Springer spaniel e campano (1 utente sta leggendo)

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Il campano è assolutamente necessario nel bosco fitto. Almeno sai dov'è il cane e da dove potrebbe partire un eventuale preda. Ma più importante - se usi gli springer - è che questi ti caccino "a corto" !!!! Questa condizione è forse più importante che avere il campano !!!
Uno springer che allunga nel bosco.... è una maledizione.
 
Il campano potrebbe essere utile per chi ha incominciato da poco a cacciare con i cani da cerca.
In qualsiasi prova di lavoro è vietato l'uso del campano, gli spinger devono correre con il collo libero, non è previsto neanche l'uso del collare.
Le prove di lavoro per i cani da cerca si svolgono in terreni difficili con fitta vegetazione, difficilmente non si sente sfrascare o muovere la vegetazione, specialmente quando il cane è in piena emanazione.
 
In effetti diciamo che sto sperimentando tutte le potenzialità che un cane da cerca appunto springer può dare, e siccome la scorsa stagione più di qualche volta nn riuscivo a capire dove cercava il cane nella macchia fitta ho pensato se potevo usare il campano o se qualcuno lo usa, diciamo non perché allunga ma per sapere meglio dove sta cercando, altra curiosità è il perché nelle gare nn è usato oppure ne vedo pochi a caccia che lo usano
 
METTI il campano al cane se cacci nello sporco anche se è collegato e caccia vicino, specialmente se siete due o tre cacciatori (uno springer li seve tranquillamente) perchè ci sono prede che pedinano di brutto e "invogliano" alcuni "Sparatori" a far fuoco alla preda in terra, risultato, uno dei più recenti che ricordo una cockerina col cuore trapassato da un pallino del cinque mentre inseguiva una pernice che pedinava al limite del bosco, meglio se poi cacci in zone con minilepri..............in bocca al cocker!!!!!!!!!!!!!
 
In effetti diciamo che sto sperimentando tutte le potenzialità che un cane da cerca appunto springer può dare, e siccome la scorsa stagione più di qualche volta nn riuscivo a capire dove cercava il cane nella macchia fitta ho pensato se potevo usare il campano o se qualcuno lo usa, diciamo non perché allunga ma per sapere meglio dove sta cercando, altra curiosità è il perché nelle gare nn è usato oppure ne vedo pochi a caccia che lo usano
Se lo trovi conveniente metti il campano. Capita di perdere il cane, in questi casi bisognerebbe fermarsi, drizzare le orecchie e stare attenti a 360* il cane sa dove sei e al 90% alzerà il selvatico a tiro utile.

Con un cane da cerca collegato il campano è superfluo. Oltre ad essere collegato il cane deve avere anche un ottimo naso, altrimenti campano o non campano alzerà spesso la selvaggina fuori tiro. Il campano con un cane da cerca che ha poco naso ti invoglierebbe a corrergli dietro, o corri o spari.

Quindi quando il cane avverte un buona emanazione bisognerebbe preoccuparsi di trovare una buona posizione per fare il tiro, non correre per avvicinarsi al suono del campano, come per andare a servire il cane, questo potrebbe andare bene per i cani da ferma. Per fortuna è il cane da cerca a servire il cacciatore. Non ho la sfera di cristallo, però posso presumere che dopo un paio di stagioni, toglierai il campano al cane.

Quando caccio con invitati, prima di iniziare a cacciare, stabilisco delle regole, una di queste è di stare molto attenti hai cani, la seconda che tutto quello che vola non si spara per terra, a quello che corre si tira solo se ci fosse la distanza di sicurezza.
Un cane da ferma pochi anni fa è stato ammazzato perchè è stato tirato a un fagiano che correva davanti al cane, ancora prima è stato ammazzato un cane che correva dietro una lepre, in entrambi i casi avevano il campano.
 
Una ventina di anni fa, c'erano pochi giudici Sant'Uberto che sapevano giudicare i cani da cerca. Ricordo che in un campionato regionale Sant'Uberto valevole per la qualificazione al campionato italiano, mi sono classificato al 3° posto, il giudice mi ha penalizzato perchè non avevo messo il campano allo springer 🤣 senza penalità mi sarei piazzato al secondo posto, al campionato italiano ci vanno i primi due classificati.

