L'olio che mangiate sapete la provenienza? (2 utenti stanno leggendo)

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Io, che abitavo in Alaska e adesso abito in Alabama, di certo non ho l'amico agricoltore o l'uliveto mio, o di zio, cognato, o bisnonno. Quindi sono costretto a comprare l'olio imbottigliato industrialmente. In Alaska compravo il DeCecco. Qui non c'e' e compravo il Carapelli. Vedo che ambedue gli imbottigliatori compravano l'olio presunto taroccato. A questo punto a fanculo all'olio italiano, e comprero' quello della California, che e' altrettanto buono, se non migliore, e soggetto a controlli ben piu' frequenti e stretti di quelli italiani. Poi uno si domanda perche' l'Italia e' a carte quarantotto. Gli italiani sono riusciti a compiere un'azione che dovrebbe essere fisicamente impossibile: inchiappettarsi da soli. Come se all'estero queste notizie non arrivassero... Arrivano, eccome: le centinaia di tonnellate di cibi avariati, sporchi, scaduti sequestrati recentemente in bars e ristoranti; un benzinaio su dieci che o annacqua la benzina o tarocca il tassametro per erogare fino al 15% meno di quanto dichiarato dal tassametro; I continui borseggiamenti sui mezzi pubblici e per strada da parte di zingari, immigrati clandestini, o delinquenti autoctoni. Se finisce sul Messaggero, prima o poi finisce sul New York Times, o sul Guardian, Paris Soir, o sulle reti televisive tedesche, norvegesi, o olandesi.
E gli americani vanno in vacanza a Belize o in Argentina, gli inglesi vanno a Dubai, I tedeschi vanno in Norvegia, I Norvegesi vanno a Parigi, e in Italia a portare soldi e a dar lavoro al settore turistico ci vanno molti di meno.
Parliamoci chiaro, anche se in Italia c'e' ancora tanta gente per bene, purtroppo I furbastri, gli imbroglioni, I mariuoli, I camorristi e I Mafiosi sono in aumento, a giudicare da cio' che si legge sui giornali e online. Notizie come questa sull'olio sono tragiche. Sapeste quanti americani comprano olio d'oliva importato. Adesso moltissimi faranno come me. Lo faccio a malincuore, ma quando un olio U.S. ha "extra-virgin," "Product of California," e "organic" sull'etichetta vuol dire che non e' taroccato, che viene dalla California e non e' un miscuglio di olii internazionali, le olive non sono state spruzzate con pesticidi, e gli olivi non sono stati concimati chimicamente.
 
Giovanni , l'olio di Suzigargano è eccellenza pura se puoi in qualche modo assaggialo....
Purtroppo e' impossibile far pervenire cibi (specialmente di origine animale e vegetale) negli U.S. senza un permesso di importazione rilasciato ai grossi importatori. Se cerchi di entrare negli States con una bottiglia d'olio (figurati olio casalingo!) o un salame o un prosciutto o della frutta, te li sequestrano immediatamente. A me hanno sequestrato a New York un vaso pieno di foglie d'alloro del giardino di mia madre. Un'altra volta avevo una busta di pesche meravigliose sempre del giardino di mia madre, e alla frontiera canadese mi hanno ordinato di darle a loro perche' le distruggessero. Allora io ho detto: "No, le distruggo io," e me le mangiai tutte davanti ai doganieri allibiti.
Il continente nordamericano cerca di proteggersi da parassiti o piante invasive provenienti da altri paesi. Quindi ero costretto a comprare olii importati con tutta la trafila medico/burocratica espletata. Ma ormai sara' solo olio della California. Delle turlupinazioni dei furbastri italici non mi fido piu'.
 
