Etica carnieri (1 utente sta leggendo)

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Re: Etica carnieri

Buongiorno a tutti voi.
Sapete che sono nuovo e giorno per giorno scopro, con piacere, le diverse Stanze e gli argomenti a cui mi piace rispondere o dir la mia.
Ho letto tutti i messaggi inerenti questo tema e son d'accordo con tutti quanti anche se non al 100% degli scritti o motivazioni.
Io da 10 anni faccio solo caccia all'estero e son MOLTO PRIVILEGIATO per una infinità di motivi che non starò qui a ricordare ne dire ma uno và sottolineato: li vi sono maggiori quantità di selvaggina (NON è CHE SI SPARANO O AMMAZZANO.... PER FAR CIò CE NE STRADA DA FARE) semplicemente perchè l'habitat è notevolmente più favorevole a loro.
Qual'è il mio numero massimo giornaliero ? Come mi comporto dinanzi a stuoli o arrivi contemporanei in numero di selvaggina? Quando smetto e se smetto ?
Sono risposte molto difficili da dare e dipende molto dall'educazione del cacciatore e della sua forma mentis in quei momenti.
Ho iniziato a sparare - sono barese quindi tordi - con la doppietta di mio nonno a 9 anni circa e poi a 14 anni con lo S 55 sovrapposto Beretta cal.20 con mio padre che mi contava le cartucce e mi sgridava dicendomi: il tordo si spara quando vedi le zampe !!!
Quindi il 1970 quando gli altri raccoglievano 70/90 pezzi io ero massimo a 25/30. ma la cosa strana era che: ero strafelice, non mi importava nulla di far carne ne ero geloso dei mie amici.
Questa storia è durata sino ai miei 27 anni - 1981 - quando la breton di mio padre fece una cucciolata e lui mi regalò un maschio dicendomi: basta a far lo spratore pazzo e diventa cacciatore.
Mi son cresciuto, allevato e dressato il mio primo cane - che culo: era fantastico, cacciava molto a vento pur essendo un breton di taglia grande - iniziando come tutti su quaglie selvatiche che "rubavo" in riva al mare d'arrivo con le reti e poi a beccacce.
Questo mi ha ulteriormente educato a carnieri pienissimi di emozioni e soddisfazione ma con poca carne. I tordi li facevo e li faccio ancora dal 15 ottobre al 4 novembre solo di calata/passo perchè qui da noi E' UN'ARTE, UNA TRADIZIONE.
Il 1978, a novembre, mi portarono a Scutari - sponda Jugoslavia Montenegro - e li mi son drogato con le anatre. Abituato ed educato a "veder le zampe" mi veniva ed ancora oggi mi viene naturale tentare SEMPRE di farle posare in acqua e poi trare a quella più lontana e così andando.
Dopo i primi 15 pezzi inizio a scegliermi il tiro, il soggetto e, MASSIMO ALLE 10,00, sono fuori botte.
Se qualcuno ha visto la foto che ho inviato su CACCIA ALL'ESTERO vedrà e conterà 24 germani tutti in fila ed io che non gli sparo ma fotografo con il cellulare... son caduti solo gli ultimi 2.
Carissimi amici,
tutto ciò ve l'ho narrato per sottolineare che:
-) ben si fà ad intavolare una discussione come questa perchè raccontando le proprie esperienze e punti di vista... educa
-) ognuno di noi ha un suo inizio, una sua origine che nel tempo l'ha formato e forgiato
-) il comportamento venatorio, inerente il carniere, è sempre MOLTO PERSONALE e agganciato allo stato umorale del soggetto in quei momenti, in quella cacciata.

Arrivederci a presto
Mimmo Tursi
 
Re: Etica carnieri

per me l'andare a caccia è un emozione che non si conclude con la fucilata ma con il pranzo domenicale ad esempio...non mi interessa di cacciare 50 torid a mattina..meglio10 belli,in un posto che mi piace,che ho cretao a mio piacimento, con i miei uccelli che cantano alla grande senza artifici quali fonofil etc.
la carne la trovo in bottega,non muoio di fame se non sapro ad un tordo in più. non mi lamento se un volo di sasselli tira dritto..godo nel vedrìerlo andare lontano, spero di vederne ancora uno dopo.

la poesia del contesto mi fa amare la caccia e la natura più di ogni altra cosa non il carniere.

2 anni fa a bergamo hanno chiuso la caccia per 1 settimana...spettacolo vedere i sasselli come si comporatno in pianta senza sparo, non li avevo mai visti..ora ho capito come si comportano(in parte almeno): il più bel risultato della mia stagione venatoria. zero carniere ma molti avvistamenti

quello che mi auspico è che presto si smetta di considerare solo il carniere ma che il piacere personale sia libero da numeri ma pieno di sensazioni piacevoli.
 

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