Quando feci notare al giudice, che per la razza è vietato il campano e anche il collare, mi ha cancellato dalla relazione la forma, "non metteva il campano dove era necessario". Altra onzata era "non metteva il cane a vento buono" Anche in questo caso bisognava spiegare al giudice che i cani da cerca non hanno bisogno di andare a prendere il vento, l'emanazione la possono prendere anche dal terreno. Altra cosa era spiegare al giudice che non c'è sfrullo quando il cane attacca una passata e alza investendo il selvatico.
 
Ultima modifica:
Se lo trovi conveniente metti il campano. Capita di perdere il cane, in questi casi bisognerebbe fermarsi, drizzare le orecchie e stare attenti a 360* il cane sa dove sei e al 90% alzerà il selvatico a tiro utile.

Con un cane da cerca collegato il campano è superfluo. Oltre ad essere collegato il cane deve avere anche un ottimo naso, altrimenti campano o non campano alzerà spesso la selvaggina fuori tiro. Il campano con un cane da cerca che ha poco naso ti invoglierebbe a corrergli dietro, o corri o spari.

Quindi quando il cane avverte un buona emanazione bisognerebbe preoccuparsi di trovare una buona posizione per fare il tiro, non correre per avvicinarsi al suono del campano, come per andare a servire il cane, questo potrebbe andare bene per i cani da ferma. Per fortuna è il cane da cerca a servire il cacciatore. Non ho la sfera di cristallo, però posso presumere che dopo un paio di stagioni, toglierai il campano al cane.

Quando caccio con invitati, prima di iniziare a cacciare, stabilisco delle regole, una di queste è di stare molto attenti hai cani, la seconda che tutto quello che vola non si spara per terra, a quello che corre si tira solo se ci fosse la distanza di sicurezza.
Un cane da ferma pochi anni fa è stato ammazzato perchè è stato tirato a un fagiano che correva davanti al cane, ancora prima è stato ammazzato un cane che correva dietro una lepre, in entrambi i casi avevano il campano.
Grazie mille per la risposta
 
Però per le prede **** devono andare "a vento" per forza: giusto ??
A.le: è sempre meglio avere il cane con il vento a favore, però a caccia non sempre è possibile. In prove di lavoro se chiedessi al giudice di andare a prendere il vento prima di slegare il cane, il giudice potrebbe mettersi a ridere.

Solo nelle Sant'Uberto provinciali è ammesso gareggiare sulle quaglie di allevamento, cosa vietata nelle prove di lavoro Enci, perchè la quaglia di voliera non è selvatico adatto al cane da cerca.

Nelle gare Sant'Uberto, il cane da cerca deve gareggiare sullo stesso terreno dei cani da ferma, quindi più o meno su terreno pianeggiante con erba bassa. Su questo terreno con la quaglia di allevamento messa con assopimento, cioè una quaglia che rimane più o meno dove è stata posata è conveniente portare lo springer con il vento in faccia.

Per prede **** intendi quelle abbattute e recuperate dal cane?
Dopo l'abbattimento il cane corretto al frullo marca da fermo il punto di caduta del selvatico, non gli serve il vento, usa gli occhi, il naso lo ha al minimo, lo usa quando è a pochissimi metri dal selvatico morto, questo se non ha marcato con precisione. Marcare il punto di caduta con precisione è dote naturale, che può svilupparsi con un buon addestramento e allenamento.

Quando il cane dopo l'abbattimento va velocemente e con precisione sul punto di caduta e non trova il selvatico, deciderà il cane se utilizzare il vento o il terreno.
A me piace pensare che un selvatico degno di questo nome, sa come mettere in difficoltà il cane, sa bene come difendersi per sottrarsi alla cattura. Non credo che correrà col vento in faccia per agevolare il cane.

Quindi il recupero di un selvatico ferito d'ala che sa correre, si gioca tutto sul tempo, il cane che utilizza il naso per individuare il punto di caduta anche con il vento a favore perderebbe troppo tempo, e il selvatico ferito si avvantaggerebbe troppo, la passata non è molto persistente, quindi prima viene individuata più probabilità ha il cane di recuperare la preda ferita. Quindi prima utilizza gli occhi e dopo il naso. Nei riporti di anatre, in particolar modo quelli che il cane deve fare un'ora dopo il tramonto utilizzerà prima le orecchie e dopo il naso sfruttando il vento. Spero di aver interpretato bene quello che hai scritto sulle prede ****.
 
A.le: è sempre meglio avere il cane con il vento a favore, però a caccia non sempre è possibile. In prove di lavoro se chiedessi al giudice di andare a prendere il vento prima di slegare il cane, il giudice potrebbe mettersi a ridere.

