cal 222 per capriolo (1 utente sta leggendo)

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Daniel Stefani

Ciao a tutti, volevo dei pareri sul calibro 222 da usare per il capriolo a distanze massime sui 150 metri
 
Io utilizzo il 223, praticamente è simile. Per i 150 m. va bene, l'importante è essere molto precisi. Tiro con una cartuccia RWS TM con palla da 55 gr. Se voglio avere la certezza di far crollare il capriolo sulle zampe gli devo tirare al collo, altrimenti se preso bene dietro la spalla può fare anche 20/30 m. Sul capriolo utilizzo il 223 dove il tiro si presenta medio corto, però a 150 m. tirare in blat preferisco farlo con un calibro più consistente, specialmente di sera ai margini del bosco. Invece lo utilizzo sempre per la caccia di selezione al cinghiale, dove il tiro più lungo è di una quarantina di metri. Lo utilizzo da una ventina di anni e non mi sono mai pentito di utilizzarlo, sia sul capriolo che sul cinghiale.
 
(Untitled)

ti ringrazio per la risposta, hai provato altre cartucce commerciali e ti sei trovato meglio con le rws?
 
Al cinghiale tiro sempre in testa, zona orecchio quando è messo bene, oppure nella zona dell'occhio quado l'angolazione non mi consente di tirare all'orecchio, mai nella fronte. Con il tiro nella zona dell'occhio ci sono più probabilità di rompere la mascella, succede anche con il tiro all'orecchio se preso nella zona bassa dell'orecchio. Logicamente succede di più con i cinghiali più piccoli, quando sono troppo sotto l'altana, i più piccoli sono i miei preferiti. Nulla di grave, se non fosse che alla valutazione dei trofei qualcuno storce la bocca. Non ho mai sentito la necessita di cambiare cartucce nel 223, a corta e a media distanza si comporta bene sia sul capriolo che sul cinghiale, la cartuccia è precisa e per i tiri che faccio lo trovo ottima. Ho cambiato cartuccia nel 7 rm. mag. dalle RWS Ks che sono uguali alle T mantel sono passato alle geco sempre con la stessa struttura con una palla da 165 gr la RWS erano da 162 gr. La RWS da 162 tirata con precisione dietro la spalla del capriolo può fare meno danni del 223, ma lascia il capriolo praticamente sul punto dove si è tirato, al massimo si potrebbe allontanarsi di qualche metro. Springer, tira con una palla da 70 gr. anche a 200/250 m. dice che non ha problemi di abbattimenti con il 223. Sicuramente saprà meglio consigliarti.
 
Ma quali sono le differenze sostanziali in termini venatori tra .22-250 Rem, .222 Rem e .223 Rem? Cioè, oltre il peso del proiettile, quale risulta più performante in termini di precisione?
 
Ma quali sono le differenze sostanziali in termini venatori tra .22-250 Rem, .222 Rem e .223 Rem? Cioè, oltre il peso del proiettile, quale risulta più performante in termini di precisione?

Il 22-250 non lo conosco, Fra il 222 e il 223 non c'è nessuna differenza, anche se gli esperti dicono che il 222 è più preciso. La differenza sta nel costo delle cartucce, le cartucce in 222 costano di più.:) La precisione dipende dall'arma, una costruita bene sarà più precisa. Con questo non ho detto che non bisogna trovare un cartuccia che si "sposi" bene con l'arma, sia per peso che per struttura. Da quello che ho letto la migliore per il 223 è quella con la palla da 55 gr. La differenza a parità di calibro e di arma la farà l'abilità del tiratore. Oltre all'abilità bisogna trovare all'arma l'impiego giusto in base alla tecnica di prelievo. Tiro bene sia con il piccolo che con il grosso calibro, però dalla mia altana, sia per la distanza, che per l'angolazione, il 223 è superiore al 7 rm mag. perchè mi permette di fare tiri di precisione molto angolati comodamente da seduto, anche con l'arma non perfettamente appoggiata alla spalla. Di contro con il piccolo calibro qualche volta bisogna rinunciare al tiro di precisione all'orecchio, quando la notte è troppo buia. Con il grosso calibro potrei tirare in cassa, ma la sicurezza di lasciare il cinghiale sul punto di sparo il grosso calibro non me la da. Ecco che il piccolo calibro diventa più efficiente del grosso calibro. Tutto questo per dire che il picco calibro si, ma a certe condizioni.
 