Caro Giovanni se paghi anche negli USA puoi comprare l'olio italiano buono.
Ovviamente devi spendere una cifra congrua che considerando il costo dell'olio all'origine, l'imbottigliamento, il trasporto e il guadagno dei vari intermediari si aggira sui 15-20€ al litro.
Stessa cosa qui in Italia se l'olio all'ingrosso costa 5€ senza imbotigliamento etichettatura ecc come fai a comprarlo al supermercato a 3€?
Ci vuole un po di logica in tutto quello che si fa...
P.S. Io fossi in te non mi vanterei tanto i prodotti alimentari USA vorrei tanto vedere il vostro prosciutto di Parma o il vostro parmigiano o le mozzarelle di bufala e mi fermo qui per non consumare la tastiera....
P.S. I turisti con una certa cultura verranno sempre in Italia come andranno sempre in Grecia penso che ci siamo capiti...
 
chiedo a voi piu' esperti , sono agli sgoccioli ho quasi finito l 'olio nella botte e ho notato sul fondo una specie di melma-morchia la botte era pulita allora l'olio ha lasciato i fondi , premetto l'olio lo prendo da un amico cacciatore di vasto , quest anno e' molto piu' evidente forse gli anni scorsi non ci ho fatto caso ma credo che adesso ce ne di piu' che cosa e'? puo essere perche' non e' stato filtrato ?
il fatto della melma che hai trovato sotto puo' dipendere da tanti fattori il primo che mi viene in mente puo' essere l'oleificio dove e' stato trasformato in olio,ecc.ecc.. comunque la regola essenziale e' quella di travasare l'olio nei mesi di gennaio o febbraio giornate gelide,poco rilevante ma va' effettuato.......per il resto il mio e' filtrato due volte........con tanta pazienza e passione..............saluti da suzi.........
 
è vero,in ITALIA ci sono ora,c'erano prima e ci saranno sempre alcuni produttori e commercianti di generi alimentari disonesti comunque sono una piccola percentuale perchè la stragrande maggioranza sono onesti professionisti,in quanto a quello che mangiano e bevono in america stendiamo un velo pietoso.saluti
 
Caro Giovanni se paghi anche negli USA puoi comprare l'olio italiano buono.
Ovviamente devi spendere una cifra congrua che considerando il costo dell'olio all'origine, l'imbottigliamento, il trasporto e il guadagno dei vari intermediari si aggira sui 15-20€ al litro.
Stessa cosa qui in Italia se l'olio all'ingrosso costa 5€ senza imbotigliamento etichettatura ecc come fai a comprarlo al supermercato a 3€?
Ci vuole un po di logica in tutto quello che si fa...
P.S. Io fossi in te non mi vanterei tanto i prodotti alimentari USA vorrei tanto vedere il vostro prosciutto di Parma o il vostro parmigiano o le mozzarelle di bufala e mi fermo qui per non consumare la tastiera....
P.S. I turisti con una certa cultura verranno sempre in Italia come andranno sempre in Grecia penso che ci siamo capiti...

Il prosciutto di Parma, il Parmigiano, e le mozzarelle di bufala sono prodotti tipici italiani non riproducibili altrove soprattutto per le condizioni climatiche. Quindi questi prodotti da te citati li importiamo--sperando che non siano taroccati. I prodotti alimentari tipici U.S.A. sono altrettanto buoni, ma naturalmente si parla di cose diverse. Un buon ham della Virginia e' insuperabile. La carne "organic" (da voi si dice "biologica") di Hereford o Black Angus e' infinitamente superiore a tutte le carni comunemente in vendita in Italia, eccezion fatta per la Chianina verace. Il latte "organic" e' molto migliore del miglior latte italiano (naturalmente parlo di latte venduto nei negozi, non di latte comprato direttamente alla stalla di Bastiano). Poi non parliamo dei gamberi del Golfo del Messico, o le aragoste del Maine, o dei salmoni selvatici d'acqua purissima e dei granchi giganti dell'Alaska. Mi sembra che tu stia facendo lo stesso sbaglio che fanno I turisti americani che vanno all'estero e si aspettano di trovare I cibi americani. Ogni paese ha I suoi prodotti tipici e la sua cucina tipica. Inoltre dipende anche dal prezzo che uno vuole pagare. In Italia puoi andare al supermercato e comprare robetta di qualita' mediocre, o ai negozi specializzati artigianali e comprare prodotti superiori, pagando naturalmente di piu'. Non so se tu sia mai stato negli States, ma--credimi--anche qui c'e' cibo di qualita' incredibile--basta trovarlo e pagare un prezzo adeguato. Non credere che tutti gli americani mangino esclusivamente Panini di McDonald's o pollo fritto del Kentucky Fried Chicken...
E adesso che abito in Alabama ho la fortuna di poter comprare verdure e frutta direttamente dai coltivatori, sul posto dove vengono prodotte. Certe pesche, nettarini, piselli, cocomeri, meloni, ecc. che neanche te li sogni... Soltanto quando ero in Italia e avevo frutta e verdure del mio giardino mangiavo roba del genere...
 
