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Richieste di interventi delle Associazioni Venatorie al Mondo Politico
( da ilcacciatore.com)


Il protocollo d’intesa siglato il 05 marzo scorso da FIDC – Federazione Italiana della Caccia, ANUU Migratoristi Italiani, Associazione Nazionale Libera Caccia, ed Enalcaccia che aderiscono a Face Italia (Federazione delle associazioni venatorie e per la Conservazione della Fauna Selvatica dell’UE) rappresenta un’utile base di lavoro.
Una delle ragioni che ha convinto le Associazioni firmatarie è rappresentare con voce forte e unitaria proposte e legittime istanze dei cacciatori italiani alle istituzioni, alla politica e alla società tutta.
Allora quale dovrà essere la nostra condotta in vista delle prossime elezioni di aprile? Si tratta del momento migliore per il confronto, per far valere la forza delle nostra ragione e il peso dei nostri associati. Il punto fondante delle nostre richieste è la coscienza di aver contribuito e la volontà di continuare a contribuire ad un concreto rapporto con il Mondo Agricolo per la tutela dell’ambiente e della fauna che lo popola, del nostro splendido paesaggio e della ruralità nella sua più ampia accezione, in coerenza con i principi stabiliti dalla carta europea della caccia e della biodiversità approvata dal Consiglio d’Europa.
Ciò premesso, ecco le priorità, esposte in maniera sintetica, che presentiamo ai partiti in vista della prossima consultazione elettorale:

• verificatane l’attuazione, rivedere in termini europei la legge 157/92 ed in particolare:
• sopprimendo l’opzione fissa che non esiste in alcun altro Paese dell’Ue;
• consentendo forme organizzate di mobilità per la caccia alla migratoria che favoriscano un più razionale svolgimento di questa forma di attività venatoria;
• rivedendo le specie cacciabili e i tempi dell’attività venatoria, impostando un vero e proprio calendario europeo e mediterraneo, dopo approfondito confronto con i Paesi che insistono sullo stesso bacino, con tempi e specie di caccia, stabiliti secondo una corretta interpretazione della Direttiva 79/409 in linea con la Guida interpretativa e relativi concetti-chiave emanati dalla Commissione Ue in fase di pubblicazione;
• garantendo il corretto recepimento dalle Regioni della Direttiva in materia di prelievo in deroga;
• riformulando le disposizioni relative alla tutela delle colture agricole ed al risarcimento dei danni per definire con maggiore chiarezza il ruolo delle Regioni e delle Province su tale tema;
• attribuendo ad ATC e CA un contributo a carico dell’Erario, rapportato al numero di soci iscritti, per la realizzazione di miglioramenti ambientali;
• ristabilendo il dettato originale della legge in oggetto riportando l’Istituto nazionale della fauna selvatica sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri; nell’occasione potrebbe essere ripensata la struttura stessa dell’Istituto affinché in esso siano raggruppati tutti i soggetti e gli enti impegnati, su basi scientifiche omogenee, in ricerche su fauna e habitat;
• aggiornare la legge 394/91 in materia di aree protette prevedendo:
- l’introduzione della rappresentanza dei cacciatori negli Enti di gestione delle aree protette;
- il controllo, da parte delle Province e degli Enti gestori di specie in esubero (cinghiale, Corvidi, ecc.);
• abrogare la delibera del 1996 che equiparava illegittimamente le ZPS e le ZSC alle aree protette rivedendo pure i criteri del Decreto Ministeriale dell’Ambiente del 17/10/07;
• includere lo storno fra le specie cacciabili (lo storno è specie consentita in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo) anche in considerazione dell’incontrollato incremento del suo stato di conservazione aumentato a dismisura e causa di gravi danni al patrimonio storico, artistico, architettonico ed agricolo del nostro Paese;
• revocare l’ordinanza del 31/10/05 sul divieto temporaneo dell’uso dei richiami vivi nella caccia agli acquatici essendo venute meno le ragioni ostative;
• individuare nuovi strumenti per rafforzare l’integrazione con il mondo agricolo anche attraverso forme di valorizzazione economica della multifunzionalità delle aziende;
• riesame e modifica (modi e tempi) della L. n. 353 del 21/11/2000 che vieta l’esercizio della caccia nei terreni percorsi da incendio.

1.4.08 FACE Italia
 

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