Solo nelle Sant'Uberto provinciali è ammesso gareggiare sulle quaglie di allevamento, cosa vietata nelle prove di lavoro Enci, perchè la quaglia di voliera non è selvatico adatto al cane da cerca.

Nelle gare Sant'Uberto, il cane da cerca deve gareggiare sullo stesso terreno dei cani da ferma, quindi più o meno su terreno pianeggiante con erba bassa. Su questo terreno con la quaglia di allevamento messa con assopimento, cioè una quaglia che rimane più o meno dove è stata posata è conveniente portare lo springer con il vento in faccia.

Per prede **** intendi quelle abbattute e recuperate dal cane?
Dopo l'abbattimento il cane corretto al frullo marca da fermo il punto di caduta del selvatico, non gli serve il vento, usa gli occhi, il naso lo ha al minimo, lo usa quando è a pochissimi metri dal selvatico morto, questo se non ha marcato con precisione. Marcare il punto di caduta con precisione è dote naturale, che può svilupparsi con un buon addestramento e allenamento.

Quando il cane dopo l'abbattimento va velocemente e con precisione sul punto di caduta e non trova il selvatico, deciderà il cane se utilizzare il vento o il terreno.
A me piace pensare che un selvatico degno di questo nome, sa come mettere in difficoltà il cane, sa bene come difendersi per sottrarsi alla cattura. Non credo che correrà col vento in faccia per agevolare il cane.

Quindi il recupero di un selvatico ferito d'ala che sa correre, si gioca tutto sul tempo, il cane che utilizza il naso per individuare il punto di caduta anche con il vento a favore perderebbe troppo tempo, e il selvatico ferito si avvantaggerebbe troppo, la passata non è molto persistente, quindi prima viene individuata più probabilità ha il cane di recuperare la preda ferita. Quindi prima utilizza gli occhi e dopo il naso. Nei riporti di anatre, in particolar modo quelli che il cane deve fare un'ora dopo il tramonto utilizzerà prima le orecchie e dopo il naso sfruttando il vento. Spero di aver interpretato bene quello che hai scritto sulle prede ****.
Esatto.
Mi riferivo ai tordi caduti nel bosco ..... Hai fatto esempi diversi ma sei stato chiarissimo e preciso. Grazie
 
Mi riferivo ai tordi caduti nel bosco ..... Hai fatto esempi diversi ma sei stato chiarissimo e preciso. Grazie
Ti ringrazio, fermo restando che le opinioni sono frutto di esperienze fatte, per fortuna ognuno di noi ha le proprie esperienze. Un cane da cerca allenato, potrebbe riuscire a marcare e memorizzare 3/4 punti di caduta, anche a media e lunga distanza, oltre questi limiti utilizza un suo metodo. Quindi dove non vede e non sente, applica metodo e naso. Il riporto cieco lo teniamo da parte per quando ci sarà occasione di parlare del riporto anche col campano.;):)
 
A.le: è sempre meglio avere il cane con il vento a favore, però a caccia non sempre è possibile. In prove di lavoro se chiedessi al giudice di andare a prendere il vento prima di slegare il cane, il giudice potrebbe mettersi a ridere.

Solo nelle Sant'Uberto provinciali è ammesso gareggiare sulle quaglie di allevamento, cosa vietata nelle prove di lavoro Enci, perchè la quaglia di voliera non è selvatico adatto al cane da cerca.

Nelle gare Sant'Uberto, il cane da cerca deve gareggiare sullo stesso terreno dei cani da ferma, quindi più o meno su terreno pianeggiante con erba bassa. Su questo terreno con la quaglia di allevamento messa con assopimento, cioè una quaglia che rimane più o meno dove è stata posata è conveniente portare lo springer con il vento in faccia.

Per prede **** intendi quelle abbattute e recuperate dal cane?
Dopo l'abbattimento il cane corretto al frullo marca da fermo il punto di caduta del selvatico, non gli serve il vento, usa gli occhi, il naso lo ha al minimo, lo usa quando è a pochissimi metri dal selvatico morto, questo se non ha marcato con precisione. Marcare il punto di caduta con precisione è dote naturale, che può svilupparsi con un buon addestramento e allenamento.

Quando il cane dopo l'abbattimento va velocemente e con precisione sul punto di caduta e non trova il selvatico, deciderà il cane se utilizzare il vento o il terreno.
A me piace pensare che un selvatico degno di questo nome, sa come mettere in difficoltà il cane, sa bene come difendersi per sottrarsi alla cattura. Non credo che correrà col vento in faccia per agevolare il cane.