In fatti e non a chiacchiere, se ne vanno anche se colpiti con un calibro più pesante a corta distanza. Ma ci sono molte più probabilità che faccia meno strada se colpito con un calibro più pesante. Io chiedevo se si poteva essere soddisfatti tirare con un piccolo calibro, a una distanza di 160 m a un cinghiale e andare a cercarlo la mattina dopo a una distanza di 50/60 metri dal punto di sparo. ;)
 
Io chiedevo se si poteva essere soddisfatti tirare con un piccolo calibro, a una distanza di 160 m a un cinghiale e andare a cercarlo la mattina dopo a una distanza di 50/60 metri dal punto di sparo. ;)

Ma io direi senz'altro di sì [thumbsup.gif]! Certo non sono un un'esperto di rigato,conosco il calibro del post ma non saprei dire più di tanto....so' però quanti son 160 metri e immagino che al crepuscolo per me sarebbero troppi! Ma finché parliamo di cinghiali....va benissimo [eusa_clap.gif]! Certo non lo farei con un bufalo in Africa [Trilly-77-24.gif]! Un saluto
 
La precisione è data dall'accuratezza dell'arma, non dal calibro.

Si' e no. Certi calibri sono POTENZIALMENTE piu' precisi di altri, ma--e' anche vero--poi dipende dal fucile individuale. E poi, per fare le cose piu' complicate, dipende anche dal tipo e peso di palla usata, dalla dose di polvere, dalla concentricita' della palla nel bossolo, e tanti altri fattori da far venire i capelli grigi prematuramente a preoccuparsene. Ah, e non dimentichiamo l'ottica montata su quel fucile, eh? E come e' stata montata. E la quantita' di depositi di incamiciatura sulla rigatura, il logoramento della canna dovuto al numero di cartucce sparate. Oggi come oggi quasi tutti i fucili sono piu' che abbastanza precisi per la caccia alle distanze canoniche. E cosi' anche le cartucce commerciali. Ma non tutti sono precisi abbastanza per il cecchinaggio a 900-1200 metri o per le gare di benchrest. E certi fucili poi sono precisissimi con il primo colpo, ma appena la canna si riscalda le palle successiive non colpiscono piu' il punto mirato. Puo' essere un problema di come la parte metallica del fucile e' adattata al legno o plastica del calcio, o ad un difetto congenito delle parti metalliche.
Tornando ai calibri piu' o meno precisi, IN TEORIA il .308 inchester dovrebbe essere piu' preciso della sua mamma (la .30-06) perche' piu' corto, necessitando percio' un castelllo anche piu' corto e un otturatore piu' corto, il che diminuirebbe la flessione del tutto allo sparo. Piu' corto e' anche piu' rigido. Ma (e c'e' sempre il MA) poi entrano in gioco gli altri fattori di cui parlavo. Molti credono che piu' grosso e potente il calibro, minore sia la precisione. "ERORE!" (come diceva Paolo Panelli). Chissa' perche', allora, molti cecchini U.S. e di altre nazioni usano il .338 Lapua Magnum. O fucili di precisione costruiti intorno al Behemoth della cartucce, il .50 BMG...
Oh, dimenticavo, il tipo di meccanismo influisce pure sulla precisione. Una volta si poteve affermare che il bolt action era piu' preciso del semiautomatico. Oggi non piu'. Ci sono certi semiutomatici costruiti sul modello dell'AR 15 capaci di precisione con diversi calibri oltre al consueto .223 che farebbe invidia a molti fucili bolt action, con rosate di cinque colpi successivi di meno di mezzo pollice e anche piu' strette.

Insomma, quando si parla di balistica o di esseri umani, si puo' parlare di una media, ma le eccezioni alla media sono tante da rendere il concetto di "media" del tutto inutile.
 
