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12/08/2013
FARRA D’ALPAGO. La sterilizzazione chimica delle cerve? Meglio l’orso o il lupo. Un gruppo di cacciatori bellunesi si è rivolto a Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, perché faccia...
La sterilizzazione chimica delle cerve? Meglio l’orso o il lupo. Un gruppo di cacciatori bellunesi si è rivolto a Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, perché faccia capire a Luca Zaia, governatore del Veneto, che non è praticabile, considerato l’alto numero di animali sui quali intervenire.
Muraro é convinto che, probabilmente, è meglio l’orso o il lupo per ripristinare, sull’altopiano, il delicato equilibrio naturale. Zaia, dal canto suo, si dice sempre più convinto che questa procedura è l’unica possibile per contingentare il numero di cervi senza far imbestialire mezzo monto. Anzi. Per evitare che la discussione continui all’infinito, il presidente della Regione Veneto ha annunciato che, a breve, indirà un tavolo tecnico, a Venezia, in cui gli esperti invitati diranno la loro sul trattamento chimico. Entrambi, sia Zaia che Muraro, ribadiscono in ogni caso il loro no alla caccia in foresta.
Su questo il presidente della Provincia di Treviso si dice determinato. «Sono salito a Belluno, l’altro giorno, e ho ascoltato cacciatori ed esperti: mi hanno detto che è un’operazione complessa, quasi impraticabile, per un gran numero di animali. Io suggerirei», anticipa Muraro, «che nella foresta del Cansiglio il riequilibrio naturale venga ristabilito con una presenza stabile dell’orso e del lupo, magari anche della lince. Allora sì che il bosco del Cansiglio diventerebbe davvero attrattivo».
Solo una fuga in avanti? No, questa è anche l’idea dell’europarlamentare Andrea Zanoni. Il presidente Zaia, in ogni caso, insiste ancora per la sterilizzazione chimica. L’ha ribadito anche ieri, davanti alle telecamere, anticipando che alla ripresa dei lavori, dopo le ferie, in Regione sarà convocata una riunione di esperti per decidere se questa strategia è praticabile, come e quando. «A mio avviso questo è l’unico modo possibile d’intervento», ha precisato, «e non si insista oltre con la prospettiva dell’abbattimento. In foresta non lo consentirò mai. Perché ci faremmo linciare mediaticamente da tutto il mondo».
E fuori della foresta? «Mi risulta che le riserve di caccia non sono riuscite a completare il piano venatorio a loro disposizione, solo in minima parte. Quindi non ci resta che la sterilizzazione».
L’altro ieri il presidente Muraro ha raccolto dagli addetti ai lavori, a Belluno, parecchie perplessità sul trattamento chimico, soprattutto relativamente alle dimensioni (centinaia di cerve da sterilizzare), per cui suggerisce che in attesa dell’introduzione stabile dell’orso o del lupo «si consenta piani di abbattimento maggiori degli attuali al di fuori della foresta», da una parte, e dall’altra si proceda, all’interno dell’altopiano, con risarcimenti certi e più consistenti agli allevatori che subiscono danni ai pascoli. Risarcimenti che, però, gli allevatori del posto non hanno mai riscontrato in questi ultimi anni, come lamenta il presidente del sindacato Anpa, Paolo Casagrande.
fonte: corrierealpi.gelocal.it
FARRA D’ALPAGO. La sterilizzazione chimica delle cerve? Meglio l’orso o il lupo. Un gruppo di cacciatori bellunesi si è rivolto a Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, perché faccia...
La sterilizzazione chimica delle cerve? Meglio l’orso o il lupo. Un gruppo di cacciatori bellunesi si è rivolto a Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, perché faccia capire a Luca Zaia, governatore del Veneto, che non è praticabile, considerato l’alto numero di animali sui quali intervenire.
Muraro é convinto che, probabilmente, è meglio l’orso o il lupo per ripristinare, sull’altopiano, il delicato equilibrio naturale. Zaia, dal canto suo, si dice sempre più convinto che questa procedura è l’unica possibile per contingentare il numero di cervi senza far imbestialire mezzo monto. Anzi. Per evitare che la discussione continui all’infinito, il presidente della Regione Veneto ha annunciato che, a breve, indirà un tavolo tecnico, a Venezia, in cui gli esperti invitati diranno la loro sul trattamento chimico. Entrambi, sia Zaia che Muraro, ribadiscono in ogni caso il loro no alla caccia in foresta.
Su questo il presidente della Provincia di Treviso si dice determinato. «Sono salito a Belluno, l’altro giorno, e ho ascoltato cacciatori ed esperti: mi hanno detto che è un’operazione complessa, quasi impraticabile, per un gran numero di animali. Io suggerirei», anticipa Muraro, «che nella foresta del Cansiglio il riequilibrio naturale venga ristabilito con una presenza stabile dell’orso e del lupo, magari anche della lince. Allora sì che il bosco del Cansiglio diventerebbe davvero attrattivo».
Solo una fuga in avanti? No, questa è anche l’idea dell’europarlamentare Andrea Zanoni. Il presidente Zaia, in ogni caso, insiste ancora per la sterilizzazione chimica. L’ha ribadito anche ieri, davanti alle telecamere, anticipando che alla ripresa dei lavori, dopo le ferie, in Regione sarà convocata una riunione di esperti per decidere se questa strategia è praticabile, come e quando. «A mio avviso questo è l’unico modo possibile d’intervento», ha precisato, «e non si insista oltre con la prospettiva dell’abbattimento. In foresta non lo consentirò mai. Perché ci faremmo linciare mediaticamente da tutto il mondo».
E fuori della foresta? «Mi risulta che le riserve di caccia non sono riuscite a completare il piano venatorio a loro disposizione, solo in minima parte. Quindi non ci resta che la sterilizzazione».
L’altro ieri il presidente Muraro ha raccolto dagli addetti ai lavori, a Belluno, parecchie perplessità sul trattamento chimico, soprattutto relativamente alle dimensioni (centinaia di cerve da sterilizzare), per cui suggerisce che in attesa dell’introduzione stabile dell’orso o del lupo «si consenta piani di abbattimento maggiori degli attuali al di fuori della foresta», da una parte, e dall’altra si proceda, all’interno dell’altopiano, con risarcimenti certi e più consistenti agli allevatori che subiscono danni ai pascoli. Risarcimenti che, però, gli allevatori del posto non hanno mai riscontrato in questi ultimi anni, come lamenta il presidente del sindacato Anpa, Paolo Casagrande.
fonte: corrierealpi.gelocal.it