Quindi il recupero di un selvatico ferito d'ala che sa correre, si gioca tutto sul tempo, il cane che utilizza il naso per individuare il punto di caduta anche con il vento a favore perderebbe troppo tempo, e il selvatico ferito si avvantaggerebbe troppo, la passata non è molto persistente, quindi prima viene individuata più probabilità ha il cane di recuperare la preda ferita. Quindi prima utilizza gli occhi e dopo il naso. Nei riporti di anatre, in particolar modo quelli che il cane deve fare un'ora dopo il tramonto utilizzerà prima le orecchie e dopo il naso sfruttando il vento. Spero di aver interpretato bene quello che hai scritto sulle prede ****.
Ciao Germano,
quando dici " il recupero di un selvatico ferito d'ala che sa correre, si gioca tutto sul tempo, il cane che utilizza il naso per individuare il punto di caduta anche con il vento a favore perderebbe troppo tempo, e il selvatico ferito si avvantaggerebbe troppo, la passata non è molto persistente, quindi prima viene individuata più probabilità ha il cane di recuperare la preda ferita" penso a un tordo della scorsa stagione che mi è caduto ferito, praticamente lo avevo sotto i piedi al momento del recupero ma alla fine l'ho perso e non mi sono mai riuscito a dare una risposta svanito, e pure con il mio cane non per vantarmi ma ne perdo veramente pochi, proprio se un recupero è difficile, ma quello li perso cosi da sotto i piedi è stata una cosa che mi fa fare ancora oggi domande sembra come se il cane non l' avvertiva
 
Ultima modifica:
Su alcuni comportamenti del cane da noi ritenuti incomprensibili, stani e impensabili, possiamo fare solo supposizioni, almeno credo. Suppongo che a non pochi sarà capitato di vedere il proprio cane correre dietro la selvaggina ferita a pochi centimetri dalla bocca e non riuscire a recuperarla.

Ho visto un eccellente setter (anche se giovane) farsi sfuggire la quaglia di bocca mentre la stava riportando e non è più riuscito a recuperarla. Anche al mio cane è capitato di farsi sfuggire un fagiano da sotto le zampe che sembrava già nella cacciatora.

La cosa peggiore è quando noi vediamo il selvatico ferito andare via e crediamo di aiutare il cane dandogli delle indicazioni ritenute da noi giuste, il più delle volte lo depistiamo, mettendoci fra selvaggina e cane lo disturbiamo, non lo facciamo più pensare. Colpa nostra.

Purtroppo alcune volte penso che è colpa del cane. Sono dell'opinione che il cane che non riesce a recuperare la selvaggina che vede e che ha a pochi centimetri dal naso, in quel momento non usa il naso ma solo la vista, la continua ad usare anche quando il selvatico gli sparisce dalla vista, il naso lo mette in funzione quando è ormai troppo tardi. Ovvio che questo accade in terreni difficili, con vegetazione molto fitta difficile da bucare. Io mi sono dato questa spiegazione, sono ben disposto a rivederla se qualcuno può darmi qualche altra spiegazione.
 
giusto xché l'ha vista prima è va in quel modo inutile che lo indico vai a destra sinistra o di sotto neanche a cannonate l'ultima volta lo legata la beccaccia ferita all'ala balzava 1 metro alla volta x sotto è arrivata a fondo valle il cane è rimasto sopra
 
Non credo che un bravo recuperatore di feriti vada a vista dove non ci vede però certi animali sembrano svanire... E spesso sono le condizioni ambientali a fregare il cane.
Mi ricordo un fagiano trovato già ferito d'ala dal cane in un incolto, il fagiano fa per partire ma ovviamente non riesce, fagiano e un po' di vegetazione finiscono in bocca al cane il fagiano lascia un mucchio di penne e riesce a scappare dai denti... Beh più trovato ne il mio cane ne i 3 del mio amico che era nello stesso incolto a 50m da me... Il mio cane ovviamente lo aveva visto ma i suoi no... Però era inizio caccia, tarda mattina, caldo, secco, incolto polveroso, dove il fagiano era fermo da un po' c'era odore quando si è messo a correre odore zero....
Altra cosa che ho notato è andando a minilepri la troppa foga degli animali che gli si sottraggono davanti negli spini e la fucilata a volte gli porta a passare sopra alla mini appena abbattuta e si che escono da dove è uscita la mini e naso a terra fanno tutta la strada perfettamente come se sapessero dove è passata senza un destra e sinistra che sia uno... Poi arrivano al morto e lo saltano... Ovviamente dopo poco si accorgono e tornano sui loro passi
 
Il campano a uno Springer no, per favore, la poesia è il silenzio niente beeper, niente abbai... Niente urla, solo lo sfondare del cane.
E chi non spara in sicurezza a casa, perché tanto potete mettere anche le sirene dell'ambulanza ma le teste di c... Vedono il selvatico e sparano punto...
 