OH MAMMA MIA!!!! Se dobbiamo vedere tutte queste cose, quando andiamo a caccia!? Veramente penso che tutte queste considerazioni dovrebbero essere fatte in ambito militare, dove si deve raggiungere un obbiettivo concreto.
Se io domani dovrei andare in selezione o mantenimento, non ci penserei poi così tanto, prenderei la mia Browining BAR 2, molto annosa, una manciata di cartucce varie da 150 gn, da 160, da 180 e anche qualcuna da 220, poi in base alla postazione e alla distanza caricherei la carabina. Una buona torcia, (magari comprata dai cinesi). Una bottiglia d'acqua da 2 lt, pane, salame e formaggio e andrei ad aspettare l'eventuale preda che si paleserebbe. Quando lo farà, gli metterò il mirino, o la croce del cannocchiale sulla spalla e sparerei.
 
Appunto. Quando si parla di caccia, la precisione e' un ottimo soggetto per pipponi mentali, perche' alle distanze venatorie canoniche oltre le quali non si dovrebbe sparare--diciamo 300 metri con un buon appoggio e buona tecnica di tiro--anche un fucile che fa rosate di un pollice e mezzo di diametro a 100 metri e' efficace ed adatto. Lasciamo il cecchinaggio ai cecchini militari. Caccia e cecchinaggio sono due cose diverse.
 
Walker
Prove a prendere quella manciata di cartucche che citi, vai al poligono e sparale a 100 metri senza nulla toccare, e poi mi dici se i centri o le rosate di tre colpi sono tutte al loro posto, cioè dove dovrebbero stare al centro...
 
La precisione non è una "pippa" mentale. La precisione va ricercata nell'arma, nella cartuccia, e soprattutto in se stessi. Lasciamo pure il cecchinaggio ai militari, anche perchè allenarsi 4 o 5 ore al giorno non è per tutti i cacciatori, la sega mentale se la fanno quelli che senza nessuna base credono di diventare tiratori infallibili. Gli allenamenti per ottenere una buona tecnica di tiro sono molteplici, per un cacciatore potrebbe bastare il solo allenamento al risultato, non è una pippa mentale andare in poligono a tirare 50 colpi di carabina, una volta a settimana, a prescindere dal calibro. Pero se si parte dal principio che basta fare centro sul cinghiale o sul capriolo, si parte con il piede sbagliato, bisogna fare centro su un punto preciso del cinghiale o del capriolo. L'obiettivo concreto a caccia di selezione è prelevare il capo selezionato senza procurargli sofferenze.
 
La precisione non è una "pippa" mentale. La precisione va ricercata nell'arma, nella cartuccia, e soprattutto in se stessi. Lasciamo pure il cecchinaggio ai militari, anche perchè allenarsi 4 o 5 ore al giorno non è per tutti i cacciatori, la sega mentale se la fanno quelli che senza nessuna base credono di diventare tiratori infallibili. Gli allenamenti per ottenere una buona tecnica di tiro sono molteplici, per un cacciatore potrebbe bastare il solo allenamento al risultato, non è una pippa mentale andare in poligono a tirare 50 colpi di carabina, una volta a settimana, a prescindere dal calibro. Pero se si parte dal principio che basta fare centro sul cinghiale o sul capriolo, si parte con il piede sbagliato, bisogna fare centro su un punto preciso del cinghiale o del capriolo. L'obiettivo concreto a caccia di selezione è prelevare il capo selezionato senza procurargli sofferenze.

Forse mi hai frainteso. La precisione e' una buona cosa, una cosa essenziale, ma non la pignoleria eccessiva di non voler cacciare se le rosate ottenute con un certo connubio fucile/cartuccia dovessero essere piu' larghe di 3 cm in diametro. A caccia, se--come si dovrebbe-- si tira ad un selvatico entro i duecento-trecento metri al massimo massimo la precisione da cecchino o tiratore di benchrest non serve, Ecco perche' dire che un calibro e' piu' o meno preciso di un altro non mi pare sensato. Perche' oggi come oggi tutti fucili non Made in China sono capacissimi (salvo difetti di fabbrica) di garantirti quel tiro "chirurgico" che vuoi fare tu entro le distanze alle quali tiri. Parlavo percio' della precisione dell'arma e della cartuccia. Sono d'accordo che lo dobbiamo al selvatico di far pratica in poligono per imbracciare e mirare correttamente, di "preparare" il colpo con la corretta respirazione e posizione, e di effettuarlo con la giusta tecnica. E certamente bisogna saper anche astenersi dallo sparare se le condizioni del tiratore o della preda non sono ottimali. E la conoscenza dell'anatomia dell'animale che si vuol abbattere e dove indirizzare la palla per il miglior effettto. Pero' devo ripetere che io preferisco eccedere di calibro e kilogrammetri piuttosto che usare qualcosa di appena adeguato--perche' anche i "chirurghi" a volte fanno sbagli.
 
