Questo paragrafo dell'articolo sul .35 Whelen dovrebbe mettere fine a questa interminabile discussione sull'utilizzo di questo o quel calibro sul setolone:
One of the major aspects of the .358 bore is that it is what I call ‘forgiving’ of shot placement. We should all practice to be good marksman. The man who says “it’s where you hit them, not what you hit them with that counts” speaks some truth. But this statement is flawed in that it is based on the expectation of absolute human perfection. Unfortunately, such an absolute cannot be obtained. We are as the saying goes, perfectly imperfect. So while we strive (and we should) to be good marksmen and women, cartridges like the .35 Whelen provide further assistance for those times when invariably, we will make mistakes.
E mo' basta, basta davvero, per quanto riguarda me, ma devo aggiungere che io non caccio cinghiali, ma cervi. I cervi codabianca a volte aggrediscono gli umani, ma principalmente durante la fregola. Non escludo che un cervo codabianca o mulo ferito, se messo alle strette, non carichi il cacciatore. Io sono stato caricato da un cervo mulo ferto, ma a meta' carica perse coraggio (ed energia,) sterzo', scappo', e crollo' dopo un centinaio di metri, morente. Con i cinghiali e' un'altra storia. Episodi di cinghiali che aggrediscono esseri umani--e non solo se sono feriti-- sono spesso riportati dai media. Ecco percio' che il valore dei calibri medi e anche grossi diviene evidente quando un verro ferito o una scrofa infuriata dalla **** d un porcastro al suo seguito diventa una minaccia concreta. L'errore umano avviene. A volte non e' un errore ma uno dei diecimila corollari della Legge di Murphy: "Se qualcosa puo' andar storta, lo fara'." Un filo d'erba invisibile nella penombra che devia una velocissima ma minuscola pallottolina e manda a pallino la "precisione chirurgica" del tiro, ed ecco che c'e' un bel verro **** e deciso a vendicarsi. Del resto e' risaputo che piu' e' piccola e veloce una pallottola, e piu' la sua traettoria e' deviata dal minimo impatto con una cosa minuscola. Le palle grosse e pesanti e piu' lente sono piu' "sfrascanti," ma dipende dall'ostacolo incontrato. Sono stati fatti molti esperimenti in materia, e la palla assolutamente sfrascante non esiste. Un certa deviazione c'e' sempre. Poi, lo ripeto, ognuno faccia cio' che vuole, scelga l'arma ed il caliibro che gli piace di piu', ma vi siete mai cheiesti perche' nessuno vada a caccia di elefanti con una .30-06? Non che non si possa uccidere pulitamente un tale bestione con un calibro medio, o anche piccolo, come il 7x57 usato da Karamojo Bell, cacciatore professionista d elefanti, ma se Murphy ci mette la coda? Anche Bell, diverse volte, a momenti ci lascio' la pelle... Il leone e' un felino che tutto sommato e' abbastanza fragile. La famosa guida di Kodiak, Madsen, uccise chissa' quanti orsi giganti con la .30-06. Ma perche' a leoni e orsi Kodiak le guide ed i cacciatori di oggi usano calibri ben piu' potenti? Perche' errare e' umano, e anche i piu' perfetti di noi possono scontrarsi con la Legge di Murphy, e se non hai in mano qualcosa che non e' "abbastanza fucile" puo' essere che finisci nelle feci fino alle vertebre cervicali. Non scherzo quando dico che non ho mai visto un animale troppo morto, ma la storia e' piena di cacciatori e guide uccisi da animali che erano poco morti. Se cacci lepri, tordi, nutrie, o anche carnivori come volpi, procioni e coyotes, anche una .22 LR puo' bastare. Ma qualsiasi animale di una certa taglia con zanne, corna o zoccoli va rispettato--non nel senso che se gli fai un buco troppo grosso non rispetti la spoglia, ma nel senso che se non rispetti la sua forza, le sue armi, e la sua volonta' di non vendere cara la pelle, be', so' ca221 tua, se non hai in mano la "medicina" giusta...