chiedo a voi piu' esperti , sono agli sgoccioli ho quasi finito l 'olio nella botte e ho notato sul fondo una specie di melma-morchia la botte era pulita allora l'olio ha lasciato i fondi , premetto l'olio lo prendo da un amico cacciatore di vasto , quest anno e' molto piu' evidente forse gli anni scorsi non ci ho fatto caso ma credo che adesso ce ne di piu' che cosa e'? puo essere perche' non e' stato filtrato ?

Un po' di deposito è fisiologico,dipende dalla qualità delle olive e dalla pulizia del separatore alla fine del ciclo di lavorazione del frantoio,è normale,con il tempo l'olio si "spoglia" delle impurità e sono necessari uno o due travasi per mantenerlo sul pulito.Naturalmente si tratta di quantità irrisorie,io ad esempio su contenitori da 100 litri quando faccio il travaso tolgo 1-2 litri di fondi.
 
Il prosciutto di Parma, il Parmigiano, e le mozzarelle di bufala sono prodotti tipici italiani non riproducibili altrove soprattutto per le condizioni climatiche. Quindi questi prodotti da te citati li importiamo--sperando che non siano taroccati. I prodotti alimentari tipici U.S.A. sono altrettanto buoni, ma naturalmente si parla di cose diverse. Un buon ham della Virginia e' insuperabile. La carne "organic" (da voi si dice "biologica") di Hereford o Black Angus e' infinitamente superiore a tutte le carni comunemente in vendita in Italia, eccezion fatta per la Chianina verace. Il latte "organic" e' molto migliore del miglior latte italiano (naturalmente parlo di latte venduto nei negozi, non di latte comprato direttamente alla stalla di Bastiano). Poi non parliamo dei gamberi del Golfo del Messico, o le aragoste del Maine, o dei salmoni selvatici d'acqua purissima e dei granchi giganti dell'Alaska. Mi sembra che tu stia facendo lo stesso sbaglio che fanno I turisti americani che vanno all'estero e si aspettano di trovare I cibi americani. Ogni paese ha I suoi prodotti tipici e la sua cucina tipica. Inoltre dipende anche dal prezzo che uno vuole pagare. In Italia puoi andare al supermercato e comprare robetta di qualita' mediocre, o ai negozi specializzati artigianali e comprare prodotti superiori, pagando naturalmente di piu'. Non so se tu sia mai stato negli States, ma--credimi--anche qui c'e' cibo di qualita' incredibile--basta trovarlo e pagare un prezzo adeguato. Non credere che tutti gli americani mangino esclusivamente Panini di McDonald's o pollo fritto del Kentucky Fried Chicken...
E adesso che abito in Alabama ho la fortuna di poter comprare verdure e frutta direttamente dai coltivatori, sul posto dove vengono prodotte. Certe pesche, nettarini, piselli, cocomeri, meloni, ecc. che neanche te li sogni... Soltanto quando ero in Italia e avevo frutta e verdure del mio giardino mangiavo roba del genere...
Dai su siamo seri la cucina e prodotti italiani non hanno rivali in tutto il mondo, il vino, l'olio, i formaggi, la varietà di pesce, la carne buona c'è anche qui da noi basta pagare...
E poi vogliamo parlare della cucina?!
Qui in Italia non mi pare che ci siano molti ristoranti americani (ovviamente non considero il Mc un ristorante americano sarebbe un offesa enorme nei vostri confronti) invece mi sembra che da voi non potete dire lo stesso...
Negli Stati Uniti non ci sono ancora stato, preferisco visitare l'Italia, la Grecia, la Francia e la Spagna ma quando avrò visto tutto in Europa forse verrò da voi giusto per vedere se quello che penso corrisponde alla realtà.
Anche perché dal punto di vista storico culturale non avete molto da offrire (e ho usato un eufenismo per essere gentile...)
 
