Equitalia.... (1 utente sta leggendo)

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[h=1]Blitz del Fisco a casa del "caro estinto":
«Vogliamo vedere le spese dei funerali»[/h][h=2]L'Agenzia delle Entrate chiede le ricevute alle famiglie dei
defunti per esequie anche di 4 anni fa. Controlli a Piazzola[/h]

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[TD]PADOVA - Gli hanno chiesto di esibire l’assegno con cui era stato pagato il funerale di suo nonno, che era morto nell’estate di ben 4 anni fa. Carlo Sandrin, leader del movimento "Tea Party Italia", impegnato da anni in prima linea con iniziative politiche anti tasse, è letteralmente infuriato con l’Agenzia delle Entrate. Lo sfogo nasce dalle attività di verifica contabile e fiscale in corso in questi giorni in alcune aziende di pompe funebri del Padovano con controlli incrociati in decine di famiglie che hanno avuto un lutto.

«Hanno fatto visita - racconta Sandrin - anche ad una nota impresa di pompe funebri di Piazzola sul Brenta (quella gestita da Fabio Marchetto, ndr) e, per ricostruire il suo giro d’affari, stanno obbligando numerose famiglie colpite da lutti in epoca recente a dimostrare in che modo è stato pagato il funerale dei loro congiunti. Assieme a decine di famiglie coinvolte nella verifica esprimo tutta la mia indignazione. E’ incredibile che ci si costringa a rivivere con angoscia i toccanti giorni del lutto e a giustificare le spese del funerale».

«Io non volevo crederci - prosegue il coordinatore veneto del "Tea Party Italia" - quando è arrivata a mia madre la richiesta di esibizione dell’assegno con cui abbiamo pagato i funerali. Era preoccupatissima. Non sapeva come fare per recuperarlo a distanza di così tanto tempo. Ormai siamo soverchiati di tasse e balzelli di ogni tipo. Ci mancava solo che fossimo costretti a sopportare questo tipo di sopruso. In questo modo i cittadini vengono incitati e fomentati alla rivolta».

Sandrin è seriamente intenzionato a scatenare una serie di iniziative politiche, a partire dal territorio padovano per arrivare fino a Roma. «Il consigliere comunale di Piazzola Michele Varini, attivista del nostro movimento, presenterà un’interpellanza al sindaco sollecitando l’amministrazione a prendere posizione contro queste verifiche casa per casa. Pretendiamo le doverose scuse da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ed anche a Roma - conclude Sandrin - dovrà avvenire la stessa cosa. Non appena si sarà insediato il governo anche Giancarlo Galan solleciterà il ministro competente a riferire in Parlamento le ragioni di queste assurde verifiche sui defunti. L’ex governatore è tra i 10 nuovi parlamentari che appoggiano il nostro patto fiscale: nessuna imposizione di nuove tasse, sburocratizzazione dello Stato e taglio della spesa pubblica».



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[TD]Sabato 02 Marzo 2013 - 17:21 Ultimo aggiornamento: Domenica 03 Marzo - 12:12
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Insomma ogni scusa è buona per screditare chi, peraltro svolgendo semplicemente quello che è il proprio lavoro, prova a risolvere la piaga dell'evasione fiscale in Italia. Ogni volta si tira fuori dalla manica l'asso di una scusa su misura per la circostanza, salvo poi lamentarsi se mancano i soldi per garantire i servizi minimi come sanità, istruzione e sicurezza. Ma d'altronde se alcuni dei nostri politici si mettono anche loro a criticare l'operato di Agenzia delle Entrate e G. di F., piuttosto che difenderlo o migliorarlo essendo queste comunque amministrazioni statali, riuscendo anche ad ottenere vasto consenso, vuol dire che forse l'evasione fiscale paurosa che abbiamo, infondo ce la meritiamo. Chissà però perché chi come me non ha nulla da nascondere non trova nulla di male nei "blitz" come quello di Cortina o quello nei locali della movida milanese, dove per miracolo gli introiti dei bar in cui erano presenti i finanzieri lievitarono del 400% rispetto agli altri giorni....
Non cambieremo mai, evviva l'italia!
 