Walker
Prove a prendere quella manciata di cartucche che citi, vai al poligono e sparale a 100 metri senza nulla toccare, e poi mi dici se i centri o le rosate di tre colpi sono tutte al loro posto, cioè dove dovrebbero stare al centro...

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Ogni apertura, sono solito provare la carabina per come la uso io, cioè tacca e mira, mire metalliche, come si dice. Sparo una decina di cartucce, non a 100 mt in battuta è difficile che vedi un cinghiale a 100 mt. Sparo ad una cinquantina di mt su bersagli grandi quanto un piccolo cocomero. In posizione retta e senza appoggi. Difficilmente mando la palla fuori dal bersaglio.
Reduce di migliaia di colpi sparati nella vita, prima, quando ero un ragazzo, con carabina ad aria,( ne ho consumate 4), poi con dei cal. 22 lr, poi con FAL in 7,62 nato, Con MP12 cal. 9 parabellum, (manon fa testo), poi con 44 magnum, 308 w. e ora con 30.06.
Fino ad ora i cinghiali sparati in battuta con la 30.06, (una vecchia Browining BAR 2), sono rimasti sul colpo. Qualcuno se ne andato, ma sparato con un M1 e un cal. 20, Urika.
Nella mia ignoranza, perchè non ho mai fatto caccia di selezione, credo che se colpisco un cinghiale in corsa dove voglio a 20/30/40 mt, sarò capace di colpirlo a fermo a 100 mt, con l'appoggio sempre che la vista e il tremore mi assistano, ma comunque a quella distanza, credo che senza l'aiuto di un ottica sia difficile..... ma non impossibile. Ho fatto tiri a quella distanza da meravigliare chi assisteva.
Non voglio essere presuntuoso, ma dicono che spari benino. Infatti mi mettono sempre a posti difficili o dove si tira distante.
[3]:mrgreen:
 
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Ogni apertura, sono solito provare la carabina per come la uso io, cioè tacca e mira, mire metalliche, come si dice. Sparo una decina di cartucce, non a 100 mt in battuta è difficile che vedi un cinghiale a 100 mt. Sparo ad una cinquantina di mt su bersagli grandi quanto un piccolo cocomero. In posizione retta e senza appoggi. Difficilmente mando la palla fuori dal bersaglio.
Reduce di migliaia di colpi sparati nella vita, prima, quando ero un ragazzo, con carabina ad aria,( ne ho consumate 4), poi con dei cal. 22 lr, poi con FAL in 7,62 nato, Con MP12 cal. 9 parabellum, (manon fa testo), poi con 44 magnum, 308 w. e ora con 30.06.
Fino ad ora i cinghiali sparati in battuta con la 30.06, (una vecchia Browining BAR 2), sono rimasti sul colpo. Qualcuno se ne andato, ma sparato con un M1 e un cal. 20, Urika.
Nella mia ignoranza, perchè non ho mai fatto caccia di selezione, credo che se colpisco un cinghiale in corsa dove voglio a 20/30/40 mt, sarò capace di colpirlo a fermo a 100 mt, con l'appoggio sempre che la vista e il tremore mi assistano, ma comunque a quella distanza, credo che senza l'aiuto di un ottica sia difficile..... ma non impossibile. Ho fatto tiri a quella distanza da meravigliare chi assisteva.
Non voglio essere presuntuoso, ma dicono che spari benino. Infatti mi mettono sempre a posti difficili o dove si tira distante.
[3]:mrgreen:

Nessuno ha messo in dubbio le tue capacità di tiratore, mi sono riferito alla capacità delle carabine di digerire con precisione tutti i tipi di palle, (riferito alla tua manciata).
Trattandosi di caprioli , il tiro richiesto è di precisione, spece con un piccolo calibro come il 222.
 
