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[h=1]Tira una brutta aria dall'Ue[/h]
[h=2]Come era ampiamente immaginabile, il clima di tensione conseguente agli attentati terroristici (da Charlie Hebdo in avanti) avrà ripercussioni anche sulle armi legittimamente detenute dai cittadini della Ue. Sotto attacco, ovviamente, i black rifle, che potrebbero essere messi fuori legge persino quando disattivati[/h]
Come era ampiamente immaginabile, il clima di tensione conseguente agli attentati terroristici (da Charlie Hebdo in avanti) avrà ripercussioni anche sulle armi legittimamente detenute dai cittadini della Ue. Sotto attacco, ovviamente, i black rifle, che potrebbero essere messi fuori legge persino quando disattivati.
Ieri, infatti, la Commissione europea ha approvato un pacchetto di misure destinate a rendere più difficile l’acquisizione di armi nell’Unione europea, agevolare la tracciatura delle armi, rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e assicurare criteri omogenei per considerare effettivamente disattivata un’arma.
Il pacchetto di misure comprende, in particolare, una revisione della direttiva sulle armi (51/2008), per rendere più stringenti i controlli sull’acquisizione di armi e sul loro trasferimento tra Paesi membri, ma anche per la definizione di una categoria di armi semiautomatiche (provate un po’ a immaginare quali…) il cui possesso non sarà in alcun modo consentito ai privati, neanche nel caso di disattivazione irreversibile; è prevista, inoltre, la definizione di un protocollo comune sulla marcatura delle armi per agevolarne la tracciabilità, un miglior interscambio di informazioni tra stati membri e l’obbligo di interconnettere i registri nazionali delle armi; la definizione di criteri comuni sulle cosiddette scacciacani, per impedirne più efficacemente la trasformazione in armi da fuoco; condizioni più stringenti sulla circolazione di armi disattivate; infine, restrizioni anche per i collezionisti, per limitare il rischio di impossessamento delle armi da parte dei criminali.
Ovviamente nessuna di queste norme è automaticamente esecutiva, per ciascuna di queste proposte sarà necessaria l’approvazione sia da parte del Parlamento europeo, sia da parte del Consiglio.
L’unica norma che potrebbe entrare in vigore immediatamente è quella relativa ai criteri omogenei per la disattivazione delle armi: infatti, la Commissione internazionale permanente per la prova delle armi da fuoco portatili (Cip) ha sviluppato un regolamento con precisi criteri per considerare disattivata un’arma, che sarà pubblicato nel bollettino ufficiale della Ue ed entrerà in vigore dopo tre mesi.
Per leggere il comunicato ufficiale europeo (in inglese), CLICCA QUI.
- - - Aggiornato - - -
[h=1]La petizione contro la follia Ue[/h]
[h=2]In risposta alle risoluzioni della Commissione europea che fanno balenare scenari proibizionistici, su change.org è stata pubblicata una petizione per contrastare l'ipotesi di restrizioni sull'acquisto di armi e, in particolare, sull'acquisto dei cosiddetti black rifle[/h]
In risposta alle risoluzioni della Commissione europea che fanno balenare scenari proibizionistici, su change.org è stata pubblicata una petizione per contrastare l'ipotesi di restrizioni sull'acquisto di armi e, in particolare, sull'acquisto dei cosiddetti black rifle. Per aderire, CLICCA QUI.
- - - Aggiornato - - -
[h=1]«Linee di intervento sbagliate»[/h]
[h=2]Con un documento ufficiale, il presidente di Assoarmieri Antonio Bana rende pubbliche le sue perplessità sulla strada che qualcuno in ambito comunitario vorrebbe intraprendere dopo le stragi terroristiche di Parigi[/h]
[h=2]Scarica gli allegati:[/h]
Antonio Bana non ci sta. A poche ore dalla pubblicazione di documenti che arrivano da Bruxelles dopo le terribili stragi terroristiche a Parigi, il presidente di Assoarmieri ha scritto un documento sul quale esprime tutto il suo dissenso su quella che appare la solita proposta presa sull’onda emotiva di un fatto pur grave. Ieri, infatti, la Commissione europea ha approvato un pacchetto di misure destinate a rendere più difficile l’acquisizione di armi nell’Unione europea, agevolare la tracciatura delle armi, rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e assicurare criteri omogenei per considerare effettivamente disattivata un’arma.
«Bisogna a gran voce evidenziare», sostiene Bana, «che le associazioni, sia la nostra italiana sia quella europea, la Aecac, rappresentano collezionisti, commercianti e privati possessori di armi civili e non è e non potrà mai essere collegata al traffico illegale di armi. Il cuore del problema sono i terroristi che usano armi militari provenienti da zone di guerra e non sono invece i dodici milioni di sportivi appassionati che detengono armi legalmente.
«Le misure richieste dalla Commissione Europea sulle restrizioni e sul controllo delle armi», continua Bana, «devono essere ancora approvate dal consiglio degli Stati membri del parlamento europeo, ma le linee di intervento da seguire per la sicurezza nazionale ed europea contro il terrorismo dopo i fatti di Parigi sono altre»
Per visualizzare il documento integrale a firma di Antonio Bana, CLICCA sull’allegato.
[h=2]Come era ampiamente immaginabile, il clima di tensione conseguente agli attentati terroristici (da Charlie Hebdo in avanti) avrà ripercussioni anche sulle armi legittimamente detenute dai cittadini della Ue. Sotto attacco, ovviamente, i black rifle, che potrebbero essere messi fuori legge persino quando disattivati[/h]

