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Domenica 22 Marzo 2015
La rondine è una delle specie più conosciute e amate e il suo volo annuncia da sempre l’arrivo della primavera.

Ma è anche una specie sempre più in declino: si calcola che in Europa, nell’ultimo decennio, sia diminuita del 40% a causa di pratiche agricole intensive e dell’uso di prodotti chimici. Lo denuncia la Lipu-BirdLife che con il Corpo forestale dello Stato lancia oggi a Caserta l’”Operazione Rondo’”, un’iniziativa di sensibilizzazione il cui obiettivo è coinvolgere e sensibilizzare i ragazzi delle scuole italiane e tutti i cittadini attraverso una partecipazione attiva che prevede l’inserimento degli avvistamenti di rondini sul sito web del Corpo forestale dello Stato.
Le cause del calo delle rondini sono da ricondurre, oltre che all’agricoltura intensiva e all’uso di prodotti chimici, alla forte riduzione (e modernizzazione) delle stalle nel principale sito riproduttivo italiano (la Pianura Padana), ai cambiamenti climatici, soprattutto nelle aree di svernamento in Africa, e al consumo di suolo, fattori che hanno enormemente ridotto la popolazione complessiva della specie sia in Italia che in Europa.
Ma se la rondine non sta bene, gli altri uccelli selvatici tipici degli ambienti agricoli italiani stanno anche peggio. Secondo il report 2014 Uccelli comuni in Italia, edito da Lipu e Rete rurale nazionale per il progetto Farmland Bird Index del ministero delle Politiche agricole, su 28 specie tipiche dell’ambiente, 14 sono in calo, tra cui i passeri, l’allodola e la calandrella (queste ultime due negli ambienti pseudo steppici), e inoltre l’averla piccola, il torcicollo e il saltimpalo per gli ambienti agricoli caratterizzati soprattutto da siepi, muretti a secco e boschetti.
“E’ sempre importante coinvolgere la gente nella conoscenza della natura – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu, presente oggi a Caserta a fianco dei volontari della delegazioni Lipu della Campania – Perché solo sensibilizzando il maggior numero di persone possiamo provocare quel cambiamento positivo nelle politiche nazionali e regionali e, a un livello più alto, in quelle europee. Ringraziamo il Corpo forestale dello Stato di questa bella iniziativa che coinvolge soprattutto i giovani, che sempre più numerosi condividono la nostra mission di tutela della biodiversità e del paesaggio rurale”.
fonte.lipu.it
Allodola a parte, si tratta di tutti uccelli non cacciabili da decenni. Il che è l'ennesima dimostrazione, anche basata sui dati in ripresa di molte specie oggetto di caccia, che il prelievo venatorio non incide minimamente sulle popolazioni. Ma che i veri fattori di declino sono quelli legati alla distruzione degli habitat e all'inquinamento. Queste sono le vere battaglie su cui i protettori dell'ambiente dovrebbero concentrarsi.
La rondine è una delle specie più conosciute e amate e il suo volo annuncia da sempre l’arrivo della primavera.

Ma è anche una specie sempre più in declino: si calcola che in Europa, nell’ultimo decennio, sia diminuita del 40% a causa di pratiche agricole intensive e dell’uso di prodotti chimici. Lo denuncia la Lipu-BirdLife che con il Corpo forestale dello Stato lancia oggi a Caserta l’”Operazione Rondo’”, un’iniziativa di sensibilizzazione il cui obiettivo è coinvolgere e sensibilizzare i ragazzi delle scuole italiane e tutti i cittadini attraverso una partecipazione attiva che prevede l’inserimento degli avvistamenti di rondini sul sito web del Corpo forestale dello Stato.
Le cause del calo delle rondini sono da ricondurre, oltre che all’agricoltura intensiva e all’uso di prodotti chimici, alla forte riduzione (e modernizzazione) delle stalle nel principale sito riproduttivo italiano (la Pianura Padana), ai cambiamenti climatici, soprattutto nelle aree di svernamento in Africa, e al consumo di suolo, fattori che hanno enormemente ridotto la popolazione complessiva della specie sia in Italia che in Europa.
Ma se la rondine non sta bene, gli altri uccelli selvatici tipici degli ambienti agricoli italiani stanno anche peggio. Secondo il report 2014 Uccelli comuni in Italia, edito da Lipu e Rete rurale nazionale per il progetto Farmland Bird Index del ministero delle Politiche agricole, su 28 specie tipiche dell’ambiente, 14 sono in calo, tra cui i passeri, l’allodola e la calandrella (queste ultime due negli ambienti pseudo steppici), e inoltre l’averla piccola, il torcicollo e il saltimpalo per gli ambienti agricoli caratterizzati soprattutto da siepi, muretti a secco e boschetti.
“E’ sempre importante coinvolgere la gente nella conoscenza della natura – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu, presente oggi a Caserta a fianco dei volontari della delegazioni Lipu della Campania – Perché solo sensibilizzando il maggior numero di persone possiamo provocare quel cambiamento positivo nelle politiche nazionali e regionali e, a un livello più alto, in quelle europee. Ringraziamo il Corpo forestale dello Stato di questa bella iniziativa che coinvolge soprattutto i giovani, che sempre più numerosi condividono la nostra mission di tutela della biodiversità e del paesaggio rurale”.
fonte.lipu.it
Allodola a parte, si tratta di tutti uccelli non cacciabili da decenni. Il che è l'ennesima dimostrazione, anche basata sui dati in ripresa di molte specie oggetto di caccia, che il prelievo venatorio non incide minimamente sulle popolazioni. Ma che i veri fattori di declino sono quelli legati alla distruzione degli habitat e all'inquinamento. Queste sono le vere battaglie su cui i protettori dell'ambiente dovrebbero concentrarsi.