Il prosciutto di Parma, il Parmigiano, e le mozzarelle di bufala sono prodotti tipici italiani non riproducibili altrove soprattutto per le condizioni climatiche. Quindi questi prodotti da te citati li importiamo--sperando che non siano taroccati. I prodotti alimentari tipici U.S.A. sono altrettanto buoni, ma naturalmente si parla di cose diverse. Un buon ham della Virginia e' insuperabile. La carne "organic" (da voi si dice "biologica") di Hereford o Black Angus e' infinitamente superiore a tutte le carni comunemente in vendita in Italia, eccezion fatta per la Chianina verace. Il latte "organic" e' molto migliore del miglior latte italiano (naturalmente parlo di latte venduto nei negozi, non di latte comprato direttamente alla stalla di Bastiano). Poi non parliamo dei gamberi del Golfo del Messico, o le aragoste del Maine, o dei salmoni selvatici d'acqua purissima e dei granchi giganti dell'Alaska. Mi sembra che tu stia facendo lo stesso sbaglio che fanno I turisti americani che vanno all'estero e si aspettano di trovare I cibi americani. Ogni paese ha I suoi prodotti tipici e la sua cucina tipica. Inoltre dipende anche dal prezzo che uno vuole pagare. In Italia puoi andare al supermercato e comprare robetta di qualita' mediocre, o ai negozi specializzati artigianali e comprare prodotti superiori, pagando naturalmente di piu'. Non so se tu sia mai stato negli States, ma--credimi--anche qui c'e' cibo di qualita' incredibile--basta trovarlo e pagare un prezzo adeguato. Non credere che tutti gli americani mangino esclusivamente Panini di McDonald's o pollo fritto del Kentucky Fried Chicken...
E adesso che abito in Alabama ho la fortuna di poter comprare verdure e frutta direttamente dai coltivatori, sul posto dove vengono prodotte. Certe pesche, nettarini, piselli, cocomeri, meloni, ecc. che neanche te li sogni... Soltanto quando ero in Italia e avevo frutta e verdure del mio giardino mangiavo roba del genere...
pero' le donne italiane sono molto meglio delle americane wlapasseraitalica
 
Per fortuna l' olio che mangio viene dalle mie olive, il vino che bevo dall' uva che macino e torchio io. Ah pure la salsa faccio! Di questi tempi tutto ciò è un vero tesoro!
 
chiedo a voi piu' esperti , sono agli sgoccioli ho quasi finito l 'olio nella botte e ho notato sul fondo una specie di melma-morchia la botte era pulita allora l'olio ha lasciato i fondi , premetto l'olio lo prendo da un amico cacciatore di vasto , quest anno e' molto piu' evidente forse gli anni scorsi non ci ho fatto caso ma credo che adesso ce ne di piu' che cosa e'? puo essere perche' non e' stato filtrato ?
Se l'olio non è filtrato è normale che faccia la morchia sul fondo, più o meno a seconda della varietà di olive, la maturazione e soprattutto il frantoio.
Quello che non va bene è farci rimanere l' olio sopra fino all' estate! L'olio non filtrato va cambiato almeno 2 volte, una intorno a gennaio-febbraio ed un altra a maggio-giugno in modo da evitare che i processi di ossidazione e fermentazione della "morchia" contaminino l' olio alterandone le caratteristiche.
 
L'olio ke mangio io viene dal mio uliveto!!e lo facciamo nel vecchio e tradizionale frantoio,quello con la macina e le presse..

saluti,Alberto
 
L'olio ke mangio io viene dal mio uliveto!!e lo facciamo nel vecchio e tradizionale frantoio,quello con la macina e le presse..

saluti,Alberto
quindi a freddo......OTTIMO........ADESSO E' QUASI PERIODO .manca poco ormai per la raccolta poco piu' di un mese bellissima annata quest'anno olive libere perche' qui non piove mai........mosca inesistente si parlera' di altissima qualita' e a pensare che l'Europa ci voleva far tagliare il 5% dei 60.000.000 di piante che abbiamo in puglia grazie al presidente della commissione attuale che e' RUMENO......noi abbiamo creato anzi i nostri nonni hanno dato la vita per creare questo polmone di vita tanti anni fa' e loro pensano di distruggere e togliere quel piccolo contributo europeo che ci danno a pianta........e non solo volevano far abbattere anche i SECOLARI cosa che dovrebbe portare la priorita' a non toccarli quelle opere d'arte della natura........matti da legare.........non hanno valore ........nemmeno a peso d'oro....ulivi garganici.jpg
 
L'olio d'oliva propriamente detto è contenuto nei lipovacuoli delle cellule del mesocarpo (polpa). Il processo prevede, pertanto, l'estrazione della fase liquida dalle cellule, la separazione dalle frazioni solide e la separazione della frazione lipidica (oleosa) da quella acquosa.

