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Salve, secondo voi cacciando con uno springer può essere utile l’uso del campano in zone con macchia fitta?
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Se lo trovi conveniente metti il campano. Capita di perdere il cane, in questi casi bisognerebbe fermarsi, drizzare le orecchie e stare attenti a 360* il cane sa dove sei e al 90% alzerà il selvatico a tiro utile.In effetti diciamo che sto sperimentando tutte le potenzialità che un cane da cerca appunto springer può dare, e siccome la scorsa stagione più di qualche volta nn riuscivo a capire dove cercava il cane nella macchia fitta ho pensato se potevo usare il campano o se qualcuno lo usa, diciamo non perché allunga ma per sapere meglio dove sta cercando, altra curiosità è il perché nelle gare nn è usato oppure ne vedo pochi a caccia che lo usano
Vero. Non C'avevo mai pensato.....!!.....i cani da cerca non hanno bisogno di andare a prendere il vento, l'emanazione la possono prendere anche dal terreno....
Grazie mille per la rispostaSe lo trovi conveniente metti il campano. Capita di perdere il cane, in questi casi bisognerebbe fermarsi, drizzare le orecchie e stare attenti a 360* il cane sa dove sei e al 90% alzerà il selvatico a tiro utile.
Con un cane da cerca collegato il campano è superfluo. Oltre ad essere collegato il cane deve avere anche un ottimo naso, altrimenti campano o non campano alzerà spesso la selvaggina fuori tiro. Il campano con un cane da cerca che ha poco naso ti invoglierebbe a corrergli dietro, o corri o spari.
Quindi quando il cane avverte un buona emanazione bisognerebbe preoccuparsi di trovare una buona posizione per fare il tiro, non correre per avvicinarsi al suono del campano, come per andare a servire il cane, questo potrebbe andare bene per i cani da ferma. Per fortuna è il cane da cerca a servire il cacciatore. Non ho la sfera di cristallo, però posso presumere che dopo un paio di stagioni, toglierai il campano al cane.
Quando caccio con invitati, prima di iniziare a cacciare, stabilisco delle regole, una di queste è di stare molto attenti hai cani, la seconda che tutto quello che vola non si spara per terra, a quello che corre si tira solo se ci fosse la distanza di sicurezza.
Un cane da ferma pochi anni fa è stato ammazzato perchè è stato tirato a un fagiano che correva davanti al cane, ancora prima è stato ammazzato un cane che correva dietro una lepre, in entrambi i casi avevano il campano.
A.le: è sempre meglio avere il cane con il vento a favore, però a caccia non sempre è possibile. In prove di lavoro se chiedessi al giudice di andare a prendere il vento prima di slegare il cane, il giudice potrebbe mettersi a ridere.Però per le prede **** devono andare "a vento" per forza: giusto ??
Esatto.A.le: è sempre meglio avere il cane con il vento a favore, però a caccia non sempre è possibile. In prove di lavoro se chiedessi al giudice di andare a prendere il vento prima di slegare il cane, il giudice potrebbe mettersi a ridere.
Solo nelle Sant'Uberto provinciali è ammesso gareggiare sulle quaglie di allevamento, cosa vietata nelle prove di lavoro Enci, perchè la quaglia di voliera non è selvatico adatto al cane da cerca.
Nelle gare Sant'Uberto, il cane da cerca deve gareggiare sullo stesso terreno dei cani da ferma, quindi più o meno su terreno pianeggiante con erba bassa. Su questo terreno con la quaglia di allevamento messa con assopimento, cioè una quaglia che rimane più o meno dove è stata posata è conveniente portare lo springer con il vento in faccia.
Per prede **** intendi quelle abbattute e recuperate dal cane?
Dopo l'abbattimento il cane corretto al frullo marca da fermo il punto di caduta del selvatico, non gli serve il vento, usa gli occhi, il naso lo ha al minimo, lo usa quando è a pochissimi metri dal selvatico morto, questo se non ha marcato con precisione. Marcare il punto di caduta con precisione è dote naturale, che può svilupparsi con un buon addestramento e allenamento.
Quando il cane dopo l'abbattimento va velocemente e con precisione sul punto di caduta e non trova il selvatico, deciderà il cane se utilizzare il vento o il terreno.
A me piace pensare che un selvatico degno di questo nome, sa come mettere in difficoltà il cane, sa bene come difendersi per sottrarsi alla cattura. Non credo che correrà col vento in faccia per agevolare il cane.
Quindi il recupero di un selvatico ferito d'ala che sa correre, si gioca tutto sul tempo, il cane che utilizza il naso per individuare il punto di caduta anche con il vento a favore perderebbe troppo tempo, e il selvatico ferito si avvantaggerebbe troppo, la passata non è molto persistente, quindi prima viene individuata più probabilità ha il cane di recuperare la preda ferita. Quindi prima utilizza gli occhi e dopo il naso. Nei riporti di anatre, in particolar modo quelli che il cane deve fare un'ora dopo il tramonto utilizzerà prima le orecchie e dopo il naso sfruttando il vento. Spero di aver interpretato bene quello che hai scritto sulle prede ****.