[h=1]Equitalia, protesta dei consumatori per aumento interessi di mora[/h][h=2]Federconsumatori e Adusbef sul piede di guerra per l'incremento del 15% applicato dal primo maggio sui pagamenti ritardati. Le due associazioni attaccano Befera: "Piove sul bagnato. Vuole fare cassa con metodi prepotenti ed arroganti"[/h]



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<img width="630" height="200" src="http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2012/11/equitalia-interna-nuova.jpg?adf349" class="attachment-full wp-post-image" alt="Equitalia, protesta dei consumatori per aumento interessi di mora" title="Equitalia, protesta dei consumatori per aumento interessi di mora" />





Levata di scudi delle associazioni dei consumatori contro la decisione di Equitalia di aumentare i tassi di interesse di mora dal prossimo primo maggio. Con l’aumento, che il direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera, definisce “previsto dalla legge”, il tasso di interesse applicato sui ritardati pagamenti delle cartelle esattoriali iscritte a ruolo passa dal 4,55% al 5,22 per cento (+15%).
“Una vera e propria assurdità. Piove sul bagnato”, commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. “Piuttosto che pensare ad aumentare i tassi di mora – proseguono Trefiletti e Lannutti – Equitalia dovrebbe dare la priorità ad una decisa riorganizzazione della struttura, migliorando i pessimi rapporti con il pubblico”.
E se Equitalia non darà risposte, le due associazioni “avvieranno tutte le iniziative necessarie per tutelare le famiglie”. Non solo, sottolineano Trefiletti e Lannutti, “non bastava l’aumento dei prezzi e delle tariffe, la caduta verticale del potere di acquisto (-14,1% dal 2008) e l’incredibile livello raggiunto dalla pressione fiscale nel nostro Paese, con aumenti solo nel 2013 di 421 euro”. Ma ora anche Equitalia, incalzano, “dà un ulteriore contributo per accrescere la preoccupazione e lo stato di vera e propria esasperazione in cui si trovano le famiglie”.
La società, “già tristemente nota per le cartelle pazze, ancora una volta, vuole fare cassa, per conto dell’Agenzia delle Entrate, con metodi prepotenti ed arroganti”, accusano poi Trefiletti e Lannutti e concludono: “E’ impensabile che un cittadino debba trascorrere giornate intere in coda per richiedere informazioni o attivare le procedure di contestazione o rateizzazione delle cartelle esattoriali”.
“L’adeguamento annuale dei tassi di interesse di mora applicati alle cartelle di pagamento è previsto dall’articolo 30 del dpr 602/1973. Pertanto non esiste alcuna discrezionalità da parte di Equitalia o dell’Agenzia delle Entrate che adotta il provvedimento con i nuovi tassi”, ha puntualizzato dal canto suo Equitalia. “Per evitare questo meccanismo è necessario che il Parlamento cambi la Legge”, spiega la società. Si precisa inoltre che “gli interessi previsti nelle cartelle sono riscossi da Equitalia per conto degli enti pubblici creditori ai quali vengono riversati insieme a tributi e sanzioni”.
Per quanto riguarda invece i rapporti con il pubblico, Equitalia “da sempre è impegnata nel migliorare l’assistenza ai cittadini. Lo scorso anno, ad esempio, sono stati attivati nei capoluoghi di provincia sportelli dedicati alla soluzione dei casi più delicati di famiglie e imprese in difficoltà a causa della crisi economica. Gli sportelli ordinari impegnati nei pagamenti, nelle rateizzazioni e nelle altre regolari attività garantiscono tempi d’attesa del tutto adeguati”.
Oggi, tra l’altro, “i cittadini hanno a disposizione diversi canali di contatto con Equitalia, come ad esempio il numero verde, per avere informazioni e assistenza, e il sito internet per effettuare numerose operazioni”. Non solo. “Continuare ad accusare Equitalia di responsabilità che non ha, non fa altro che alimentare il clima di tensione che, anche in questi giorni, ha portato a episodi di intimidazione nei confronti del personale”.
 
