Durante il weekend di Losail si è detto tutto e il contrario di tutto sul Valentino Rossi.
I test invernali avevano mostrato che il ritorno sulla Yamaha ha giovato al campione di Tavullia, da subito capace di tenere il passo del suo compagno di squadra che, non dimentichiamolo, è un certo
Jorge Lorenzo, campione del mondo in carica. Le prove libere hanno confermato queste impressioni ma
è bastata una qualifica opaca per
scatenare i dubbi circa l’effettiva competitività di Valentino.
E’ stata poi la gara a dimostrare che nonostante l’infelice biennio in Ducati,
il Dottore non ha dimenticato come si fa a pilotare una moto.
Erano due anni che non si vedeva una gara così. Gli amici che ci seguono che hanno ammesso che,
da quando Rossi si è seduto sulla Rossa, non saltavano più sul divano durante una gara di MotoGP. Ed è facile capire il perché: che il poleman fosse Stoner, Lorenzo o Pedrosa, scattava al via e si involava verso la vittoria; sorpassi 0, o quasi; rimonte 0 (senza quasi); insomma, una noia; in F1 si sono viste più battaglie e sorpassi che non negli ultimi anni in MotoGP.
Bisogna riconoscerlo:
lo si ami o lo si odi, Valentino Rossi è l’unico pilota capace di infiammare le gare! Questo fa di lui il fuoriclasse che gli tutti appassionati, simpatizzanti e non, conoscono, anche se questi ultimi non lo ammettono e non lo ammetteranno mai, magari preferendo (in modo del tutto legittimo, sia chiaro) Stoner, capace di far vincere alla Ducati l’unico titolo iridato della sua storia in MotoGP. Sì, perché in queste dinamiche intervengono affinità, simpatie e variabili che non è sempre possibile ricondurre alla razionalità (e forse non sarebbe neppure giusto farlo). Resta il fatto che noi italiani siamo l’unico popolo capace di denigrare un campione che, al pari di Agostini, ha fatto la storia del motociclismo e che tutto il mondo ci invidia.
Qualcuno ha detto che Rossi, con lo spettacolare secondo posto di Losail,
si è tolto qualche sassolino dagli stivaletti.
In realtà Valentino si è tolto una decina di macigni, altro che sassolini! Il primo apparteneva ai suoi denigratori di sempre che lo hanno considerato bollito appena salito sulla Ducati (troppo vecchio… non è più capace di guidare…ecc.);
il secondo ai denigratori dell’ultim’ora (test e libere ok ma quando i tempi contano Rossi non c’è…); il terzo agli uomini della Ducati, che come ha rivelato lo stesso Dottore, si adontavano se gli dicevi che la moto non va; poi c’era il macigno di noi “giornalisti”, sempre pronti a dubitare e, magari, esagerare; è il macigno dei colleghi? Nessuno che credesse più in lui. Nessuno che gli tributasse rispetto, a partire da Stoner, che non ha mai digerito la batosta rimediata nell’epico duello di Laguna Seca, per finire con un enigmatico Biaggi che parla di un fantomatico Mago che avrebbe aiutato Rossi a ritornare in Yamaha. Unica voce fuori dal coro, quella di un acuto Loris Capirossi che, dall’alto della sua esperienza, aveva capito che le sequenze positive di Rossi nei test invernali non potevano essere frutto del caso. E Lorenzo, sì proprio quel Lorenzo che ha subito la presenza assai ingombrante del 9 volte campione del mondo all’interno dello stesso team.
Sì, se proprio dobbiamo riconoscere la grandezza di un concorrente tra i numerosi che le hanno prese da Rossi, beh, questi è proprio Jorge Lorenzo
che, da quando approdò in Yamaha al fianco di Rossi, dovette ingoiare più di un rospo, ultimo tra i quali il muro ai box. Ma l’attuale campione del mondo seppe reggere il confronto e lo fece alla grande, al punto da spingere Rossi a cambiare casacca. Jorge ha dimostrato di essere un grande anche ora che the Doctor is back! Lo ha rispettato, come lo rispettano tutti i veri appassionati di questo meraviglioso sport che è il motociclismo.
Nessuno può sapere se la coppia prima o poi scoppierà (dopo l’esordio al fulmicotone, c’è stato subito chi, giustamente, già se lo è chiesto) e c’è da credere che prima o poi accadrà, ma rimane il fatto che la Yamaha (e il circus con essa) ha fatto un colpaccio riprendendosi un Rossi ancora supercompetitivo.
Ma il macigno che gli dava più noia era il suo! Sì, perché a forza di sentire gli altri, neppure Rossi credeva più nella possibilità di tornare subito a lottare per il titolo (è stato proprio durante il GP che è scattato il click, quando Rossi ha passato Bradl). Poco probabile che le dichiarazioni molto prudenti circa il suo ritorno in Yamaha (devo capire cosa posso fare… Lorenzo nel team è il n.1…) fossero pretattica.
Rossi credeva veramente in quello che diceva e, magari, ci crede ancora, ma dopo Losail sicuramente ci crede un po’ meno.