Ti ringrazio, fermo restando che le opinioni sono frutto di esperienze fatte, per fortuna ognuno di noi ha le proprie esperienze. Un cane da cerca allenato, potrebbe riuscire a marcare e memorizzare 3/4 punti di caduta, anche a media e lunga distanza, oltre questi limiti utilizza un suo metodo. Quindi dove non vede e non sente, applica metodo e naso. Il riporto cieco lo teniamo da parte per quando ci sarà occasione di parlare del riporto anche col campano.Mi riferivo ai tordi caduti nel bosco ..... Hai fatto esempi diversi ma sei stato chiarissimo e preciso. Grazie
Ciao Germano,A.le: è sempre meglio avere il cane con il vento a favore, però a caccia non sempre è possibile. In prove di lavoro se chiedessi al giudice di andare a prendere il vento prima di slegare il cane, il giudice potrebbe mettersi a ridere.
Solo nelle Sant'Uberto provinciali è ammesso gareggiare sulle quaglie di allevamento, cosa vietata nelle prove di lavoro Enci, perchè la quaglia di voliera non è selvatico adatto al cane da cerca.
Nelle gare Sant'Uberto, il cane da cerca deve gareggiare sullo stesso terreno dei cani da ferma, quindi più o meno su terreno pianeggiante con erba bassa. Su questo terreno con la quaglia di allevamento messa con assopimento, cioè una quaglia che rimane più o meno dove è stata posata è conveniente portare lo springer con il vento in faccia.
Per prede **** intendi quelle abbattute e recuperate dal cane?
Dopo l'abbattimento il cane corretto al frullo marca da fermo il punto di caduta del selvatico, non gli serve il vento, usa gli occhi, il naso lo ha al minimo, lo usa quando è a pochissimi metri dal selvatico morto, questo se non ha marcato con precisione. Marcare il punto di caduta con precisione è dote naturale, che può svilupparsi con un buon addestramento e allenamento.
Quando il cane dopo l'abbattimento va velocemente e con precisione sul punto di caduta e non trova il selvatico, deciderà il cane se utilizzare il vento o il terreno.
A me piace pensare che un selvatico degno di questo nome, sa come mettere in difficoltà il cane, sa bene come difendersi per sottrarsi alla cattura. Non credo che correrà col vento in faccia per agevolare il cane.
Quindi il recupero di un selvatico ferito d'ala che sa correre, si gioca tutto sul tempo, il cane che utilizza il naso per individuare il punto di caduta anche con il vento a favore perderebbe troppo tempo, e il selvatico ferito si avvantaggerebbe troppo, la passata non è molto persistente, quindi prima viene individuata più probabilità ha il cane di recuperare la preda ferita. Quindi prima utilizza gli occhi e dopo il naso. Nei riporti di anatre, in particolar modo quelli che il cane deve fare un'ora dopo il tramonto utilizzerà prima le orecchie e dopo il naso sfruttando il vento. Spero di aver interpretato bene quello che hai scritto sulle prede ****.
Non va solo a vista, usa l'udito e l'olfatto, dipende dallo stato di cose. Però dopo l'abbattimento, se il cane avesse visto cadere il selvatico, sul punto di caduta deve arrivare veloce, con precisione e con la vista, utilizza l'olfatto quando è sulla zona e ha sbagliato di poco il punto preciso.Non credo che un bravo recuperatore di feriti vada a vista dove non ci vede però certi animali sembrano svanire... E spesso sono le condizioni ambientali a fregare il cane.
La stessa cosa accade quando attaccano una passata e investono il fagiano o la starna. Il cane è sull'emanazione lasciata sul terreno, non avverte l'emanazione diretta. La mini la saltano perchè sono sull'emanazione lasciata sul terreno, quando non trovano più l'emanazione ritornano con la testa più alta come a voler prendere l'emanazione dall'aria.Altra cosa che ho notato è andando a minilepri la troppa foga degli animali che gli si sottraggono davanti negli spini e la fucilata a volte gli porta a passare sopra alla mini appena abbattuta e si che escono da dove è uscita la mini e naso a terra fanno tutta la strada perfettamente come se sapessero dove è passata senza un destra e sinistra che sia uno... Poi arrivano al morto e lo saltano... Ovviamente dopo poco si accorgono e tornano sui loro passi
Leggendo il tuo pseudonimo capisco perchè non sei d'accordoNon sono pienamente d'accordo, sicuramente l'ambiente è una discriminante fondamentale per le esperienze ed abitudini, il cane deve marcare a vista ma insisterei più su altri aspetti per il recupero perché almeno il 60% della selvaggina che abbatto a caccia il cane è impossibilitato a vederla
lo pseudonimo ingannaLeggendo il tuo pseudonimo capisco perchè non sei d'accordola selvaggina che abbatto io al 99% è quella lavorata dal cane, quindi difficilmente il cane non vede il punto di caduta. Su questo argomento ho avuto delle discussioni sulla correttezza al frullo.
è sempre utile il confronto, purtroppo un po' difficile parlarle di tante sfaccettature che si analizzerebbero a voce, però è sempre un piacere sentire il parere di una persona competente.La discussione è stata utile, anche se dal campano siamo arrivati al riporto cieco, però abbiamo sempre parlato di cani e di caccia. Alla fine ognuno è libero di cambiare idea o rimanere con la propria
P.S. Siamo d'accordo sul campano e sull'utilizzo dei cani da cerca da parte degli inglesi.