Debiti fiscali, saltano i limiti al pignoramento: Equitalia potrebbe prendersi l'intero stipendio.

Potrebbe essere un bello scacco matto per il contribuente che ha debiti fiscali non pagati. E' obbligato a versare sul conto corrente lo stipendio o la pensione se superano i 1.000 euro. Ma così facendo fa saltare la protezione che limita il pignoramento a 1/5 e rende i suoi redditi preda per intero di Equitalia.

E' il risultato dell'azione congiunta di due provvedimenti del governo Monti - la manovra salva-Italia e il decreto semplificazioni - su cui ora Confedercontribuenti chiede di intervenire con urgenza.

Lo scudo per i redditi da lavoro...

Le due leggi, infatti, annullano di fatto il tetto di pignorabilità stabilito dal Codice di procedura civile (art. 545) per i redditi di lavoro (stipendi, pensioni e altre indennità compresa quella di licenziamento): "Tali somme - dice il Codice - possono essere pignorate nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni, ed in eguale misura per ogni altro credito".

Il decreto semplificazioni (Dl n. 16/2012) ha introdotto nuovi limiti al pignoramento presso terzi di stipendi e di pensioni, cioè quando i beni del debitore (le somme, in questo caso) sono custoditi da altri soggetti:
1/10 per redditi di lavoro fino a 2.500 euro;
1/7 per redditi di lavoro da 2.500 a 5.000 euro;
1/5 per redditi oltre 5.000 euro.

... reso inutile dal conto corrente obbligatorio

Ma la vecchia soglia di 1/5 sopra i 5mila euro sopravvive solo teoricamente. Bisogna infatti fare i conti con l'oste della manovra salva-Italia che prevede limitazioni all'uso del contante per importi superiori ai 1.000 euro per aumentare la tracciabilità dei pagamenti e combattere l'evasione fiscale.

Non potendo più essere pagati cash, ogni pagamento di stipendi e le pensioni al di sopra di questa cifra deve transitare su un conto corrente, cioè essere custoditi presso un terzo (la banca o la posta). E qui si "confonde" pericolosamente col resto della giacenza perdendo lo status di somma a "tutela speciale".

A dare una mano a Equitalia è arrivata anche una sentenza della Cassazione (la n.17178 del 2012) che ha stabilito che "qualora le somme dovute per crediti di lavoro siano già affluite sul conto corrente o sul deposito bancario del debitore esecutato, non si applicano le limitazioni al pignoramento previste dall'art. 545 cod. proc. civ.".

Ma anche ammettendo che il debitore dimostri che sul suo conto confluiscono solo redditi da lavoro e nessun altro importo, Equitalia ha sempre una marcia in più rispetto ad altri creditori: in base alla legge, il concessionario della riscossione può richiedere il pagamento del suo credito direttamente alla banca senza la necessità di avviare in procedimento giudiziario. (A.D.M.)

- - - Aggiornato - - -

I danni che ha fatto Monti.....son na cosa pazzesca!!!!!!
 
Io c'ho na' strizza proprio sotto casa mia il mio terrazzo fa farte del soffitto stesso, hanno aperto da tempo un ufficio EQUITALIA, non stiamo per nulla tranquilli ad averli sotto di noi con tutti i casini che stanno uscendo fuori in questi giorni.........

Cicalone, non lamentarti, almeno tu le tasse le paghi calando i soldi con il cestello dalla finestra e risparmi anche gli onorari.
Equitalia avrà sicuramente delle gravi colpe, ma quelle principali vengono dalla politica che ci tartassa di tasse.
saluti
Roby62
 

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