Nome comune: Tarabusino
Nome scientifico: Ixobrychus minutus
Famiglia: Ardeidi (Ardeidae)
Ordine: Ciconiformi (Ciconiiformes)
Classe: Uccelli (Aves)
CARATTERISTICHE
Appartiene alla stessa famiglia degli aironi, ma si distingue per le dimensioni assai ridotte:
misura 33-38 cm ed ha un’apertura alare di 52-58 cm, ala 15 cm, becco 5 cm, tarso 4,5 cm, coda 5 cm. Presenta ali scure con la parte inferiore
colore crema. Il maschio presenta la parte superiore del capo e il dorso neri con riflessi
verdastri; la femmina è caratterizzata invece da una colorazione più fulva inferiormente e delle
strisce scure superiormente. Il becco è giallo-verde e gli occhi sono gialli. Le zampe sono
verdastre.
ABITUDINI
Il tarabusino è una specie molto diffidente. Per tale motivo, se sorpreso, si mimetizza,
immobilizzandosi e puntando il becco verso l’alto e, grazie anche alle striature sul petto, si
confonde completamente tra le canne.
E’ una specie crepuscolare, ed è quindi attiva al tramonto e la notte. Generalmente vola basso
con rapide battute d’ala e lunghe planate.
ALIMENTAZIONE
I tarabusini inseguono individualmente e furtivamente la preda, camminando lentamente in
posizione rannicchiata, tra le canne. Si nutrono principalmente di piccoli pesci, anfibi, insetti,
ragni e gamberetti. In ogni caso adatta le esigenze alimentari alla disponibilità del momento.
HABITAT
Si trova nelle zone umide con vegetazione densa, sulle rive dei fiumi e degli stagni. Durante l’inverno o nel periodo migratorio si può osservare sul litorale marino.
RIPRODUZIONE
Il nido del Tarabusino è ben celato nel folto del canneto. Nonostante tutte le cautele dei due genitori, che atterrano lontano dal nido per poi raggiungerlo camminando furtivi al coperto, la covata è esposta a mille pericoli. Prima fra tutte la predazione delle uova, da parte degli onnipresenti ratti. Ho seguito una coppia che ha perso, una dopo l’altra, ben tre covate e solo dopo ferragosto è riuscita finalmente a far schiudere le sue uova. I giovani hanno lasciato il nido solo in settembre e proprio non so quali possibilità avessero di affrontare la migrazione.
Altro grande rischio sono le variazioni di livello dell’acqua: una forte diminuzione può lasciare il canneto accessibile ai predatori terrestri, mentre uno sbalzo verso l’alto può mandare le uova sott’acqua.
Il Tarabusino è una specie prolifica: una covata normale è composta da 5 — 7 uova. La schiusa è asincrona, per cui l’ultimo nato è molto più piccolo e debole dei fratelli e spesso soccombe.
Entrambi i genitori accudiscono i nidiacei. Come è tipico per gli ardeidi, i Tarabusini non trasportano il cibo portandolo nel becco; invece inghiottono le prede e, una volta giunti al nido, le rigurgitano.
NIDIFICAZIONE
Il Tarabusino è un migratore, che abita le nostre zone umide da aprile a settembre, per poi ripartire alla volta dell’Africa sub-sahariana. Questa specie ha sofferto in maniera grave delle devastanti siccità che si sono susseguite negli ultimi 30 anni nella zona del Sahel e dell’incalzante fenomeno della desertificazione. Sembra, infatti, che il Tarabusino si faccia l’intera migrazione (attraversamento del Mediterraneo e del Sahara) in un unico volo, tutta d’un fiato. E, in questa condizione, 500 chilometri in più di deserto da attraversare possono rappresentare un fattore decisivo per la sopravvivenza.
Nome scientifico: Ixobrychus minutus
Famiglia: Ardeidi (Ardeidae)
Ordine: Ciconiformi (Ciconiiformes)
Classe: Uccelli (Aves)
CARATTERISTICHE
Appartiene alla stessa famiglia degli aironi, ma si distingue per le dimensioni assai ridotte:
misura 33-38 cm ed ha un’apertura alare di 52-58 cm, ala 15 cm, becco 5 cm, tarso 4,5 cm, coda 5 cm. Presenta ali scure con la parte inferiore
colore crema. Il maschio presenta la parte superiore del capo e il dorso neri con riflessi
verdastri; la femmina è caratterizzata invece da una colorazione più fulva inferiormente e delle
strisce scure superiormente. Il becco è giallo-verde e gli occhi sono gialli. Le zampe sono
verdastre.
ABITUDINI
Il tarabusino è una specie molto diffidente. Per tale motivo, se sorpreso, si mimetizza,
immobilizzandosi e puntando il becco verso l’alto e, grazie anche alle striature sul petto, si
confonde completamente tra le canne.
E’ una specie crepuscolare, ed è quindi attiva al tramonto e la notte. Generalmente vola basso
con rapide battute d’ala e lunghe planate.
ALIMENTAZIONE
I tarabusini inseguono individualmente e furtivamente la preda, camminando lentamente in
posizione rannicchiata, tra le canne. Si nutrono principalmente di piccoli pesci, anfibi, insetti,
ragni e gamberetti. In ogni caso adatta le esigenze alimentari alla disponibilità del momento.
HABITAT
Si trova nelle zone umide con vegetazione densa, sulle rive dei fiumi e degli stagni. Durante l’inverno o nel periodo migratorio si può osservare sul litorale marino.
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Il nido del Tarabusino è ben celato nel folto del canneto. Nonostante tutte le cautele dei due genitori, che atterrano lontano dal nido per poi raggiungerlo camminando furtivi al coperto, la covata è esposta a mille pericoli. Prima fra tutte la predazione delle uova, da parte degli onnipresenti ratti. Ho seguito una coppia che ha perso, una dopo l’altra, ben tre covate e solo dopo ferragosto è riuscita finalmente a far schiudere le sue uova. I giovani hanno lasciato il nido solo in settembre e proprio non so quali possibilità avessero di affrontare la migrazione.
Altro grande rischio sono le variazioni di livello dell’acqua: una forte diminuzione può lasciare il canneto accessibile ai predatori terrestri, mentre uno sbalzo verso l’alto può mandare le uova sott’acqua.
Il Tarabusino è una specie prolifica: una covata normale è composta da 5 — 7 uova. La schiusa è asincrona, per cui l’ultimo nato è molto più piccolo e debole dei fratelli e spesso soccombe.
Entrambi i genitori accudiscono i nidiacei. Come è tipico per gli ardeidi, i Tarabusini non trasportano il cibo portandolo nel becco; invece inghiottono le prede e, una volta giunti al nido, le rigurgitano.
NIDIFICAZIONE
Il Tarabusino è un migratore, che abita le nostre zone umide da aprile a settembre, per poi ripartire alla volta dell’Africa sub-sahariana. Questa specie ha sofferto in maniera grave delle devastanti siccità che si sono susseguite negli ultimi 30 anni nella zona del Sahel e dell’incalzante fenomeno della desertificazione. Sembra, infatti, che il Tarabusino si faccia l’intera migrazione (attraversamento del Mediterraneo e del Sahara) in un unico volo, tutta d’un fiato. E, in questa condizione, 500 chilometri in più di deserto da attraversare possono rappresentare un fattore decisivo per la sopravvivenza.