Re: caccia al combaccio da fermo
Riprendo la discussione, premettendo che non sono un esperto e che di solito questa caccia la faccio soltanto qualche volta negli ultimi due mesi di caccia. O meglio: mi piace la caccia alle edere, poi se invece di colombi soltanto, ci sono anche tordi, roscioli e cesene va bene lo stesso, anzi di più.
La questione del branco, si diceva: bene, i miei maestri mi hanno sempre proibito di sparargli, creando in me un sentimento paradossale e dicotomico. Da un lato, vado in fibrillazione quando quelle centinaia di ali spostano l'aria ed oscurano il sole; dall'altro, me ne dispiaccio, perché, cacciando quasi sempre da solo, al massimo posso aspirare a farne due accoppiati, una volta posati. Dopo di che, spesso si sta ore ed ore a fare la muffa, campando di speranze e ... moccoli.
Ovviamente questa dei vecchi saggi è la giusta tecnica, piaccia o meno. E' paradossale però constatare che le preferenze andranno invariabilmente agli spiccioloni, piuttosto che al più emozionante stuolo alato.
In genere ho sempre adottato ciò che mi è stato tramandato.
Tranne che in un'occasione, due inverni orsono; dunque, mi trovavo in provincia di Grosseto e faceva un freddo boia, diversi gradi sottozero e tramontana ignorantissima. Erano quasi le nove e fino allora in cielo avevo visto solo le streghe, per il freddo ... quando all'improvviso il sole che avevo sulla sinistra viene oscurato. Alzo gli occhi e vedo un branco di centinaia di colombi che vengono , bassi, bassissimi, verso il mio capanno. Mi immobilizzo ed aspetto la calata. Uno, due tre, quattro passaggi a volo radente sulle cime dei cerri e niente, non si decidono. A quel punto, intirizzito come un ghiacciolo, decido di infrangere le regole: alzo il fucile e scarico il Benelli. Due capi vengono giù. Ok, penso, posso anche radunare tascapane, custodia, roncola e ca@@i vari e tagliare la corda, tanto qui non si vedrà più nulla fino a nuovo ordine. Così pensando, incomincio tali operazioni. Tre minuti ed eccone di nuovo una decina. Mi blocco, aspetto e sparo:altri due a terra!!!
Per farvela breve, ho tirato con cadenza regolare, ogni dieci - quindici minuti, fino alle due e mezza del pomeriggio - non senza delle padelle allucinanti - a quei colombacci che, spinti forse dalla fame e costretti dal gelo in terra e dal vento furioso, son rimasti in ala, sopra quel magico boschetto di edere, per delle ore.
Mai più successa una cosa del genere.
Ma quella volta è bastata per confermare che ogni regola ha la sua benedetta eccezione. L'importante è avere il cu@o necessario per farne parte. [35]
Un salutone a tutti.