Gli oli vergini si distinguono nettamente dagli altri oli per due prerogative: la materia prima, rappresentata dalla polpa delle olive, e il metodo d'estrazione, rappresentato da processi di natura esclusivamente meccanica. L'estrazione degli oli vergini impiega esclusivamente l'urto, la pressione, la centrifugazione, la decantazione, la filtrazione, la tensione superficiale, il trattamento meccanico delle emulsioni. È ammesso il ricorso al riscaldamento con temperature moderatamente alte al fine di incrementare la resa in olio.

La molazza è lo strumento tradizionalmente usato, derivato concettualmente dalle antiche macine in pietra: l'azione meccanica è esercitata dalla rotazione di una o più grandi ruote in pietra (generalmente in granito) sulla massa in lavorazione. Contrariamente a quanto si possa pensare, la fuoriuscita dei succhi non è causata dallo schiacciamento, bensì dall'azione di sfregamento degli spigoli taglienti dei frammenti di nocciolo sulla polpa delle olive. La funzione della ruota pertanto è quella di frantumare i noccioli in dimensioni adatte allo scopo e rimescolare la massa in lavorazione.

In passato la molazza era costituita da una sola ruota azionata per mezzo di un braccio da un asino o da un cavallo, pertanto aveva un notevole volume d'ingombro per consentire il movimento circolare dell'animale. La molazza attuale è azionata da un motore di 5-12 kW ed è di dimensioni più contenute, con un ingombro spaziale di 9-12 m2. Si compone di una vasca con fondo in granito o in acciaio e bordi rialzati in acciaio e di un sistema a 2-6 ruote ad asse orizzontale in pietra granitoide, disposte a coppie a distanze diverse rispetto all'asse verticale della vasca. Lo scalzo delle ruote è sollevato di alcuni millimetri rispetto al fondo della vasca ed è regolabile in modo da ottenere frammenti di nocciolo di dimensione adeguata. In genere la regolazione dello scalzo è impostata secondo le caratteristiche dei noccioli della varietà d'olivo prevalente nella zona dell'oleificio. La molazza è infine fornita di lame che hanno lo scopo di rimuovere la pasta che aderisce alla ruote e migliorare il rimescolamento spingendo la pasta sotto lo scalzo.

La lavorazione con la molazza avviene con una lenta rotazione (12-15 giri al minuto per un tempo complessivo variabile dai 20 ai 40 minuti). La quantità di olive lavorate in un ciclo è di 2,5-3 quintali in modo da ottenere un quantitativo di pasta sufficiente ad effettuare il carico di una pressa idraulica nella fase d'estrazione. Questa esigenza viene meno nel caso di impianti che utilizzano altri sistemi d'estrazione e in generale la capacità di lavoro è progettata in modo da integrare la molazza in un impianto d'estrazione a ciclo continuo.

La gramolatura, o gramolazione, è un'operazione che segue la frangitura ed ha lo scopo di rompere l'emulsione fra acqua e olio e far confluire le micelle d'olio in gocce più grandi che tendono a separarsi spontaneamente dall'acqua. Si effettua in macchine dette gramole o gramolatrici.

La gramola è in sostanza una vasca in acciaio in cui ruotano pale elicoidali che, ruotando ad una velocità di 20-30 giri al minuto, mantengono in lento rimescolamento la pasta d'olio (flottazione). L'azione del rimescolamento rompe l'emulsione migliorando poi la resa in mosto d'olio nella successiva fase d'estrazione. Le attuali tipologie costruttive comprendono più gramole disposte in serie (in questo caso spesso sovrapposte per limitare lo spazio d'ingombro) oppure in parallelo e caricate meccanicamente, mediante sistema idraulico, con la pasta d'olio uscita dal frangitore o dalla molazza. Esiste inoltre una tipologia detta gramola-dosatrice fornita di un sistema di distribuzione della pasta d'olio sui diaframmi filtranti utilizzati nell'estrazione per pressione. La macchina è infine provvista di un sistema di riscaldamento costituito dal passaggio di acqua calda in un'intercapedine esterna.

