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Daniel Stefani
Ciao a tutti, volevo dei pareri sul calibro 222 da usare per il capriolo a distanze massime sui 150 metri
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Ma quali sono le differenze sostanziali in termini venatori tra .22-250 Rem, .222 Rem e .223 Rem? Cioè, oltre il peso del proiettile, quale risulta più performante in termini di precisione?
Io chiedevo se si poteva essere soddisfatti tirare con un piccolo calibro, a una distanza di 160 m a un cinghiale e andare a cercarlo la mattina dopo a una distanza di 50/60 metri dal punto di sparo.![]()
La precisione è data dall'accuratezza dell'arma, non dal calibro.
La precisione non è una "pippa" mentale. La precisione va ricercata nell'arma, nella cartuccia, e soprattutto in se stessi. Lasciamo pure il cecchinaggio ai militari, anche perchè allenarsi 4 o 5 ore al giorno non è per tutti i cacciatori, la sega mentale se la fanno quelli che senza nessuna base credono di diventare tiratori infallibili. Gli allenamenti per ottenere una buona tecnica di tiro sono molteplici, per un cacciatore potrebbe bastare il solo allenamento al risultato, non è una pippa mentale andare in poligono a tirare 50 colpi di carabina, una volta a settimana, a prescindere dal calibro. Pero se si parte dal principio che basta fare centro sul cinghiale o sul capriolo, si parte con il piede sbagliato, bisogna fare centro su un punto preciso del cinghiale o del capriolo. L'obiettivo concreto a caccia di selezione è prelevare il capo selezionato senza procurargli sofferenze.
Walker
Prove a prendere quella manciata di cartucche che citi, vai al poligono e sparale a 100 metri senza nulla toccare, e poi mi dici se i centri o le rosate di tre colpi sono tutte al loro posto, cioè dove dovrebbero stare al centro...
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Ogni apertura, sono solito provare la carabina per come la uso io, cioè tacca e mira, mire metalliche, come si dice. Sparo una decina di cartucce, non a 100 mt in battuta è difficile che vedi un cinghiale a 100 mt. Sparo ad una cinquantina di mt su bersagli grandi quanto un piccolo cocomero. In posizione retta e senza appoggi. Difficilmente mando la palla fuori dal bersaglio.
Reduce di migliaia di colpi sparati nella vita, prima, quando ero un ragazzo, con carabina ad aria,( ne ho consumate 4), poi con dei cal. 22 lr, poi con FAL in 7,62 nato, Con MP12 cal. 9 parabellum, (manon fa testo), poi con 44 magnum, 308 w. e ora con 30.06.
Fino ad ora i cinghiali sparati in battuta con la 30.06, (una vecchia Browining BAR 2), sono rimasti sul colpo. Qualcuno se ne andato, ma sparato con un M1 e un cal. 20, Urika.
Nella mia ignoranza, perchè non ho mai fatto caccia di selezione, credo che se colpisco un cinghiale in corsa dove voglio a 20/30/40 mt, sarò capace di colpirlo a fermo a 100 mt, con l'appoggio sempre che la vista e il tremore mi assistano, ma comunque a quella distanza, credo che senza l'aiuto di un ottica sia difficile..... ma non impossibile. Ho fatto tiri a quella distanza da meravigliare chi assisteva.
Non voglio essere presuntuoso, ma dicono che spari benino. Infatti mi mettono sempre a posti difficili o dove si tira distante.
[3]:mrgreen:
(omissis) Pero' devo ripetere che io preferisco eccedere di calibro e kilogrammetri piuttosto che usare qualcosa di appena adeguato--perche' anche i "chirurghi" a volte fanno sbagli.
Qualsiasi calibro tirato dietro la spalla o alla spalla non darà mai la certezza di far crollare la bestia sulle zampe. Il tiro alla spalla è quello che fa allontanare dimeno il cinghiale dal punto di sparo. L'unico punto per "spegnere" il cinghiale sul posto, è il tiro nella zona della testa. Il primo cinghialetto di quest'anno l'ho tirato in testa con il 7 rm. mag. (il 223 lo avevo in riparazione) il 7 ha fatto meno bene, quello che avrebbe fatto il 223. L'arma diventa micidiale quando viene impiegata e utilizzata bene, a prescindere dal calibro. Non ho detto che il 223 può fare quello che fa il 7 e non ho neanche detto che il 7 non può fare quello che fa il 223. Una cosa è certa, non utilizzerò mai il 223 per tirare un cinghiale a 160 m. a quella distanza non tiro neanche al capriolo.Cito me stesso perche' voglio aggiungere una constatazione: perche' preoccuparsi quando si tira con un .223 a un cinghiale alla testa che la palla vada esattamente in un certo punto per fulminarlo, escludere un tiro frontale, stare attento a questo, e a quello, quando una palla di qualsiasi altro calibro dal .30-06 al mio .338 WM darebbe un margine molto, ma molto piu' grande di sicurezza di abbatterlo pulitamente ed immediatamente anche se il tiro non e' stato "chirurgico" ?
Qualsiasi calibro tirato dietro la spalla o alla spalla non darà mai la certezza di far crollare la bestia sulle zampe. Il tiro alla spalla è quello che fa allontanare dimeno il cinghiale dal punto di sparo. L'unico punto per "spegnere" il cinghiale sul posto, è il tiro nella zona della testa. Il primo cinghialetto di quest'anno l'ho tirato in testa con il 7 rm. mag. (il 223 lo avevo in riparazione) il 7 ha fatto meno bene, quello che avrebbe fatto il 223. L'arma diventa micidiale quando viene impiegata e utilizzata bene, a prescindere dal calibro. Non ho detto che il 223 può fare quello che fa il 7 e non ho neanche detto che il 7 non può fare quello che fa il 223. Una cosa è certa, non utilizzerò mai il 223 per tirare un cinghiale a 160 m. a quella distanza non tiro neanche al capriolo.