(omissis) Pero' devo ripetere che io preferisco eccedere di calibro e kilogrammetri piuttosto che usare qualcosa di appena adeguato--perche' anche i "chirurghi" a volte fanno sbagli.

Cito me stesso perche' voglio aggiungere una constatazione: perche' preoccuparsi quando si tira con un .223 a un cinghiale alla testa che la palla vada esattamente in un certo punto per fulminarlo, escludere un tiro frontale, stare attento a questo, e a quello, quando una palla di qualsiasi altro calibro dal .30-06 al mio .338 WM darebbe un margine molto, ma molto piu' grande di sicurezza di abbatterlo pulitamente ed immediatamente anche se il tiro non e' stato "chirurgico" ?
 
Il calibro e l'arma devono essere adeguate all'ambiente, alla tecnica di caccia e al cacciatore. Quindi un calibro piccolo può essere più efficiente di un cal. magnum. Giovannit, dove posso rintracciare e ordinare il telo per il trascinamento del cinghiale?
 
Cito me stesso perche' voglio aggiungere una constatazione: perche' preoccuparsi quando si tira con un .223 a un cinghiale alla testa che la palla vada esattamente in un certo punto per fulminarlo, escludere un tiro frontale, stare attento a questo, e a quello, quando una palla di qualsiasi altro calibro dal .30-06 al mio .338 WM darebbe un margine molto, ma molto piu' grande di sicurezza di abbatterlo pulitamente ed immediatamente anche se il tiro non e' stato "chirurgico" ?
Qualsiasi calibro tirato dietro la spalla o alla spalla non darà mai la certezza di far crollare la bestia sulle zampe. Il tiro alla spalla è quello che fa allontanare dimeno il cinghiale dal punto di sparo. L'unico punto per "spegnere" il cinghiale sul posto, è il tiro nella zona della testa. Il primo cinghialetto di quest'anno l'ho tirato in testa con il 7 rm. mag. (il 223 lo avevo in riparazione) il 7 ha fatto meno bene, quello che avrebbe fatto il 223. L'arma diventa micidiale quando viene impiegata e utilizzata bene, a prescindere dal calibro. Non ho detto che il 223 può fare quello che fa il 7 e non ho neanche detto che il 7 non può fare quello che fa il 223. Una cosa è certa, non utilizzerò mai il 223 per tirare un cinghiale a 160 m. a quella distanza non tiro neanche al capriolo.
 
Qualsiasi calibro tirato dietro la spalla o alla spalla non darà mai la certezza di far crollare la bestia sulle zampe. Il tiro alla spalla è quello che fa allontanare dimeno il cinghiale dal punto di sparo. L'unico punto per "spegnere" il cinghiale sul posto, è il tiro nella zona della testa. Il primo cinghialetto di quest'anno l'ho tirato in testa con il 7 rm. mag. (il 223 lo avevo in riparazione) il 7 ha fatto meno bene, quello che avrebbe fatto il 223. L'arma diventa micidiale quando viene impiegata e utilizzata bene, a prescindere dal calibro. Non ho detto che il 223 può fare quello che fa il 7 e non ho neanche detto che il 7 non può fare quello che fa il 223. Una cosa è certa, non utilizzerò mai il 223 per tirare un cinghiale a 160 m. a quella distanza non tiro neanche al capriolo.

Io raramente tiro in testa. La punta della spalla e' il mio bersaglio. Un cervo che uccisi a Kodiak era accucciato nell'erba che mi guardava, e l'unico bersaglio era la testa. La palla del .338 la fece letteralmente esplodere. Sangue e cervello erano sparsi sull'erba per due metri dietro la spoglia. Gli occhi erano partiti dalle orbite. Le orecchie erano attaccate insieme da un pezzo di pelle attaccato alla nuca. I palchi (era un fusone) chissa' dov'erano andati... Presumo che un cinghiale, anche grosso, non importa in che parte della testa lo colpisca un grosso calibro, anche alla mascella, rimarra' sul posto perche' il tremendo shock idrodinamico impartito alla struttura ossea del cranio da qualsiasi angolo ridurra' il cervello a marmellata anche senza colpirlo direttamente. Use enough gun!
 

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