I parametri tecnici di riferimento sono la temperatura e la durata dell'operazione. La temperatura è fondamentale per la resa nella successiva estrazione ed è strettamente correlata alla stabilità dell'emulsione acqua-olio. Con un basso grado di emulsionamento la gramolatura non è necessaria oppure si può svolgere a temperature di poco superiori a quella ambientale (da 22-24 °C a 27 °C); in questo caso si parla di gramolatura o estrazione a freddo. Con emulsioni più stabili è necessario procedere ad un riscaldamento più spinto della pasta, con temperature superiori ai 27 °C e inferiori a 30 °C. Il limite di 30 °C è considerato il punto critico: la resa dell'estrazione aumenta con la temperatura della gramolatura, ma raggiunto questo livello termico, la pasta subisce un decadimento qualitativo. Per questo motivo, il riscaldamento non deve raggiungere la soglia dei 30 °C, quando si produce un olio vergine destinato al consumo diretto, mentre per gli oli vergini lampanti, destinati alla rettificazione, si effettua una gramolatura a temperature superiori ai 30 °C allo scopo di incrementare la resa quantitativa.

La gramolatura ha una durata in media di 20-40 minuti e non superiore ai 60 minuti. Il prolungamento dell'operazione non ha alcun effetto sulla resa in olio, pertanto è da evitare in quanto prolungherebbe il contatto della pasta d'olio con l'aria determinando una maggiore ossidazione. La gramolatura va perciò interrotta quando la pasta d'olio cessa di macchiare le mani e si presenta untuosa al tatto. I moderni impianti hanno sistemi automatizzati per il controllo della fase.

Questa fase è di notevole importanza per determinare il congruo compromesso fra resa quantitativa in olio e qualità: il riscaldamento aumenta l'efficacia della gramolatura permettendo l'innalzamento della resa in olio, tuttavia influisce negativamente sulla qualità dell'olio:
peggioramento del gusto (sapore di riscaldo, sapore metallico)
perdita di sostanze volatili e di conseguenza del gusto di fruttato
minori proprietà dietetiche a causa delle perdite in polifenoli, tocoferoli e vitamina A.





Pasta d'olio in rimescolamento all'interno di una gramola
Per oli di alta qualità la gramolatura si svolge a freddo oppure riscaldando moderatamente la pasta d'olio fino ad una temperatura di 27-28 °C. Una resa superiore si può ottenere riscaldando la pasta fino a 29-30 °C penalizzando leggermente la qualità, mentre è assolutamente sconsigliato il raggiungimento o il superamento dei 30 °C. Il Regolamento dell'Unione Europea n. 1019 del 2002 consente la dicitura in etichetta delle locuzioni a freddo (in riferimento ai processi d'estrazione) solo se i processi si sono svolti ad una temperatura inferiore a 27 °C.

L'efficacia della gramolatura dipende inoltre dal metodo utilizzato per la molitura. La molazzatura crea un basso grado di emulsionamento pertanto è sufficiente la gramolatura a freddo per ottenere una buona resa in olio. La frangitura, per effetto dell'elevata velocità di rotazione dei martelli, crea invece un'emulsione più stabile che necessita di un moderato riscaldamento della pasta fino a 28-29 °C per ottenere rese accettabili. Un esperto assaggiatore è in grado di discernere con la degustazione fra un olio prodotto con la molazza e uno ottenuto con il frangitore a martelli proprio a causa dell'effetto del moderato riscaldamento anche quando non si supera la temperatura critica

Si tratta del metodo classico, che separa il mosto d'olio dalle sanse attraverso una filtrazione per effetto di una pressione. La pressione si attua in una pressa idraulica aperta disponendo la pasta d'olio su strati sottili alternati a diaframmi filtranti in una torre carrellata. Il dispositivo utilizzato per la costruzione della pila consiste in un piatto circolare in acciaio con sponde leggermente rialzate e sagomate, carrellato per la movimentazione. Al centro del piatto è inserito un cilindro forato (detto foratina) che ha lo scopo di mantenere la pila in verticale e favorire il deflusso del mosto d'olio anche lungo l'asse centrale della pila.

