Cari amici ben trovati.
Da anni in compagnia si discute sulla taratura ottimale per le ottiche di mira destinate all’aspetto ed alla cerca.
La scuola tedesca, da sempre mutuata in italia, si rifà ad una DRO che prevede +4 come punto di massima alzata della palla rispetto al punto mirato. Quella americana, invece, prevede +7,5 +10 a seconda delle dimensioni della selvaggina cacciata.
Ad Alessandro Magno Giangio va dato il merito di aver divulgato per primo in italia la scuola americana, col suo libro “tabelle di tiro per la caccia a palla” , gradevolmente scritto in italiano (io con l’inglese ci mastico molto poco).
Personalmente erano anni che taravo lungo in base ad alcune considerazioni:
· In assenza di telemetri laser (parliamo dei primi anni 80) è più facile sbagliare a stimare la distanza a 250 che a 150 m.
· Se scavalchi l’animale lo sbagli e basta, stando bassi si rischia di rompergli una gamba e perderlo.
· Con un calibro teso (270 W 243 W) mirando all’ascella si colpisce comunque dall’ascella a dietro la spalla, non c’è bisogno di fare calcoli, molto critici ed incerti soprattutto sulle distanze dell’ordine dei 250 m.
Mi sono trovato sempre bene, soprattutto nelle pianure lungo il Danubio che, al mese di maggio sono ancora grandi distese di vegetazione decisamente bassa, però anche in zone collinari, con macchie boschi e tagliate; ovviamente le condizioni di tiro incidono molto.
Molti miei amici invece propendono per la taratura alla tedesca, col risultato che ogni tanto si impappinano a far calcoli e stanno troppo alti: si proprio troppo alti, perché compensano in eccesso.
Cosa ne pensate voi?

Da anni in compagnia si discute sulla taratura ottimale per le ottiche di mira destinate all’aspetto ed alla cerca.
La scuola tedesca, da sempre mutuata in italia, si rifà ad una DRO che prevede +4 come punto di massima alzata della palla rispetto al punto mirato. Quella americana, invece, prevede +7,5 +10 a seconda delle dimensioni della selvaggina cacciata.
Ad Alessandro Magno Giangio va dato il merito di aver divulgato per primo in italia la scuola americana, col suo libro “tabelle di tiro per la caccia a palla” , gradevolmente scritto in italiano (io con l’inglese ci mastico molto poco).
Personalmente erano anni che taravo lungo in base ad alcune considerazioni:
· In assenza di telemetri laser (parliamo dei primi anni 80) è più facile sbagliare a stimare la distanza a 250 che a 150 m.
· Se scavalchi l’animale lo sbagli e basta, stando bassi si rischia di rompergli una gamba e perderlo.
· Con un calibro teso (270 W 243 W) mirando all’ascella si colpisce comunque dall’ascella a dietro la spalla, non c’è bisogno di fare calcoli, molto critici ed incerti soprattutto sulle distanze dell’ordine dei 250 m.
Mi sono trovato sempre bene, soprattutto nelle pianure lungo il Danubio che, al mese di maggio sono ancora grandi distese di vegetazione decisamente bassa, però anche in zone collinari, con macchie boschi e tagliate; ovviamente le condizioni di tiro incidono molto.
Molti miei amici invece propendono per la taratura alla tedesca, col risultato che ogni tanto si impappinano a far calcoli e stanno troppo alti: si proprio troppo alti, perché compensano in eccesso.
Cosa ne pensate voi?