Non credo che un bravo recuperatore di feriti vada a vista dove non ci vede però certi animali sembrano svanire... E spesso sono le condizioni ambientali a fregare il cane.
Non va solo a vista, usa l'udito e l'olfatto, dipende dallo stato di cose. Però dopo l'abbattimento, se il cane avesse visto cadere il selvatico, sul punto di caduta deve arrivare veloce, con precisione e con la vista, utilizza l'olfatto quando è sulla zona e ha sbagliato di poco il punto preciso.

Se trova il selvatico morto lo riporta, se non lo dovesse trovare mette il naso alla massima potenza e incomincia l'azione di recupero. Fermo restando che a un fagiano selvatico gli bastano 15/20 secondi di vantaggio per avere la meglio sul cane. Ogni recupero ha una sua storia, recuperi da noi ritenuti difficili il cane il risolve velocemente e con facilità, quelli da noi ritenuti facili possono risultare irrisolvibili, almeno in quella circostanza.

Ci sono cani bravissimi prima dello sparo e quelli bravissimi dopo lo sparo. A prescindere, quando si addestra il cane al riporto si deve insistere il più possibile sul riporto marcato, il cane deve arrivare sul punto di caduta del selvatico il più possibile con la vista, così facendo lasciare poco vantaggio al selvatico ferito.

E' storia vecchia, ed è diventato un classico, che i cani specialmente quelli giovani si fanno scappare dalla bocca la selvaggina ferita e non la riescono più a recuperare.
Un poco perchè la vogliono inseguire e recuperare a vista, un poco per le condizioni climatiche, un poco per la fitta vegetazione, un poco di tutto portano al mancato recupero.
Altra cosa che ho notato è andando a minilepri la troppa foga degli animali che gli si sottraggono davanti negli spini e la fucilata a volte gli porta a passare sopra alla mini appena abbattuta e si che escono da dove è uscita la mini e naso a terra fanno tutta la strada perfettamente come se sapessero dove è passata senza un destra e sinistra che sia uno... Poi arrivano al morto e lo saltano... Ovviamente dopo poco si accorgono e tornano sui loro passi
La stessa cosa accade quando attaccano una passata e investono il fagiano o la starna. Il cane è sull'emanazione lasciata sul terreno, non avverte l'emanazione diretta. La mini la saltano perchè sono sull'emanazione lasciata sul terreno, quando non trovano più l'emanazione ritornano con la testa più alta come a voler prendere l'emanazione dall'aria.

Gli inglesi hanno tanta selvaggina, per questo motivo i loro cani da cerca non li fanno pistare, proprio per evitare il sorpasso di selvaggina. Il cane che segue una passata, percorre a buona velocità una striscia di terreno, se ai lati ci fosse altra selvaggina non l'avvertirebbe, la lascerebbe dietro. Gli inglesi non trovano conveniente abbattere un fagiano e lasciarne due sul terreno, per questo i loro cani alzano la selvaggina più con il metodo che col naso. Noi invece non ci possiamo permettere di queste finezze, se quell'unico fagiano che troviamo (purtroppo non sempre) non diamo al cane la possibilità di risolvere sulla passata, ritorniamo a mani vuote.
 
Non sono pienamente d'accordo, sicuramente l'ambiente è una discriminante fondamentale per le esperienze ed abitudini, il cane deve marcare a vista ma insisterei più su altri aspetti per il recupero perché almeno il 60% della selvaggina che abbatto a caccia il cane è impossibilitato a vederla però ho notato che imparano anche a studiare il padrone, involontariamente quando spari guardi il punto di caduta e loro quando escono dallo sporco vanno in quella direzione, più volte ho provato a girarmi dalla direzione opposta e il cane andava dove guardavo ovviamente con selvaggina che vola perché se corre e gli sono dietro, seguono il naso.

La caccia di metodo bisogna lasciarla agli inglesi, che hanno selvaggina e territorio... Fin che si è obbligati a cacciare con i cani sempre in fossati, spini, canaletti perché intorno è terra bruciata devo ancora vederlo il cane che cerca con metodo, oltre al fatto che un bel lavoro del cane su un animale è di una bellezza imparagonabile.
 
