La caccia è fatta di leggi e regolamenti che vanno rispettate.
Se nei paesi come l'Ungheria si può cacciare la lepre con queste modalità si caccia è basta..
La caccia all'estero è senza dubbio meno tartassata da chi ci odia e sicuramente le persone che governano questi Stati non ascoltano i nostri antagonisti e quindi si possono permettere di gestirla come la maggioranza politica gli suggerisce.. in barba a loro.
Perciò capisco che tale uccisioni agli occhi degli italiani possono suscitare allarmismi ed altro ma ritengo, ripeto è un mio pensiero, che ogni mondo è paese.
Un saluto frank
Tanto buon senso in queste parole, leggi regolamenti norme sono la base anche del nostro mondo che risponde alla domanda se è lecito o no, poi se uno è ignorante lo dice la parola stessa, ignora, peggio ancora ed è il vento che tira quotidianamente quello di dividere su tutto, con l'etica, la propaganda, l' ipocrisia e la superficialità, certo l'esempio che danno certi ministri non è dei più felici sono indipendentemente contro in maniera sistematica, hanno comportamenti un pochino scorretti, figuriamoci gli antagonisti. Da qui nasce l'equivoco che si trascina da 30 anni, gli assassini sono altri e non abbiamo come dice Max un interlocutore serio aperto al dialogo e al confronto, poi "le convinzioni si rafforzano sempre di più dopo aver mangiato" diceva mio nonno. Francesco a proposito che ogni mondo è paese:
[h=1]La Brambilla scende in campo contro il festival cinese di Yulin: 10mila quattrozampe mangiati[/h][h=2]Mozione-pressing su Pechino
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[FONT="][COLOR=#555555 !important]Tiziana Paolocci - Gio, 09/06/2016 - 15:11
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[FONT="]Diecimila cani uccisi e mangiati e nel menu anche gatti. Si avvicina il 21 giugno e Yulin, città-prefettura della regione autonoma di Guangxi, nella Repubblica popolare cinese, si prepara al massacro dei quattro zampe.
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A dire «no» alla macabra festa, che non affonda le radici nella tradizione ma è nata nel 2008, ci hanno pensato l'onorevole Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente e Jason Pang, direttore della comunicazione della World Dog Alliance, una delle più importanti associazioni no-profit impegnate nella lotta contro questo scempio per la quale l'ex ministro è portavoce in Italia.
La Brambilla ha presentato un'interrogazione a risposta immediata e una mozione parlamentare per invitare il nostro governo, coinvolgendo i partner europei e l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, a far leva su quelli dell'Estremo Oriente al fine di vietare il consumo e il commercio della carne di cane. «Impossibile sottolinea la parlamentare restare indifferenti di fronte ad una barbarie neppure commentabile. Il fatto che avvenga in paesi lontani non ci autorizza a volgere lo sguardo dall'altra parte».
Il festival di Yulin è oggetto di una protesta globale, che mobilita milioni di persone. In un giorno vengono macellati, cotti e mangiati oltre 10mila cani. Detenuti in gabbie piccolissime, vengono uccisi con metodi crudeli, spesso scuoiandoli vivi e per la prima volta l'anno scorso sono stati aggiunti al menu anche i gatti. «Tutto è ampiamente documentato - spiega la Brambilla - con raccapricciante evidenza da decine di video che girano su youtube ed dal film-documentario Eating happiness (2015), prodotto e realizzato dal presidente di WDA, Genlin. Ma si tratta solo della punta dei un iceberg, che interessa a vario titolo la Cina, la Corea del Sud e il Vietnam».
Secondo l'organizzazione sono 30 milioni i cani a finire sulla tavola ogni anno e 70 su cento sono animali da compagnia sottratti alle famiglie e torturati, credendo serva a preservare le proprietà «energetiche» della carne. Paesi come le Filippine e Taiwan hanno approvato leggi che ne vietano il consumo. Il divieto è in vigore anche ad Hong Kong, mentre è rimasto a livello di proposta (2010) in Cina. Ma il quadro resta preoccupante se si pensa che tra luglio e agosto in Corea del Sud, Paese scelto per ospitare nel 2018 i XXIII Giochi olimpici invernali, si celebrano ancora i «giorni del cane»: sono i più caldi dell'anno e la superstizione locale vuole che si mangi questo animale per rinfrescarsi e rinvigorirsi.
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