La costruzione della pila avviene secondo un ordine standard: il diaframma filtrante è costituito da un disco in fibra sintetica forato al centro in modo da essere infilato lungo la foratina. Sul primo diaframma, adagiato sul fondo del piatto, si dispone uno strato di pasta d'oliva spesso 3 cm, si sovrappone un secondo diaframma e un secondo strato di pasta e così via. Ogni tre strati di pasta si sovrappone un diaframma senza pasta e un disco d'acciaio allo scopo di distribuire uniformemente la pressione. Complessivamente si costruisce una pila composta dalla sovrapposizione di 60 diaframmi alternati a 60 strati di pasta, 20 dischi d'acciaio e 20 diaframmi senza pasta. Il quantitativo di pasta impiegato corrisponde ad una partita di olive molite con la molazza (2,5-3 quintali). L'intera operazione di carico di una pressa si effettuava a mano, ma attualmente si utilizzano apposite dosatrici, spesso integrate con la gramola. A questo punto la torre viene inserita nella pressa e sottoposta a pressioni medie dell'ordine di 400 atm. Per effetto della pressione il mosto d'olio si separa dalla frazione solida e dal sistema drenante fluisce lungo l'esterno e lungo la foratina e viene raccolto sul piatto. Terminata l'estrazione, la pila viene smontata e dai diaframmi viene rimossa la sansa utilizzando apposite macchine.

I diaframmi filtranti sono spesso chiamati fiscoli. In realtà il fiscolo è un doppio disco filtrante saldato ai margini e forato al centro realizzato in fibra di cocco. La pasta d'olio si disponeva all'interno del fiscolo. Questo sistema presentava molteplici svantaggi. L'operazione di carico e scarico era alquanto onerosa, ma soprattutto il difetto principale era la difficoltà di pulizia dei fiscoli: le fibre trattenevano sempre residui di pasta che alterandosi facilmente per azione di muffe e dell'ossidazione conferivano all'olio sapori sgradevoli (sapore di fiscolo). Per esigenze organizzative e per migliorare gli standard di qualità i fiscoli sono stati del tutto abbandonati e sostituiti dai diaframmi circolari in fibra sintetica.

I vantaggi dell'estrazione per pressione sono i seguenti:
buona qualità delle sanse
ridotti consumi di energia e acqua e costi fissi contenuti
minori quantitativi d'acqua di vegetazione da smaltire
minore carica inquinante dell'acqua di vegetazione

Gli svantaggi sono i seguenti:
costi rilevanti per l'impiego della manodopera
oneri derivanti dalla difficoltà di pulizia dei diaframmi filtranti
funzionamento a ciclo discontinuo
rischio di peggioramento della qualità in caso di cattiva pulizia dei diaframmi

La centrifugazione verticale è il sistema impiegato in tutti gli impianti (ad eccezione dell'olio estratto con la Sinolea) per separare l'olio dall'acqua. Al processo è sottoposto sia il mosto d'olio ottenuto per spremitura o per centrifugazione orizzontale, sia l'acqua di vegetazione ottenuta dalla centrifugazione orizzontale.

Allo scopo si utilizzano separatori centrifughi verticali. Si tratta di macchine mutuate dall'impiantistica dell'industria lattiero-casearia (scrematrici) che effettuano la separazione in virtù di una rotazione ad alta velocità. Il separatore centrifugo consiste in un serbatoio cilindrico contenente il tamburo ruotante costituito da una serie di dischi conici forati e sovrapposti. Il mosto d'olio, immesso dall'alto, entra nel tamburo ed è sottoposto ad una centrifugazione a 6000-6500 giri al minuto. Per effetto della differente densità olio e acqua si separano in due differenti efflussi. Durante la rotazione si ha un accumulo di residui solidi (morchie) che vengono espulsi tramite un sistema di sicurezza automatizzato.