Non sono pienamente d'accordo, sicuramente l'ambiente è una discriminante fondamentale per le esperienze ed abitudini, il cane deve marcare a vista ma insisterei più su altri aspetti per il recupero perché almeno il 60% della selvaggina che abbatto a caccia il cane è impossibilitato a vederla
Leggendo il tuo pseudonimo capisco perchè non sei d'accordo :) la selvaggina che abbatto io al 99% è quella lavorata dal cane, quindi difficilmente il cane non vede il punto di caduta. Su questo argomento ho avuto delle discussioni sulla correttezza al frullo.

Il cane che al frullo si inchioda nel fisso della vegetazione è un cane che impiegherà più tempo ad arrivare sulla selvaggina abbattuta di quello che è saggio al frullo, cioè esce nel pulito per assicurarsi dell'esito della fucilata, e vedere la selvaggina cadere, senza per questo inseguire. E' vero, il cane che non vede cadere utilizza la vista per vedere la direzione delle canne, e se non riesce a vedere neanche questo, a naso va dove sente la scia della polvere bruciata, quindi naso e orecchie.

Di una cosa sono certo, il cane che vede cadere arriva prima sul selvatico abbattuto del cane che non ha visto cadere, questo è un ottimo vantaggio. La vista è la base dell'addestramento al riporto, dopo la vista si mette il cane nelle condizioni di utilizzare anche il naso. Io i cani li portavo solo al riporto di anatre, il cane già sapeva da dove arrivavano e più o meno dove cadevano le anatre. Per me il cane anche al buio vede, dopo sente il tonfo e va nella direzione giusta, in ultimo utilizza il naso.

In alcune situazioni si riesce a far recuperare il cane mandandolo al riporto cieco. Se fatto nei tempi giusti e nel modo giusto, non crea dipendenza ed è in particolari situazione molto utile. La discussione è stata utile, anche se dal campano siamo arrivati al riporto cieco, però abbiamo sempre parlato di cani e di caccia. Alla fine ognuno è libero di cambiare idea o rimanere con la propria :)
P.S. Siamo d'accordo sul campano e sull'utilizzo dei cani da cerca da parte degli inglesi.
 
Ultima modifica:
Leggendo il tuo pseudonimo capisco perchè non sei d'accordo :) la selvaggina che abbatto io al 99% è quella lavorata dal cane, quindi difficilmente il cane non vede il punto di caduta. Su questo argomento ho avuto delle discussioni sulla correttezza al frullo.
lo pseudonimo inganna :D , all' epoca della scelta non avevo neanche i cani, ad oggi la migratoria purtroppo la caccio molto poco.
maggiormente anche io abbatto selvaggina lavorata dal cane ma siccome la campagna fa pietà mi ritrovo sempre con il cane in sporchi fossi e i pochi incolti di inizio caccia sono alti 2 metri...quindi in definitiva spesso il cane non riesce a vedere dove cade l'animale perché o è sotto gli spini o è giù nel fosso o ci sono piante, se va bene vede la direzione...certo una quaglia o un fagiano nella medica lo recupera a vista, poi un fondo di verità c'è perché io a un tordo che schizza dalla riva sparo e il cane che ovviamente sta cercano dentro, quando sente sparare è tardi :D
La discussione è stata utile, anche se dal campano siamo arrivati al riporto cieco, però abbiamo sempre parlato di cani e di caccia. Alla fine ognuno è libero di cambiare idea o rimanere con la propria :)
P.S. Siamo d'accordo sul campano e sull'utilizzo dei cani da cerca da parte degli inglesi.
è sempre utile il confronto, purtroppo un po' difficile parlarle di tante sfaccettature che si analizzerebbero a voce, però è sempre un piacere sentire il parere di una persona competente.
Anche sulla razza che utilizziamo a caccia siamo d'accordo.
 
Non metto quasi mai il campano al mio springer, solo in zone sporche come i ricacci di castagno ceduo, dove sparisce alla vista anche da vicino, a volte per sapere dove sta metto nel collare due vecchie chiavi che sbattendo fra loro mi dicono dove sta senza rovinare il silenzio di un bosco.
 
Era un po' di tempo che mi affliggeva questo dubbio, per motivi di sicurezza infatti non ero propenso al campano, il mio cane non ha manco il collare. In effetti se il cane caccia nel raggio d'azione del fucile penso non ci sia bisogno di nulla.
 

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