che “infestano” e prolificano in maniera incredibile), nascono piante di mirtillo che sono l’ideale per il forcello. Altrimenti interveniamo con la roncola. O il decespugliatore sempre secondo un progetto autorizzato e sotto il controllo dei forestali». «Sempre con i forestali - conclude Fabrizio Corn -, in primavera (verso maggio) si effettuano i censimenti contando i “canti” e le covate del gallo forcello».
fonte:trentinocorrierealpi.gelocal.it