Le altre tecniche prevedono l'impiego di metodi fisici e chimici. Va però detto che la normativa e gli standard di qualità impongono l'impiego esclusivo di metodi meccanici. L'olio ottenuto con il ricorso a metodi chimici e fisico-chimici è pertanto identificato con tipologie merceologiche differenti e distinte dal vergine. Nel caso degli oli ottenuti dalle olive, i metodi fisici e chimici sono processi secondari attuati in impianti distinti, per rettificare oli vergini non commestibili o per estrarre la frazione lipidica dal seme.


questa è un pò di didattica dell'olio , fino a 7 anni fa i miei avevano un frantoio (abbiamo circa 1000 piante da olivo secolari )con spremitura a freddo nel centro del mio paese e vi posso giurare un olio veramente delicato e gustoso, poi purtroppo siamo in italia e ce lo hanno fatto chiudere la USL per motivi di centro storico untuosità rumore etc etc ,forse l'anno prossimo lo riapriremo fuori del paese sempre con spremitura a freddo , sono cresciuto con questi sapori che difficilmente riesco a trovare negli altri oli ,l'unico che si avvicina molto a quello che facevamo e degno di nota ECCELSA è quello di SUZIGARGANO che ho avuto il piacere e l'onore di assaggiare quando è venuto per il raduno PITER TUTTI A GROSSETO nel mio ristorante a Scarlino , colore e sapore intenso BIOLOGICO al 100 % uno che sa il fatto suo e che dedica molto tempo a questa tradizione dell'olio extravergine d'oliva da assaggiare assolutamente un prodotto da 110 e lode
 

circa un mese!
Aspetta 5 minuti che controllo se ci sono altre info:-)

non ho trovato nulla di preciso nemmeno sulle schede di sicurezza on line... Ti dico circa un mese perchè non troppo lontano da me c'è un pò di mosca e un amico che fa il terzista la scorsa settimana era a fare interventi e mi ha detto che doveva correre perchè avendo decadenza 30 giorni circa doveva farlo subito o avrebbe dovuto cominciare troppo tardi a raccogliere....
 
Allora a loro detta non e' pericoloso e' approvato anche dalla comunita' europea , quindi io non mi fido!!! Ho sempre preso l'olio da un amico cacciatore di vasto e quest anno ha ammesso che ha dovuto fare 2 trattamenti di rogor per via della mosca , adesso non voglio piu' prenderlo chiedo chi ha da vendere circa 50kg di olio tassativamente non trattato????a che prezzo????
 
Allora a loro detta non e' pericoloso e' approvato anche dalla comunita' europea , quindi io non mi fido!!! Ho sempre preso l'olio da un amico cacciatore di vasto e quest anno ha ammesso che ha dovuto fare 2 trattamenti di rogor per via della mosca , adesso non voglio piu' prenderlo chiedo chi ha da vendere circa 50kg di olio tassativamente non trattato????a che prezzo????
IL ROGOR E' APPROVATO NEI DISCIPLINARI .,ma va dato entro i trenta giorni dal raccolto,io non ne faccio uso,quest'anno per le poche piogge qui da me non esiste mosca fino ad'oggi quindi bachi zero...io non ho uliveti a coltura intensiva dove si irriga sono allo stato brado come il buon DIO me li concede annualmente ,se vieni a caccia dalle mie parti lieto di portarti nei miei uliveti secolari del gargano.....saluti d suzi....
 
pure io sono produttore di olio d'oliva ho 260 piante che mediamente produccono 60 kg. l'una (Sardegna medio campidano) un vigneto uve rosse carignano è uve bianche vermentino tutto bio non faccio nessun trattamento antiparassitario................
Qui da noi le bruschette le facciamo cosi,pane abbrustolito uno spicchio d'aglio passato una volta leggermente su tutta la fetta poi olio e sale quanto basta ......................provale (provatele) buon appetito.
ciao
a presto.
Allora......un "feedback" per l'Amico Mario (Suzigargano) perche' e' pur vero che vende i suoi prodotti..... ma e' encomiabile il fatto che li garantisca per la loro bonta&genuinita'.....per cui da CacciatoreColtivatoreRaccogliotore qual'e' appassionato come non mai della sua terra,il Garganistan :lol: ecco una carrellata dei "pezzi" da me acquistati cui fa' da primo piano l'olio extravergine protagonista del post :l'ogliarola garganica dal sapore delicato e gustoso.....come si puo' apprezzare dal colore.........per il gusto rivolgetevi a Mario [Trilly-77-24.gif]!

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un saluto.
 

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