Come era ampiamente immaginabile, il clima di tensione conseguente agli attentati terroristici (da Charlie Hebdo in avanti) avrà ripercussioni anche sulle armi legittimamente detenute dai cittadini della Ue. Sotto attacco, ovviamente, i black rifle, che potrebbero essere messi fuori legge persino quando disattivati.
Ieri, infatti, la Commissione europea ha approvato un pacchetto di misure destinate a rendere più difficile l’acquisizione di armi nell’Unione europea, agevolare la tracciatura delle armi, rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e assicurare criteri omogenei per considerare effettivamente disattivata un’arma.
Il pacchetto di misure comprende, in particolare, una revisione della direttiva sulle armi (51/2008), per rendere più stringenti i controlli sull’acquisizione di armi e sul loro trasferimento tra Paesi membri, ma anche per la definizione di una categoria di armi semiautomatiche (provate un po’ a immaginare quali…) il cui possesso non sarà in alcun modo consentito ai privati, neanche nel caso di disattivazione irreversibile; è prevista, inoltre, la definizione di un protocollo comune sulla marcatura delle armi per agevolarne la tracciabilità, un miglior interscambio di informazioni tra stati membri e l’obbligo di interconnettere i registri nazionali delle armi; la definizione di criteri comuni sulle cosiddette scacciacani, per impedirne più efficacemente la trasformazione in armi da fuoco; condizioni più stringenti sulla circolazione di armi disattivate; infine, restrizioni anche per i collezionisti, per limitare il rischio di impossessamento delle armi da parte dei criminali.
Ovviamente nessuna di queste norme è automaticamente esecutiva, per ciascuna di queste proposte sarà necessaria l’approvazione sia da parte del Parlamento europeo, sia da parte del Consiglio.
L’unica norma che potrebbe entrare in vigore immediatamente è quella relativa ai criteri omogenei per la disattivazione delle armi: infatti, la Commissione internazionale permanente per la prova delle armi da fuoco portatili (Cip) ha sviluppato un regolamento con precisi criteri per considerare disattivata un’arma, che sarà pubblicato nel bollettino ufficiale della Ue ed entrerà in vigore dopo tre mesi.
Per leggere il comunicato ufficiale europeo (in inglese), CLICCA QUI.
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[h=1]La petizione contro la follia Ue[/h]
[h=2]In risposta alle risoluzioni della Commissione europea che fanno balenare scenari proibizionistici, su change.org è stata pubblicata una petizione per contrastare l'ipotesi di restrizioni sull'acquisto di armi e, in particolare, sull'acquisto dei cosiddetti black rifle[/h]

In risposta alle risoluzioni della Commissione europea che fanno balenare scenari proibizionistici, su change.org è stata pubblicata una petizione per contrastare l'ipotesi di restrizioni sull'acquisto di armi e, in particolare, sull'acquisto dei cosiddetti black rifle. Per aderire, CLICCA QUI.
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[h=1]«Linee di intervento sbagliate»[/h]
[h=2]Con un documento ufficiale, il presidente di Assoarmieri Antonio Bana rende pubbliche le sue perplessità sulla strada che qualcuno in ambito comunitario vorrebbe intraprendere dopo le stragi terroristiche di Parigi[/h]

[h=2]Scarica gli allegati:[/h]
Antonio Bana non ci sta. A poche ore dalla pubblicazione di documenti che arrivano da Bruxelles dopo le terribili stragi terroristiche a Parigi, il presidente di Assoarmieri ha scritto un documento sul quale esprime tutto il suo dissenso su quella che appare la solita proposta presa sull’onda emotiva di un fatto pur grave. Ieri, infatti, la Commissione europea ha approvato un pacchetto di misure destinate a rendere più difficile l’acquisizione di armi nell’Unione europea, agevolare la tracciatura delle armi, rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e assicurare criteri omogenei per considerare effettivamente disattivata un’arma.
«Bisogna a gran voce evidenziare», sostiene Bana, «che le associazioni, sia la nostra italiana sia quella europea, la Aecac, rappresentano collezionisti, commercianti e privati possessori di armi civili e non è e non potrà mai essere collegata al traffico illegale di armi. Il cuore del problema sono i terroristi che usano armi militari provenienti da zone di guerra e non sono invece i dodici milioni di sportivi appassionati che detengono armi legalmente.
«Le misure richieste dalla Commissione Europea sulle restrizioni e sul controllo delle armi», continua Bana, «devono essere ancora approvate dal consiglio degli Stati membri del parlamento europeo, ma le linee di intervento da seguire per la sicurezza nazionale ed europea contro il terrorismo dopo i fatti di Parigi sono altre»
Per visualizzare il documento integrale a firma di Antonio Bana, CLICCA sull’allegato.